domenica 4 maggio 2014

Warren Ellis presenta Tokyo Storm Warning



Sotto la copertina peggio scansionata che abbia mai visto (ma nella gallery all’interno la stessa illustrazione è proposta dignitosamente – per gli standard di oggi) vengono presentate due miniserie scritte da Warren Ellis e risalenti al 2003, entrambe sviluppate in origine sulla lunghezza di 3 comic book.
Tokyo Storm Warning è un omaggio all’immaginario televisivo e cinematografico nipponico fatto di robottoni e mostri rettiliformi. Inevitabilmente c’è un sacco di azione, ma non mancano i soliti piacevoli e azzeccati dialoghi di Ellis, che qui prendono in giro bonariamente usi, costumi e manie dei popoli giapponese e statunitense, oltre forse a riservare un po’ di autoironia anche alla sua dichiarata paura irrazionale dei cani. La storia si svolge in un universo distopico in cui nel 1945 la bomba atomica venne gettata su Tokyo, e Warren Ellis ha dato una magistrale lezione di sceneggiatura con l’utilizzo intelligentissimo di un MacGuffin che compare all’inizio della vicenda. Oltretutto, questo elemento chiave assume alla fine un contorno veramente toccante e nelle ultime pagine offre diversi spunti di riflessione non banali.
Forse Tokyo Storm Warning avrebbe meritato almeno un episodio in più per far montare meglio la suspense e approfondire alcuni personaggi, ma anche sulla breve distanza il meccanismo funziona alla perfezione. Delizioso.
Mek è invece una storia più consueta, ovviamente per i canoni ellisiani: tratta di potenziamenti fisici e interfaccia uomo-macchina, argomenti già trattati da Transmetropolitan a Doktor Sleepless (mi sembra anzi che questo Mek sia stata un po’ la prova generale per Doktor Sleepless). La profetessa della cultura “Mek” Sarissa Leon, oggi scrittrice e politica a Washington, torna nella natia Sky Road per far luce sull’omicidio di una sua vecchia fiamma e per districare un traffico di “bad Mek”, potenziamenti illegali di origine militare. Nulla di particolarmente originale o entusiasmante (sempre prendendo come metro di giudizio il lavoro di Ellis, sempre parecchie spanne sopra tutti gli altri sceneggiatori di comic book) ma senz’altro una lettura piacevolissima.
Il problema di questo Warren Ellis presenta Tokyo Storm Warning sono i disegni. James Raiz è bravissimo a disegnare robottoni e mostri, ma purtroppo ha delle carenze innegabili per quel che riguarda l’anatomia umana e l’organizzazione delle scene negli interni. Inoltre in una storia che coinvolge personaggi di etnie diverse e che proprio su questa diversità basa alcune battute è disarmante che non si capisca dai soli disegni chi è giapponese e chi americano. In alcune pagine verso la fine Raiz è stato sostituito dal bravo Carlos D’Anda, e la differenza si vede. Con questo spero di non aver sputtanato Raiz più del dovuto: pur soffrendo delle criticità che ho esposto (ma in fondo in Tokyo Storm Warning contano di più i robottoni e i mostri, che disegna ottimamente) non è assolutamente un cane, e a questo mondo si è visto ben di peggio. Difatti, poche pagine dopo compare l’atroce Steve Rolston, che cane lo è davvero.

Come si fa a dare del lavoro a uno che disegna pupazzetti stilizzati, e che non solo non capisce nulla di anatomia ma non rispetta nemmeno i suoi canoni sballati e disegna i personaggi con corporature e connotati variabili a seconda delle inquadrature? Veramente una scelta balzana affidargli Mek, perchè il suo stile ridicolo (che non va bene nemmeno per l’umorismo visto che è inespressivo) rende appunto ridicole sequenze che si volevano drammatiche.
Ho notato una fortissima somiglianza con i disegni di Roberto Recchioni, quindi immagino che entrambi si siano ispirati a una medesima fonte anni ’90 la cui conoscenza mi è stata per fortuna risparmiata.
Disegni di Rolston a parte (ma parliamo di Warren Ellis: a un certo punto, chi se ne frega dei disegni!) questo bel volume cartonato è consigliatissimo, e mi sembra che 17 euro siano anche un prezzo onesto per le sue 144 pagine. Oltretutto è stato stampato su una bella carta patinata opaca, quindi potete sfogliarlo agevolmente senza timore di lasciare ditate.

1 commento:

  1. Oddio, non credo sia il mio genere di storia.
    E il disegno della donna con la macchia di sangue... ahaha, atroce. Viso sproporzianatissimo!
    La macchia di sangue molto Marvel/DC anni '90 :)

    Moz-

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