domenica 13 agosto 2023

Hai rubato anche tu questo disegno?

Dalla recensione sull’ultimo Fumo di China mi è sembrato un fumetto simpatico e utile per i Fumettisti d’invenzione. Centrati entrambi i bersagli.

L’autore Alessandro Ripane, praticamente sempre muto (ma dai dialoghi capiamo che gli altri personaggi riescono a “sentirlo”), si presenta alle sfavillanti Edizioni BD con il suo nuovo progetto. Questo però gli viene rifiutato perché i responsabili della casa editrice ravvisano una netta somiglianza con un disegno che da anni circola in rete. Solo che il vero autore di quel disegno è proprio lui, che è stato derubato della sua immagine persino da nomi eccellenti come i Prodigy!

Depresso e assillato dai due bambini del suo disegno (che vorrebbero facesse un fumetto su di loro), Ripane si rivolge prima a uno psicologo su “suggerimento” della sua ragazza, poi imbocca la strada della violenza contro i malfattori e infine assolda un detective con cui vivrà avventure surreali finendo per essere “derubato” anche da lui!

Alla fine il desiderio dei bambini verrà esaudito, il loro fumetto sarà pubblicato (ovviamente è quello che abbiamo appena letto) e per l’occasione anche noi riusciremo finalmente a sentire la voce dell’autore.

Hai rubato anche tu questo disegno? è una cavalcata frenetica e divertente in cui Ripane ha sublimato la frustrazione di non aver visto il becco di un quattrino dallo sfruttamento della sua opera (riprodotta anche su magliette e tatuaggi) in uno sfogo deflagrante in cui la metanarrazione non è per una volta una facile scorciatoia ma il motore e la chiave di volta di tutta la storia.

I disegni sono stilizzati, sospesi tra underground e graffiti ma con una solida conoscenza di movimento e proporzioni alla base. Mi hanno ricordato un po’ certi autori “xilografici” come il Prof. Bad Trip. Il risultato mi è piaciuto anche se la stampa non è buona e trasmette l’impressione che le pagine siano la riproduzione di originali molto più piccoli, che con l’ingrandimento sono finiti smangiucchiati, retini compresi. Ma magari è un effetto voluto.

Un fumetto veramente simpatico, che offre al lettore anche l’occasione per interrogarsi se a sua volta Ripane non abbia voluto “citare” più o meno consapevolmente il marchio della vecchia etichetta discografica La Voce del Padrone.

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