Nuovo appuntamento con l’universo geometrico ideato da Giuseppe Peruzzo (che fa pure una comparsata in quarta di copertina). Meno pagine, 72 invece di 96, ma la solita densità di contenuti, e stampato, come ci viene ricordato in gerenze, superando più di un “confine” nell’Unione Europea.
Lo StellanCione del titolo è un nuovo personaggio ma condivide la scena con altri volti noti. Vecchiaccio inacidito sospeso tra cinismo e inaspettati quanto rari slanci di generosità, è comunque lui il Cicerone di questo volumetto, o forse sarebbe meglio dire il Caronte vista la rassegna di tipologie caratteriali spesso di dubbia umanità e giustamente bersaglio di satira di costume – poi magari per qualcuno proclamare il proprio disprezzo per i social network sui social network stessi avrà anche senso.
Il meccanismo è quello collaudato: quattro vignette regolari per pagina che dialogano con il testo soprastante o sottostante a formare situazioni di senso compiuto. Protagonisti delle vignette (che poi sono regolari solo quando serve: vedi il virtuosismo di pagina 52) sono delle figure geometriche o loro parti o loro accessori. E a volte anche meno, come nel caso dei già visti TrattoAlto, TrattoMedio e TrattoBasso, semplici segmenti vincolati alla classe sociale determinata dalla loro posizione spaziale. Bastano la “luminosità” che cambia di vignetta in vignetta, un elemento in più o in meno dentro di loro, il posizionamento diverso dei personaggi e incredibilmente queste fulminanti sequenze acquistano dinamismo e i loro protagonisti, incredibile a dirsi, espressività. Se per MondoQuadro 1 mi era venuto spontaneo il parallelo con Bruno Munari, non escludo che Peruzzo conosca anche il lavoro di Gaetano Kanizsa.
In questo secondo volume si notano soprattutto IperCrito l’iper-critico e IperCrita l’iper-ipocrita, già intravisti a corredo della rubrica che Peruzzo teneva su Fumo di China. Non mancano anche stavolta riferimenti all’attualità, ma nel complesso l’ho trovato più divertente – che l’autore lo volesse o meno.
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