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domenica 16 luglio 2023

Rise of the Dungeon Master - Gary Gygax e la creazione di D&D

Non ricordo dove lessi che il fascino delle fanzine risiede(va) nel rileggere per l’ennesima volta le notizie già risapute sui propri idoli. Forse sul Kamikaze di Giuseppe Pollicelli, ma visto che il riferimento è a fanzine dedicate a personaggi dello spettacolo è improbabile che fosse quello. In ogni caso, questa biografia a fumetti di Gary Gygax soddisfa questo requisito, e in linea di massima penso che lo si possa dire di qualsiasi altra biografia di un personaggio che già si conosce e apprezza. Al di là di questo, però, non è che abbia molto altro da offrire. Sì, c’è qualche aneddoto di cui non ero a conoscenza, c’è il piacere di vedere i protagonisti “recitare” la loro storia (e di alcuni di questi non ricordo di avere mai visto una foto), c’è una ricostruzione abbastanza scrupolosa degli anni e del contesto in cui si sviluppò il gioco di ruolo, ma la scelta stilistica di usare delle interpellazioni per evocare i fatti («Arrivi in una piccola città su un grande lago.») alla fine viene a noia, il flusso della narrazione si disperde in sottofiloni poco utili all’economia del fumetto (il caso del ragazzo scomparso, lo sviluppo dei videogame, la diffusione dei gdr online, ecc.) e alla fine la prospettiva non è più quella di una biografia del creatore di Dungeons & Dragons ma di una storia generica del gioco con un occhio di riguardo ai padri fondatori Gygax e Arneson. Alla fine si resta un po’ a bocca asciutta, insomma, perché un approccio del genere avrebbe meritato maggior approfondimento e almeno il doppio delle pagine di cui è composto il fumetto.

Mi sembra inoltre che ci siano degli errori abbastanza evidenti: non mi pare che Gygax inventò da subito quattro classi, perché i Ladri (che erano ancora “thieves” e non “rogues”!) li avrebbe introdotti insieme ai Paladini nel suo supplemento Greyhawk. Ma, appunto, prendetela con beneficio d’inventario: magari David Kushner ha avuto accesso a materiale che testimoniava che erano già nei progetti di Gygax prima di diventare materiale ufficiale. Di certo un punteggio alto di intelligenza non influisce sulle possibilità e sulla qualità degli incantesimi lanciati dai Maghi! È poi arrischiato dire che Advanced Dungeons & Dragons sia l’evoluzione di D&D, confondendolo con esso, perché di fatto fu un gioco a parte che convisse col suo “genitore”, ed esistono accordi extragiudiziari che lo certificano.

I disegni di Koren Shadmi, che già ebbe modo di deludermi un pochino come autore completo, non possono fisiologicamente essere troppo curati trattandosi di un “graphic novel” piuttosto lungo e con ogni probabilità retribuito con un anticipo più eventuali royalty. Tutto sommato, per la nicchia cui appartiene è pure disegnato bene, ma è desolante notare che pur realizzando un fumetto sui giochi di ruolo Shadmi non sappia disegnare i dadi: quelli di pagina 27 sono entrambi sbagliati: il 2 deve essere opposto al 5 come il 3 al 4! Anche se meno macroscopici, questi errori torneranno anche altrove. E, tra le altre cose, non sa nemmeno come sono fatti i troll.

Interessante, per me che non la conoscevo, la nascita del primo gioco di ruolo per computer, Colossal Cave Adventure, anche se considerate le sviste che ho evidenziato non posso escludere che ci siano anche qui errori o semplificazioni.

In definitiva questo Rise of the Dungeon Master mi sembra un’occasione sprecata, né la svolta mistica con cui Kushner ha scelto di chiudere la storia è ben amalgamata col resto.

sabato 11 agosto 2012

Se veramente gli faranno una statua...

...un pezzetto sarà anche mio.
...che poi è abbastanza sospetto che si dica che questa edizione è limitata ma non ci sia scritto da nessuna parte, nemmeno su internet, a quante copie.

Ho notato inoltre con grande rammarico che non solo in Italia (e in generale in Europa) non siamo più in grado di stampare decentemente. Ecco cosa sono diventati alcuni dei disegni interni, quelli che in origine avevano un tratteggio più fitto:
I segni tremolanti e impastati non si possono nemmeno giustificare con la scusa della riproduzione "anastatica" e di un probabile passaggio allo scanner della fonte originale, perchè anche la nuovissima illustrazione del redivivo Erol Otus soffre degli stessi problemi di definizione: