sabato 10 gennaio 2015

Historica 27 - Isabella: La Lupa di Francia



Secondo volume della collana Historica dedicato alle “Regine di Sangue” della Delcourt. Come nel caso del precedente Eleonora anche qui il progetto verte più sulla ricostruzione storica che sull’affabulazione narrativa, finendo per diventare più simile a un’opera divulgativa che di intrattenimento. Il che probabilmente è proprio quello che si sono prefissati gli autori, garantendo (immagino) il nome della protagonista un minimo garantito di venduto presso il pubblico francese, colto e nazionalista.
Isabella, figlia di Filippo IV di Francia e sposa di Edoardo II d’Inghilterra, non conduce una vita felice pur essendo regina. Usata dagli uomini come merce di scambio e pedina nei loro giochi di potere, vive oltretutto una desolante vita coniugale col marito che preferisce la compagnia maschile ma che ha bisogno di un grembo per assicurarsi una discendenza e quindi il mantenimento del potere. Assistiamo così alla scena più torbida, per quanto non esplicita, che probabilmente mai vedremo su Historica.
Fattasi scaltra e calcolatrice a sua volta, Isabella intraprenderà un meticoloso percorso di vendetta (in cui, ironicamente, tratterà il figlio Edoardo III come il burattino che fu lei) che i coniugi Gloris, sceneggiatori del volume, suggeriscono essere addirittura alla base della Guerra dei Cent’Anni!
Nonostante inizi col botto (il rogo di Jacques de Molay, nientemeno) Isabella come detto sopra si uniforma allo stile più espositivo che narrativo di certo fumetto storico, inanellando sequenze frammentarie legate da didascalie – per quel che vale, un tratto di modernità viene dato dai pensieri di Isabella riportati in didascalie gialle. Poco importa che a differenza di Eleonora questa breve saga si concluda nei due soli volumi qui raccolti, col risultato di dover coprire circa 15 anni di storia in un centinaio di pagine: il ritmo della narrazione non diventa per questo più frenetico o serrato. (per mia fortuna c’è l’introduzione di Sergio Brancato che, oltre a fare delle interessanti considerazioni storiografiche, mi ha permesso di raccapezzarmi tra i vari Edoardi e Filippi)
Va segnalato però come la sequenza dell’avvelenamento sia condotta in maniera egregia, così come anche il colpo di scena finale riesca a dare uno scossone alla storia prima della sua conclusione.
Ai disegni Jaime Calderón svolge un lavoro eccellente. Realistico, espressivo, maniacale nella rappresentazione di edifici, divise e animali, si pone forse (FORSE) addirittura un gradino sopra a Carlos Gomez. Di sicuro Calderón ha beneficiato di una colorazione, a opera di Johann Corgié, molto più valida e integrata con il suo stile di quanto sia successo a Gomez con Eleonora.
A completare la foliazione del volume finora più smilzo di Historica ci sono alcuni splendidi bozzetti a matita di Calderón.

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