lunedì 19 gennaio 2015

Kobane calling



Colta al balzo la dritta di Chemako oggi ho preso l’ultimo Internazionale e mi sono divorato la storia di Zerocalcare. Sul suo blog lo aveva scritto per scherzo (credo) ma in effetti non ha confezionato un vero e proprio reportage. Per fortuna, ché il graphic journalism mi è indigesto.
In Kobane calling non mancano certo testimonianze dirette, informazioni di prima mano e considerazioni su quanto vissuto, ma per almeno un terzo è più che altro il racconto di come Zerocalcare si sia preparato al viaggio oltre alle sue consuete divagazioni intrise di paranoie. Il che va benissimo, visto che le scenette sulle conseguenze del couscous scambiato per riso e sulla dipendenza da chai fanno pisciare addosso dal ridere.
Forse c’è un eccesso di sentimentalismo, e la trovata del cuore era già stata usata qui, ma sicuramente vale l’acquisto; non solo come intrattenimento ma anche per avere un’infarinatura su quello che sta succedendo a Kobane.
Il caso vuole che questo numero di Internazionale ospiti anche una tavola di Joe Sacco, che solitamente trovo tremendo per quel discorso sul graphic journalism ma che qui è riuscito a fare delle considerazioni non banali e a porre sotto i riflettori degli aspetti poco conosciuti della vicenda di Charlie Hebdo. Quasi meglio lui di Zerocalcare, che però inevitabilmente vince 42 a 1.

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