Il Meglio
1
Mattéo 3. Si è fatto attendere ma ne è valsa la
pena. Poco meno che un capolavoro – o forse quando uscirà il quarto e
conclusivo volume potremo dire un capolavoro vero e proprio (anche il
precedente Il Rinvio partiva lento
per poi deflagrare nelle ultime tavole). Ogni singolo secondo che Gibrat impiega
per disegnare le sue tavole cariche di suggestione si vede sulla carta, anche
grazie alla qualità di stampa di Alessandro Editore che non nasconde correzioni
e ripensamenti del disegnatore. Non ero preparato alla lieve flessione
caricaturale dello stile di Gibrat, ma probabilmente è una scelta più che
adeguata per raccontare una storia che è già triste e drammatica di suo.
In questo terzo episodio, che si situa temporalmente diciott’anni dopo il secondo,
cominciano a riannodarsi i fili della saga ma Gibrat rilancia con nuovi
argomenti e fa intuire una nuova ambientazione per il prossimo capitolo. I
testi sono densi e documentatissimi come sempre, ma qui ancora più scorrevoli e
appassionanti che in precedenza. Per me “il” fumetto del 2014, pubblicato
oltretutto in un’edizione favolosa da Alessandro che ha finalmente azzeccato un
lettering adeguato e armonioso col resto.
Unica perplessità: uscito ufficialmente il 18 giugno, Mattéo 3 era acquistabile praticamente solo con un ordine online.
Boh.
2
Le Aquile di Roma 2. Un gioiello.
Consacrazione definitiva di Enrico Marini come autore completo e non solo come
eccellente disegnatore.
3
Lanterna Verde 23. Il gran finale della saga. Epico,
emozionante, commovente. E disegnato da dio. E il bello è che la testata in
generale non ha subito alcun crollo qualitativo ma i successori di Geoff Jones
sono riusciti a imbastire delle nuove trame originali e intriganti. Per i miei
gusti, la qualità del comparto grafico ha sofferto invece parecchio, ma non è
comunque ancora andata sotto i livelli di guardia.
4
Ric Roland. Una vittoria facile. Ottenuta più grazie
all’edizione in sé che al fumetto vero e proprio, deliziosamente ingenuo anche
se non privo di bei momenti. Ma veramente questa è un’edizione migliore di
quelle di Michel Vaillant e
soprattutto di Lucky Luke, assai
parca di redazionali. Con la nuova versione a 96 pagine i redazionali hanno
subito un drastico ridimensionamento ma il rapporto quantità/prezzo ne è uscito
ancora più vantaggioso.
5
Il Morto 15. L’episodio più bello letto finora
di una serie che sembra farsi beffe della crisi economica e della crisi del
fumetto in particolare, riuscendo a portare in edicola (!) a un prezzo basso un
prodotto che è sempre almeno dignitoso, con non infrequenti punte di
eccellenza.
6
3 Leggende.
Forse non è esattamente un capolavoro però se ripenso a questo 2014
fumettistico è uno dei primi fumetti che mi vengono in mente. Saranno stati i
disegni spettacolari o i riferimenti a un contesto non lontano dai giochi di
ruolo, ma 3 Leggende mi è rimasto
impresso.
7
Graphic Novel is dead. Non
il fumetto nella sua interezza (sicuramente gradevole, ma le paturnie
dell’autore e le prestazioni sessuali delle sue donne mi interessano
relativamente, per quanto ben narrate e disegnate) ma solo una sua tavola, che
mi ha divertito tantissimo e in cui si può ravvisare una grande verità:
Il Peggio
1
Dum Dum Girls – Il Mistero
del Lago. Avrebbe dovuto
essere il peggio del 2009 visto che è uscito quell’anno, ma a me sono riusciti
a procurarlo solo agli inizi del 2014. Era dai tempi degli annunci sulla
vecchia Anteprima, quella
orizzontale, che queste sorelle Carli mi attiravano. Forse il lavoro efficace
dell’ufficio stampa dell’editore dell’epoca, forse il gusto di cercare qualcosa
di diverso che magari si rivelava un gioiello da cogliere in anteprima, forse
il desiderio di sovvenzionare una realtà minuscola ma magari meritevole:
qualsiasi ragione fosse alla base del mio interesse aveva comunque acceso la
mia curiosità, tanto più che i disegni in anteprima non sembravano nemmeno male
nonostante non rientrassero nel mio stile preferito.
Alla fine non l’ho mai preso perché la prima edizione non la trovai mai, e
forse sarebbe stato meglio se pure questa non l’avessi trovata. Bene o male i
soggetti sono accettabili anche se forse pretenziosi (un pochino azzardato il
riferimento alla pedofilia) ma si impantanano nella retorica e nel tentativo di
creare qualcosa di forzatamente cool
o colto/alternativo. A tal proposito, mi è sembrata un pochino patetica l’idea
di inserire un personaggio esteticamente simile a John Constantine/Hellblazer
quasi a fare il verso alla Vertigo.
I disegni sono molto discontinui e nonostante a livello estetico si veda
ben di peggio rimangono nel purgatorio delle opere giovanili promettenti ma
ancora distanti (chi più chi meno) dalla piena maturità, per quanto ripeto non
tutti affatto sgradevoli. Il vero limite della parte grafica è a livello
narrativo: non è facile seguire le storie perché spesso i personaggi hanno un’espressione
sbagliata (quando ce l’hanno, un’espressione) al momento sbagliato: sembrano
incazzati e non si sa perché, spalancano gli occhi quando sono loro a spiegare
qualcosa... E il posizionamento creativo dei balloon, non privi oltretutto di
refusi, ostacola ancora di più la lettura.
Chiaramente mi permetto tanta acredine perché comunque la maggior parte
degli autori sono ancora professionisti del settore. E chi di loro non fa
fumetti insegna a farli.
Ciliegina sulla torta, il volumetto è pure stampato male perché un
“infortunio” alla sede di Cut Up edizioni ha reso irreperibili i materiali di
stampa originali!
Mi sono finalmente tolto il gusto di leggere le storie delle mitiche (per
me) sorelle Carli, ma quei 13€ avrei potuto spenderli meglio.
2
9/11. Un soggetto molto interessante e
documentato condotto in maniera sincopata ma soporifera. Ai disegni, un autore
che prende foto da internet e senza quasi ritoccarle le appiccica sulle tavole.
Mi sono fermato al primo dei due volumi,
forse verso la fine migliora. Forse.
3
I Nuovissimi X-Men 18. Dio, quanto odio queste operazioni. Citando
il testo più famoso del narratologo Seymour Chatman, le opere narrative possono
essere raccontate riportandone la Storia o
il Discorso: con tutte le
semplificazioni del caso, una storia può essere sviscerata in tutti i
suoi dettagli (o perlomeno essere narrata passo dopo passo nei passaggi
salienti) o se ne può fare il discorso, ovvero poco più che un riassunto.
Ecco, ogni tanto alla Marvel cedono a operazioni del secondo tipo che
appiattiscono totalmente la narrazione fino ad azzerarla e non portano avanti
di un millimetro le trame. Pagine singole o doppie slegate da ogni necessità
diegetica che servono solo a evocare un qualcosa o al massimo a introdurlo, con
il tacito accordo dei lettori per cui nessuno di questi passati o futuri verrà
sviluppato o approfondito. Come con l’episodio di ricordi post-Avengers Disassembled. Tanto al pubblico
interessano solo le pin up.
E i disegnatori coinvolti francamente non mi sono sembrati affatto quei
grossi calibri per cui li hanno spacciati. Anche quei pochi che lo sono
veramente mi sono sembrati ben al di sotto delle loro capacità.
4
Empire USA 1. Per l’amor del cielo, si vede di molto
ma molto peggio. Ma a conti fatti è una sagra dell’idiozia.
Che va anche bene, ma non è proprio quello che mi aspetto da un fumetto
francese.
5
Malemort. Come nel caso di Deadgirl dell’anno scorso
“peggio” non per il fumetto in sé ma per l’edizione. Senza colore e nel formato
ridotto ho avuto veramente difficoltà a capire dove cominciavano, tanto per
fare un esempio, le rocce di un paesaggio e dove finivano i soldati che le
attraversavano. I meticolosi disegni delle rovine diroccate e dei sotterranei
pieni di vita ne sono usciti massacrati. Più di una volta ho dovuto staccare
gli occhi dalle tavole dettagliatissime di Stalner in formato bonelliano, e
pensare che leggevo senza problemi le versioni mignon dei manuali della TSR
pubblicate dalla 21st Century Edition.
Buon 2015!