mercoledì 31 gennaio 2018

L'importanza di avere un colorista avvertito

Già sulla rubrica Le Pinailleur di BoDöi era emersa l’importanza di affidarsi a un colorista attento che sopperisse all’occorrenza alle dimenticanze del disegnatore: sintomatico il caso di Patrizia Zanotti (o chi per essa) che aveva dipinto un cerchio attorno al lobo dell’orecchio di Corto Maltese quando Pratt si era dimenticato di disegnargli l’orecchino.
L’episodio di Jugurtha ospitato sull’ultimo numero di Lanciostory & Skorpio Maxi presenta un altro esempio eclatante: Franz si dimenticò di disegnare a distanza di sole due vignette (e nella stessa striscia!) il monile che Vania porta al collo. Per fortuna ci ha pensato il colorista (forse già la Horvath?) a metterci una pezza, per quanto è stato possibile:

sabato 27 gennaio 2018

Jason B. Thompson

È un pazzo (in senso buono) che ha riassunto le sue esperienze con delle avventure, classiche ma non solo, di Dungeons & Dragons con delle mappe cartoonesche dettagliatissime e commentate.
Qui se ne trovano molte nel formato più giusto per gustarle.

mercoledì 24 gennaio 2018

Comics&Science 002/2017: The Archimedes Issue

Dopo quella dedicata al Matematico Babbage, nel 2017 Comics&Science ha dedicato la sua uscita autunnale nientemeno che ad Archimede.
Il piatto forte del volumetto è la storia a fumetti Archimede 2.0, scritta e disegnata da Giuseppe Palumbo. I disegni e i colori sono talmente belli da lasciare a bocca aperta. L’incipit massicciamente testuale può spaventare e risultare complicato (per quanto dimostri l’approfondita conoscenza dell’argomento da parte dell’autore), ma questa sensazione viene presto scrollata via dall’abilità con cui Palumbo ha saputo rendere appassionante la vicenda dei vari passaggi di mano del “Codice C”, dettagliati in altre parti di questo Comics&Science, tanto che alla fine l’espediente della misteriosa figura che interviene nell’ombra (probabilmente artificio per rendere il fumetto più attraente) diventa quasi superflua.
Oltre all’introduzione di Natalini e Plazzi, la parte redazionale contempla un’intervista a Palumbo a cura di Ciro Ciliberto, un excursus sulla nascita e lo sviluppo di papiri e pergamene (e quindi dei libri) scritto da Andrea Ercolani, un articolo sulle tecniche di decrittazione dei testi contenuti in supporti antichi di Vito Mocella e un breve saggio umoristico su vita e opere di Archimede di Stefano Pisani. Il bersaglio della divulgazione è pienamente centrato e tutti i testi riescono a trasmettere informazioni talvolta specialistiche senza per questo risultare pedanti (men che meno l’articolo di Pisani, che indugia eccessivamente sulla leggerezza per scelta dell’autore).
In appendice ci sono le due tavole canoniche di Davide La Rosa e i “titoli” del Lercio.

lunedì 22 gennaio 2018

Coraline

Riduzione a fumetti della fiaba dark omonima di Neil Gaiman, la versione che ho preso io è quella brossurata economica di recente pubblicazione da parte di Nicola Pesce Editore che aveva già proposto la versione cartonata.
È probabile che il formato originale fosse più grande, come testimonierebbe la diagonale delle tavole compatibile con quella di un comic book, ma la riduzione (se c’è stata) non si fa affatto sentire e Coraline si legge agevolmente.
La trasposizione da racconto scritto a fumetto è stata realizzata da Paul Craig Russell, disegnatore raffinatissimo che non solo ha prodotto delle belle tavole ma ha saputo anche infondere alla storia un ritmo particolare gestendo le pause e i momenti di tensione con quegli artifici che solo il fumetto consente. Prova ancora più lodevole se consideriamo che si è basato massicciamente sullo scritto di Gaiman, riproposto testualmente nelle didascalie.
La storia narra della giovane Coraline che si trasferisce in una nuova casa insieme ai suoi genitori distratti e assenti. Il nuovo ambiente in cui si trova è contrappuntato da coinquilini bizzarri, da una natura circostante che rinfocola le sue smanie di esploratrice e soprattutto da una misteriosa porta che dà su un muro.
Varcata quella soglia, Coraline si ritrova in un universo speculare rispetto a quello da cui proviene, dove l’“Altra Madre”, che sfoggia degli inquietanti bottoni al posto degli occhi, cerca di convincerla a rimanere per sempre. Per sua fortuna, un talismano fornito dalle strambe vicine di casa, un gatto saccente e la sua intelligenza l’aiuteranno a superare tutte le prove che dovrà affrontare per tornare al mondo normale e liberarlo anche dell’ultima influenza dell’Altra Madre.
Non ho letto il racconto originale, ma se il fumetto (come immagino) lo riprende fedelmente non mi sembra una lettura adattissima a un pubblico meno che adolescente visti i molti elementi raccapriccianti che lo caratterizzano. La verve ironica di Gaiman emerge comunque in più parti, dando origine a dei contrappunti di divertente ironia.
Le immagini di Craig Russell sono stupende. La sua matita è essenziale ma efficacissima, non senza qualche tratteggio virtuosistico in alcuni punti. I suoi personaggi hanno delle posture, delle espressioni e dei movimenti perfetti, a testimonianza di un ricorso a fotografie che non ha tolto affatto naturalezza all’insieme (anzi, esattamente il contrario). Craig Russell ha evidentemente anche supervisionato la grafica e l’impaginazione del volume, visto che il fumetto inizia ancor prima della sua prima tavola “ufficiale”.
Riusciti anche i colori realizzati da Lovern Kindzierski, pur se in alcuni punti il texture scelto per (ad esempio) la carta da parati contrasta un po’ con i tratteggi che il disegnatore aveva adottato per dare volume agli interni.
Proprio un bel volumetto, insomma, e proprio il forte rimando al testo originario porta a un tempo di lettura più che dignitoso.

mercoledì 17 gennaio 2018

Fumettisti d'Invenzione! - 127

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)

OCCHI SULLA GRATICOLA
(Italia 1996, Einaudi, commedia)
Tiziano Scarpa

Carolina Groppo frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia finanziata da un nonno lascivo. Da poco ha però intrapreso una professione piuttosto redditizia: con lo pseudonimo di Maria Grazia Graticola fa la fumettista per la rivista KissManga, per la precisione disegna i genitali dei fumetti giapponesi che per le leggi vigenti in patria devono essere nascosti o dissimulati.
Tiziano Scarpa (che aveva scritto dei fumetti per il fratello Daniele pubblicati su Frigidaire) dimostra una grande conoscenza dei meccanismi produttivi dei manga.
Pseudofumetto: l’unico fumetto a essere citato per esteso è Le mummie vampire, che in realtà è un anime comic tratto da una serie animata di successo di Mitsuko Tatase, adattato in questa versione dallo Studio Yamaguchi.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

LE JOURNAL
(Francia 2008, © Denoël/Clerc, biografico)
Serge Clerc

La “biografia” della mitica rivista Metal Hurlant, dalla fondazione alla chiusura, realizzata da un suo collaboratore storico. Oltre agli eventi storici e culturali che costellarono gli anni dal 1974 al 1987, molto spazio è ovviamente riservato ai fumettisti che componevano la redazione e non mancano occasioni per ghiotti dietro le quinte.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

SFUMATURE
(Italia 2017, in Fumo di China, © Piccininno, umorismo)
Giuliano Piccininno

Rubrica fumettata in cui il disegnatore Piccininno ritrae colleghi d’invenzione fuori e dentro dal loro contesto abituale, ispirandosi evidentemente a scene di vita reale.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

GIAN CILECCA
(Italia 1955, in Il Monello, © Casa Editrice Universo, umorismo)
Giovanni Manca

Accanito scommettitore, l’arrogante Gian Cilecca perde regolarmente le scommesse in cui si imbarca, ottenendo spesso umiliazioni e pestaggi.

Senza titolo (1960) in Il Monello 34/anno VIII. Giovanni Manca.
Gian Cilecca si imbarca in una querelle accademica su chi abbia pronunciato la celebre frase «il dado è tratto». Una volta giunto a casa per consultare la sua enciclopedia, ammiriamo gli interni di casa Cilecca con tanto di ritratto realizzato dal suo “papà” Giovanni Manca.

domenica 14 gennaio 2018

Agente Allen

Lo avevo già adocchiato qualche settimana fa, ma solo l’altro giorno ho abbattuto le ultime reticenze e l’ho comprato. In effetti Agente Allen vale la pena e la spesa.
La serie era stata concepita per Il Giornalino, quindi con dei limiti ben precisi a livello di tematiche e di architettura delle storie, ma Sclavi ha saputo aggirare il problema approfittando di questi stessi limiti per sviluppare creativamente un certo taglio narrativo, all’inizio un po’ spiazzante.
Philip Allen è un ex agente dei servizi segreti britannici che si è riciclato come cuoco e gestore del ristorante «Elfo Rosso». Quando la divisione Strange si trova per le mani dei casi impossibili (dinosauri redivivi, fantasmi, viaggiatori del tempo, ecc.) lo contatta e lo costringe a tornare in servizio. Ad aiutarlo c’è il corpulento irlandese Burke O’Burke che vediamo costantemente impegnato in risse colossali. La struttura delle vicende rimane quasi invariata nel corso dei 23 episodi, così come le battute dei personaggi che diventano marchi di fabbrica con cui giocare una volta diventate familiari per il lettore.
Le dieci pagine in cui sono strutturate le puntate (più raramente nove, undici o dodici) sono ovviamente insufficienti a sviluppare compiutamente le trame, tanto più che si occupano di argomenti molto particolari e hanno dei retroscena complessi. Per ovviare a questa situazione Sclavi ha fatto ricorso a un uso massiccio delle didascalie in cui riassume a anticipa quello che non può essere “fumettato” per questioni di spazio, didascalie rese però scorrevoli da certi accorgimenti come il contrasto tra quanto scritto e quanto disegnato, e a un impianto “disonesto” per cui la soluzione dei singoli casi viene data alla fine senza che siano stati introdotti indizi che permettano ai lettore di arrivarci in autonomia. La verve dello sceneggiatore, per nulla mortificata dalla destinazione originaria di pubblicazione (anzi, forse resa più accessibile proprio dalla necessità di rivolgersi a un pubblico vasto e giovane), strappa più di un sorriso e rende ancora più gradevole la lettura, che raramente esaurisce il suo fascino con la risoluzione dell’enigma della puntata.
Pur con tutte le ingenuità e le semplificazioni giustificabili da una conoscenza non diretta degli argomenti, è incredibile come Sclavi sia riuscito ad anticipare certi elementi contemporanei come la realtà virtuale. E con tutti gli anni che sono passati dalla prima pubblicazione di queste storie, l’immagine stereotipata delle spie russe non risulta ridicola ma quasi affettuosa.
Malgrado Franco Spiritelli enumeri nell’introduzione i molti pregi e meriti del disegnatore Mario Rossi, mi sembra che qui non sia nulla di più che un onestissimo professionista senza guizzi memorabili, eccezion fatta per il raffinato virtuosismo con cui ha reso la trasparenza del fantasma nell’episodio Il Fantasma del British Museum.
Il volume è cartonato e stampato su bella carta patinata; la differenza di formato rispetto alla sede originaria di pubblicazione non si fa affatto sentire, né d’altra parte è molto marcata. La qualità di stampa non è perfetta e spesso i tratteggi più sottili di Rossi risultano smangiucchiati o evanescenti. Nelle gerenze viene spiegato che questa edizione è stata realizzata a partire delle tavole originali, laddove fossero accessibili, il che potrebbe spiegare alcuni neri un po’ diluiti (che coi metodi di stampa dell’epoca sarebbero risultati compatti). D’altra parte, però, il lettering sembra essere esattamente quello usato a suo tempo da Il Giornalino (compresi i rarissimi refusi), o comunque (vivaddio!) non è stato rifatto col computer. La struttura autoconclusiva dei singoli episodi ha offerto l’idea a saldaPress di inserire come ultimo episodio non quello che fu pubblicato per ultimo sulla rivista paolina ma una storia che anticipò vagamente Dylan Dog. Essendo una delle migliori, direi che la scelta è azzeccata e permette di concludere la lettura al top.
Bella la copertina variant per fumetterie realizzata da Fabrizio De Tommaso, che è quella che ho preso, anche se un po’ inquietante: sembra che il cappello da cuoco che porta Allen sia il suo cranio deformato.
In definitiva, un bel recupero di un gioiellino che merita di stare accanto a un altro classico del fumetto italiano per ragazzi, Il Maestro.

giovedì 11 gennaio 2018

Historica Biografie 9: Vercingetorige

Inizia col piede giusto il nuovo anno la collana Historica Biografie, con il volume “gemello” di Cesare che si segnala per la spettacolarità del comparto grafico.
Dopo una sequenza introduttiva apparentemente slegata dal resto, Vercingetorige si sviluppa con l’espediente del protagonista ormai prigioniero di Cesare che gli racconta la storia della sua vita. Con un’impostazione del genere è inevitabile che il fumetto abbia un taglio scolastico e didascalico, ma si legge comunque con piacere e rimane scorrevole anche se ogni tanto i dialoghi servono a puntualizzare qualche retroscena che non viene esplicitato in altro modo. Il tutto viene però nobilitato dal colpo di scena finale che si riallaccia con quelle prime tavole apparentemente fuori contesto.
Valoroso ma talvolta contestato capo degli Arverni, figlio di un nobile arso vivo a causa della stessa ambizione che avrebbe tramandato al figlio, Vercingetorige diede filo da torcere a Roma grazie alle sue competenze strategiche che aveva appreso dagli stessi Romani quando prestava servizio nel loro  esercito, com’era uso all’epoca presso le popolazioni alleate e quelle assoggettate. La caduta del condottiero gallo comincia con la caduta di Avaricum, a cui viene dedicato molto spazio nel volume, che costituirà per lui l’inizio della fine.
I testi sono scritti a quattro mani da Éric Adam e Didier Convard; quest’ultimo, salvo un improbabile caso di omonimia, è uno dei più importanti sceneggiatori francesi e anche qui ha dimostrato il suo rigore e la sua professionalità.
Come anticipato sopra, il comparto grafico è spettacolare. Fred Vignaux si ispira evidentemente a Enrico Marini, quello più nervoso e dinamico di Gypsy, e nel confronto con l’autore de Le Aquile di Roma non sfigura affatto, tanto più che anche i suoi colori (per cui ha avuto l’assistenza di Charlène Tabary) sono di ottima qualità, al punto che talvolta non sembrano nemmeno generati col computer – anche se in questo modo le parti più manifestamente digitali risaltano molto di più di quello che dovrebbero.
L’apparato storico curato da Stéphane Bourdin è molto utile per capire meglio le libertà che si sono presi gli autori (inevitabili data la scarsità e la parzialità delle fonti disponibili), cosa che viene ulteriormente approfondita nel making of.

lunedì 8 gennaio 2018

Fumettisti d'Invenzione! - 126

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

ORE WA MADA HONKI DASHITENAI DAKE
(Giappone 2007, in Monthly Ikki, © Shogakukan, commedia)
Shunju Aono

L’impiegato di mezza età Shizuo Oguro si stufa del suo lavoro stabile ma monotono e abbraccia il vecchio sogno di diventare mangaka. La sua decisione porterà lo scompiglio in famiglia e nella sua cerchia di amici: adesso è il suo anziano padre che dovrà mantenerlo perché Shizuo si rivela uno scansafatiche, e addirittura la sua figlia diciassettenne arriverà a prostituirsi per portare il suo sostegno alla famiglia!
Ma il colpo di testa di Shizuo non ha solo aspetti negativi, visto che un suo amico seguendo il suo esempio mollerà tutto per fare il panettiere come ha sempre desiderato e si riconcilierà con la moglie.
Ironia della sorte, anche l’editor a cui Shizuo ha inviato inutilmente i suoi progetti lascerà il suo lavoro nella casa editrice per inseguire una vita libera e fuori dagli schemi!
Dal manga è stato tratto un film dal vero nel 2013.


[NARRATIVA] CARTOONIST COME COMPARSA (categoria non presente nel volume di Castelli)

BRUCIARE TUTTO
(Italia 2017, Rizzoli, drammatico)
Walter Siti

Il giovane don Leo, con un episodio di pedofilia alle spalle che ancora lo tormenta, cerca i suoi spazi nella nuova parrocchia milanese in cui è stato trasferito, mentre intorno a lui veleggia un’umanità sperduta e lacerata.
La tormentata Bianca, che ha rinunciato a una promettente carriera artistica per la famiglia e la bottiglia, ottenendone un marito manesco e un figlio decenne disturbato, ha una fugace relazione con un fumettista cinquantenne di cui non viene rivelato il nome, già conosciuto all’epoca dell’attacco alle Torri Gemelle. Nulla viene rivelato del fumettista, se non la capigliatura rossiccia.

[NARRATIVA] CARTOONIST COME COMPARSA (categoria non presente nel volume di Castelli)

QUANDO TUTTO INIZIA
(Italia 2017, Mondadori, sentimentale)
Fabio Volo [Fabio Bonetti]

Gabriele ha una relazione con una donna sposata. È un pubblicitario, e il figlio del suo capo è un aspirante fumettista.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

PETER PARKER, THE SPECTACULAR SPIDER-MAN (L’UOMO RAGNO)
(Stati Uniti 1976, © Marvel Comics Group, supereroi)
Gerry [Gerard F.] Conway (T), Sal [Silvio] Buscema, Mike Esposito (D)

Seconda testata interamente dedicata all’Uomo Ragno dopo che quasi con lo stesso titolo (The Spectacular Spider-Man) la Marvel aveva provato a sondare il mercato delle riviste adulte in bianco e nero nel 1968.
A differenza della seria portante The Amazing Spider-Man, la testata avrebbe dovuto concentrarsi maggiormente sui rapporti tra i personaggi del cast della serie.

Waiting for Doctor Octopus! (1982) in Peter Parker, The Spectacular Spider-Man 72. Bill [William Timothy] Mantlo (T), Ed Hannigan, Al [Allen L.] Milgrom, Rick Magyar (D)
Spider-Man sta dando la caccia al Doctor Octopus evaso di galera, ma incappa in un ragazzino ricco e viziato che ne sta emulando le gesta.
Mentre Spider-Man si muove con le ragnatele nello sky-line newyorkese, un concentrato Frank Miller è intento a disegnare sul tetto di un palazzo.

venerdì 5 gennaio 2018

Mi ribello ai Ribelli

Mi è bastato il primo, grazie. Non sarà per questa scappatella che la Mondadori cesserà di mandare Historica all'edicola dove la prendo, spero.

mercoledì 3 gennaio 2018

La Vita Inattesa

Nuovo socio del club del -25%. La Vita Inattesa è un volume che nasce come corollario al progetto online “Viverla Tutta”, in cui una cospicua raccolta di storie reali di malattia serve idealmente come base per una “Medicina narrativa”, in cui i racconti dei pazienti fungano da fondamenta per la guarigione, o almeno per un rapporto più umano col medico.
Dieci testimonianze di malati vengono “fumettate” da dieci disegnatori diversi tramite le sceneggiature di Micol Beltramini, Tito Faraci e Alessandro Q. Ferrari, nella struttura fissa di 10 tavole per episodio. Chiaramente, con queste premesse non ci si può aspettare nulla di innovativo o rivoluzionario, tanto più che lo scopo divulgativo porta a un inevitabile didascalismo e talvolta a una ostentata positività che non ha paura di sfociare nel patetico.
Sarebbe ingiusto quindi pretendere di trovare dei capolavori nelle dieci storie che compongono il volume edito da Rizzoli Lizard, pur se gli sceneggiatori hanno adottato anche degli approcci per nulla scontati nonostante l’obiettivo fosse comunicare con un pubblico più vasto possibile non necessariamente abituato a certi virtuosismi narrativi. Accanto a questi buoni esiti ci sono dei lavori che sembrano assecondare la visione che un pubblico poco abituato alla lettura dei fumetti ha di questo linguaggio e dei suoi stereotipi (in particolare la storia intitolata proprio Fumetti di Faraci e Corona), ma si tratta di eccezioni: il piacere maggiore della lettura viene dato dagli artifici con cui gli sceneggiatori hanno metaforizzato la malattia e la condizione di chi la subisce, magari con un colpo di scena finale. In quest’ottica sono molto riusciti gli episodi Uno di Tanti (di Faraci e Ziche) e Super Agente Segreto (di Beltramini-Ferrari e Tuono Pettinato), mentre va dato atto alla Beltramini di essere riuscita in Ricominciare da Zero a costruire un universo narrativo che esula dal caso specifico e che si sarebbe prestato a ulteriori sviluppi vista l’efficacia con cui ha reso i personaggi.
Gli artisti coinvolti sono, in ordine di pubblicazione, Paolo Bacilieri, Nate Powell, Giuseppe Palumbo, Silvia Ziche, Laura Scarpa, Vincenzo Filosa, Marco Corona, Thomas Campi, Tuono Pettinato, Massimo Carnevale e infine Emanuele Fior che confeziona copertina e retrocopertina in cui riassume graficamente quattro delle storie. Gli sceneggiatori si dividono equamente i soggetti di partenza, cinque per Faraci e cinque per la coppia Beltramini-Ferrari (anche se occasionalmente la Beltramini scrive da sola).
Al di là del gradimento per la parte scritta, se non altro con La Vita Inattesa è possibile godersi le ottime prove grafiche di Bacilieri, Palumbo, Laura Ziche, Tuono Pettinato e Carnevale, quest’ultimo semplicemente stupendo. Anche Laura Scarpa non ricordo di averla vista esprimersi a questi alti livelli in precedenza.