giovedì 6 ottobre 2016

Dial H 1

Devo piantarla di farmi abbagliare dalle offerte col 25% o 50% di sconto, o almeno dedicarmi ad altri recuperi che non siano statunitensi.
Dial H era una delle 52 serie nate con l’esperimento New 52 della DC Comics qualche anno fa. Riprendeva una serie minore, Dial H for Hero, in cui un adolescente comune diventava un supereroe ogni volta diverso usando il disco di un telefono a disco, immagino unico modello di telefono esistente negli anni ’60. Da questo spunto di partenza già bizzarro di suo lo sceneggiatore China Miéville prova a imbastire una trama che sia il più weird possibile facendo forse leva sui gusti dei lettori che si ritengono più raffinati.
Il protagonista è adesso lo sfigatissimo Nelse (obeso, solo e disoccupato) che per salvare l’unico amico che gli rimane scopre casualmente i poteri di un telefono a disco ancora presente in una cabina pubblica. Si accorgerà presto di essersi ficcato in una storia molto più grossa di lui che coinvolge esseri da un altro livello della realtà e un’altra supereroina improvvisata più esperta di lui.
La sarabanda di supereroi pittoreschi è anche simpatica ma forse non era il caso di razionalizzare un concetto che era più affascinante lasciato nel vago: una volta svelata l’origine del disco si perde un po’ della magia straniante dei suoi effetti. La sceneggiatura inciampa su soluzioni esagerate e situazioni assurde (anche altri romanzieri prestati al fumetto come Pennac o il primo Charyn tendono a scrivere storie larger than life) e alla fine non è poi molto chiara.
Visto il tipo di storia il disegnatore titolare è decisamente adatto: Mateus Santolouco è parecchio grottesco e anche deformed ma grazie al cielo non arriva ai livelli di Ramos o Madureira. In questo primo volume la RW Lion ha anche inserito un fill-in disegnato da David Lapham (molto meglio di Santolouco ma dall’autore di Stray Bullets mi sarei aspettato di più) e il numero 0 dell’italiano Riccardo Burchielli.
Fortunatamente ho resistito alla tentazione di prendere anche il secondo volume della collana. Sfortunatamente lo sconto era del 25% e non del 50%.

4 commenti:

  1. Ohibò. Che China Miéville avesse scritto anche dei fumetti, proprio non lo sapevo. Proverei il volume anche solo per questo.
    Ma non è detto che qui possa arrivare allo stesso immaginario distopico che ha costruito nei suoi libri.

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    1. Confesso che ignoro chi sia Miéville e cosa abbia scritto. Mi pare però che avesse già lavorato per la Marvel perché in qualche testata annunciavano una sua collaborazione. Ma posso sbagliarmi.

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    2. E' un noto scrittore fantasy "new Weird". Famoso soprattutto per il ciclo di Bas-Lag, il cui primo libro, Perdido Street Station, fu un caso editoriale.
      Sono andato a controllare e in realtà a parte questo Dial H, sembra abbia scritto solo un numero della Justice League e abbia collaborato ad uno di Hellblazer.

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    3. Ricordavo male :)
      Ammetto che titolo, ciclo e persino genere che citi mi giungono nuovi.

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