«Nello spazio nessuno può sentirti urlare.»
«Vabbé, pure in BRIANZA nessuno può sentirti
urlare.»
Questo speciale natalizio sarebbe stata una bella sorpresa se non fosse in
realtà una conferma della travolgente inventiva e del piglio iconoclasta di
Davide La Rosa. Il ventiduenne Abaco (!) ritorna
nel natio borgo selvaggio (Laglio) da Bologna, dove studia Astronomia, proprio
in tempo per la vigilia di Natale. Dopo alcuni incontri con personaggi assai
bizzarri va a gustarsi il cielo stellato indifferente al richiamo della magia del
Natale che pervade, forse più per conformismo che per vera convinzione, i
lagliesi – Abaco è ateo dichiarato, suscitando grande sospetto nei suoi
compaesani.
Il sogno di ogni astronomo, assistere all’impatto di un meterorite sulla
terra, si trasforma per lui in un incubo quando si accorge che quel misterioso
corpo celeste ha donato la vita alle statue del presepe trasformandole in
mostri!
Com’è tipico dello stile di La Rosa la storia avanza e si risolve seguendo
una rigorosa razionalità interna (buona e non banale la soluzione del MacGuffin del regalo della vecchina,
prevedibile ma utilizzato in maniera non scontata) ramificandosi in varie
situazioni satellitari in cui lo sceneggiatore si concede lo spazio per
inanellare altre scenette non strettamente legate alla vicenda portante. La
sbandierata satira di costume sul perbenismo non è per fortuna marcata, benché
presente soprattutto nel finale, e quindi il fumetto è tutto sommato scevro da
facili moralismi che lo avrebbero appesantito. È fisiologico che non tutte le
gag suscitino ilarità o siano originalissime, ma almeno un paio di grasse
risate me le sono fatte leggendo questa storia strampalata. Altro marchio di
fabbrica di La Rosa, oltre alle esclamazioni auliche compiaciute, le citazioni
abbondano e confesso che per ragioni anagrafiche alcune non le ho capite.
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La Notte del Presepe Vivente costa 6 euro e consta di 144 pagine.
L’edizione mi sembra migliore (leggermente, ma comunque migliore) di altri
bonellidi, con bandelle e una qualità di carta e stampa più valide che altrove.
Non che questi disegni le meritassero – spero che Rossi Edrighi coi suoi
contatti eccellenti possa almeno rappresentare per La Rosa il viatico verso
altri lidi.
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La copertina di Sara Spano c'entra assai poco col contenuto, ma almeno è bella. |
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