domenica 27 dicembre 2015

Historica 38 - Roma 1: La Nascita della Città Eterna

E finalmente sono riuscito a procurarmelo.
Questo trentottesimo numero di Historica è un po’ particolare. Anche se nemmeno Le Torri di Bois-Maury e Le Sette Vite dello Sparviero hanno evitato derive soprannaturali, qui più che nell’ambito della Storia siamo in quello del Mito, come giustamente rileva anche Sergio Brancato nell’introduzione.
Roma si inserisce nel filone delle serie francesi dalla struttura più moderna come Voyageur, Il Decalogo e (rimanendo a Convard) Il Triangolo Segreto: saghe complesse pensate per avvincere il lettore anche proponendogli un ritmo serrato di uscita (quasi una serialità) molto raro per il mercato franco-belga, così come risulta anomalo per quel mercato il ricorso a disegnatori diversi per la stessa serie, scelta obbligata per rispettare i tempi di consegna.
Se ho ben capito, nei suoi previsti 13 tomi Roma tratterà della storia della Città Eterna ripercorrendo alcuni punti cruciali della sua storia, ma da un punto di vista originale e fantasioso: in pratica la fondazione stessa di Roma altro non sarebbe che un piano ordito dagli Dèi (fino all’ultimo ho sperato che fossero extraterrestri) per punire i troiani Leonidas e Aquilon per aver abusato della dea Ker incarnatasi per sperimentare il mondo degli umani fingendosi la bella pulzella che era ben lungi dall’essere nella sua forma reale.
Così i due e tutta la loro discendenza saranno per sempre legati al Palladio, una statua la cui testa deve rimanere bendata perché chi vi pone lo sguardo e non sia una vergine rimane accecato dal potere dell’artefatto. Quindi ogni generazione dei discendenti di Leonidas e Aquilon deve produrre una bambina magica che non invecchierà e che da vergine provvederà a custodire e lustrare il Palladio, proprio come le due avatar che sedussero i due archetipi originali per creare le prime sacerdotesse vergini (poco importa che poi conoscano i piaceri della carne, tanto recuperano la verginità magicamente). Se la dea Ker non dovesse essere blandita a dovere, scatenerà l’apocalisse su Roma.
Il primo episodio, La Maledizione, è praticamente solo una lunga introduzione che riprende tra le altre cose l’Eneide di Virgilio mentre nel secondo, Vincere o morire, è di scena Furio Leonio, discendente di Leonidas, che pur di liberarsi del Palladio tradisce Roma e la consegna al cartaginese Annibale. L’intervento di sua figlia Elena, che farà tornare in vita l’amato Marco Aquilia grazie all’intercessione di Ker, manderà all’aria i suoi piani.
Tantissimi gli autori citati in copertina: se ho ben capito l’ideazione si deve a Gilles Chaillet, figura importante della BéDé anche se meno famoso di tanti altri autori (credo sia noto principalmente come disegnatore, anche se ha fatto varie cose e francamente trovo fosse meglio come sceneggiatore), che essendo morto nel 2011 ha lasciato il progetto nelle sapienti mani del bravo Didier Convard, già uso a format del genere (vedi Il Triangolo Segreto e i suoi interminabili spin off), con cui aveva collaborato anche in Vinci. Convard deve fare solo da coordinatore visto che i testi di questi due primi episodi sono attribuiti a Éric Adam e Pierre Boisserie.
Molto buono il comparto grafico. La Maledizione è disegnato da Régis Penet: accanto a delle immagini molto curate ed efficaci basate evidentemente su fotografie presenta dei disegni poco più che abbozzati e delle figure obiettivamente sbilenche, eppure è incredibile come nell’economia della tavola tutto funzioni alla perfezione e abbia una sua armonia.
L’italiano Luca Erbetta, disegnatore di Vincere o morire, ha invece uno stile più classico ed equilibrato, di stampo piacevolmente realistico (anatomie corrette, personaggi espressivi e dinamici, sfondi curati, ottima inchiostrazione) a cui si perdonano facilmente le rare derive caricaturali necessarie per caratterizzare meglio alcuni personaggi.
Credo comunque che molta della suggestione di queste tavole sia dovuta anche alla qualità dei colori (Nicolas Bastide ha colorato le tavole di Penet, Gaétan Georges quelle di Erbetta). Peccato che il lettering, con quei balloon squadrati e poco aggraziati, stoni nella sua artificialità col resto.

1 commento:

  1. Ma quante cose si imparano da te, quante meraviglie ci apri con le tue ricerche..
    Grazie Luca, grazie come sempre, la mia ignoranza è un po' meno mortificata ora...
    Bacio serale!

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