L’ultimo numero di Linus ha come filo conduttore i migranti
e, per estensione, i problemi delle minoranze. Più che altro, dato lo scarso
rilievo che effettivamente riveste l’argomento, si ha più che altro
l’impressione che si tratti di una scusa per giustificare la ristampa di un
vecchio Muñoz-Sampayo
come storia lunga in appendice, e per presentare due pagine di Peanuts (con le strisce in cui compare
il nero Franklin) avulse dalla riproposta cronologica, che comunque continua
nelle tre pagine successive.
Questo numero non si presentava
insomma nel migliore dei modi, eppure l’ho comprato e gradito. Peanuts e Calvin & Hobbes sono sempre un piacere, decisamente meno Barnaby che ho saltato direttamente.
Alcuni autori hanno rifatto capolino sulle pagine della testata: Jopo de Pojo di Swaarte è presente con
una storia “lunga” (addirittura 8 tavole contro le 4 paginette solitamente
riservate cadauno ai fumetti) che a ben guardare è un’accozzaglia di luoghi
comuni e situazioni stereotipate, ma che mi ha fatto scompisciare dalle risate.
Toffolo riprende Il cammino della Cumbia
e anche se occasionalmente mi è sembrato che il suo disegno fosse un po’ più
scarno del solito è stato piacevole leggerlo nuovamente e riannodare i fili
della trama intravisti finora. Continua Phil
Perfect di Clerc con una biografia originale e divertentissima e torna il Merendino di Lorenzo Mò. Delimitata da
una cornice di due “one-pager”, la storia principale del cagnolino astronauta è
basata su un meccanismo molto semplice e quasi infantile, ma anche qui ci si
rotola dal ridere.
Continua anche Little Nemo in Slumberland, che
probabilmente trarrebbe beneficio da un formato più grande; tornano I Quaderni di Esther di Sattouf, che
stavolta mi sono sembrati più interessanti del solito, e continua anche l’Underworld di Kaz, anche stavolta di
interpretazione non scontata e sospeso tra la stoccata efficace e la minchiata
estemporanea, come emerge anche dall’intervista che introduce le sue 4 pagine.
Con Kaz sono ben tre Fumettisti d’Invenzione in due numeri di Linus (quattro a volerci inserire anche
la prima pagina di Merendino): niente
male.
Buoni anche i fumetti non
seriali. Di Mattotti viene presentata una selezione di schizzi e disegni
accompagnati da un commento testuale che li rende simili a vignette umoristiche
con un contenuto a volte esistenziale. La Preghiera
di Caino “fumettata” da Laura Perez Vernetti è un’interpretazione della
poesia omonima di José Luis Piquero. Appena letta questa cosa nell’editoriale
di Igort mi è venuta la pelle d’oca, invece devo dire che l’operazione è
riuscita visto che il testo è molto evocativo e la scansione delle vignette è
molto ragionata ed efficace. Peccato che la stampa non sia ottimale. Habanera è un racconto noir molto ben confezionato in cui
vengono riassunti in sei tavole i momenti salienti della vita di un uomo
transfuga da Cuba da bambino e che a Cuba ritornerà. I testi sono firmati
Norbescu, i disegni a opera del bravo Andreas Bananos Mimosa che ricorda
Carpinteri. Peccato che l’evidente ricorso a tecniche digitali spezzi un po’ la
magia del disegno.
Ma peccato soprattutto per Pepe l’architetto, quelle 26-pagine-26
alla fine della rivista che, per quanto ottime, ho già in chissà quante altre
versioni – e stampate meglio.
La parte scritta è come al solito
di livello buono od ottimo. Per alcune rubriche (Zeitgeist, Cronache dal mondo
sommerso) un’unica pagina mi sembra uno spazio troppo costretto e resto
sempre con la voglia di leggerne ancora, ma d’altro canto il numero delle
pagine disponibili è quello che è. Tra gli interventi letterari si segnala
particolarmente Allora, chi vuole
soffiare? scritto da Piergiorgio Paterlini e accompagnato dalle tavole di
Marco Galli: praticamente unico elemento coerente con il tema dichiarato di
questo numero, affronta l’argomento in modo originale e battagliero.
In definitiva, anche se è molto
meglio una ristampa di Muñoz-Sampayo
piuttosto che un manga, spero vivamente che nel prossimo numero non ci sia
un’altra sorpresa del genere.
Immagino rientri nella solita tattica promozionale, l'inserimento della storia di Munoz e Sampayo, visto che a ottobre uscirà una ristampa integrale in grande formato di Alack Sinner per i tipi di Oblomov.
RispondiEliminaLa storia però è una di quelle del ciclo del Bar.
EliminaRistampano Alack Sinner dopo Hazard e Cosmo? Buona fortuna.
Non è della Hazard, ma della Nuages, interrottasi al 5o (di 8) volume ormai da parecchio.
EliminaQuesta della Oblomov sarà la prima edizione integrale-integrale di Alack in grande formato, quindi. La mia speranza segreta è che recuperino il lettering di Munoz e i testi originali: quasi tutte le ristampe successive a quelle della Milano Libri sì basano sull'edizione francese della Casterman (leggermente edulcolorata), e non sugli originali apparsi su alter.
Infatti confrontando i volumetti Cosmo con le storie apparse su Corto Maltese (alcune erano a colori, tra l'altro) avevo notato i testi diversi.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaÈ proprio così. Almeno le storie di alter Sampayo le scriveva direttamente in italiano (i due abitavano in Italia, all'epoca), e le letterava di suo pugno Munoz. Tutte le ristampe successive, eccettuate quelle fatte direttamente dalla Milano Libri (il volume "Alack Sinner così com'era", per esempio) sono *traduzioni* dell'edizione francese della Casterman, invece. Edizione francese che si prende discrete libertà, a tratti.
EliminaEsiste una sola storia a colori di Alack, che io sappia, e cioè Norteamericano(s), apparsa effettivamente su Corto Maltese. Colorata dallo stesso Munoz, ma mai più riproposta in seguito in quella veste.
Sarebbe una bella chicca se la Oblomov recuperasse la versione originale.
Nutro una certa fiducia visto che Igort è uno che a certe cose ci tiene, e visto che ha organizzato tutto con la complicità di Munoz stesso (portato in giro quest'anno per varie fiere, tra l'altro).
Era quella che ricordavo anch'io, ma sicuro che non ce ne sia anche un'altra?
Eliminahttp://lucalorenzon.blogspot.com/2017/03/non-ho-potuto-esimermi-e-ho-scoperto.html
Mi sembra che sia l'unica.
EliminaHo letto l'articolo, in cui avanzi dubbi circa la paternità di Munoz dei colori, e ti confermo che almeno per quel che ne so sono proprio suoi.
in effetti era un dubbio estemporaneo.
EliminaLa ristampa della Oblomov sarà in due volumi, comunque. Il primo uscirà a fine ottobre.
EliminaPer sapere se recupereranno Norteamericano(s) a colori dovremo attendere il secondo, visto che la foliazione non permettere di includerla già in questo primo tomo.
E in due soli volumi ci starà TUTTO Alack Sinner? Forse il secondo sarà un po' più grosso, o forse sono io a immaginare la serie più corposa di quello che è. Però mi pare che almeno un paio di volumetti Cosmo superassero le 200 pagine.
EliminaSì. La stessa edizione della Casterman e anche quella americana della IDW sono in due volumi. L'edizione spagnola di Ediciones Salamandra addirittura le ristampa tutte in un unico.
EliminaLe storie di Alack contano d'altronde "solo" 800 tavole circa in totale.
i conti tornano, allora.
EliminaSono tante, le storie (18), ma la maggior parte non si sviluppa su molte pagine.
Eliminaper storie intendi gli archi narrativi, giusto? Perché le prime avevano la durata standard delle 12+ pagine, ma poi si sviluppavano anche in episodi che contavano tre puntate di fila su Alter fino a quota 40 pagine o giù di lì. E c'era il caso di Nicaragua che in pratica uscì in volume mezzo inedito, ed era bello lungo. Anche per questo pensavo che tutta la saga contasse più di 800 tavole circa totali.
EliminaPepe l'architetto è la prima storia della serie Nel bar e fu pubblicata su AlterLinus da ottobre a dicembre 1978, poi nei vari volumi di ristame integrali.
RispondiEliminaDi Alack Sinner da Oblomov è annunciato il primo volume cartonato di 400 pagine cm 21,5 x 30 a 28 Euro.
Quindi essendoci già una edizione regolare (la Hazard, anche se al momento mi sembra incompleta) e una economica (la Cosmo) loro ne fanno una integrale con volumi molto corposi. Potrebbe essere una buona strategia, in effetti. Anche perché 28 euro per un cartonato di 400 pagine non sono tanti.
EliminaNo, è davvero una cifra onesta.
EliminaCurioso, visto che in genere la Oblomov ha invece prezzi niente male.
http://www.slumberland.it/contenuto.php?id=84
RispondiEliminaLa cover è bellissima. E' l'unico modo in cui concepisco si possa colorare Munoz, se proprio proprio. Faccio fatica a leggere Sinner - l'ultima volta è stato con Storie Private e la figlia di Alack accusata di aver ucciso un tale che continua a dire di non negare di averlo fatto in una eco al mio orecchio di Bartleby lo scrivano - perché ormai non sopporto fumetti più drammatici del Radioactive Man dei Simpson, ma mi basta pensare a Rocky Rude scritto da Maramotti e disegnato da Munoz e Loustal - anche a colori come la cover di Linus - ed il mondo improvvisamente mi sembra un posto migliore in cui perdersi.
RispondiEliminalo stile di colorazione è lo stesso adottato da diversi numeri di Alter anni '70 e '80 per Munoz, stavo per scriverlo e invece lo scrivo qui.
EliminaMunoz a colori è un bel vedere come potrai constatare dai commenti precedenti.
Da metà della terza riga ammetto che non ti ho seguito più, spero vorrai perdonarmi.
No problem. A volte rileggo cose che ho scritto solo cinque minuti prima e comincio a credere di dividere il corpo con altre personalità che dovrei sfrattare.
RispondiEliminaCome sei comprensivo, Graziano.
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