Tre linee temporali si alternano e si intersecano in questa nuova uscita
Cosmo Color, ennesimo numero 1 a cui non seguiranno altri volumi trattandosi di
one shot.

La “deadline” del titolo è la linea tracciata sul suolo (o delimitata da
uno steccato) che separa i carcerieri Sudisti dai prigionieri Nordisti, tra cui
ne spicca uno di colore che determinerà il destino di Louis.
Deadline è un western sui generis, che trae le sue origini non tanto dalla mitologia
della frontiera quanto da certi romanzi-fiume anglosassoni e dal Bildungsroman tedesco, pur se non manca
(o almeno a me è sembrato di coglierla) quella predestinazione fatalista tanto
cara a certi scrittori russi. Anche i disegni seguono una estetica tutta loro,
e il bravissimo Christian Rossi che pure si era fatto cantore del genere in
maniera eccellente (Jim Cutlass, I Pionieri, ecc.) qui adotta uno stile
più sintetico, levigato, talvolta quasi astratto, in cui il colore ha un ruolo
fondamentale.
La storia è senz'altro originale e coinvolgente, ma forse le ambizioni letterarie
dello sceneggiatore Laurent-Frédéric Bollée finiscono per diventare ingombranti:
in alcune situazioni la retorica appesantisce il racconto e fa sorridere il
lettore disincantato. Inoltre non sono così sicuro che negli anni '60 del
diciannovesimo secolo dei rozzi soldati conoscessero l'elettricità e Buddha (e
forse financo nemmeno i budini) ma l’esigenza di imbastire dei dialoghi d’effetto
ha avuto ragione di ogni considerazione realistica.
Nel complesso sono stati 5,40€ spesi molto bene, tanto più che le 80 tavole
del fumetto sono integrate da oltre una dozzina di altre pagine di sketch quasi
tutti a colori; comunque ricorderò principalmente Deadline per gli splendidi disegni più che per i comunque ispirati
testi.