Mi sono avvicinato a questo numero di Historica
con un bel po’ di pregiudizi. Jean-Yves Mitton è infatti un rappresentante del
settore popolare del fumetto francese, nicchia oggi ormai defunta (mi pare) ma
ancora vivace nei primi anni ’80. I suoi primi exploit Claudio Villa li fece
proprio per questo mercato tramite la Lug. Diamine, esistevano persino delle
collane di supereroi francesi!
Anche Mitton come Ciro Tota, Raphael Marcello, Yves Swolfs
e altri si riciclò nel mercato degli albi cartonati a colori dopo la
frequentazione delle pagine in bianco e nero dei “giornalini” in vendita presso
le stazioni e i chioschi, ma a mio avviso non ha mai brillato per eccellenza e
la sua matrice popolare è ancora ben visibile. La sua versione asciutta e senza
fronzoli di De Silence et de Sang mi
piace molto, ma è innegabile che la cura dei dettagli non è il punto forte di
Mitton, così come le sue inquadrature tendono a ripetersi senza fantasia. È
anche vero che questo non gli ha impedito di avere un ottimo riscontro di
pubblico in Francia, i suoi Quetzalcoatl e
Attila, mon Amour (di cui è anche
autore dei testi) si sono visti pure in Italia, e questo Vae Victis! vanta ben 15 volumi in origine. Ma i pregiudizi son
pregiudizi. E stavolta mi sa che erano giustificati.
Mitton inanella infatti delle vignette abbastanza grezze, in cui le
anatomie sono un po’ tagliate con l’accetta (in particolare le acconciature e
le fisionomie femminili sono il suo punto debole) e l’inchiostrazione spesso
appare un po’ indecisa. Quando non sa come risolvere un’inquadratura si butta
sul caricaturale e alcuni dei suoi personaggi visti di profilo sembrano passare
dalla maturità all’adolescenza.
Bisogna comunque rendere merito all’impegno che Mitton ha profuso per
creare delle scene di massa veramente affollatissime e per gli sfondi belli “pieni”.
Questo impegno è senz’altro lodevole indipendentemente dal risultato finale.
Dal punto di vista dei testi poteva andarci molto peggio visto che la serie
offre quello che penso il grande pubblico francese si aspetta da una proposta
simile: una trama avventurosa, personaggi riconducibili a stereotipi ben
consolidati, situazioni piccanti e boccaccesche, un bel po’ di carne femminile
in esposizione (ma i pubi delle fanciulle sono autocensurati) e un insistito
rimando a dettagli storici per ribadire che in fondo questa serie non è proprio
una minchiata e vorrebbe avere una sua dignità.
Credo che i punti di forza di Vae
Victis!, almeno di questi primi episodi, risiedano non tanto nella
ricostruzione storica e nei complotti che vengono orditi (comunque
interessanti), quanto nell’originalità di certe situazioni e nelle virate
leggermente fantasy che prendono altre, dove effettivamente lo scrupolo documentaristico
offre l’occasione per imbastire delle sequenze originali e non rimane pura
ostentazione delle ricerche effettuate. Nonostante una certa verbosità la trama
mi ha decisamente catturato e il fatto che il volume Mondadori termini con un
«fine del primo libro» lascia ben sperare che la saga la vedremo tutta. Anche
perchè la storia finisce con un cliffhanger, dannazione!
Nel complesso parliamo inoltre sempre di una proposta vantaggiosa (4 volumi
originali a 13 euro!) ma questo Vae
Victis! è al momento il titolo più debole della collana Historica, anche se non è affatto da
buttare e a me è piaciuto. Purtroppo, forse a causa dell’età della serie,
cominciata nel 1991, e della conseguente difficile reperibilità dei materiali
di stampa originali, la qualità di stampa della Mondadori non è eccellente come
quella che avevamo potuto ammirare nei volumi precedenti. Il che spiegherebbe
anche perchè i colori sembrano sbiaditi. In particolare, il secondo episodio ne
è risultato molto compromesso.
Ma la collana Historica presenta solo una parte di saghe più lunghe? Cioè se ti interessano i volumi successivivi di Vae Victis! devi andare a recuperarteli altrove?
RispondiEliminaSpero vivamente che lo continuino e lo concludano, questa prima parte di quattro ha un finale sospeso!
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