Il piacere di rivedere uno dei
personaggi più originali e coraggiosi del fumetto italiano è stato parzialmente
mitigato dal cambio di formato della collana che adesso passa al 16x21
bonelliano dal 12x18 pocket che secondo me era la sua dimensione ideale. La
Cosmo avrà sicuramente avuto le sue ottime ragioni per farlo, ma è evidente che
almeno a livello di disegno qualcosa si perde visto che le tavole erano state
pensate per una dimensione più piccola e per un’altra diagonale. Almeno le
prime 60, visto che probabilmente la decisione della variazione del formato è
avvenuta in itinere quando questo
episodio era ancora in lavorazione e difatti a una gabbia di due strisce
subentrerà una a tre. Niente di drammatico, quindi. E il prezzo di 5 euro è
pienamente giustificato dal fatto che le pagine sono 144 contro le consuete 96
di un albo bonelliano.
Stavolta il vampiro siculo dietro
le peggiori vergogne italiane deve vedersela nientemeno che con Padre Pio, con
cui intraprese nel 1968 una lotta furibonda che occupa praticamente tutto
l’albo. Lo spunto di partenza, la ricostruzione della ritualità e i legami con
l’estrema destra che vengono immaginati sono evidentemente frutto di una
scrupolosa documentazione, e in quest’ottica l’editoriale in cui si giura e
spergiura che questo Padre Pio non è quello reale assume contorni gustosamente
sarcastici.
La storia è appunto solo la
cronaca della cattura e della detenzione di Battaglia presso Pietrelcina, dove
un Padre Pio consapevole di essere ormai prossimo alla dipartita cerca di
“esorcizzare” il vampiro. Ovviamente gli esiti non potranno che essere
catastrofici e flamboyant, ma c’è
anche il tempo per un’originale sorpresa finale nella parte ambientata nel
presente che fa da cornice alla vicenda.
La narrazione di Giulio A.
Gualtieri è secca e non si perde in fronzoli: ci sono elementi satellitari che
occasionalmente si meritano un maggiore rilievo (vedi l’intermezzo con la suora,
o quello che è, sadica) ma fortunatamente mancano le spacconate e le battute pop/trash
citazioniste che mi avevano un po’ guastato la lettura di alcuni episodi
precedenti. Se proprio dovessi trovare un difetto, è che da giocatore di ruolo
mi aspettavo che il clericale Padre Pio usasse contro Battaglia i mezzi
fornitigli dalla fede mentre invece, ad esempio, non ricorre all’acqua santa
per torturarlo ma allo stesso acido con cui si procurava le stigmate – sì, il
giudizio che viene dato sulla figura di Padre Pio è decisamente critico.
Valerio Nizi ha una pennellata
bella corposa e fa un buon lavoro ai disegni: è espressivo, dinamico e sa come
gestire i chiaroscuri. Neanche lui come Francini
ha forse azzeccato alla perfezione il volto del protagonista ma non è molto
rilevante anche in virtù del fatto che spesso il viso di Battaglia è deformato
o nascosto da una museruola.
Alla fine il lavoro di Nizi (assistito
da Elisa Divi per le ultime 30 tavole) non è stato penalizzato dal cambio di
formato quanto dalla qualità di stampa non perfetta, che ha prodotto delle
dentellature nei suoi tratteggi e ha impastato quelli più fitti.
Per quel che mi riguarda, questo
numero è il migliore della serie. Adesso però devo decidere se metterlo accanto
agli altri pocket (ma sarebbe un pugno in un occhio), con i Bonelli o archiviarlo
tra i bonelliani Cosmo…
Il prossimo Battaglia avrà il formato di un tabloid. No kiddin. Stiamo sperimentando. Immagino ricorderai i cambi di formato di Linus. O i tre formati in 50 numeri mensili del Punitore della Star Comics. Non ci accontentiamo di seguire l'onda, ma cerchiamo di provocarla. Bat questa volta - avrai capito che non temiamo di confrontarci con spunti controversi - finirà invischiato nelle alghe curative di una sciamana televisiva dalle voce sì potente da pettinare Gerico ed Attilan. La cover riprenderà riprenderà ( citerà insomma ) quella # 25 della prima serie del Ragno di Steve Ditko con Bat al posto di Spidey e Wanda Marks ( non temiamo nulla fino ad un certo punto ndr ) nel ruolo che fu del robottino che sorrideva con il ghigno di JJJ.
RispondiEliminaRatigher sta ultimando pagina diciotto, credo. Stay tuned.
E bravo Graziano che mi cita Linus insieme a Il Punitore. (Ver)gogna!
EliminaGraz è la quintessenza del pop
RispondiEliminama non la Quinta Essenza dell'Incal.
EliminaNon saprei: sarebbe il caso di chiedere a Graz
RispondiEliminaperché andare fino a Graz, ridente località austriaca, per chiederlo?
EliminaHans Linus Graz è un vigilante che dopo il crepuscolo entra nelle camere da letto dei responsabili dell' inquinamento delle acque dell'Adriatico con un secchio pieno di mucilla
RispondiEliminaH.L.G.
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