venerdì 17 settembre 2021

Tex Stella d'Oro 33: Snakeman

Dopo un flashback che ci mostra un interludio tra il giovane Tex e Lilyth e il concepimento di Kit Willer, l’avventura inizia con la chiamata del protagonista presso lo sciamano Nuvola Rossa, che ha intuito una minaccia incombente sul popolo navajo. Una visione mostra un’aquila che lotta contro un serpente; Tex e Tiger Jack vengono indirizzati verso l’Alta Sierra, dove hanno modo di vedere la barbarie che sta perpetrando il popolo degli Utes: uomini trucidati dopo lunghe torture e donne e bambini rapiti per essere venduti o sacrificati. Qui hanno modo di scoprire che a guidare i predoni è un altro sciamano che sfida Tex, confermando quindi la visione. Ma Tex sparisce a pagina 15, apparentemente inghiottito da una frana, per ricomparire solo nel gran finale!

La trama segue quindi le indagini di Tiger Jack alla ricerca di questo sciamano malvagio, mentre Kit Willer prepara le difese del villaggio navajo e apprende la storia dello “Snakeman”, che in effetti ha tutte le ragioni per odiare i Navajos. Alla fine, come abbondantemente anticipato da copertina e quarta di copertina, interverrà il redivivo Tex nella sua identità di “Uomo della Morte”, giacché era stato vaticinato allo Snakeman che nessuna creatura vivente avrebbe potuto ucciderlo. Come ricordato da Davide Bonelli nell’introduzione, questo travestimento risale ancora al numero 41 di Tex Gigante.

Ovviamente la parte del leone in questo volume la fanno i disegni (e soprattutto i colori) di Enrique Breccia, però anche la storia imbastita da Mauro Boselli è molto interessante e coinvolgente. Seguire più vicende parallele è ovviamente incalzante, e la cornice in cui idealmente è inserita la storia portante ha una sua eleganza. Il cattivo è stereotipato ma affascinante e i tocchi sovrannaturali aggiungono fascino alla vicenda, per quanto tutti razionalizzati.

L’arte dinamica e coloratissima di Enrique Breccia è molto più adatta a questi panorami assolati e a questi antri fantastici che non al cupo (o che tale avrebbe dovuto essere) Lovecraft che aveva realizzato anni fa per gli Stati Uniti. C’è però anche qualche ritorno allo stile “terreo” che aveva caratterizzato La Guerra della Pampa, forse memore delle incisioni di Posada. Non mancano nemmeno sequenze piuttosto violente, quasi splatter. A differenza del Texone, mi pare che Breccia abbia centrato molto di più il volto di Tex, soprattutto nelle ultime tavole.

2 commenti:

  1. "Dopo un flashback che ci mostra un interludio tra il giovane Tex e Lilyth e IL CONCEPIMENTO di Kit Willer" ... detta così sembra un po' inquietante. Va bene che tanti tabù sono caduti in casa Bonelli, ma insomma... quella notte tremarono i paletti del wigwam, perché Aquila della notte lo fa raramente ma quando lo fa...

    L'Uomo della morte risale sì al 1964, anno in cui escono anche Kriminal di Magnus e Bunker e Ogon Batto/Fantaman di Kata e Kazumine, sembrebbe perciò che il 1964 sia l'Anno del Teschio, ma se non ricordo male la storia di Tex era già uscita in formato a striscia anni prima quindi Bonelli 1 - Bunker 0.

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    1. Eh eh, spiritosone. Ovviamente non si "vede" nulla (o quasi) ma c'è un chiaro riferimento alla futura gravidanza di Lilyth, importante perché introduce un luogo rilevante per la storia e anche la cornice che racchiude l'episodio. Di più non posso dire per non rivelare troppo.

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