domenica 6 agosto 2023

I Mondi di Thorgal 12 - La Giovinezza di Thorgal 5: Le Lacrime di Hel

Ultimo volume della Jeunesse di Thorgal, e immagino di tutti i suoi Mondi (in Francia hanno infatti cominciato a produrre delle versioni “vu par”). Visto che gli episodi raccolti stavolta sono tre invece di due la Panini ha aumentato il prezzo in maniera alquanto sproporzionata: ben 24 euro contro i consueti 14. Ma non ha senso lamentarsi, anzi meno male che hanno concluso la serie nel formato “integralino” che ormai è stato abbandonato – come, mi pare, quasi tutto il fumetto franco-belga per Panini.

La prima storia, quella che dà il titolo al volume, vede l’eterogeneo gruppo di Thorgal in fuga per mare da Harald Dente Blu approdare nientemeno che sull’Isola dei Morti di Böcklin! Dubito che il pittore svizzero si fosse ispirato a un aldilà norreno per il suo quadro ma questa idea mi ha reso un po’ più tollerabile la citazione forzata – qui l’isola si chiama Bóhk Lhynn. Nessuna scappatoia, invece, per sopportare lo stridore dell’“omaggio” ad Arleston/Arlesthön tra i rematori…

Superati questi momenti di perplessità, la storia si rivela una bella trama d’avventura come non se ne fanno più: l’isola parrebbe essere il portale da cui si accede al regno di Hel, la dea dell’aldilà (oltre a una necropoli c’è persino una gigantesca valchiria a presidiare un simbolico ponte) ma come scoprirà il giovane Thorgal in realtà si tratta del rifugio di una comunità di donne che hanno preferito l’isolamento alla violenza dei maschi, approfittando delle superstizioni e delle difese naturali dell’isola per proteggersi. Contemporaneamente (anzi, proprio all’inizio dell’episodio) viene svelato il retaggio di Sveynn che avrà un ruolo molto importante nella storia quando arriverà il momento dello scontro finale contro Harald. Peccato che dopo due anni dall’uscita dell’ultimo volume io manco ricordassi che esistesse questo Sveynn.

A voler cercare delle ispirazioni per alcuni degli elementi di Le Lacrime di Hel le si troverebbero sicuramente, ma più che l’originalità assoluta degli ingredienti quello che importa è il riuscito utilizzo che ne fa Yann, scrivendo una storia appassionante con qualche colpo di scena abbastanza riuscito e anche delle morti eccellenti. Probabilmente avrebbe tratto beneficio da qualche pagina in più, o meglio da una diversa gestione delle tavole (basate su tre strisce, talvolta per un totale di solo sei vignette), per svilupparsi in maniera ancora più compiuta e soddisfacente.

Il secondo episodio, Sidönia, è quasi solo un lungo flashback per ricostruire com’è morto Thorgal (!). Infatti Sveynn non è affatto ben accetto in patria, dove la diabolica bambina del titolo, figlia di Harald e altrettanto crudele e amante della violenza, prende il potere grazie all’aiuto di un’entità sovrannaturale che risiede nella pelle dell’orso bianco ucciso qualche numero fa e che già consigliava il vecchio re. Si scatena quindi una feroce guerra ad Haithabu in cui Sveynn coinvolge altre popolazioni vicine: ne esce un episodio che paradossalmente consta di più tavole delle canoniche 46 nonostante sia molto più lineare degli altri, che seguivano due o più trame che si intrecciavano.

Il gran finale arriva con Grym, in cui da una parte Thorgal intraprende il cammino mistico che lo porterà fuori dal regno dei morti e dall’altra Aaricia si strugge nell’attesa di rivedere l’amato nel villaggio che l’ha accolta. Purtroppo la prima trama è maledettamente simile a quella di Al di là delle ombre, forse l’episodio più bello di tutta la saga principale, e anche il meccanismo con cui Thorgal torna in vita è praticamente lo stesso. Che sia un omaggio voluto piuttosto che mancanza di ispirazione da parte di Yann non cambia nulla. Molto meglio la parte relativa ad Aaricia, che presenta la trovata originale della popolazione di reietti che, ancor prima di abitare le grotte, sono diventati daltonici ma hanno sviluppato la capacità di vedere al buio. Sarà proprio durante la permanenza di Aaricia nel villaggio che il popolo troglodita lo assalterà per vendicarsi, portando a una guerra che presenterà più di un momento di alto lirismo drammatico. Come nel caso di Le Lacrime di Hel, anche qui però ho avvertito la necessità di sviluppare un po’ di più la storia, con qualche pagina in più o un’organizzazione diversa delle tavole, anche se immagino che non si sia voluto spremere troppo il già provato Surzhenko.

Il suo disegno è quello un po’ esausto delle ultime prove. Qualche volto e qualche posa sono belli ed evocativi (ispirati probabilmente a fotografie) ma inevitabilmente ha dovuto sacrificare la cura certosina delle sue prime prove sull’altare della frenesia commerciale. Il passaggio del testimone dei colori a Elvire De Cock non è affatto traumatico, anzi piuttosto rispettoso di quelli dello stesso Surzhenko, anche se la loro natura digitale è più evidente. A inframmezzare gli episodi ci sono le copertine originali di Grzegorz Rosinski, che nel caso della prima e della terza dimostrano la sua età – quella di Grym l’avrà davvero dipinta lui? Sembra fatta col computer.

Nel complesso questa serie, così come gli altri Mondi di Thorgal, si è rivelata una lettura piacevole pur non potendo ambire al titolo di capolavoro. È anche vero che in questa epoca di autofiction, graphic journalism e graphic novel una bella storia d’avventura è una boccata d’aria fresca, e vista la rarità del genere mancano termini di paragone con cui fare confronti.

Una nota negativa di questa edizione è rappresentata dalla traduzione: certi passaggi mi sono sembrati forzati o poco comprensibili ma sulle prime ho pensato che fossi io a non aver capito bene il contesto… finché sono incappato in vari «donjon» che sono rimasti inspiegabilmente in originale! Una cosa incredibile visto che della traduzione si è occupato un nome illustre come Pier Luigi Gaspa.

5 commenti:

  1. Questi albi della Giovinezza non li ho letti, ma il primo dei "Vu par" (letto in originale) è molto piacevole, nonchè una delle cose più vicine allo spirito originale di Van Hamme che si siano viste dopo il suo abbandono. Chissà se Panini lo tradurrà...

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  2. L'intenzione, comunque, non sembra di voler fare dei "Vu par" sovversivi (stile Spirou o Corto Maltese), ma delle storie che si incastrino in vari momenti della saga. Del resto, la scaletta di autori finora svelati presenta nomi molto vicini al fumetto realistico (Recht – praticamente un Rosinski prima maniera redivivo –, Corentin Rouge, TaDuc, lo stesso Surzhenko...), quindi in linea con lo stile della serie madre e poco "alternativi".

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  3. Di questi integralini, mi infastidisce il formato troppo piccolo. Dopo i primi mondi di Thorgal, ci rinunciai. Del resto, mi pare che il personaggio avesse già detto tutto.

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    1. Forse già nella serie di Van Hamme era andato oltre a dire "tutto"...
      Gli integralini erano un buon compromesso in un mercato che non gradisce i i cartonati francesi delle giuste dimensioni, solo che adesso non gradisce più nemmeno questi.

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