martedì 1 maggio 2018

Il Morto 32: Un amico per caso

Episodio molto vivace e frenetico, quello offerto dal trentaduesimo numero de Il Morto. Forse anche troppo.
Dopo un suggestivo inizio onirico, Peg comincia a battere Ferrara alla ricerca della famiglia Stella di cui faceva parte, ma essendocene ben 80 in zona non sarà un lavoro veloce. Nel frattempo in una agenzia immobiliare locale arriva un nuovo impiegato che i due truffaldini gestori dell’agenzia riconoscono quasi subito come un ispettore inviato a indagare sui loro furti ai danni della sede centrale.
Il Vella, questo il nome dello “spione”, subisce un tentativo di omicidio da parte dei due loschi immobiliaristi, mentre Peg viene a sua volta ferito gravemente dal killer che lo insegue. Finiscono quindi nella stessa camera d’ospedale (da qui il titolo Un amico per caso), dove i rispettivi attentatori tenteranno varie volte inutilmente di ucciderli. Non so se l’intento di Giovacca fosse quello di dare un tono leggero ai periodici assalti notturni, talvolta eseguiti con modalità veramente creative, ma in più di un’occasione mi è sembrato che l’azione virasse verso la commedia.
La storia, come dicevo, ha un ritmo sostenuto e gli avvenimenti si susseguono molto rapidamente, così come sfilano i molti personaggi sulla scena, in un turbinio che richiede una certa attenzione per non perdere il filo. Lo stesso sceneggiatore sembra essersi perso per strada visto che all’inizio Peg cerca un posto dove dormire lontano dalle Muse Aliene ma una volta trovato si sveglia a pagina 35 ancora nel letto della sua bella amica hacker.
Un amico per caso è comunque una storia gradevole, in cui Giovacca non perde occasione per inserire i suoi contrappunti ironici e per offrirci uno spaccato vitalistico e tutto sommato attendibile dell’Italia provinciale contemporanea.
Il pezzo forte di questo episodio sono però i disegni di Piero Conforti, inchiostrato da Ivano Codina: oltre ad essere anatomicamente perfetti, i suoi personaggi sono anche molto espressivi e dinamici. L’ispirazione a Garcia Seijas che ho vagamente colto a pagina 72 trova conferma nella storia breve in appendice: La Chitarra a Corde Umane (scritta nientemeno che da Daniele Biglia, che ha adattato un racconto di Antonio Ghislanzoni) mostra tutta la devozione di Conforti verso il Maestro. Peccato che la qualità di stampa sia scadente, nonostante certi dettagli che fanno intuire l’uso della computer grafica lascino intendere che questo fumetto sia recente – il testo comunque non è né originale né avvincente.
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