Episodio un po’ anomalo per Il Morto. Peg continua la ricerca della
sua vera identità in un paese asserragliato dalle nebbie del Po, ma ad avere
maggiormente le luci dei riflettori puntate addosso sono le due tremende
vecchiette di casa Gosi, in una vicenda a metà strada tra Arsenico e vecchi merletti e La
Casa dalle finestre che ridono.
Piergiorgio Stella sembra essere
sulla buona strada e finalmente parrebbe che si stia facendo luce sul suo
passato. Ma con un colpo di scena ben impostato e assai cattivello Ruvo
Giovacca infrange le speranze di Peg e quelle del lettore! Nel frattempo un
criminale si è rifatto fare il volto da un medico radiato dall’albo e, braccato
dai carabinieri, torna proprio a casa Gosi, da quelle che si scoprono essere le
sue zie, impegnate dal canto loro a “sistemare” il padre del pretendente alla
mano della nipote Bianca, che evidentemente aveva visto giusto nel ritenerle
affette da turbe psichiche.
La storia è molto suggestiva e
appassionante, l’unico momento che mi ha lasciato un po’ perplesso è quando il
super-soldato Peg le prende con eccessiva facilità da un trio di malviventi non
proprio bene in arnese; ma d’altra parte quella sequenza è funzionale
all’ingresso sulla scena del Morto, quindi ben venga.
Il vero, unico, difetto di Cose strane in casa Gosi è che la storia
non si conclude qui ma si tratta della prima parte di una trama che si
svilupperà nel prossimo numero. Imbastire una continuity abbastanza stretta è senz’altro una cosa buona, ma già
quella si perde nell’attesa tra un numero e l’altro, figuriamoci tra due o tre
mesi (se va bene) cosa mi ricorderò di questo episodio!
Ai disegni c’è la consolidata
coppia Conforti-Codina, autori di scene veramente molto riuscite, a volte
semplicemente perfette per dinamismo, gestione della profondità e scansione
delle vignette. Chiaramente anche lo Studio Telloli avrà avuto il suo peso
nell’elaborazione degli effetti con cui è stata resa la nebbia e nella
creazione della planimetria degli edifici e degli sfondi.
In appendice stavolta ci sono ben
due storie brevi, entrambe di ottima qualità: la prima (Incontro di Giovacca e Paolo Telloli) subisce evidentemente
l’influsso di Moëbius, con un finale a sorpresa tipico dei fumetti di Lanciostory. La seconda (Rapina alla Banca: sempre Telloli ai pennelli
ma stavolta ai testi c’è Roberto Anghinoni) è una divertente gag in due pagine
disegnata splendidamente. Le date di realizzazione di queste due storie,
rispettivamente 1980 e 1982, confermano quali fossero il contesto culturale e
gli influssi con cui vennero concepite. Peccato che una scansione non ottimale,
più ancora del formato pocket, non renda giustizia all’ottimo lavoro di
Telloli.
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