giovedì 27 settembre 2012

Sorprese



La versione mensile di Watchmen della RW Lion la prendo (in più copie) come investimento. Vista la tiratura limitata sarà di sicuro il bastone della mia vecchiaia. E meno male che il mio spirito è questo, perchè sennò ci sarebbe da incazzarsi. Questa è la copertina con cui hanno pubblicato il primo numero di questa edizione «fedele all’originale»:

Cioè, se non vado errato, la copertina della versione inglese del trading paperback, più rara di quella statunitense ma comunque non la vera copertina del primo comic book. Così si perdono il senso e l’effetto del progetto grafico originale secondo cui le “copertine” dei comic book erano in realtà le prime vignette dei singoli capitoli.
Azzardando la lettura incappo in qualcosa che mi era sfuggito all’epoca del primo approccio con Watchmen. E non ricordo nemmeno di averlo notato nelle letture successive:

Sarà sicuramente l’ennesimo, raffinato gioco di parole di Moore! Il “vuoto” Edward, forse a indicare la sua bassezza morale o forse per citare qualche romanzo o film sconosciuto al pubblico italiano e di impossibile traducibilità. Ma potrebbe anche stare per il “vacuo” Edward, chissà, con Moore non si sa mai. Magari fa parte di una qualche formula magica sparsa per il volume. Però proprio non mi ricordavo questo dettaglio. Sarà colpa della traduzione di Ranieri Carano. Diamine, aveva pure tradotto «nato» al posto di «morto»!
Vado a controllare sul mio trading paperback originale:

Ecco, appunto, meno male che compro questa versione solo a scopi speculativi.

mercoledì 26 settembre 2012

sabato 22 settembre 2012

The Garfield Show 2



Il secondo numero di The GarfieldShow non delude le aspettative. Artibal e Merlino cominciano a prendere corpo mentre trama e ambientazione di Oceania continuano a essere nebulose. Dopo l’inizio piuttosto vago e insapore anche Game Over fa intravedere in quale direzione si muoverà, e il gag di questo numero è pure originale e divertente. Peccato che sia penalizzato (come Melusina) da una qualità di stampa assai inferiore a quella del resto del giornale.
Cosa fondamentale, in questa seconda uscita non ci sono le rinumerazioni che temevo ci sarebbero state: Oceania, per dire, parte da quella che è la tavola 8 e nè Le Elfe Artibal subiscono una numerazione coatta (non ne hanno una propria). Di firme degli autori a dire il vero non ne ho viste molte, anzi nessuna, ma per una volta diamo fiducia all’Eura/Aurea. Sicuramente continuerò ad acquistare The Garfield Show finchè si manterrà su questi livelli. E chiaramente se riuscirà a imporsi in edicola: mi pare che questa copertina sia un po’ troppo simile a quella del primo numero e potrebbe rischiare di passare inosservata.

giovedì 20 settembre 2012

Sorprese



Che Gianni De Luca fosse un genio non è una grande scoperta. Ma per quanto possa sembrare impensabile, di grandi scoperte la sua opera ne riserva sempre a ogni lettura. L’altro giorno ho acquistato un suo (e di Nizzi) fumetto per me sconosciuto: Il Diario di Gian Burrasca. Sin dalle prime pagine ho trovato semplicemente sublime come De Luca sapesse declinare la grammatica e le regole del fumetto in modi sperimentali ma per nulla leziosi (anzi estremamente narrativi), e soprattutto come sapesse piegare le esigenze e le convenzioni del fumetto al suo personale modo di raccontare per immagini.
Ci troviamo di fronte a un (raro?) De Luca dal tratto umoristico, che dipinge i suoi personaggi con nasi e mani enormi e che taglia i vestiti come se le scarpe fossero la loro naturale continuazione.
L’unità minima significante del fumetto, la vignetta, viene gestita in maniera superba. I bordi in alto e in basso, e talvolta anche quelli laterali, diventano con grande naturalezza dei contorni vitruviani a cui i personaggi, quasi fossero consapevoli della loro esistenza, si appoggiano e usano come proscenio.
L’utilizzo di linee rette parallele ai contorni delle vignette è un altro strumento usato con maestria da De Luca e per quanto possa sembrare strano persino il suo lettering così personale e invasivo (i balloon geometrici e non tondi, con quei grossi filatteri spezzati come folgori) diventa occasionalmente un elemento quasi diegetico, un pezzo di scenografia non solo decorativo con cui i personaggi interagiscono.
Ciò detto, è strabiliante la quantità di informazioni che De Luca riesce a inserire in ogni vignetta pur mantenendo sempre una sobria ed elegante sintesi.
L’apoteosi di questa capacità si ha nella vignetta immediatamente successiva allo scatto della fotografia nel primo episodio: con pochi tratteggi viene delineato nello sfondo l’ambiente altoborghese in cui è ambientata la storia, la postura del padre ci dice quanto sia tronfio e gli sguardi delle sorelle quanto siano vanesie. Ma soprattutto possiamo ammirare come Gian Burrasca (unico elemento mobile di un quadretto basato tutto sulla fissità delle figure) anticipi con il semplice movimento del cappello e il sorrisino appena visibile la burla della pagina successiva.
In quella singola vignetta abbiamo l’applicazione concreta di due delle tecniche che De Luca padroneggiava alla perfezione, l’uso del recadrage e l’accumulo di piani prospettici diversi. I contorni molto marcati di alcune figure servono appunto a creare la profondità voluta e a guidare il lettore nella direzione voluta dal disegnatore.
Questa edizione della Black Velvet mi sembra ottima. L’assenza del colore, per quanto diminuisca un po’ l’effetto del gag degli animali dipinti, permette di gustarsi ancora di più il tratto di De Luca. Parliamo inoltre di ben 88 pagine (a integrazione del fumetto, un testo su Vamba di Gorla e Rossi) su carta ad alta grammatura e di un volume cartonato, il tutto per soli 11,90€. Veramente notevole inoltre la cura grafica, per cui sui risguardi abbiamo una pinacoteca di ritratti dei personaggi che compaiono nella storia, un tocco di classe (sono diversi l’uno dall’altro) che dona una piacevole sensazione à la Tintin.
Cosa fondamentale, la qualità di stampa è praticamente ineccepibile. Solo rarissimamente qualcuno dei tratteggi più fini degli sfondi o delle giacche si confonde nel tremolio o nell’accozzaglia di puntini a cui altre (troppe) pubblicazioni ci hanno abituato in questi ultimi anni, ma bisogna veramente aguzzare la vista per notare questi difetti che comunque sono limitati a quelle poche tavole di cui, immagino, non era possibile partire dagli originali per la stampa. Altro che gli scempi che vediamo quotidianamente...

martedì 18 settembre 2012

Fumettisti d'invenzione! - 48



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

PRIMO
(Italia 2011, © Rizzo-Bonaccorso, satira)
Marco Rizzo (T), Lelio Buonaccorso (D)

A fronte dei ripetuti fallimenti dell’E.P.R.A. (Ente per il Perfezionamento della Razza), nel 1938 il tenente dell’aviazione Primo Cossi viene selezionato come cavia per il progetto Vitruvio che ne farà un superuomo. Ma i piani non vanno come previsto: Primo non combatte durante la seconda guerra mondiale ma viene “attivato” solo nel 1969 da poteri occulti di estrema destra.
Come appendice al fumetto il volume della BD offre una gustosa sezione in cui viene presentato e intervistato il presunto creatore della versione a fumetti di Primo: Aldo Achille Certozzi, disegnatore che mosse i primi passi nientemeno che sul Corriere dei Piccoli e che conobbe alterne fortune. È probabile che anche suo cugino Attilio (citato nell’intervista e presente nelle prime pagine del fumetto) fosse un fumettista d’invenzione visto che le vediamo impegnato alla tavola da disegno.
Pseudofumetti: sulla rivista d’invenzione Il Glorioso oltre a Primo venivano ospitati anche Il Balilla ed Eracle. Chiusa questa esperienza, di Primo Certozzi realizza una serie di 34 albi a striscia per la casa editrice Giammatteo Editore e il personaggio viene poi ripreso contro la volontà di Certozzi per farne una versione “nera” sulla scia di Diabolik: Primo Assassino – Più nero del nero.
Nel 1991 viene prodotto un albetto ciclostilato di 16 pagine dal Circolo Fascista Nerone di Cesena tirato in soli 100 esemplari che riprende il personaggio di Primo. Nonostante la scarsa qualità lamentata da Certozzi (severo persino con gli stessi Rizzo e Bonaccorso), quel prodotto dovrebbe aver avuto un seguito visto che viene definito «serie» e il suo sceneggiatore Roberto Anselmini avrà una sfolgorante carriera politica!

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

THE SPIRIT (SPIRIT)
(Stati Uniti 1940, Synd., © The Register and Tribune, Will Eisner, poliziesco)
Will Eisner

A integrazione di quanto riportato da Alfredo Castelli a pag. 50 aggiungo:

No Spirit Story Today (Oggi niente fumetto di Spirit) in The Spirit Comic Book Section (8 giugno 1947). Will Eisner [collaborazione agli inchiostri di Jerry Grandenetti]
Spirit e compagni indagano sulla sparizione di Will Eisner, che apparentemente è stato fatto fuori da un criminale che egli stesso ha inventato per vendicarsi, almeno in effige, delle angherie di un ragazzino.
Eisner omaggia i suoi colleghi Milton Caniff e Al Capp citando i fumettisti d’invenzione Milton Braniff e Al Slapp, autori rispettivamente di Steve Gulch e Li’l Adam.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

FROM HELL (IDEM)
(Stati Uniti 1991, in Taboo, © Moore/Campbell, docufiction)
Alan Moore (T), Eddie Campbell (D)

La ricostruzione documentatissima della vita e delle “opere” di Jack lo Squartatore.

From Hell: The Dance of the Gull-catchers (1998). Alan Moore (T), Eddie Campbell (D)
Numero fuori serie apparso nel 1998 (la serie di 14 atti più prologo ed epilogo si era conclusa nel 1996) presente nelle raccolte successive di From Hell. Alan Moore parla del suo metodo di lavoro e delle suggestioni che lo hanno spinto a scegliere proprio questo argomento per il suo fumetto (con qualche comparsata di Eddie Campbell, ovviamente).

[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)

CHI E’ PAOLA LENSKI, E CHE VUOLE DA IO?
(Italia 1989, racconto in Frigidaire, Edizioni Primo Carnera, grottesco)
Filippo Scozzari

Filippo Scozzari alle prese con un’aspirante disegnatrice.

sabato 15 settembre 2012

"Più"



Può darsi che qualche lettore di Lanciostory e Skorpio si ricordi dell’esperimento che i due settimanali fecero una decina di anni fa: allegare gli integrali di Martin Hel su Skorpio e di Trapassati Inc. su Lanciostory. Fascicoletti dalle stesse dimensioni delle riviste e dalla agile foliazione di 64 pagine, perfettamente funzionale per lo spin-off/prequel di John Doe, che basandosi su una struttura di archi narrativi da due episodi di 15 tavole l’uno conteneva due storie complete. Un pochino meno pratico per Martin Hel che sfruttando praticamente sempre una struttura di 3 episodi di 12 tavole l’uno poteva essere presente con un ciclo e due terzi. Ma poco importava, era pur sempre un omaggio, qualcosa in più che veniva dato al lettore.
Tanta generosità aveva anche un risvolto pratico per l’Eura: simulando di allegare come promozione una rivista che sarebe costata 1,50€, poteva continuare ad accampare diritti sul marchio «Cybersix», registrato presso il registro delle testate italiane e a rischio (secondo la legislazione dell’epoca) di diventare di dominio pubblico dopo un anno senza utilizzo da parte dell’editore.
L’invenzione degli «integrali» non era però un caso isolato e nemmeno una novità. Andando indietro negli anni e nella storia dell’Eura ci si imbatte anche nei resi di Amanda dati in omaggio con i settimanali, così come qualche anno prima venivano addirittura confezionati dei volumetti brossurati autonomi (non transitati prima per le edicole) che raccoglievano serie come Cybersix, Chiara di Notte, Spaghetti Bros. e persino Ivan Piire.
Tanta munificenza si doveva ovviamente al periodo florido che l’Eura stava vivendo (credo che il numero dei richiedenti dichiarati della copertina per l’inserto omaggio di Gilgamesh sia superiore a quello degli attuali lettori abituali di Skorpio, spero di sbagliarmi) e l’iniziativa degli allegati-omaggio ebbe inizio a cavallo degli anni ’80 e ’90 probabilmente anche a seguito della strategia di invogliare il lettore potenziale all’acquisto di Lanciostory e Skorpio con la promessa di materiale in omaggio.
Il primo fascicolo embrionale dei «Più» venne allegato a Skorpio 33 del 1989 e si intitolava, riprendendo il nome di una paio di inserti tuttocolore, I Supermasters. La scaletta prevedeva infatti la ristampa di storie disegnate da Enrique Breccia, Oswal, Rubio, Lalia, Sommer, Del Castillo, Alcatena e Altuna. Il primo “vero” allegato Più sarà il fascicolo dato in omaggio con Skorpio 6 del 1990 a cui seguirà qualche settimana dopo il primo Lanciostory Più, allegato al numero 11 del 1990. Da allora divenne un appuntamento piuttosto regolare che, alternato tra i due settimanali, offriva ogni mese circa un bel po’ di fumetti inediti.
Evidentemente la lusinga di 72 pagine in omaggio dovette riscuotere un buon successo, o almeno controbilanciare il fatto che solitamente le riviste incellofanate vendono di meno rispetto a quelle “aperte” che il lettore occasionale è libero di sfogliare per decidere se acquistarle o meno.
Quei primi allegati permisero di smaltire molto del materiale in eccesso che l’Eura aveva già acquistato ma non si trattava assolutamente di materiale di seconda scelta visto che comparivano spesso nomi prestigiosi: addirittura Fernando Fernandez con fumetti precedentemente apparsi su Alter. Venne persino pubblicato un libero, già visto in Italia su Totem, di Rodolphe e Ferrandez, autori francofoni all’epoca poco (anzi, per nulla) battuti dai settimanali. Persino le copertine potevano vantare un livello identico a quello dei settimanali, presentando firme prestigiose come quelle di Carnevale e Juan Gimenez.
Oltretutto, gli allegati Più servirono anche a fare le prove generali per il passaggio dal lettering a macchina a quello computerizzato (e inizialmente era fatto a mano).
Dal 1992, cogliendo l’occasione per fare un omaggio al disegnatore Arturo Del Castillo deceduto da poco, gli allegati Più divennero in sostanza delle monografie dedicate a vari disegnatori. Questo metodo serviva ufficialmente all’Eura anche per ristampare quelle opere richieste a gran voce dal pubblico ma che per lunghezza o ragioni di “scaletta” non potevano trovare posto nei canonici volumi Euracomix (Peter Kampf lo sapeva, Caatinga) oppure per offrire anche ai lettori con meno possibilità di spesa l’occasione di leggere organicamente alcuni fumetti già celebrati con il transito sui volumi della collana Euracomix (Dracula l’Uomo).
La foliazione era di 72 pagine spillate, il formato quello dei settimanali e la qualità di stampa generalmente assai scarsa, oltre al fatto che i “danni” che l’Eura aveva fatto in origine al momento della prima pubblicazione delle storie vennero ovviamente mantenuti (tavole rimontate, tratteggi dove c’era il colore, censure). Questi allegati, però, oltre al fatto che costituivano realmente un omaggio gratuito, avevano il pregio di costituire col tempo una piccola biblioteca della storia dell’Eura e chi li ha conservati può rileggersi alcune miniserie senza doversi andare a spulciare i singoli numeri di Lanciostory e Skorpio in cui furono pubblicate. Oltre al fatto che per arrivare a concludere il menabò non solo veniva presentato anche un inserto con le striscie di Beep Peep (di durata variabile a seconda della lunghezza della serie pubblicata), ma anche qualche interessantissimo recupero d’annata.
Con l’abitudine di offrire i ben più ricchi volumetti brossurati che ho ricordato sopra gli inserti Più conobbero un periodo di pausa prima di ritornare in pompa magna (materiale inedito, più pagine e addirittura il colore) alla fine degli anni ’90.
Questo l’elenco dei numeri monografici:

Lanciostory Più 24/92, dedicato ad Arturo Del Castillo: contiene In quei mari lontani di Ricardo Barreiro e il libero Il Vecchio Henry scritto da Alberto Ongaro. 12 pagine di Beep Peep in inserto. La miniserie non viene divisa in capitoli ma gli episodi sono raccordati con apposite didascalie come succedeva per i primi Euracomix. Forse In quei mari lontani in origine aveva un’altra destinazione?


Skorpio Più 27/92, dedicato alla coppia Trillo-Mandrafina: Peter Kampf lo sapeva e tre delle loro Storie Mute: Il Macchinista, Il Mago e Il Pompiere. Inserto di 8 pagine con le strisce di Beep Peep. Il primo e il secondo episodio di Peter Kampf sono fusi in un capitolo unico. Benché la qualità di stampa sia scadente questa è l’unica raccolta organica che esiste in Italia del capolavoro di Trillo e Mandrafina.

Lanciostory Più 36/92: Josh Logan di Grassi e Garcia Seijas/Oswal e il libero Negro disegnato da Ernesto Garcia Seijas ma di cui non viene riportato il nome dello sceneggiatore. 4 pagine di inserto Beep Peep.

Skorpio Più 39/92, dedicato a Enrique Breccia: Pirati di Walter Slavich e il libero Monty non torna a casa disegnato sempre da Breccia ma di cui non viene riportato lo sceneggiatore. 8 pagine di inserto Beep Peep. Pirati è una delle tante miniserie scritte da Slavich come prove generali della sua collaborazione con Breccia. È comunque tra le migliori.

Skorpio Più 45/92: «Supplemento dedicato a Font». Da questo numero infatti compare sulla copertina il nome del disegnatore a cui è dedicato il fascicolo, dotando la serie di una nuova progettualità, o per meglio dire rendendola manifesta. Comprende Yann Polynesia (chiaramente in bianco e nero), il celebre libero Dio lo vuole! che causò qualche imbarazzo tra Zerboni e Traini quando l’agenzia che trattava i diritti di Font lo vendette in contemporanea a L’Eternauta e Comic Art, e 4 episodi della serie Carmen Bond (anche questi in bianco e nero), ribattezzata Storie, leggende, sogni dall’Eura che ne eliminò i rimanenti 6 e censurò alcuni dettagli. L’ultima tavola viene pubblicata poco elegantemente in terza di copertina. 8 pagine di inserto Beep Peep.

Lanciostory Più 6/93: dedicato ad Altuna, presenta Charlie Moon (con una scaletta degli episodi differente rispetto a quanto visto nella Collezione Horacio Altuna della Planeta DeAgostini), Il Filo scritto da Carlos Trillo e Pastori di cui Altuna è autore completo. All’inserto di Beep Peep sono dedicate solo 4 pagine. La qualità di stampa è ingenerosa soprattutto con l’ultimo fumetto.

Skorpio Più 10/93: Rifiuti di Carlos Trillo e Juan Gimenez nella versione in bianco e nero presentata su Lanciostory, dove venne presentata comunque come apocrifo «tuttocolore» senza gli spendidi colori originali. In appendice il celebre libero Verdetto logico per Roy Ely scritto da Emilio Balcarce. 8 pagine di Beep Peep.

Lanciostory Più 15/93: raccolta di Ulrick il Nero, piacevolissima miniserie di Barreiro e Alcatena che comunque non costituisce il pezzo forte della loro collaborazione. 4 pagine di inserto Beep Peep.

Skorpio Più 18/93: supplemento dedicato a due disegnatori: Enrique Breccia e Domingo Mandrafina, di cui viene presentato il lavoro in comune (dopo Republiqueta) Il Ritorno di Spartaco. Non viene indicato il vero autore dei testi, Ricardo Ferrari. In appendice due liberi scritti da Trillo: Il Padrone disegnato da Mandrafina e L’Esercito di Balin disegnato da Breccia. 4 pagine di inserto Beep Peep.

Lanciostory Più 22/93: Talhi Tyler di Trillo ed Ernesto Garcia Seijas e il libero Eccitante Solitudine degli stessi autori con protagonista Flopi. All’inserto di Beep Peep sono dedicate 8 pagine.

Skorpio Più 25/93: Stronwsky di Trillo e Altuna, con alcune tavole dell’ultimo episodio rimontate rispetto alla versione presentata su L’Eternauta e nella Collezione Horacio Altuna della Planeta DeAgostini. Con qualche censura nei testi. Ben 12 pagine di inserto Beep Peep.

Lanciostory Più 29/93: un grande recupero, la miniserie I Professionisti presentata su Lanciostory nel 1978! Si tratta di una bella storia di Jorge Moliterni, autore ingiustamente poco noto in Italia. Purtroppo la qualità di stampa (verisimilmente fatta a partire dai vecchi numeri di Lanciostory) è molto scadente. 8 pagine di inserto Beep Peep.

Skorpio Più 31/93: la fantastica miniserie Incubi di Eduardo Mazzitelli ed Enrique Alcatena, una delle prime con cui entrambi si fecero conoscere e apprezzare dal pubblico italiano, e il libero Kongo Rikishi attribuito al solo Alcatena. L’ultima tavola del libero viene pubblicata in terza di copertina. 8 pagine di inserto Beep Peep.


Skorpio Più 36/93: Nielsen di Walter Slavich ed Enrique Breccia e due delle Chimere di Saccomanno ed Enrique Breccia (L’Indiana e Cuore). All’inserto di Beep Peep sono riservate le canoniche 8 pagine.

Lanciostory Più 39/93: altro recupero d’annata: Samoa Kent di Angel Fernandez (testi di Roger King non accreditato). Come nel caso de I Professionisti di Moliterni la scarsa qualità dei materiali di partenza rende la stampa particolarmente brutta, in una collana che comunque non ha mai presentato degli ottimi esiti di stampa. All’inserto Beep Peep sono dedicate 12 pagine.

Lanciostory Più 43/93: Dracula l’Uomo di Wood e Salinas. Ahi ahi. Non solo gli splendidi colori originali di Alberto Salinas non vennero mantenuti (e questo è comprensibile) ma la qualità di stampa è tremenda. Viene mantenuto l’errore fatto al momento della prima pubblicazione e della successiva ristampa su Euracomix: l’ultimo episodio è diviso in due capitoli distinti. In appendice La Leggenda di Gunnar il Vikingo, disegnato da uno strepitoso Alberto Salinas (su testi di Robin Wood?) e penalizzato pesantemente dalla pessima resa di stampa. All’epoca della sua prima pubblicazione questo libero fece sperare in una serie perchè per errore la redazione lo chiuse con l’indicazione «fine dell’episodio». 8 pagine di inserto Beep Peep.

Skorpio Più 45/93: ben due miniserie (di breve durata, ovviamente, per poter essere ospitate nell’allegato: solo 3 episodi l’una) disegnate da Arturo Del Castillo. La prima è Manco Sloane scritta da Grassi, la seconda Amazzonia di Walter (ovvero Slavich). 8 pagine di inserto Beep Peep.

Lanciostory Più 1/98: Dietro lo Specchio, miniserie fantasy INEDITA realizzata da Ferro e Lito Fernandez. Il fatto che venne pubblicata direttamente in allegato permise di gustarsela senza gli interventi che all’epoca spadroneggiavano sui settimanali, principalmente i riassuntoni mangia-pagina che a volte portavano addirittura all’eliminazione di alcune vignette. Non venne nemmeno rinumerata. In appendice quattro pagine di «Eura News» con la presentazione delle proposte di gennaio 1998 dell’Eura.

Lanciostory Più 18/98: Caatinga di Hermann. Questo allegato ha una foliazione ridotta (48 pagine) ma presenta il fumetto di Hermann INTERAMENTE A COLORI. Ora, è vero che la stampa lascia un po’ a desiderare, che l’intervento dell’Eura si fa sentire (balloon ingranditi, rinumerazione...) ma considerando che era gratuito questo fascicolo costituiva tutto sommato una buona alternativa alla versione in volume cartonato che Alessandro Editore aveva fatto di Caatinga poco prima.

Skorpio Più 19/98: I Fratelli della Filibusta di Wood eSalinas. Anche questo con una foliazione un po’ ridotta rispetto al solito (64 pagine contro le 72 degli anni precedenti) e anche questo a colori, ma inspiegabilmente ricolorato rispetto ai colori originari di Salinas. Il risultato è assai scadente anche perchè, forse proprio a causa dell’intervento della ricolorazione al computer, la stampa è molto scadente. Oltretutto vengono presentati solo 6 episodi della serie, con una didascalia che cerca di dare una conclusione a quanto appena letto.

Lanciostory Più 2/99: raccolta integrale delle due belle storie “alla francese” (46 tavole l’uno) de L’Impermeabile di Philip Marlowe di Carlos Trillo e Armando Da Col. Una serie molto interessante che grazie al segno sintetico di Da Col risente un po’ meno della stampa non ottimale. Foliazione generosissima: ben 96 pagine.

Skorpio Più 2/99: Diario di bordo di Ferrari e Mandrafina/Macagno. Una storia molto bella per cui ancora una volta l’Eura concesse generosamente ben 96 pagine. Curiosamente, la qualità di stampa è molto buona.

Ignoro quanto valgano sul mercato dell’usato questi supplementi (qui pare che li regalino, se disponibili, con il numero di Lanciostory o Skorpio di cui erano allegati). Considerando che per molte delle miniserie presentate non c’è altra possibilità per una lettura organica, e nemmeno per un facile recupero, potrebbero comunque essere interessanti. Tanto più che molto del materiale presentato era di livello altissimo.

giovedì 13 settembre 2012

Fumettisti d'invenzione! - 47



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

FUMETTO EROTICO
(Argentina/Italia 1992, in Lanciostory, © Eura/Aurea, commedia)

Un disegnatore di fumetti erotici non se la passa bene nè a livello professionale nè a livello personale. Una svolta inaspettata nella sua vita sembra porre fine alla sua sfortuna ma lo catapulterà dalla padella alla brace.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

GRINGOS LOCOS
(Francia 2012, © Dupuis/Yann/Schwartz, biografico, umoristico)
Yann [Yann Lepennetier] (T), Olivier Schwartz (D)

Cronaca opportunamente romanzata del viaggio negli Stati Uniti che fecero tre colossi del fumetto belga (Hergé, Jijé e Morris) con l’obiettivo di trovare lavoro negli studios di Walt Disney.
Oltre ai tre protagonisti si possono riconoscere altri fumettisti della scena francobelga.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

[SENZA TITOLO]
(Belgio 1978, in Pétition – A la Recherche de Oesterheld et de tant d’autres!, © Amnesty International, satira)
Yvan Delporte (T), André Franquin (D) [la distinzione netta tra un autore dei disegni e uno dei testi potrebbe non essere corretta visto il tipo di collaborazione che avevano Franquin e Delporte]

Un autore di fumetti rivendica il suo diritto a concepire solamente storie d’intrattenimento senza lasciarsi coinvolgere da argomenti politici che in fondo non lo riguardano. Ma la violenza della realtà coinvolgerà anche lui.
Questo fumetto è uno dei contributi di vari autori a un volume prodotto dalla sezione belga di Amnesty International alla fine del 1985.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

BEFORE WATCHMEN (IDEM)
(Stati Uniti 2012, storia divisa in varie miniserie, © DC Comics, supereroi)
autori vari

Discusso prequel del capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons.
Pseudofumetti: Tra le altre differenze rispetto al canone che stanno infiammando i cultori, scopriamo in Nite Owl 1 e Minutemen 3 che delle gesta dei protagonisti esistevano anche delle versioni a fumetti, in contrasto con quanto scritto originariamente da Moore secondo cui l’arrivo nel mondo reale dei supereroi avrebbe determinato la morte del genere supereroistico in favore dei comic book di pirati.

Ma nemmeno questo cambiamento è coerente: in Silk Spectre 2 e nello stesso Minutemen 3 compare un esemplare di Brigitte the Buccaneer, fumetto che si inserisce nel filone della exploitation piratesca.

lunedì 10 settembre 2012

BéDé Bonelli sì/BéDé Bonelli no



A quanto pare la GP Publishing non ha solo saltato il primo episodio di Jonathan Cartland ma si è pure presa la libertà di accorciare alcune tavole di IAN e Lo Sparviero a seconda della necessità...

Non tutte, ma ogni tanto hanno pure fatto sparire la numerazione originale.

Comunque l’iniziativa della GP Publishing deve aver avuto veramente un buon successo visto che stanno sfornando nuove proposte una dietro l’altra. Non a tutti questo formato è piaciuto e anzi c’è chi lo ha snobbato a prescindere. Fatte salve le mancanze che ho sottolieato in apertura, secondo me bisognerebbe essere oltranzisti anche nell’oltranzismo. È vero, gli albetti GP sono piuttosto pauperistici e costringono in un formato improprio opere che sono nate per tutt’altro respiro e dimensione ma dobbiamo considerare che in Italia il fumetto francobelga non è mai stato nè potrà mai essere pubblicato come viene pubblicato in origine. Semplicemente, non si può.
Gli albi GP non hanno il colore? Bene, andate a sfogliarvi le vostre collezioni Grandi Eroi, Albi Orient Express, Collana Metal e compagnia: fuori registro... colori sbiaditi... risultati che impallidiscono davanti alle edizioni francesi. Per anni i lettori italiani avranno pensato che i colori di Blueberry fossero quella roba annacquata che hanno ammirato nella collana Eldorado.
D’accordo, i difetti non erano la norma e ci sono storicamente altri esempi di resa cromatica dignitosa, ma se ripensiamo ai vecchi Albi Ardimento o Classici Audacia senza farci ottenebrare dalla nostalgia si rifaranno vive le alternanze vertiginose di formati, colorazioni, gli adattamenti ai testi e quelle maledette pagine pubblicitarie che si mangiavano intere tavole di fumetti.
I volumetti GP sono brossurati. Bene, senza aver esaminato alcun campione determinante penso di poter dire con una certa sicurezza che almeno l’80% dei volumi francobelgi pubblicati in Italia erano e continuano a essere brossurati, pur con le poche eccezioni del caso. No, dico, gli Albi di Pilot per un periodo erano pure SPILLATI (e avevano quella grafica di copertina tremenda). Anche sulla qualità dell’eventuale cartonatura ci sarebbe poi da discutere: Grandi Eroi Comic Art e volumi Nuova Frontiera (più recentemente anche gli AureaMaster) nominalmente lo erano ma la costoletta non era veramente cartonata limitandosi a un pezzo di plastica a far da ponte tra le due copertine rigide.
Anche sulla qualità della carta ci sarebbe da discutere, ma in realtà la patinata (lucida od opaca) è un’introduzione relativamente recente anche per il mercato francobelga.
Sulla qualità di stampa stendiamo un velo pietoso. Le matrici in zinco non si useranno più da chissà quanti anni ma ormai pure le pellicole sono sparite in favore di una stampa digitale che a fronte di probabili risparmi e comodità per l’editore offre al lettore dei risultati scadenti. O forse sono l’unico a notare che ormai i tratteggi si sono fatti seghettati e indistinti e che le “pellicole” (pellicole?!) del nero ogni tanto sono fuori registro lasciandosi dietro una scia bianca dove avrebbero dovuto esserci loro?
Sì, lo so, a volerli trovare ci sono un sacco di altri esempi che vanno a inficiare il quadro apocalittico che ho tracciato. Vallecchi e Mondadori hanno fatto delle edizioni robuste e generose di Asterix, Comanche, Valerian, ecc. così come la Rizzoli Milano Libri negli anni ’80 ha prodotto dei bellissimi e costosissimi volumi che presentavano anche BèDè. Ma ancora una volta si tratta si operazioni che tradirono, per quanto in meglio (più episodi per volume, introduzioni e altro materiale redazionale di qualità) il formato originale.
Una volta, rispondendo a un lettore di Comic Art, Rinaldo Traini aveva detto che in Francia si pubblicano dei volumi bellissimi, colorati e stampati in maniera impeccabile su carta di qualità eccellente ma assolutamente impubblicabili in Italia per il loro scarso valore narrativo e grafico. In Francia e in Belgio sono abituati così da quasi cent’anni, non ce la faremo mai a raggiungere il loro livello. Le loro case editrici possono avvalersi di decenni di esperienza nel settore e di quella concorrenza che le ha spinte a migliorarsi ulteriormente (beh, certo, alcuni editori partivano avvantaggiati dal fatto che in origine erano delle tipografie). I numeri molto più bassi del mercato italiano paradossalmente dovrebbero spingere invece verso la qualità, visto che stampare e assemblare un volume in poche copie solitamente fa evitare i guasti di uno ad alta tiratura, così come la stampa periodica diffusissima in rotocalco non può reggere il confronto con quella off-set che però ha senso e convenienza solo se applicata a tirature basse.
Eppure in Italia sono pochi a poter garantire una qualità di stampa degna del mercato francobelga: 001, Allagalla, Alessandro, in rari casi la Panini e la Rizzoli Lizard.
Per quanto possa sembrare un discorso disfattista, visto che tanto in Italia non avremo mai dei volumi veramente degni delle loro controparti francesi, tanto vale che ci gustiamo questi BD-Bonelli che almeno hanno una qualità di stampa impeccabile. Con gli opportuni distinguo, ovviamente: Wisher senza colori non ha senso, così come IAN e Lo Sparviero con le tavole “limate” possono legittimamente far storcere il naso ai cultori. Ma consoliamoci almeno con il prezzo bassissimo (i volumi corrispettivi recuperati dal mercato francobelga costerebbero almeno 10 volte tanto) e soprattutto con la possibilità praticamente inaudita per questo tipo di prodotti di gustarci una storia dall’inizio alla fine nell’arco di pochi mesi. Oddio, laddove l’inizio e la fine le mettano veramente. E a tal proposito sono andato a controllare sul numero di Comic Art dove fu pubblicato l’ultimo volume di Jonathan Cartland e ho scoperto che quel decimo e conclusivo volume aveva la strana durata di 57 tavole: scommettiamo che la GP Publishing salterà pure questo?

domenica 9 settembre 2012

The Garfield Show 1



Il piacere di averlo trovato dopo aver girato più di un’edicola e dopo un’attesa carica di aspettative si è stemperato quando ho visto che di Garfield non sono presentate le strisce di Jim Davis ma una versione cartacea dei cartoni animati. Non so se si tratta effettivamente di “fumettazioni” di episodi televisivi preesistenti (le note in gerenza e il costo produttivo che immagino avrebbero delle produzioni ex novo farebbero supporre di sì) e di sicuro hanno il crisma dell’ufficialità, ma mi ricordano comunque quelle operazioni pirata che anni fa facevano alcuni editori che prendevano dei fotogrammi di anime e ci imbastivano una storia. È un’altra cosa, però l’impatto è stato quello. Almeno i fumetti dei Simpsons sono realmente dei fumetti.
Comunque, superato questo primo impatto, mi sono dedicato alla lettura ed effettivamente The Garfield Show è un buon prodotto. Dall’editoriale di presentazione e dalla scelta del testimonial principale si evince che The Garfield Show vuole essere un prodotto all ages indirizzato a bambini e ragazzi ma non mancano motivi di interesse anche per il pubblico adulto. Anzi, fumetti prettamente infantili credo che si possano considerare solo Le Elfe e Game Over. Per contro, Nelson e La Tribù partono da situazioni di base più mature (la coprotagnista del primo è un’impiegata adulta, nel secondo si parla degli stratagemmi per mantenere un buon equilibrio matrimoniale e familiare).
Come anticipa il sottotitolo della rivista Garfield è solo il titolare della testata, che ospita anche «altri amici» che costituiscono per l’appassionato di BéDé il motivo principale di acquisto. L’impressione è quasi quella di avere in mano un numero di Spirou o di Lucky Luke, almeno come me li sono sempre immaginati.
Nelson è una striscia minimal che parla di un diavoletto.
Oceania è un racconto fantasy suggestivo e ben colorato ambientato in un pianeta in cui dei ragazzi fanno surf su un mare di foglie. Le 7 pagine presentate non consentono ancora di dare un giudizio. Ai testi nientemeno che Corbeyran.
Leonardo è un classico del fumetto umoristico belga (di cui riprende la struttura a gag di una tavola) già visto in Italia su Mondo Erre. Il protagonista è un Leonardo Da Vinci non proprio geniale.
Merlino racconta le grottesche vicende infantili del giovane Merlino (è una serie scritta da Sfar di cui BD ha già pubblicato qualcosa in Italia).
La Tribù è una serie umoristica di argomento familiare.
Artibal mi sembra una storia di “realismo magico” estremamente suggestiva e disegnata con notevole impegno. Purtroppo queste prime 5 tavole introducono a stento il protagonista e quindi bisognerà aspettare i prossimi numeri per vedere che direzione prenderà la storia.
Le Elfe mi sembra l’ennesimo fumetto cute che guarda sia a prodotti come Winx che ad altre BéDé come Marilù.
Game Over lascia intendere dal titolo che sarà una parodia dei videogiocatori più nerd come già visto in questa prima tavola (ai testi c’è anche un Bercovici: sarà lo stesso disegnatore di lunghissimo corso che ha collaborato con Corteggiani?).
Melusina è un’altra serie di impianto classico (stupendi i disegni di Clarke, che più francobelgi di così non si può) con gag di una tavola. Protagonista una streghetta.
Un menu ricchissimo e di alta qualità, in cui l’unico elemento sottotono è Le Elfe, sia per la scarsa originalità che per l’eccessiva semplificazione del tratto (ma anche Nelson da questo punto di vista è un po’ “a rischio”).
E alla fine devo ammettere che anche le due storie di Garfield, soprattutto la prima, sono state una lettura piacevole e divertente.
Comunque, al di là della qualità dei fumetti presentati (su cui le aspettative non sono state deluse), quello che temevo era la consueta ed eccessiva ingerenza dell’Eura/Aurea nell’adattamento dei fumetti. Qui invece per fortuna non ci sono nè balloon apocrifi nè tavole rinumerate ed il formato rende pienamente giustizia ai disegni, anzi offre persino l’occasione per delle buone trovate grafiche.
Il tutto si spiega col fatto che The Garfield Show non è un prodotto ideato dall’Aurea ma è la versione italiana di una licenza francese, anche se sicuramente l’Aurea ci ha messo del suo visto che alcuni dei fumetti presentati non sono della Dargaud e Artibal è addirittura di produzione italiana.
Con tutto questo ben di dio i consueti problemi con la qualità di stampa passano in secondo piano, anche perchè il formato più grande rispetto a Lanciostory e Skorpio rende meno eclatante il tremolio digitale dei tratteggi, comunque assai fastidioso in Le Elfe. The Garfield Show è insomma consigliatissimo (a patto di trovarlo nelle edicole) considerando anche che al costo di 2,80€ offre non solo materiale di qualità ma un tempo di lettura che nonostante le sue 48 pagine è più che dignitoso: trattandosi di materiale francobelga parliamo di vignette in cui abbondano i dettagli, e le tavole di Domestici meritano decisamente di soffermarcisi sopra per un bel po’ per gustarne tutti i particolari.
Al momento quindicinale, immagino che l’Aurea abbia fatto ricorso a questa periodicità per testare il gradimento del pubblico e passare a settimanale o mensile a seconda dell’accoglienza. Incrociamo le dita (e compriamone più copie possibili) e speriamo che i giovani spettatori dei cartoon lo comprino in massa, chissà che l’Aurea non decida di varare anche una rivista di BéDé adulta.