mercoledì 30 marzo 2011

Appendice all'intervista a Lito Fernandez

Angel Lito Fernández ha avuto molti collaboratori nel corso degli anni che, nella migliore tradizione artigianale del fumetto, lo hanno assistito nella realizzazione delle tavole dei suoi fumetti. Solitamente si è trattato della realizzazione delle matite che poi il Maestro correggeva e inchiostrava. Nel corso dei decenni molti disegnatori (spesso molto noti) si sono avvicendati al suo tavolo da disegno ed è normale che negli appassionati sia nata la curiosità di sapere con quali talenti abbia collaborato Fernández. Con questa appendice alla sua intervista cerco di dare una risposta il più possibile esaustiva, fornendo un elenco degli assistenti con una breve presentazione per ognuno.
Voglio intenderla come qualcosa in progress, e spero che qualche autore o appassionato possa aiutarmi a integrare l’elenco o a correggerlo dove necessario. L’impostazione “italocentrica” con cui è nata è un limite, me ne rendo conto, ma è rimasta anche in questa stesura considerando che i lettori argentini del blog sono al momento circa un decimo di quelli italiani. Non sarà un problema in futuro cambiare questa impostazione a seguito di richieste in tal senso o di un netto cambiamento di tendenza. Di ogni disegnatore, se necessario, segnalo comunque anche le opere inedite in Italia che abbiano un peso importante nella sua produzione.
Al termine di ogni biografia inserisco, laddove siano sicure, le collaborazioni accertate con Lito Fernández: anche in questo caso tengo conto solo di quelle arrivate in Italia (unica eccezione: Samos, opera troppo particolare per non essere segnalata). I titoli vengono riportati in originale, eventualmente tradotti nella loro versione italiana in parentesi quadre se non immediatamente riconoscibili o poco famosi. Eventuali collaborazioni con Fernández che non abbiano raggiunto l’Italia ma che in patria siano molto note vengono comunque segnalate all’interno della presentazione del singolo assistente.
Per mantenere il più sintetiche possibili le biografie non ho segnalato l’attività di insegnanti che praticamente tutti i disegnatori hanno svolto prima o poi.
Ogni informazione aggiuntiva sarà gradita.
Desidero ringraziare, oltre ovviamente Lito Fernández, Oscar Martutaitis.

Altamirano

Collaboratore occasionale (di cui ignoro il nome di battesimo) che ha realizzato insieme a Lito Fernández il libero Barco sin puerto pubblicato sul numero 139 dello Skorpio argentino, datato settembre 1987 (apparso in Italia su Lanciostory 36/1981).

Altuna, Horacio

Nato il 24 novembre 1941, debutta a metà degli anni ’60. Compie il suo apprendistato presso le riviste della Columba ma a proiettarlo nel novero dei Grandi saranno le sue collaborazioni con Carlos Trillo, che hanno prodotto opere ai vertici del fumetto mondiale: El Loco Chavez, Las Puertitas del Seňor Lopez, Charlie Moon, Merdichesky, El Ultimo Recreo, Tragaperras, alcune delle quali in corso di ristampa presso Planeta DeAgostini.
Dai primi anni ’80 Altuna si dedica anche alla sceneggiatura producendo i capolavori El Ficcionario e Chances (quest’ultimo gli varrà il prestigioso Yellow Kid al Salone del Fumetto di Lucca nel 1986), in cui si mescolano fantascienza, erotismo e una feroce critica sociale. Abilissimo nel disegnare il corpo femminile, dal 1989 firma in esclusiva per l’edizione internazionale di Playboy un centinaio di storie brevi di carattere erotico, ruolo che però col tempo gli andrà un po’ stretto.
Tra le altre cose, ha realizzato anche lo storyboard per il film Old Gringo.
Ha scritto recentemente i testi di fumetti disegnati da Jorge González.

Balbi, Alberto Jesus

Nato nel 1942, debutta sulle riviste della Frontera insieme ad altri colleghi formatisi presso la Escuela Panamericana de Arte: José Muñoz, Rubén Sosa, Leopoldo Durañona e lo stesso Angel Lito Fernández. Disegnatore di matrice “brecciana”, ha semplificano notevolmente il suo tratto col tempo, toccando anche il genere umoristico su Satiricón. Ha realizzato molte storie autoconclusive e due episodi “tuttocolore” raccolti poi nel primo inserto I Supermasters di Lanciostory. È stato assistente di molti disegnatori, tra cui anche García Seijas, Mandrafina e Zanotto.
Non esistono tracce di suoi lavori successivi ai primi anni ’90, forse perchè si sta dedicando all’attività di animatore che ha sempre alternato a quella di fumettista.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: John Smith

Caliva, Alberto

Sbarcato ufficialmente su Skorpio e Lanciostory alla fine degli anni ’80, in Italia lo abbiamo visto impegnato quasi esclusivamente su storie autoconclusive. Come nel caso di altri disegnatori argentini, il suo curriculum è in realtà molto più articolato, anche se Caliva in patria si è dedicato principalmente a continuare storie iniziate da altri disegnatori, come ad esempio Shane (una serie scritta da Armando Fernandez) e Grand Prix, che abbiamo visto anche in Italia. Ha comunque al suo attivo anche una serie molto lunga, di ben 50 episodi, realizzata per l’Eura: Dark Ness, scritta da Slavich e Mazzitelli.
Disegnatore dotato di un solido impianto realistico, è stato scelto dall’Eura per il Dago monografico, e sicuramente è tra i migliori interpreti del giannizzero nero. Nella realizzazione di Dago è stato aiutato a sua volta da Pedro Santillán.

Carovini, Oscar

Nato nel 1938, inizia a lavorare ventenne nel campo del fumetto sulla rivista Tía Vicenta. Tra le altre cose, ha realizzato delle versioni a fumetti di romanzi famosi, come Ben Hur, per la collezione A la Conquista del Mundo. Il suo nome è comunque principalmente legato alle riviste della Columba.
Come moltissimi suoi colleghi argentini, Carovini ha dovuto adattare il suo stile a seconda delle richieste dell’editore ed è stato uno dei cloni più o meno ufficiali di Domingo Mandrafina (v.). Autore piuttosto prolifico, non ha realizzato serie lunghe.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Bull Rockett

Castro Rodriguez, Miguel

È nato in Uruguay nel 1959. A quindici anni entra nello studio dei fratelli Villagrán sotto la cui supervisione realizza le matite per Argon el Justiciero. In Italia è noto per John Cronos (su testi di Armando Fernández che per l’occasione si firma “Jara”) ma in Argentina ha realizzato diverse serie tra cui Rugger, Corrupcion en la Policia, Harper y Norton, ecc. Ha inoltre continuato la saga di Big Norman, personaggio creato da Robin Wood.
Il Castro Rodriguez che abbiamo visto in Italia ha uno stile morbido e sinuoso che tende al grottesco e che ricorda quello di un altro disegnatore argentino, Gustavo Trigo.
Ha disegnato un numero del monografico di Dago.

Cristobal, Enrique

Attivo sin dagli anni ’50, ha legato il suo nome principalmente alle testate della Columba ma ha anche disegnato delle serie scritte da Hector German Oesterheld per la casa editrice Frontera: Capitan Lázaro e Dragón Blanco, quest’ultimo titolare della testata omonima.
Ha realizzato un paio di episodi della Serie Negra di Guillermo Saccomanno alternandosi a Gustavo Trigo dopo l’abbandono di Horacio Altuna. In Argentina ha realizzato diversi fumetti con Jesus Balbi (v.).
Negli anni ’70 e ’80 ha disegnato fumetti horror per le riviste americane della Eerie Publications.

Dicierbi, Enrique (“Quique”)

Nasce nel 1964. Si forma presso la scuola di Garaycochea con Alberto Salinas. In Argentina fu anche assistente di Sergio Ibáñez nel seguito de Il Cosacco.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Martin Hel



Enio (Enio, Leguizamón)
Nato nel 1942, come quasi tutti i colleghi della sua generazione frequenta i corsi di Alberto Breccia alla Escuela Panamericana de Arte. Esordisce professionalmente nel 1958 su Misterix e dal 1965 collabora con la Columba. Due serie importanti nella sua produzione, ma inedite in Italia, sono il poliziesco Sam Malone scritto da Guillermo Saccomanno (1974) e soprattutto il rosa ospedaliero Gente de Blanco (José Arévalo, 1977).
Lanciostory lo ospita sin dal numero 0, con il libero La Ragazza del week-end, e pubblica anche la serie Chinatown (scritta da Ray Collins) oltre ai suoi episodi della Serie Negra di Saccomanno, ma solo con la pubblicazione nel 1984 su Skorpio di Victor Vanel (scritto da Julio Álvarez Cao) otterrà anche in Italia una certa visibilità: successivamente lavora direttamente per l’Eura disegnando molte serie e miniserie su testi di Carlos Trillo e Guillermo Saccomanno; in particolare, La Sacra Famiglia ebbe un grande successo che ne impose addirittura due seguiti.
Inizialmente Enio aveva uno stile simile a quello di Gustavo Trigo, morbido e ricco di campiture nere, tratteggi e retini, ma con il tempo semplificò sempre di più il suo tratto raggiungendo una dimensione più consona al grottesco che al realistico. Ciononostante dal 1999 entra nel novero dei disegnatori argentini ingaggiati da Sergio Bonelli Editore, per cui realizza Julia.
È morto il 13 dicembre del 2011.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: El pequeño Piero scritto da Robin Wood (sotto lo pseudonimo di Robert O’Neill) e ristampato su D’Artagnan Anuario 11 datato 8 gennaio 1981 – ignoro luogo e data della prima pubblicazione. Con tutta probabilità inedito in Italia, lo segnalo comunque per completezza.
 
Estudio Atalaya

Nome utilizzato da Lito Fernández per sè e il suo gruppo di collaboratori. Nonostante questa ragione sociale esistesse a fini puramente contabili e amministrativi, ha fatto capolino nell’elenco dei disegnatori in almeno una occasione: l’episodio di Grace Henrichsen dal titolo Perina Entra En Acción pubblicato su D’Artagnan 295. Tra i collaboratori compresi in questo nome collettivo c’era sicuramente Eduardo Savid (v.).

Falugi, Alfredo Alejandro

Benché sia attivo nel mondo del fumetto dagli anni ’70 (e dagli anni ’80 a livello internazionale, con lavori per Germania e Stati Uniti), in Italia la fama arriva nel 1995 con la pubblicazione di Amanda su testi di Robin Wood. Ha comunque realizzato altre serie giunte da noi, come Stalker, Anders e Khrysé ma Amanda rimane senz’altro il suo lavoro più conosciuto.
Dotato di uno stile molto espressivo e a tratti quasi caricaturale, è uno dei collaboratori di Fernández che più ricordano il suo stile.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Precinto 56, Cronicas de tres guerras, Gala

Fau, Mercedes Cecilia

Nata nel 1953, è la moglie di Lito Fernández. Oltre a essere artista molto dotata (ottenne una menzione d’onore per un suo quadro dalla Fondazione del Banco Caseros) è anche professoressa di Lingua e Letteratura Spagnola e scrittrice. Nei 25 anni di lavoro accanto al marito non ha collaborato solo alle matite ma è stata, tra le altre cose, anche traduttrice e colorista.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Dennis Martin, Precinto 56

Fernández Fau, Leandro

È nato nel 1975 ed è figlio di Lito Fernández e Mercedes Cecilia Fau. Collabora con diverse case editrici tra cui anche la statunitense Concordia per cui ha illustrato diversi libri di carattere ecumenico e pedagogico insieme a Vanesa Kroeger.
Nota: non si tratta del Leandro Fernández che lavora per la Marvel.

Fernández Fau, Mauro

Nato nel 1977, è figlio di Angel Fernandez e di Mercedes Cecilia Fau.

García Rodríguez, Gonzalo

Nasce il 7 settembre del 1971 e si forma presso Alberto Breccia tra il 1985 e il 1989. Nel 1991 pubblica i suoi primi lavori su Cóctel, rivista di un certo culto in Argentina che ha ospitato diversi giovani autori poi affermati a livello internazionale. Seguono il lavoro su alcuni porno italiani e per la Dark Horse (gli sfondi di Indiana Jones), e finalmente la collaborazione con Lito Fernández per cui fa le matite di Martin Hel tra il 1996 e il 1997.
Ha anche pubblicato sulla rivista per l’infanzia Genios, supplemento di El Clarin: la stessa su cui Trillo ha presentato Zachary Holmes, Luna Roja e altri suoi lavori recenti.
Il lavoro più personale e partecipato di García Rodríguez è Mitofauno, serie di tre comic book che scrive, disegna e produce tra 1998 e 1999.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Martin Hel

Garibaldi, Oscar

Oltre a fare da assistente a Lito Fernández, ha anche disegnato da solo molti episodi della serie Bull Rockett. In Italia lo abbiamo visto al lavoro anche su Shunka scritto da Hector German Oesterheld.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Bull Rockett

Gil, Ramon

Nato il 19 novembre 1948, è stato allievo di Alberto Breccia. Il suo esordio nel campo del fumetto avviene sulla rivista Patoruzito. Ha lavorato sia per la Columba che per la Record pur non realizzando alcuna serie di rilievo per nessuna delle due: ha comunque continuato la serie Hombres de la Legion/Legion Extranjera di Grassi e Salinas e i suoi episodi si sono visti anche in Italia. Nel 1984 disegna la serie Kama Fu su testi di Emilio Balcarce per Sex Historieta delle edizioni Perfil. Dal 1985 si dedica anche all’animazione e da metà anni ’90 non si sono più visti suoi lavori su Lanciostory e Skorpio.
Il tratto di Gil è spezzettato e “nervoso” e nelle storie in cui fa maggior uso di campiture nere riesce a evocare delle atmosfere espressioniste. In più di un’occasione si è inoltre rivelato un ottimo imitatore del figlio di Alberto Breccia, Enrique.
Dal 2006 disegna la striscia Los Grutynos su testi di José Massaroli (v.) per il quotidiano Noticias de la Costa (i personaggi sono stati creati da Jorge Claudio Morhain su indicazioni del committente Norberto Noi).

Gomez, Carlos

Nato nel 1964, compie il suo apprendistato presso Victor Hugo Arias. In seguito, terminato il servizio militare, realizza testi e disegni della striscia La Odisea del Capitán Ganímedes fino al 1985. Da metà anni ’80 disegna principalmente per la Columba con qualche rara apparizione sulle riviste della Record, per cui realizza la miniserie Banda di Streghe scritta da Eduardo Mazzitelli, suo esordio ufficiale in Italia.
In Argentina è autore di molte serie e miniserie nate dal sodalizio con lo scrittore Ricardo Ferrari, ad esempio Kent (iniziata proprio da Lito Fernández) ed El Niňo. A seguito del successo del suo intervento su Dago alcune di queste opere verranno recuperate anche sul nostro Skorpio: CP-701, Il Terribile e soprattutto Il Cappellano, una serie di grande successo anche in Italia.
Carlos Gomez è comunque più famoso per il suo contributo alla serie-regina di Robin Wood, Dago, di cui si vedono i suoi primi interventi a partire da Lanciostory 8 del 1996. Caratterizzato inizialmente da uno stile poco incisivo, espressivo e dinamico ma sacrificato a un’inchiostrazione piuttosto confusa, col tempo ha saputo maturare fino a diventare uno degli ultimi gloriosi esempi della Linea Latina, mostrando con il suo esempio un possibile sbocco della scuola argentina.
Non a caso gli è stata affidata la realizzazione di un Texone da Sergio Bonelli Editore, cui seguirà il suo ingresso nello staff del Tex mensile.
Oltre che allievo di Fernández è anche stato assistente di Horacio Lalia.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Browning & Cooper, Ciudad Sitiada [Città assediata], Martin Hel

Greli, Laura

Pseudonimo di Mercedes Cecilia Fau (v.) che si firmò occasionalmente così per alcuni interventi sul comic book di Dennis Martin.

Lago, Eduardo

Purtroppo non sono stato in grado di raccogliere alcuna informazione in merito a Eduardo Lago. Il fatto che esistano anche uno scrittore e un musicista con lo stesso nome non ha aiutato. Di sicuro si è occupato degli sfondi di Martin Hel.
Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Martin Hel
López Llanos, Ricardo
È stato assistente di Lito Fernández dal 1983 al 1992 realizzando le matite di alcuni fumetti e aiutando il Maestro nell’inchiostrazione di altri. Oltre ad alcuni liberi e agli adattamenti di film famosi, ha collaborato alle serie Von Löwenstein e Las Señoritas Del Cofre, inedite in Italia. Inoltre ha collaborato con Fernández per un genere poco conosciuto: l’adattamento a fumetti della vita di personaggi storici come Cristoforo Colombo e Magellano. Da metà anni ’90 ha contribuito alla realizzazione di serie iniziate da altri disegnatori come Cerebro de Fuego (scritto da Morini/Amézaga e creato graficamente da Marchionne) e Cuentos de Almejas (episodi autoconclusivi scritti da Pedro Mazzino disegnati inizialmente da Vogt).
Dal 1997 si dedica alla pubblicità e alla pittura.
Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Grace Henrichsen, Martin Hel (circa 25 dei primi episodi)
Macagno, Alberto

Nato nel 1941, si dedica inizialmente alla pubblicità e alle illustrazioni di carattere medico-scientifico e solo nel 1967 esordisce nel campo del fumetto. Realizza su testi di Robin Wood le serie Holbeck e Los Amigos, non certo le più famose tra quelle scritte da Wood. Una serie che ebbe maggiore successo fu Grand Prix, scritta da Ray Collins. Questo per quel che riguarda l’Italia: in Argentina fu anche il disegnatore della serie Hilario Corvalán, di grande successo in patria.
Come molti altri colleghi argentini si ispirò pesantemente al tratto di Domingo Mandrafina (v.) del quale però non si limitò a essere un clone ma fu anche amico e collaboratore.
Negli ultimi anni, in cui disegnò molte miniserie su testi di Slavich e Mazzitelli, aveva sviluppato uno stile maggiormente dinamico ed essenziale, con derive grottesche che lo avrebbero reso perfetto per l’umorismo, filone a cui però non si dedicò.
Ha disegnato alcuni episodi della serie Bonelli Julia in collaborazione con Piccoli e Leoni.
È morto il 4 ottobre 2010.

Mandrafina, Domingo

Nasce il 2 novembre del 1945. La sua carriera di fumettista inizia nel 1969 sulla rivista Patoruzito. Nel 1971 partecipa a un interessante esperimento di disegno “a sei mani” con Marchionne e Lito Fernández, collaborando ai disegni della serie Samos scritta da Jorge Morhain che compare su Billiken. Successivamente lavora per la Columba per cui nel 1977 creerà il famosissimo Savarese scritto da Robin Wood. Un’altra serie fondamentale è El Condenado, scritta da Guillermo Saccomanno per la Record, che è stata ripresa per l’Italia (dove è conosciuta come Cayenna) e continuata fino a pochi anni fa.
Come nel caso di Altuna (v.) è stato fondamentale l’incontro con Carlos Trillo, con cui ha realizzato importanti capolavori.
Dal 2003 Domingo Mandrafina è nello staff della serie italiana Dylan Dog, di cui al momento ha realizzato solo due episodi.
Nonostante sia stato spesso accostato per l’uso dei neri ad Alberto Breccia (di cui effettivamente seguì i corsi), Mandrafina ha un suo stile autonomo, molto personale, leggibilissimo, rigoroso e dai forti contrasti. È probabilmente il disegnatore argentino più imitato, in patria e altrove.
Oltre al genere realistico in bianco e nero, ha anche realizzato fumetti a colori e fumetti di stampo grottesco o umoristico, bissando in entrambi i casi la qualità eccezionale delle sua prove più consuete.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Samos

Marchionne, Ruben

In Italia è famoso principalmente per Dax, personaggio ideato da Robin Wood e presentato direttamente in inserto su Lanciostory, che ha avuto un notevole successo ed è stato ristampato in varie occasioni. Sui settimanali dell’Eura si sono viste due altre serie disegnate da lui (e scritte entrambe da Saccomanno): Riff e Alias Flic. Probabilmente quest’ultima rappresenta il vertice qualitativo della produzione di Marchionne.
Come nel caso di altri disegnatori, i lavori arrivati in Italia rappresentano solo una minima parte della sua produzione: tra le altre cose ha realizzato Harry White (scritto da Wood), Tres por la Ley (Oesterheld e altri) ed Express Mulligan, scritta da Manuel Morini, fumetto di un certo culto in Argentina.
Ruben Marchionne disegna nella maggior parte dei casi con uno stile in cui abbondano le campiture nere, però in occasioni diverse ha disegnato con stili differenti, forse perchè a sua volta ha fatto da Maestro ad altri disegnatori di cui ha inchiostrato le matite.
È uno dei disegnatori a cui l’Eura ha affidato il Dago monografico.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Samos, Precinto 56, Martin Hel

Martutaitis, Oscar

Ha collaborato con Lito Fernández dal 1983 al 1990, realizzando le matite di diversi adattamenti di film e di alcune serie tra cui Topless Bar scritta da Ricardo Ferrari. Nei dieci anni successivi, dal 1990 al 1999, ha svolto questo ruolo per Alfredo Alejandro Falugi (v.), collaborando praticamente a tutti i lavori arrivati in Italia oltre ad altri inediti.
Tra 2000 e 2008 ha lavorato per l’americana Marvel insieme a Jorge Lucas su titoli di primo piano come Wolverine e Avengers e nel 2009 ha collaborato con Taborda per la serie Daimon. Attualmente ha ripreso a svolgere il ruolo di assistente per Falugi su Amanda e contemporaneamente sta portando avanti per la Marvel Prince Namor e War Machine insieme ad Ariel Olivetti.
Oscar Martutaitis si divide tra il fumetto e la musica (è chitarrista).
La sua pagina Facebook come artista visuale è http://es-la.facebook.com/pages/Oscar-martutaitis/125531857460277?v=wall&viewas=0 , da cui si può vedere la varietà delle sue influenze e la sua capacità di disegnare con stili molto diversi.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: El Corso, Justiniano, El Duende

Massaroli, José

Nonostante sia praticamente sconosciuto in Italia, dove ha pubblicato solo qualche fumetto per la casa editrice Universo, José Massaroli (30 settembre 1952) vanta quasi quarant’anni di carriera e tuttora è molto attivo nel settore del fumetto.
Nel 1973 lavora per il gruppo editoriale di García Ferré e dal 1975 comincia la collaborazione con Angel Lito Fernández, con cui realizzerà vari adattamenti di film e soprattutto Dennis Martin, di cui ha addirittura disegnato da solo alcuni episodi. Nonostante la perfetta mimesi stilistica col Maestro, Massaroli ha anche adattato il suo tratto a seconda delle esigenze e nella serie Encuentros Cercanos si è rifatto magistralmente alla lezione di Domingo Mandrafina (v.).
Nel 1985 si è dedicato anche all’animazione e dagli anni ’90 ha affiancato alla sua produzione realistica la realizzazione di fumetti dei personaggi Disney e Warner Bros.
È in questa seconda veste che attualmente è più famoso nel paesi dell’America Latina anche se recentemente è tornato al genere realistico-avventuroso per la statunitense Moonstone.
Dal 2006 scrive i testi della striscia quotidiana Los Grutynos disegnata da Gil (v.).
Il suo interessantissimo blog è http://jose-massaroli.blogspot.com/

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Dennis Martin, Precinto 56

Merel, Horacio

Nato il 19 giugno del 1935, inizia a lavorare nel campo del fumetto come assistente di Francisco Solano Lopez. Entrato in Columba, affianca Carlos Casalla (imitandone lo stile) nella realizzazione di diverse serie e le prosegue una volta che Casalla si dedica ad altri progetti. In tale veste ha lavorato su Cabo Savino, Capitan Camacho e Alamo Jim, tre serie famosissime in Argentina. Ha spesso lavorato in coppia con Gerardo Canelo, con il quale ad esempio ha disegnato una serie di Ray Collins, Alan Braddock, che poi continuerà a lungo da solo.
In Italia lo abbiamo conosciuto incidentalmente per il suo contributo alla serie Killroy, con tutta probabilità limitato a un solo episodio: quello presentato su Lanciostory 37/1999, intitolato Il mio amico Ted (anche se elementi dello stile di Casalla affiorano anche negli episodi Il vigliacco e Ricordi davanti alla forca nei numeri 32 e 33 di Lanciostory del 1999). I disegni della serie vennero attribuiti interamente dall’Eura al trio Vogt/Merel/Pascal (Francisco Pascual era un altro clone di Casalla) così come anni prima ogni singolo episodio di Kayan veniva attribuito a Zaffino/Villagran/Barreto, probabilmente per nascondere gli avvicendamenti progressivi dei disegnatori.
Oltre che disegnatore di fumetti, Merel era anche un affermato batterista jazz.
È morto il 3 aprile 2009.

Meriggi, Ruben

Nato nel 1959, esordisce realizzando le matite per la serie Argon el Justiciero. Dotato di uno stile elegante, pulito, molto piacevole e dinamico (ma al contempo rigoroso e leggibile, che mai scade nella facile deformazione), è stato pubblicato dall’Eura con eccessiva parsimonia, mentre in Argentina può vantare un curriculum molto più ricco di quanto visto in Italia: tra le sue serie si segnalano Hermes 3000, Historias De Mañana, Nibelungos, Piratas del Espacio, Aar, Rodwin de las Galias. Ha anche realizzato due serie molto lunghe scritte da Armando Fernandez e tuttora ricordate in Argentina: Ciborg e Crazy Jack. Ha pure continuato la serie Wolf, creata da Robin Wood.
In Italia, invece, nonostante l’elevata qualità del suo lavoro, abbiamo visto quasi esclusivamente i liberi e le miniserie realizzati per la Record, solitamente su testi di Mazzitelli o Slavich.
Nel 2007, dopo alcuni lavori nel campo dell’illustrazione, stupisce i suoi lettori disegnando Hiras, spin-off e figlio di Nippur, con un tratto ipertrofico ed eccessivamente spigoloso, in cui rimane ben poco della precedente eleganza.
Gestisce due blog:
Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Dennis Martin, Bull Rockett

Morhaín, Mario
Nato nel 1945, realizza i primi fumetti per la casa editrice MO. PA. SA., famosa per la rivista Mas allà del terror e per gli adattamenti a fumetti di serial televisivi. Per Columba disegna El Chasqui e alcuni episodi della saga di Ted Marlow. Ha realizzato principalmente storie autoconclusive, talvolta in collaborazione con altri disegnatori come Enio e Trigo. A Mario Morhaín spettò il difficile compito di realizzare il terzo capitolo dell’Eternauta insieme a Oswal (v.) e Meglia a partire dagli studi di Solano Lopez.
Lo stile di Morhaín è caratterizzato da un intenso uso di tratteggi perpendicolari: solitamente difficili da gestire senza rendere confusi i disegni, nel suo caso sono molto leggibili e funzionali alla lettura. Forse non ha avuto la fortuna di legare il suo nome a un personaggio o a uno sceneggiatore che ne mettesse in luce le doti.
Suo fratello Jorge Claudio è sceneggiatore di fumetti.

Mulko, Sergio

Nato il 3 giugno del 1946, comincia a lavorare giovanissimo come fumettista per le edizioni Columba. Oltre che al disegno si dedica più raramente anche alla sceneggiatura (suoi i testi di almeno 20 episodi di Gilgamesh prima dell’arrivo di Robin Wood). In patria ha realizzato una mole impressionante di serie e miniserie, solitamente a carattere storico, ma anche in Argentina come in Italia il suo nome è legato principalmente a Nippur de Lagash, a cui lavora in due riprese tra il 1972 e il 1976 e poi dal 1988 al 1994. È il disegnatore con più episodi al suo attivo, e l’unico che abbia lavorato con tutti gli sceneggiatori della serie.
Inizialmente il suo stile non si discosta dagli standard dell’epoca (v. Un figlio tra le stelle in Serie Fantasy disegnato insieme a Meier) ma col tempo svilupperà una sintesi molto stilizzata che riduce sfondi e figure a elementi quasi geometrici. Questo particolare stile non gli vale il favore del pubblico italiano (benché in Argentina sia ricordato con affetto al pari di Carlos Leopardi, altro disegnatore che non ebbe fortuna in Italia) e probabilmente per questo non si sono visti altri suoi lavori.
Ha anche realizzato un episodio del monografico di Dago.

Müller, Daniel

Dopo alcuni liberi in cui si nota ancora la sua influenza, abbandona presto lo stile del Maestro Fernández in favore di un tratto più accademico, realistico e dettagliato. Oltre che alcuni liberi, ha disegnato le serie Cipango (su testi di Mazzitelli), Venduto (di Slavich) e Il Morto (di Wood), ma chiaramente il suo nome è legato a Nippur di Lagash, di cui ha l’onore di essere scelto come successore di Mulko.
Ha occasionalmente realizzato fumetti su testi di Miriam Müller, ma ignoro se si tratti di sua sorella o sua moglie.
Benché si sia recentemente rivisto su Lanciostory con la serie Generazione Maledetta, non realizza più fumetti da anni (questa serie è parecchio precedente alla sua pubblicazione su rivista). Peccato, perchè era un ottimo disegnatore.

Navarro, Diego

In Italia abbiamo visto pochissimo materiale realizzato da Navarro, e quel poco (tra cui la miniserie Fanteria Solare su testi di Barreiro) è poco rappresentativo del suo stile. Le storie brevi sono solitamente caratterizzate da un tratto rigido e pesante, mentre Undermédanos (visto su Comic Art) è volutamente eccessivo e caricaturale.
In realtà Navarro ha uno stile bilanciato tra i due estremi ed è senz’altro uno dei disegnatori che maggiormente ricordano il Maestro Fernández. Lo si può parzialmente intuire nel libero tuttocolore Messaggero di civiltà su Lanciotory 51 del 1988.
Una curiosità: “Diego Navarro” è anche uno pseudonimo usato dallo sceneggiatore Eugenio Zappietro/Ray Collins.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Precinto 56, Cronica de tres guerras, A través de Oceania, Undermédanos

Olivera, Nestor

Esordisce a 22 anni sulla rivista Figuritas. Ha realizzato diversi fumetti a tema bellico per la rivista Hora Cero della Frontera, specializzandosi nel genere anche per l’inglese Fleetway e per la Columba, per cui sarà uno dei disegnatori principali della lunga saga Brigada Madeleine. Su testi di Hector German Oesterheld ha disegnato Artemio, el taxista de Buenos Aires. Ha anche proseguito (e chiuso) le vicende di Aqui, la legion dopo il ciclo di Beto Formento. In Italia è conosciuto praticamente solo per la prima stagione di Nox (testi di Mazzitelli), che all’epoca si chiamava Cleaner Nox, disegnata insieme a Sergio Ibáñez.
Contrariamente a quello che si trova scritto in alcuni testi (a cui anche la redazione dell’Eura credette in un primo momento) non è il fratello del più famoso Luis “Lucho” Olivera.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Martin Hel

Oswal (Osvaldo Viola)

Nato nel 1935, si dedica inizialmente all’animazione. In Argentina è celebre per essere il creatore di Sonóman, supereroe di culto in attività dal 1966 al 1976, che tuttora ha un forte seguito anche grazie a una recente ristampa. Visto in Italia a partire dal 1979 con Galac Master su testi di Oesterheld, ha realizzato molte storie autoconclusive e il volume L’Avvoltoio vola basso scritti dallo sceneggiatore spagnolo Enrique Abulì. Su testi di Howard disegna Mark Kane (visto in prima battuta su Comic Art) e con Yaqui realizza l’appassionante e sperimentale affresco di Consummatum Est, in cui nascerà il personaggio di Pieter Thijsz. Ha anche realizzato fumetti lunghi con Carlos Albiac (Big Rag) e Ricardo Barreiro (La Città, le Puttane, il Matto).
Il suo stile è molto rapido ed espressivo, e Oswal è stato assistente di molti altri disegnatori oltre a Lito Fernández. Quando ha lavorato con Garcia Seijas e Lalia, ad esempio, è riuscito a rendere ancora più espressivi e dinamici i loro disegni.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Dennis Martin

Ottolini, Horacio

In Italia lo abbiamo visto all’opera nei primi anni ’90 su fumetti scritti da Ferrari, non solo storie autoconclusive ma anche serie e minisere come Roccia, Coloni e L’Esemplare. Con ogni probabilità ha abbandonato il fumetto in favore dell’animazione, come hanno fatto altri suoi colleghi dagli anni ’80 in poi: la serie La Morte del Cielo scritta da carlos Albiac è stata presentata su Lanciostory recentemente, nel 2007, ma risale al 1994.
Nonostante certi elementi grotteschi o caricaturali presenti nelle sue tavole Ottolini è un disegnatore estremamente rigoroso e leggibile, che sa dosare con maestria il tratteggio e le zone di nero. Bravissimo a disegnare gli animali, è probabilmente l’interprete migliore delle sceneggiature di Ricardo Ferrari.
Nel caso di Ottolini le collaborazioni accertate con Lito Fernández comprendono materiale che non è giunto in Italia: ad esempio la serie Taxi scritta da José Arévalo e un episodio della serie Harry Nash scritta da Eduardo Mazzitelli, di cui Ottolini ha disegnato molti episodi da solo.

Rearte, Gabriel

Nonostante la (presumibile) giovane età, Rearte ha avuto modo di misurarsi con due miti del fumetto argentino: Nippur de Lagash, di cui realizza due episodi della versione “giovanile” El joven Nippur ed El Eternauta per cui disegna su testi di Munn e Barreiro il seguito Odio Cosmico insieme a Walther Taborda. Probabilmente a causa del suo stile ipertrofico, più vicino al mondo dei supereroi che alla tradizione argentina, l’Eura ha cominciato a pubblicarlo solo recentemente.
Rearte ha effettivamente lavorato per i comic book americani tramite lo Studio Haberlin, ed è tuttora attivo in quel mercato principalmente nel genere “bad girls”.

Sanz, Salvador

Sanz è stato assistente di Gonzalo García Rodríguez (v.) proprio nel periodo in cui questi disegnava per Lito Fernández, quindi è probabile che abbia contribuito tramite lui ai disegni di Martin Hel curandone gli sfondi e gli elementi prospettici.

Savid, Eduardo

Nato nel 1960, eredita la passione per il fumetto dal padre. Pubblica le sue prime illustrazioni a sedici anni. La prima collaborazione con Lito Fernández è per la serie Rick del Caribe scritta da Alvarez Cao e inedita in Italia. Sullo Skorpio italiano abbiamo invece visto le sue serie Red Scott (testi di King) e Fantasmi dell’Artico (Collins).
Savid ha uno stile molto simile a quello di Lito Fernández, da cui si differenzia per una minore varietà di inquadrature e pose dei personaggi e per un segno più scarno e sintetico, in cui abbondano i neri (quasi del tutto assenti, e sempre “ragionati”, i tratteggi). Ha comunque abbandonato quasi del tutto il fumetto realistico e negli ultimi vent’anni si è dedicato, come altri colleghi, all’animazione e alla realizzazione di fumetti e illustrazioni per i personaggi Disney e Warner Bros, con qualche rara incursione in progetti indipendenti per gli Stati Uniti dove risiede attualmente.
Il suo curriculum e i suoi interessi non si esauriscono affatto in questo breve riepilogo visto che è attivo in molti altri campi creativi e multimediali, come si può vedere dal suo sito http://www.savideduardo.com/

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Precinto 56, John Smith, Gala

Szilagyi, Silvestre

Nasce il 23 novembre del 1949. Allievo di Alberto Breccia, è tra i fondatori dell’Estudio Geminis, noto nell’ambiente dei disegnatori argentini anche come La Oficina, presso cui hanno lavorato molti altri professionisti tra cui Caliva (v.) e Massaroli (v.). Questo studio non era un’agenzia che forniva lavoro ai fumettisti ma un luogo di ritrovo. Presso l’Eura lo abbiamo visto all’opera quasi esclusivamente su storie autoconclusive (tra cui il famoso I Sette giorni del Coyote su Skorpio 27 del 1977, testi di Ferrari) mentre in Argentina ha disegnato diverse serie e miniserie di vario genere come Luftwaffe e La Sabana. Ha anche continuato per molti episodi la saga di Dax creata da Robin Wood. Tra i disegnatori con cui ha collaborato ci sono anche Daniel Haupt e Alfredo Alejandro Falugi (v.).
Su Bronx delle edizioni Nuova Frontiera abbiamo potuto vedere il suo Larker, un fumetto scritto da Ray Collins che in quel periodo si dedicava inaspettatamente al porno (Larker era comunque il più soft di quei fumetti).
Szilagyi ama cesellare le sue tavole impostandole come illustrazioni, riempiendole di tratteggi sottilissimi, adottando inquadrature ardite oppure mettendo i personaggi in pose statuarie, talvolta a scapito della narrazione. Cionondimeno, nel 2007 è stato scelto dalla casa editrice americana Moonstone come copertinista e disegnatore principale del comic book dedicato a Phantom (proprio quello creato da Lee Falk), per cui a onor del vero ha semplificato molto il suo stile.
Silvestre Szilagyi è noto anche come Frank Szilagyi e con tutta probabilità alcuni fumetti firmati «Frank», tra cui alcuni episodi della Serie Fantasy, sono opera sua.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Samos [non accreditato nello pseudonimo collettivo "Hernan Mandrachione"], Dennis Martin, Precinto 56

Uzal, Anibal Rodriguez

Presenza “sotterranea” ma piuttosto rilevante del fumetto argentino, ha fatto da assistente per molti disegnatori, tra cui Mandrafina (Derek e Tusk), Saichann (Kabul de Bengala) e Meglia (Cybersix). Durante una carriera durata più di vent’anni ha firmato interamente da solo appena una manciata di fumetti.
Si è dedicato con maggiore costanza alla realizzazione di fumetti Disney presso lo studio di Daniel Branca, un disegnatore argentino che Carl Barks considerava il suo erede.
Uzal è morto nel 2000.

Collaborazioni accertate con Lito Fernández: Bull Rockett, Precinto 56, A través de Oceania, John Smith

Vitacca, Roque

A parte un paio di fugaci apparizioni nel 1979, è a cavallo degli anni ’80 e ’90 che l’Eura ospita i lavori di Roque Vitacca. Oltre alla miniserie Marvin di Chicago scritta da Trillo e a molti liberi scritti da Saccomanno, in Italia è noto per la collaborazione con Meglia su Cybersix. In Argentina proseguì la serie I Sei di Varsavia imitando lo stile di Solano Lopez (in origine la serie si intitola Aguila Negra).
Il Vitacca più recente ha un tratto eccessivamente sintetico e stilizzato: le sue tavole somigliano più a degli storyboard che a dei fumetti compiuti e il suo stile sarebbe stato più adatto al fumetto umoristico che non a quello realistico.
È molto probabile che sulla scia di Genlot, Da Col, Flores e altri disegnatori abbia abbandonato il fumetto in favore dell’animazione.

Zoppi, Eugenio

È nato il 15 maggio del 1923 ed è stato il disegnatore del primo fumetto scritto da Oesterheld nel 1950: Alan y Crazy. Ha disegnato Misterix per la Abril ed è stato redattore capo di El clan de Mac Perro, supplemento della rivista Billiken. In Italia, pur essendo comparso anche su Il Giornalino, non ha avuto molta visibilità e l’unica sua serie lunga presentata dall’Eura fu Caribbean su testi di King. Nei primi anni di Lanciostory e Skorpio disegnò anche dei bei fumetti di fantascienza scritti da Emilio Balcarce. Nel 1980 realizza le illustrazioni per l’enciclopedia La historia de la Humanidad.
Il segno di Zoppi sembrava a tratti insicuro, poco incisivo, e a volte pareva che fosse proprio svogliato e tirato via. La ragione va ricercata probabilmente nel fatto che Zoppi aveva una carriera parallela di disegnatore umoristico, genere in cui era veramente bravissimo, e non si trovava del tutto a suo agio nel realistico.
È morto il 28 luglio del 2004.

lunedì 28 marzo 2011

le serie di Robin Wood in Italia - (da Fucine Mute 55) PEPE SANCHEZ


Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.

Pepe Sanchez  (Skorpio 3/90)

Pepe vive nei sobborghi di Buenos Aires, è un ragazzone allampanato neanche troppo sveglio e si ritrova in maniera rocambolesca ed assolutamente inaspettata a vestire i panni dell’agente segreto. Siamo negli anni ’70 della discomusic, dei figli dei fiori e dello sbarbato Sean Connery come 007, ma l’Eura spaccerà Pepe Sanchez per opera recente. Le vicende sono caratterizzate da un umorismo che spesso diventa farsa surreale ed i disegni comici di Vogt furono una vera rivelazione per i lettori italiani, che lo avevano conosciuto solo per il western Canada Joe ed il drammatico Mojado. Qua e là la serie perde colpi e non sempre il livello si mantiene costante (l’espediente di far rivolgere il personaggio allo sceneggiatore viene un po’ abusato) ma nei suoi episodi migliori Pepe Sanchez sa essere veramente trascinante.
 
Le quattro strisce originarie con cui veniva concepita una tavola venivano regolarmente smontate e adattate ma gli ultimi episodi sono stati proposti fedelmente. Raramente interviene il Tino Espinoza di Lei e io (ancora inedito all’epoca) con comunicazioni di servizio o commenti.
Tra le molte serie umoristiche della coppia Wood-Vogt figura anche una certa Pipa Sanchez ma non è dato di sapere se si tratta proprio di uno spin off o se ha comunque qualche legame con Pepe [era la sorella di Pepe, la sua serie (ideata da Vogt) durò solo 3 episodi].
[Pepe Sanchez è stato ristampato in inserto da Lanciostory dal numero 26/2007 al 5/2009]

venerdì 25 marzo 2011

le serie di Robin Wood in Italia - (da Fucine Mute 55) HARD WORLD - MORGAN


Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.

Hard world - Morgan  (Skorpio 12/89)


Il mondo del 2045 è uno schifo. Da quando le persone facoltose possono emigrare sui Pianeti la Terra ospita solo la feccia ed i mutanti non sono gli adolescenti supereroi di Stan Lee ma dei degenerati infralumpen cui è lecito dare la caccia. Non è difficile immaginare che razza di polizia cerchi di mantenere una parvenza d’ordine in un immondezzaio del genere. Morgan, rarissimo esempio di agente incorruttibile, vede premiata la sua onestà con 3 anni di reclusione in una cella interamente chiusa e senza fonti di luce (è stato usato come capro espiatorio per una carneficina). Una volta uscito si ricicla come detective privato accettando casi sintomatici della regredita condizione umana del 2045, cioè a volte semplicemente agghiaccianti. Uno stupendo uso di comprimari indimenticabili ed un senso di tragedia che si legge ad ogni tavola fanno di Hard world una delle serie più suggestive ed inquietanti di Wood.
Anche se le sue trovate in fatto di genetica o robotica possono far sorridere, resta comunque un senso di disagio nella descrizione di alcune situazioni e la narrazione giunge talvolta al livello di parabola desolata. Gli scarni disegni di Mandrafina, ulteriormente impoveriti dall’adattamento su tre strisce [è probabilmente proprio questo adattamento alla base della scarsa resa dei disegni di Mandrafina], risultano efficacissimi nell’illustrare questo mondo allo sbando. Un lettore fece notare che Mandrafina non era per niente al suo top, tanto più che non disegnava mai la pioggia benché le didascalie la indicassero spesso, ma in un contesto del genere il suo tratto forse anche poco curato o proprio “tirato via” risultava veramente il migliore corollario ai testi.
Terminata senza una vera conclusione, la serie sarebbe dovuta tornare con nuovi episodi (si vociferava anche dell’introduzione del colore) ma gli impegni dei due autori non permisero che ciò avvenisse.
Hard world - Morgan è stato ospitato prima su Euramaster (prima serie, n° 5) e poi è stato spostato su Euracomix (n° 93) dove però è “congelato” anche lui per far posto alla trinità Dago-Savarese-Nippur [non sono usciti altri volumi oltre a quelli qui indicati].

mercoledì 23 marzo 2011

Fumettisti d'invenzione! - 8



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)

ANDARE, SCENEGGIARE, DISEGNARE
(Italia 2010, racconto in Orbite vuote, Intermezzi Editore, e in Spargere il sale, Fernandel, horror)
Gianluca Morozzi

Lo sceneggiatore Claudio Volpi invia al disegnatore Mauro Britos le ultime pagine della sceneggiatura per il fatidico numero 50 di Gullivar Jones, il loro fumetto di successo.
Pseudofumetto: il mensile Gullivar Jones, che da diversi elementi capiamo essere di formato bonelliano: ad esempio, l’autore deve produrre «novantasei pagine di sceneggiatura al mese, ogni mese» e la sceneggiatura viene scritta pensando a una griglia di 6 vignette.
Nonostante Morozzi abbia molta confidenza con il mondo del fumetto, essendo a sua volta uno sceneggiatore, crea uno scenario molto poco realistico dicendo che Britos «aveva disegnato la maggior parte di quegli episodi, più due speciali estivi e un supplemento natalizio». Credo inoltre che nella realtà la particolare procedura impiegata da Britos per disegnare ne rallenterebbe la produttività invece che incrementarla.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

SAM AND HIS LAUGH (IL NEGRO TOM)
(Stati Uniti 1904, in American Journal Examiner, ©?, striscia umoristica)
James Guilford Swinnerton

Il Sam del titolo è un uomo di colore che si caccia nei guai a causa della sua indole ridanciana.
In una tavola tratta dal Corriere dei Piccoli n° 23 del 30 maggio 1909 lo vediamo alle prese con quello che viene definito «un pittore» ma che sicuramente in origine era un disegnatore di fumetti: se si osserva la progressione dei soggetti dei suoi “quadri” si nota che in effetti è narrativa, racconta una gag che probabilmente è addirittura alla base dell’ilarità di Sam/Tom, quindi elemento portante della vicenda.
Nell’adattamento del Corriere dei Piccoli si perde la ragione per cui alla fine della storia il protagonista imiti il pittore/fumettista.

[CINEMA] FUORI TEMA 1 –TEMATICHE LIMITROFE (pag. 108)

MISS ITALIA
(Italia 1950, commedia)
Regia: Duilio Coletti; sceneggiatura: Vittorio Nino Novarese, Fulvio Palmieri; con Carlo Campanini, Gina Lollobrigida

Film-marchetta che pubblicizza il concorso omonimo di Stresa; non si può nemmeno considerare neorealismo rosa. Il giornalista Lega fa un servizio sulle finaliste di Miss Italia 1949, di cui il film propone vari ritratti opportunamente esasperati.
Tra le varie tipologie di donna incontrate da Lega c’è un’attrice di fotoromanzi. La visita allo studio dove si realizzano i fotoromanzi e il dialogo col regista (Umberto Melnati) sono piuttosto illuminanti su come venivano concepiti i fotoromanzi e su quale fosse la loro finalità di base. È piuttosto suggestivo notare come al momento degli scatti fotografici il regista gridi «Fumetto!» per indicare quando scattare le foto e quindi dove, presumibilmente, mettere i dialoghi.

[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)

THE ZAP GUN (Mr. Lars, sognatore di armi)
(Stati Uniti 1965, Galaxy Publishing, fantascienza, satira)
Philip Kindred Dick

In un mondo paranoico lacerato dall’odio tra due enormi super-potenze intercontinentali, Lars Powderdry ha il prestigioso e importantissimo compito di “sognare armi” per il Blocco Ovest con l’aiuto di apposite droghe, così come la sua analoga Lilo Topchev lo fa per l’Est Spione. I nomi roboanti e piuttosto ridicoli delle armi “sognate” dovrebbero tranquillizzare la popolazione e rassicurarla sul fatto che la propria fazione è quella più potente, ma si tratta solo di propaganda. Quando un satellite alieno si avvicina la situazione si fa preoccupante per entrambi i blocchi...
Pseudofumetto: il fumetto 3-D L’Uomo cefalopode blu di Titano, dai toni pulp decisamente pacchiani. Titoli chilometrici esageratamente sopra le righe come The Blue Cephalopod Man Meets the Fiendish Dirt-Thing That Bored to the Surface of Io After Two Billion Years Asleep in the Depths! e The Blue Cephalopod Man From Titan and His Astonishing Adventures Among the Fierce Protoplasms of Eight Deadly Moons lasciano forse trapelare il ricordo dei fumetti di mostri della Marvel pre-supereroi. Prodotto in Ghana e di grande successo nell’Africa occidentale, il fumetto ha un ruolo-cardine nel romanzo.

martedì 22 marzo 2011

Intervista a Carlos Trillo-3

Lo Yellow Kid e il riconoscimento internazionale (dal 1978 al 1988)

Nel 1978 Lei riceve il prestigioso Yellow Kid, un anno prima di sapere che esistevano Lanciostory e lo Skorpio italiano, come ci ha detto la scorsa volta. Cosa può raccontarci di questa esperienza?

Fue una cosa absolutamente inesperada. Recibí un llamado desde Lucca de David Lypszic, el propietario de la Escuela Panamericana de Arte de Buenos Aires, a quien conocía – y conozco - muy bien, avisándome. Unos días después me llegó un telegrama de Rinaldo Traini y, por fin, a los pocos meses, ya en 1979, Alvaro Zerboni me trajo el Yellow Kid en uno de sus periódicos viajes de Roma a Buenos Aires. Ahí comencé a enterarme muy superficialmente de cómo funcionaban las cosas: se iba haciendo evidente que Record era, a espaldas de los autores, una agencia que vendía los materiales que producíamos. Tiempo después me encontré con Lypszic, de regreso en la Argentina y él me contó que mis historias (y las de otros) se publicaban en los semanarios de la Lancio y que eran muy apreciadas en Italia. Por eso, según él, como reconocimiento a esa escuela argentina que dos años después iba a ser la gran protagonista de Lucca ´80, me habían dado ese Yellow Kid.

Secondo Lei questo premio Le ha aperto qualche porta che altrimenti sarebbe rimasta chiusa o la Sua carriera comunque era già bene avviata?

Hasta ese momento yo solo pensaba en publicar mis cosas en la Argentina, único mercado en el que  creía moverme. El premio no me abrió ninguna puerta pero despertó mi curiosidad sobre lo que ocurría con mis historias en Europa para que, repentinamente, me premiaran por cosas publicadas en Italia.
Por suerte, ya estaba empezando a trabajar en las revistas de Ediciones de la Urraca y esos materiales, al no aparecer en las revistas de Record, estaban en manos de los autores y nadie los revendía sin nuestro conocimiento. El editor de Ediciones de la Urraca (Humor, El Péndulo, luego Superhumor y Hurra y más tarde Humi) crecía fuertemente en el mercado local, pagaba bien, era claro que no tenía ningún contacto internacional y solo quería materiales para sus revistas argentinas, que funcionaban cada vez mejor. En octubre de 1979 viajé a Europa por primera vez en viaje exploratorio, sin saber gran cosa sobre salones de cómics ni sobre editores, ni sobre la situación del mercado en los países del otro lado del Atlántico. En Roma ya estaba viviendo Gustavo Trigo, con quien fui a cenar algunas veces. Él se había sacudido de la intermediación de Record y, entre otras cosas, vendía directamente sus historietas a la Lancio a precios mucho más altos. Me explicó cómo funcionaba el negocio de Ediciones Record y me hizo ver las revistas italianas que publicaban mis cosas y las de tantos historietistas argentinos. A los pocos días, en Barcelona, conocí a Josep Toutain, de Toutain Editor y enseguida, en París pude ver algunas publicaciones periódicas y álbumes que me impresionaron por su calidad. Por fin, en Lucca ´80, donde la Argentina, como ya dije, fue el país invitado, empecé a hacer contactos más seriamente.
Conseguí publicar algunas cosas en España con formato álbum. En España salió Marco Mono que había dibujado Enrique Breccia[1]. En Francia salieron las Histoires Sans Paroles que acabábamos de hacer con Mandrafina. Toutain compró para publicar en España Las Puertitas del Señor López y Merdichesky, que habían salido originalmente en Humor y para SuperHumor. Finalmente, en 1982 hicimos un viaje con Altuna desde Argentina y logramos, ambos, un buen arreglo con Toutain por la compra de nuevas historias. En diciembre dejé de trabajar para Record, ya bien enterado de casi todo lo que ellos ocultaban: que pagaban a los autores un precio normal del mercado argentino cuando, desde las revistas italianas recibían enormes cifras mensuales por la venta de una gran cantidad de historietas nuestras.
Tienes que recordar que en mi país yo ya era un autor muy conocido, estaba publicando Las Puertitas en la revista Humor, que vendía 300.000 ejemplares. Y ocupaba el lugar más importante del diario Clarín, que vendía medio millón. Además, todavía trabajaba activamente en agencias de publicidad y podía esperar sin problemas económicos los frutos de mi jugada europea.

Dopo il 1978, una volta chiuse Satiricón e Mengano, Lei collaborò con un’altra realtà editoriale meno conosciuta in Italia rispetto alle riviste Columba e Record, cioè le riviste di Andres Cascioli (che era anche un grandissimo illustratore): Hum®, SuperHum®, El Pendulo e Hurra che ha citato la volta scorsa e poco sopra. Come nel caso di Satiricón e Mengano si trattava di riviste umoristiche, però anche stavolta Lei realizza principalmente fumetti, e obiettivamente nemmeno troppo allegri: Las puertitas del señor Lopez, pubblicato su El Pendulo, è senz’altro divertente ma ha un fondo molto amaro, e anche nelle Storie Mute disegnate da Mandrafina c’è molto humor nero e perfino un po’ di splatter, per non parlare di Buscavidas disegnato dall’Alberto Breccia più nero di sempre.
Questi fumetti erano effettivamente dei casi isolati oppure il tono generale delle riviste era quello, una amarezza diffusa?

Creo que ya hablé bastante de Ediciones de la Urraca. Cascioli, su propietario, amaba las historietas y quería que en cada revista hubiera alguna, aunque el material humorístico y el periodístico-satírico ocupaban la casi totalidad de su revista Humor, los relatos de ciencia ficción casi todas las páginas de Péndulo y la música de rock era el tronco central de Hurra. En las tres revistas escribí historietas. Pero en un momento la editorial sumó SuperHumor a sus publicaciones y allí desarrollé bastantes cosas, con Altuna, Mandrafina, Sanyú, Lito Fernández, Tabaré, Fortín y otros.
Sobre la amargura de mis historias y el tono general de las revistas, hay que tener en cuenta que eran publicaciones de resistencia a la monstruosa dictadura militar que vivíamos. El humor tenía algo de militancia. Y no era el lugar para publicar historias frívolas y amables, por supuesto.

Oltre a quelle che ho citato c’è un’altra serie pubblicata su SuperHum®, e mai giunta in Italia, che in Argentina viene ancora ricordata: Bosquivia, scritta insieme a Guillermo Saccomanno e disegnata da Tabaré e poi da Fortín. Di cosa parlava?



Bosquivia era una historieta política, el nombre recordaba el de Bolivia, una república de America del Sur tan castigada por las injusticias. Pero ese bosque-jungla habitado por animalitos era, en realidad, la Argentina. Y con notables aproximaciones gráficas de Tabaré, esos buitres se parecían a los periodistas pagados por el régimen militar, y esos rinocerontes bestiales a los generales que ocupaban, entre otros, el ministerio de Cultura de la Nación. En Bosquivia, los animales más fuertes castigaban brutalmente a los más indefensos y todo eso los lectores lo leían en lugar que debería haber ocupado la prensa más masiva, que jamás criticó ni denunció la barbarie en la que habíamos caído. En muchos números de SuperHumor, Raul Fortín dibujaba las tapas con personajes de la historieta (y luego dibujaría la historieta cuando Tabaré dejó de tacerlo después de asustarse de algunas amenazas que llegaban a la redacción).

Come hanno fatto le riviste di Cascioli a non chiudere per mano dei militari?
Andres Cascioli

Si uno las mira ahora, no parecen tan opositoras al régimen como parecían en aquellos años de silencio de la prensa. No hablaba de algunos temas cruciales (los desaparecidos y las torturas, por ejemplo). Es probable que su éxito haya ayudado a su permanencia en los quioscos: criticaban algunas cosas y eran, también, válvula de salida a tanto enojo que se percibía en la calle. Poco antes, en 1976, esos mismos militares habían prohibido Mengano, en la que yo trabajé como jefe de redacción después de dejar Satiricon. Y Mengano era muchísimo más suave y mucho menos controversial que Humor. Seguramente hacía falta un poco de humor y, tal vez, las cúpulas militares pensaban que los chistes y las historietas no eran nada peligrosos.

In Argentina El Husmeante (noto in Italia come Il Segugio) venne pubblicato sulla rivista Don che, se ho ben capito, era una sorta di Playboy argentino. Juan Zanotto in un’intervista a Oscar Chichoni su Fumo di China[2] in cui faceva da interprete sottolineava che tra le riviste che si potevano comprare nelle edicole dopo la dittatura c’erano anche quelle porno: anche l’erotismo fu quindi un segnale della riconquistata libertà e magari anche un veicolo per creare un fumetto più adulto? O fu solo un caso e l’atmosfera era quella che si viveva all’epoca anche in Europa e in Nord America dove erano subentrati prodotti molto più espliciti?

Los militares dejaron lugar a un gobierno democrático en dicembre de 1983, empujados por sus fracasos en el rumbo económico, en una guerra ridícula por las islas Malvinas que terminó con centenares de adolescentes muertos en aquellos páramos dominados por ingleses y norteamericanos.
Don apareció antes de esa partida desordenada de los uniformados, en 1982. Era sorprendente, luego de tanta represión presuntamene cristiana (apañada por la cúpula de la Iglesia Católica, por otro lado) ver en el quiosco una chica desnuda en la tapa de una publicación. Allí publicamos EL HUSMEANTE con Mandrafina. 

Y en una revista de historietas muy particular que apareció al poco tiempo como apéndice de Don, Tiras de Cuero, hice varias historias más, sobre todo con Felix Saborido, con quien ya habíamos hecho varias parodias de historietas muy conocidas en nuestro país relacionando a algunos personajes con la situación del país: un Pato Donald muerto de hambre por la crisis económica, un Mickey drogón enfrentado con un mafioso del narcotráfico, un Corto Maltés que tenía que elegir entre vivir en la Argentina o que le redujeran la cabeza los jíbaros (y elegía esto último), un Eternata donde los “manos” eran militares argentinos y los “ellos” era nel imperio americano. Pero estas cosas habían ido apareciendo, sobre todo, en revistas políticas.
Se podría comparar la explosión del porno en Argentina con el que había ocurrido en España al morir Franco. Todo reacciona al caer una dictadura: la música, la narrativa, el cine… y las chicas se desnudan, también.

Solitamente nelle Sue biografie viene dato molto risalto alla figura di Josep Toutain[3], che Le avrebbe permesso di consolidare e aumentare la Sua produzione europea senza restrizioni: cosa può dirci di questo editore “illuminato”?

La intención de Toutain era vender el material en toda Europa y en los Estados Unidos. No imponía temas, pero sus revistas eran temáticas: si se hacían historias para la Creepy española, estas tenían que ser de terror (hicimos una con Gustavo Trigo, titulada Tierra de Monstruos, que hablaba de los monstruos en el mundo real, este de los degenerados que violan niños, de los torturadores, de las madres castradoras). Sobre todo escribí varias historias de fantasía y ciencia ficción para 1984, que luego se llamó Zona 84[4]. Y algunas cosas de aventuras en otra revista de la editorial que se llamaba Comix Internacional. Fue, para los autores, un sitio confortable y revelador en un momento en que los sistemas de producción estaban cambiando y se avanzaba velozmente hacia la “historieta de autor”.


Lei conosceva già Jordi Bernet prima di lavorare su Custer oppure vi siete conosciuti proprio in quella circostanza?

Fue Toutain el que nos puso en contacto. Trabajamos sin habernos visto nunca, hablando por teléfono, intercambiando cientos de cartas por correo. Nos conocimos apenas terminada Custer y desde entonces trabajamos juntos, sucesivamente, en muchas historias hasta la actual Clara de Noche, que en estos días está llegando a sus mil semanas.

Nei primi anni ’80 Lei realizzò un bellissimo fumetto disegnato da Fernando Fernandez, un artista eccezionale che pochi anni prima era diventato una star internazionale con Zora: si trattava de La leggenda delle quattro ombre. Sono contento che lo abbia citato anche Lei la volta scorsa perchè è un fumetto bellissimo che secondo me è stato ingiustamente dimenticato.
In Italia è stato ancora più sfortunato perchè comparve a cavallo degli ultimi numeri dell’Eternauta di Zerboni e del primo di Traini, dove la storia venne chiusa in tutta fretta presentando in blocco le ultime 22 tavole rimanenti (e quindi rendendo poco attuabile una ristampa in volume che una serializzazione più diluita avrebbe invece giustificato). Anche se la storia era perfettamente chiusa in sè c’erano forse dei progetti per un seguito o per altre collaborazioni con Fernando Fernandez?

¿Una fábula moral? ¿Un cambio de eje para las habituales historias de fantasía? No sé, hace poco volví a leerla republicada por Glenat España y me parece que resiste el paso del tiempo, lo que no está mal.
Nunca proyectamos volver a trabajar juntos con Fernando. Apenas nos conocimos personalmente. Él hizo alguna cosa más con guiones propios – recuerdo un suntuoso Drácula - y se retiró de la historieta hacia la ilustración y la pintura y falleció hace muy poco.

Sempre in merito alla rivista italiana L’Eternauta: si trattava semplicemente di una ulteriore occasione per pubblicare i Suoi fumetti o ci fu un coinvolgimento maggiore da parte Sua, come lascerebbe pensare lo scambio epistolare che ebbe con Oreste Del Buono nella pagina della posta?

No recuerdo sobre qué discutimos con del Buono, seguramente sobre héroes maniqueos, rubios que aparentaban defender a los negros pero estaban del lado del imperialismo americano, algo así… L´Eternauta de Zerboni publicó bastantes cosas mías, muchas de ellas compradas a Toutain, que nos representaba. Nunca fue una revista demasiado audaz y se mantenía, en general, lejos de la experimentación formal o literaria de los autores. Creo que se parecía bastante a LancioStory y Skorpio, solo que mejor dibujada. Me parece que cualquiera de las historias que publicó L´Eternauta podría haber salido en los semanarios de la Lancio[5].

La divertente serie Mack che realizzaste con Gustavo Trigo fu un prodotto pensato senza un committente in particolare oppure vi fu commissionata da Comic Art?

Con Gustavo hicimos varias cosas: la que te decía antes que publicó Creepy, Manigua, que apareció en una revista de la Eura alrededor de 1987, creo, y Mack, que nos fue encargada por Rinaldo Traini. Me gustaría volver a leer Mack, pero nunca se recopiló en libro y los guiones no los conservé.

Nel 1984, dopo 10 anni dall’uscita francese, anche l’Argentina ebbe finalmente il suo Metal Hurlant[6]: Fierro. Su quelle pagine Lei ha pubblicato Peter Kampf, lo sabía e altre cose, si trattava di lavori pensati appositamente per quella destinazione oppure quei fumetti approdarono su Fierro semplicemente perchè all’epoca in Argentina era la rivista più indicata per pubblicarli?

Con Mandrafina siempre trabajamos a pedido de Ediciones de la Urraca, en esos casos ellos eran nuestro primer editor. Luego, lentamente, íbamos vendiendo el resultado a otras publicaciones o colecciones en otras partes del mundo. De todos modos, el editor inicial (Cascioli) solo planteaba: “¿Pueden hacerme ocho páginas por mes en una historia de cuarenta y ocho páginas en total?”. Nos conocía, publicaba lo que le entregábamos sin discusión. Y siempre funcionó bien.
Poco antes de que se fueran los militares, Ediciones de la Urraca tuvo un conflicto con el poder y un número de Humor fue quitado de los quioscos por orden del gobierno. Entonces, a Cascioli se le ocurrió arrancar buena parte de las historietas de Superhumor para incorporar allí materiales de humor político y notas periodísticas. Discuti con él por eso y renuncié a la dirección de la revista (que primero había dirigido Sasturain y luego pasó a mis manos). Me alejé, pues, de la editorial y no hice nunca cosas especialmente para Fierro. Peter Kampf era una reventa que hicimos con Mandrafina de una de las primeras historietas que vendimos a la Eura en 1987.
Tengo aquí el texto que publicó Fierro como presentación de esta historieta:

"¿Qué habría pasado si Julio César no hubiese sido apuñalado?
¿Qué, si el sargento Cabral hubiera esquivado el cuerpo en la batalla de San Lorenzo?
¿Qué, si Cervantes hubiera perdido la cabeza en vez del brazo, en Lepanto?
Las ucronías –subespecie de las utopías, y ficciones basadas en estas especulaciones que habrían cambiado la historia de la humanidad– no son una novedad en la ciencia ficción.
Supongamos que en 1910 el joven Adolf no hubiera sido rechazado en la Escuela de Arte de Viena. Imaginemos que perfeccionó su dibujo, que lo llevó a un aceptable nivel comercial, que fue contratado por un syndicate americano, que dibujó historietas, que no se le dio por la política, que no existió la guerra del ’39, que las ideas nazis no prendieron en Alemania, sino en otras latitudes no menos imperialistas."

Quando un disegnatore argentino dichiara che tra le sue influenze ci sono, per dire, Frank Miller o John Byrne o Simon Bisley provo un senso di malessere quasi fisico: ma come?! In Argentina ci sono e ci sono stati dei punti di riferimento ben più alti, a cui gli stessi altri disegnatori stranieri tanto celebrati si sono abbondantemente ispirati. Possibile, mi chiedo, che nessuno degli esordienti degli anni ’80 abbia voluto copiare Zanotto o Breccia o Mandrafina?
Però forse questi disegnatori più giovani hanno una giustificazione: i fumetti nazionali, realizzati da disegnatori argentini, hanno avuto poca visibilità nel loro stesso paese. Com’era la situazione del fumetto nazionale in Argentina negli anni ’80? Quello che abbiamo visto in Europa veniva effettivamente pubblicato anche in patria? Anche lì era in atto l’invasione dei supereroi statunitensi?

Evidentemente se produjo un quiebre y fue por esos años ´80. Las revistas de Record se fueron debilitando en su calidad porque sus autores y dibujantes buscaban nuevos horizontes. Las revistas de Columba premiaban la producción y no la calidad: si un dibujante hacía 10 páginas mensuales le pagaban – es solo un ejemplo – diez pesos por página; en cambio, si hacía 20 páginas mensuales le pagaban veinte pesos por página. Y si hacía 30 páginas por mes, le pagaban treinta pesos por página. Así había dibujantes que producían hasta cincuenta páginas todos los meses para mejorar sus ingresos. Y esa velocidad, que no da ni tiempo para pensar, supongo, iba resintiendo la calidad de manera exponencial. ¿Qué podían mirar entonces los más jóvenes? Otras cosas más elaboradas, donde se notara el amor por el dibujo, la personalidad en el trazo, en fin, la gracia. Además, el sistema de premios de Columba fue disminuyendo la calidad de los que dibujaban para Record. Se podrían contar con los dedos de las manos a los dibujantes que siguieron trabajando con mucha responsabilidad, que no son otros que esos que se mencionan una y otra vez en este y otros reportajes.
Y para terminar: nunca los superhéroes pudieron contra la producción local de historietas. Solo, años después, los japoneses invadieron los quioscos debilitando a las revistas argentinas. Pero nunca fueron revistas de grandes ventas, lo que seguramente proponían eran productos específicos para chicas, o para chicos, o para niños, o para adolescentes, sectorizando un mercado que jamás se había fijado en diferencias de edad, sexo o estudios cursados.
Y no, no todo lo que conoces que se ha publicado en el mercado europeo se conoció en Buenos Aires. Incluso, en un momento hicimos una sociedad para publicar Puertitas, con la enorme cantidad de material que teníamos hecho para la Eura. Pero eso, supongo, vendrá más adelante en tu entrevista.

Sì, di Puertitas e di El Globo Editor parleremo più diffusamente la prossima volta. Nel 1987 El Loco Chavez lascia il suo posto di giornalista e di striscia quotidiana a El Negro Blanco, ovvero Bruno Bianco. Forse Le sembrerà una domanda stupida, ma cosa significa “Negro Blanco”? È forse un’espressione dello slang argentino? So che “negro” è uno dei quattro soprannomi di base (insieme a “flaco”, “gordo” e “turco”) che vengono usati in Argentina, ma non mi pare che Bruno avesse una carnagione molto scura... C’è forse qualche altro significato nella parola «negro»? O forse per tradizione le strisce argentine devono contenere un aggettivo? Ad esempio il personaggio di Horacio Altuna che noi conosciamo come Chico Montana in origine è El Nene Montanaro.

Sí, es como dices. El Negro Fontanarrosa es nuestro humorista más importante, el Negro Olmedo nuestro actor cómico más relevante. Y el Negro Blanco, en su caso, juega con las palabras negro y blanco, que hablan, tal vez de una personalidad que va de un extremo al otro. No me parece que haya muchas tiras con los motes de la gente de Buenos Aires, pero se ve que el Loco Chávez nos marcó a Altuna y a mi, juntos o separados, para ponerle el nombre a la tira de un diario.
Hace pocos años, en el 2006, El Negro Blanco fue propuesto por un editor de manga argentino como serie mensual en diez volúmenes. Y allí, en lugar de la versión de tiras diarias, publicamos por primera vez la historia en el formato que conocieron en Italia, el de la Eura.

La crisi delle riviste d’autore italiane e spagnole, che cominciò già a manifestarsi alla fine degli anni ’80, ha avuto una qualche influenza sul Suo lavoro?

Los álbumes, que eran el soporte final de las historias de autor, como las llamas, fueron matando a las revistas, supongo.  Si uno esperaba, podía leer la historia completa sin tener que esperar un mes.
No, no creo que haya habido influencias de esta decadencia en el trabajo de los autores.

La volta scorsa Lei ha detto che venne contattato nel 1986 da Filippo Ciolfi per lavorare direttamente per l’Eura: quale fu il primo lavoro realizzato in esclusiva?

Lo único que firmábamos con Ciolfi era la exclusividad para Italia por un período de tiempo que dependía del precio de cada página. Las historietas mejor pagas se cedían por más tiempo que aquellas que eran dibujadas por artistas no tan considerados por la editorial. Cuando yo trabajaba para ellos, diferenciaban lo que pagaban a una primera línea de dibujantes de todos los demás. Esa primera línea estaba integrada por García Seijas, Mandrafina, Zanotto, Salinas y Breccia hijo.
Por suerte tengo un quaderno donde íbamos consignando nuestras entregas de trabajo a la Eura y te puedo decir con precisión la cronología de nuestras entregas.

En junio de 1987 comencé a enviar EL LOCO CHAVEZ remontado en página y no en tiras como salía en el diario.
En la misma fecha envié MATANDO EL TIEMPO, completa, que dibujó FELIX SABORIDO.Y también PETER KAMPF, dibujada por Mandrafina, que fue la primera historia que vendimos por primera vez a la Eura..

En noviembre, con JUAN GIMENEZ, enviamos BASURA adaptada al blanco y negro por Juan[7].

Y el 6 de noviembre comencé a mandar, simultáneamente con la aparición en CLARIN, BRUNO BIANCO.

En abril de 1988 comenzamos a enviar FULU, que era una historia de la que la Eura era el primer editor en el mundo.

(3 – continua)


[1] Dopo un’attesa trentennale l’Aurea lo sta pubblicando su Skorpio come Marco Mandrillo.
[2] Numero 1/28, il primo della gestione Alessandro, dell’aprile 1987.
[3] Toutain (1930-1997) esordì egli stesso come fumettista ma è celebre per essere stato il fondatore nel 1954 della agenzia Selecciones Illustradas, che tanti talenti spagnoli scoprì, produsse e lanciò a livello internazionale. Il fumetto Los Profesionales di Carlos Gimenez racconta proprio episodi di vita quotidiana dei disegnatori di quello studio.
Nella stagione d’oro delle riviste d’autore in Europa, cioè gli anni ’80, Toutain pubblicava la maggior parte di quelle che uscivano in Spagna.
[4] La versione italiana di 1984 venne pubblicata dalle Edizioni Il Momento e quando raggiunse la fatidica data cambiò titolo in 2984, abbassando la qualità dei fumetti e puntando sull’erotismo.
[5] Su Fumo di China 18 del 1983 la rivista L’Eternauta veniva appunto definita «parente un po’ più ricco (ma non di tanto) di Lanciostory». In effetti quasi tutti i fumetti presentati sui primi numeri de L’Eternauta vennero poi pubblicati anche su Lanciostory e Skorpio negli anni successivi.
[6] La rivista francese Metal Hurlant è stato senz’altro il fenomeno più rivoluzionario del fumetto mondiale. Al pari di Playboy e di altre pubblicazioni celeberrime, praticamente ogni Paese aveva una sua versione della rivista: negli Stati Uniti già nel 1977 uscì Heavy Metal, in Germania fu il turno di Schwerrmetall nel 1980, in Italia si pubblicò un Metal Hurlant di breve durata dal 1981, ecc.
[7] Ironia della sorte, l’Eura pubblicò Basura (cioè Rifiuti, già apparso su L’Eternauta) come “tuttocolore” con dei colori tremendi realizzati dalla redazione!