Dopo Vae Victis! e Le Sette Vite dello Sparviero la
benemerita collana Historica ospita
un’altra serie lunga che non si conclude in un solo volume. All’epoca della sua
uscita per Alessandro Editore avevo snobbato Attila... Mon Amour incasellandola tra le serie più popolari del
mercato franco-belga: meno male che ci ha pensato la Mondadori a farmi recuperare
quello che, almeno da quello che ho potuto leggere finora, è un invece un
fumetto molto bello e originale.
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Attila coniuga una grande precisione storica con
la giusta dose di azione e avventura, e Mitton dimostra di essere molto
ispirato nella scrittura (d’altronde già la scelta della protagonista è un bel
colpo di genio). Il ritmo dei singoli episodi è gestito alla perfezione, contrappuntando
ottimamente le varie scene e gestendo molto bene la suspence: prendiamo ad
esempio la scena dell’incontro tra Attila e Bledda nel terzo episodio, o la
stessa entrata in scena di Lupa. I personaggi, anche quelli che
programmaticamente devono essere antipatici, sono resi con grande profondità e
non manca occasionalmente qualche tocco d’ironia per stemperare, o almeno
equilibrare, le sequenze più crude.
Sono molto ben congeniati anche i singolari cliffhanger con cui si conclude ogni episodio: non un semplice
rimando a cose a venire ma una scena che rimette parzialmente in discussione
quanto letto finora e che introduce nuovi particolari.
A volere trovare un difetto in Attila,
va rilevato che i disegni di Bonnet non presentano sempre delle anatomie
inappuntabili, soprattutto per quel che riguarda i volti. Ma (oltre al fatto
che si è visto e si vede ben di peggio) mi sembra che col procedere della serie
il disegnatore stia trovando una sua strada sempre più convincente.
Da notare che nell’introduzione Sergio Brancato non fa solo le solite
considerazioni antropologiche molto interessanti ma guadagna spazio parlando
del pericolo degli spoiler – e, vivaddio, evitando di farne!
Sembra una berserker.... :)
RispondiEliminaMoz-
Questo mi interessa molto
RispondiEliminaè uno dei migliori secondo me.
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