sabato 29 settembre 2012
giovedì 27 settembre 2012
Sorprese
La versione mensile di Watchmen
della RW Lion la prendo (in più copie) come investimento. Vista la tiratura
limitata sarà di sicuro il bastone della mia vecchiaia. E meno male che il mio
spirito è questo, perchè sennò ci sarebbe da incazzarsi. Questa è la copertina
con cui hanno pubblicato il primo numero di questa edizione «fedele all’originale»:
Cioè, se non vado errato, la copertina della versione inglese del trading
paperback, più rara di quella statunitense ma comunque non la vera copertina del primo comic book. Così
si perdono il senso e l’effetto del progetto grafico originale secondo cui le “copertine”
dei comic book erano in realtà le prime vignette dei singoli capitoli.
Azzardando la lettura incappo in qualcosa che mi era sfuggito all’epoca del
primo approccio con Watchmen. E non
ricordo nemmeno di averlo notato nelle letture successive:
Sarà sicuramente l’ennesimo, raffinato gioco di parole di Moore! Il “vuoto”
Edward, forse a indicare la sua bassezza morale o forse per citare qualche
romanzo o film sconosciuto al pubblico italiano e di impossibile traducibilità.
Ma potrebbe anche stare per il “vacuo” Edward, chissà, con Moore non si sa mai.
Magari fa parte di una qualche formula magica sparsa per il volume. Però proprio
non mi ricordavo questo dettaglio. Sarà colpa della traduzione di Ranieri
Carano. Diamine, aveva pure tradotto «nato» al posto di «morto»!
Vado a controllare sul mio trading paperback originale:
Ecco, appunto, meno male che compro questa versione solo a scopi
speculativi.
mercoledì 26 settembre 2012
lunedì 24 settembre 2012
sabato 22 settembre 2012
The Garfield Show 2
Il secondo numero di The GarfieldShow non delude le aspettative. Artibal
e Merlino cominciano a prendere corpo
mentre trama e ambientazione di Oceania
continuano a essere nebulose. Dopo l’inizio piuttosto vago e insapore anche Game Over fa intravedere in quale
direzione si muoverà, e il gag di questo numero è pure originale e divertente.
Peccato che sia penalizzato (come Melusina)
da una qualità di stampa assai inferiore a quella del resto del giornale.
Cosa fondamentale, in questa seconda uscita non ci sono le rinumerazioni
che temevo ci sarebbero state: Oceania,
per dire, parte da quella che è la tavola 8 e nè Le Elfe nè Artibal
subiscono una numerazione coatta (non ne hanno una propria). Di firme degli
autori a dire il vero non ne ho viste molte, anzi nessuna, ma per una volta
diamo fiducia all’Eura/Aurea. Sicuramente continuerò ad acquistare The Garfield Show finchè si manterrà su
questi livelli. E chiaramente se riuscirà a imporsi in edicola: mi pare che
questa copertina sia un po’ troppo simile a quella del primo numero e potrebbe
rischiare di passare inosservata.
giovedì 20 settembre 2012
Sorprese
Che Gianni De Luca fosse un genio non è una grande scoperta. Ma per quanto
possa sembrare impensabile, di grandi scoperte la sua opera ne riserva sempre a
ogni lettura. L’altro giorno ho acquistato un suo (e di Nizzi) fumetto per me
sconosciuto: Il Diario di Gian Burrasca.
Sin dalle prime pagine ho trovato semplicemente sublime come De Luca sapesse
declinare la grammatica e le regole del fumetto in modi sperimentali ma per
nulla leziosi (anzi estremamente narrativi), e soprattutto come sapesse piegare
le esigenze e le convenzioni del fumetto al suo personale modo di raccontare
per immagini.
Ci troviamo di fronte a un (raro?) De Luca dal tratto umoristico, che
dipinge i suoi personaggi con nasi e mani enormi e che taglia i vestiti come se
le scarpe fossero la loro naturale continuazione.
L’unità minima significante del fumetto, la vignetta, viene gestita in
maniera superba. I bordi in alto e in basso, e talvolta anche quelli laterali,
diventano con grande naturalezza dei contorni vitruviani a cui i personaggi,
quasi fossero consapevoli della loro esistenza, si appoggiano e usano come
proscenio.
L’utilizzo di linee rette parallele ai contorni delle vignette è un altro
strumento usato con maestria da De Luca e per quanto possa sembrare strano
persino il suo lettering così personale e invasivo (i balloon geometrici e non
tondi, con quei grossi filatteri spezzati come folgori) diventa occasionalmente
un elemento quasi diegetico, un pezzo di scenografia non solo decorativo con
cui i personaggi interagiscono.
Ciò detto, è strabiliante la quantità di informazioni che De Luca riesce a
inserire in ogni vignetta pur mantenendo sempre una sobria ed elegante sintesi.
L’apoteosi di questa capacità si ha nella vignetta immediatamente
successiva allo scatto della fotografia nel primo episodio: con pochi tratteggi
viene delineato nello sfondo l’ambiente altoborghese in cui è ambientata la
storia, la postura del padre ci dice quanto sia tronfio e gli sguardi delle
sorelle quanto siano vanesie. Ma soprattutto possiamo ammirare come Gian
Burrasca (unico elemento mobile di un quadretto basato tutto sulla fissità
delle figure) anticipi con il semplice movimento del cappello e il sorrisino
appena visibile la burla della pagina successiva.
In quella singola vignetta abbiamo l’applicazione concreta di due delle
tecniche che De Luca padroneggiava alla perfezione, l’uso del recadrage e
l’accumulo di piani prospettici diversi. I contorni molto marcati di alcune
figure servono appunto a creare la profondità voluta e a guidare il lettore
nella direzione voluta dal disegnatore.
Questa edizione della Black Velvet mi sembra ottima. L’assenza del colore,
per quanto diminuisca un po’ l’effetto del gag degli animali dipinti, permette
di gustarsi ancora di più il tratto di De Luca. Parliamo inoltre di ben 88
pagine (a integrazione del fumetto, un testo su Vamba di Gorla e Rossi) su
carta ad alta grammatura e di un volume cartonato, il tutto per soli 11,90€.
Veramente notevole inoltre la cura grafica, per cui sui risguardi abbiamo una
pinacoteca di ritratti dei personaggi che compaiono nella storia, un tocco di
classe (sono diversi l’uno dall’altro) che dona una piacevole sensazione à la Tintin.
Cosa fondamentale, la qualità di stampa è praticamente ineccepibile. Solo
rarissimamente qualcuno dei tratteggi più fini degli sfondi o delle giacche si
confonde nel tremolio o nell’accozzaglia di puntini a cui altre (troppe)
pubblicazioni ci hanno abituato in questi ultimi anni, ma bisogna veramente
aguzzare la vista per notare questi difetti che comunque sono limitati a quelle
poche tavole di cui, immagino, non era possibile partire dagli originali per la
stampa. Altro che gli scempi che vediamo quotidianamente...
martedì 18 settembre 2012
Fumettisti d'invenzione! - 48
Mi permetto di
integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con
altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le
categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento
del testo originale.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag.
61)
PRIMO
(Italia 2011, ©
Rizzo-Bonaccorso, satira)
Marco Rizzo (T), Lelio Buonaccorso (D)
A fronte dei
ripetuti fallimenti dell’E.P.R.A. (Ente per il Perfezionamento della Razza),
nel 1938 il tenente dell’aviazione Primo Cossi viene selezionato come cavia per
il progetto Vitruvio che ne farà un superuomo. Ma i piani non vanno come
previsto: Primo non combatte durante la seconda guerra mondiale ma viene
“attivato” solo nel 1969 da poteri occulti di estrema destra.
Come appendice al
fumetto il volume della BD offre una gustosa sezione in cui viene presentato e
intervistato il presunto creatore della versione a fumetti di Primo: Aldo
Achille Certozzi, disegnatore che mosse i primi passi nientemeno che sul Corriere dei Piccoli e che conobbe
alterne fortune. È probabile che anche suo cugino Attilio (citato
nell’intervista e presente nelle prime pagine del fumetto) fosse un fumettista
d’invenzione visto che le vediamo impegnato alla tavola da disegno.
Pseudofumetti: sulla rivista
d’invenzione Il Glorioso oltre a Primo venivano ospitati anche Il Balilla ed Eracle. Chiusa questa esperienza, di Primo Certozzi realizza una serie di 34 albi a striscia per la casa
editrice Giammatteo Editore e il personaggio viene poi ripreso contro la
volontà di Certozzi per farne una versione “nera” sulla scia di Diabolik: Primo Assassino – Più nero del nero.
Nel 1991 viene prodotto
un albetto ciclostilato di 16 pagine dal Circolo Fascista Nerone di Cesena
tirato in soli 100 esemplari che riprende il personaggio di Primo. Nonostante
la scarsa qualità lamentata da Certozzi (severo persino con gli stessi Rizzo e
Bonaccorso), quel prodotto dovrebbe aver avuto un seguito visto che viene
definito «serie» e il suo sceneggiatore Roberto Anselmini avrà una sfolgorante
carriera politica!
CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI
SERIALI (pag. 28)
THE SPIRIT (SPIRIT)
(Stati Uniti 1940, Synd., © The Register and Tribune, Will Eisner,
poliziesco)
Will Eisner
A integrazione di
quanto riportato da Alfredo Castelli a pag. 50 aggiungo:
No Spirit Story Today (Oggi niente fumetto di Spirit) in The Spirit Comic Book Section (8 giugno
1947). Will Eisner [collaborazione agli inchiostri di Jerry Grandenetti]
Spirit e compagni
indagano sulla sparizione di Will Eisner, che apparentemente è stato fatto
fuori da un criminale che egli stesso ha inventato per vendicarsi, almeno in
effige, delle angherie di un ragazzino.
Eisner omaggia i
suoi colleghi Milton Caniff e Al Capp citando i fumettisti d’invenzione Milton
Braniff e Al Slapp, autori rispettivamente di Steve Gulch e Li’l Adam.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)
FROM HELL (IDEM)
(Stati Uniti 1991,
in Taboo, © Moore/Campbell,
docufiction)
Alan Moore (T), Eddie Campbell (D)
La ricostruzione
documentatissima della vita e delle “opere” di Jack lo Squartatore.
From Hell: The Dance of the Gull-catchers (1998). Alan Moore (T), Eddie Campbell (D)
Numero fuori serie
apparso nel 1998 (la serie di 14 atti più prologo ed epilogo si era conclusa
nel 1996) presente nelle raccolte successive di From Hell. Alan Moore parla del suo metodo di lavoro e delle
suggestioni che lo hanno spinto a scegliere proprio questo argomento per il suo
fumetto (con qualche comparsata di Eddie Campbell, ovviamente).
[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)
CHI E’ PAOLA LENSKI, E CHE VUOLE DA
IO?
(Italia 1989,
racconto in Frigidaire, Edizioni
Primo Carnera, grottesco)
Filippo Scozzari
Filippo Scozzari
alle prese con un’aspirante disegnatrice.
domenica 16 settembre 2012
sabato 15 settembre 2012
"Più"
Può darsi che qualche lettore di Lanciostory
e Skorpio si ricordi dell’esperimento
che i due settimanali fecero una decina di anni fa: allegare gli integrali di Martin Hel su Skorpio e di Trapassati Inc.
su Lanciostory. Fascicoletti dalle
stesse dimensioni delle riviste e dalla agile foliazione di 64 pagine,
perfettamente funzionale per lo spin-off/prequel di John Doe, che basandosi su una struttura di archi narrativi da due
episodi di 15 tavole l’uno conteneva due storie complete. Un pochino meno
pratico per Martin Hel che sfruttando
praticamente sempre una struttura di 3 episodi di 12 tavole l’uno poteva essere
presente con un ciclo e due terzi. Ma poco importava, era pur sempre un
omaggio, qualcosa in più che veniva dato al lettore.
Tanta generosità aveva anche un risvolto pratico per l’Eura: simulando di
allegare come promozione una rivista che sarebe costata 1,50€, poteva
continuare ad accampare diritti sul marchio «Cybersix», registrato presso il
registro delle testate italiane e a rischio (secondo la legislazione
dell’epoca) di diventare di dominio pubblico dopo un anno senza utilizzo da
parte dell’editore.
L’invenzione degli «integrali» non era però un caso isolato e nemmeno una
novità. Andando indietro negli anni e nella storia dell’Eura ci si imbatte
anche nei resi di Amanda dati in
omaggio con i settimanali, così come qualche anno prima venivano addirittura
confezionati dei volumetti brossurati autonomi (non transitati prima per le
edicole) che raccoglievano serie come Cybersix,
Chiara di Notte, Spaghetti Bros. e persino Ivan
Piire.
Tanta munificenza si doveva ovviamente al periodo florido che l’Eura stava
vivendo (credo che il numero dei richiedenti dichiarati della copertina per l’inserto
omaggio di Gilgamesh sia superiore a
quello degli attuali lettori abituali di Skorpio,
spero di sbagliarmi) e l’iniziativa degli allegati-omaggio ebbe inizio a
cavallo degli anni ’80 e ’90 probabilmente anche a seguito della strategia di
invogliare il lettore potenziale all’acquisto di Lanciostory e Skorpio con
la promessa di materiale in omaggio.
Il primo fascicolo embrionale dei «Più» venne allegato a Skorpio 33 del 1989 e si intitolava,
riprendendo il nome di una paio di inserti tuttocolore, I Supermasters. La scaletta prevedeva infatti la ristampa di storie
disegnate da Enrique Breccia, Oswal, Rubio, Lalia, Sommer, Del Castillo,
Alcatena e Altuna. Il primo “vero” allegato Più
sarà il fascicolo dato in omaggio con Skorpio
6 del 1990 a cui seguirà qualche settimana dopo il primo Lanciostory Più, allegato al numero 11
del 1990. Da allora divenne un appuntamento piuttosto regolare che, alternato
tra i due settimanali, offriva ogni mese circa un bel po’ di fumetti inediti.
Evidentemente la lusinga di 72 pagine in omaggio dovette riscuotere un buon
successo, o almeno controbilanciare il fatto che solitamente le riviste
incellofanate vendono di meno rispetto a quelle “aperte” che il lettore
occasionale è libero di sfogliare per decidere se acquistarle o meno.
Quei primi allegati permisero di smaltire molto del materiale in eccesso
che l’Eura aveva già acquistato ma non si trattava assolutamente di materiale
di seconda scelta visto che comparivano spesso nomi prestigiosi: addirittura
Fernando Fernandez con fumetti precedentemente apparsi su Alter. Venne persino pubblicato un libero, già visto in Italia su Totem, di Rodolphe e Ferrandez, autori
francofoni all’epoca poco (anzi, per nulla) battuti dai settimanali. Persino le
copertine potevano vantare un livello identico a quello dei settimanali,
presentando firme prestigiose come quelle di Carnevale e Juan Gimenez.
Oltretutto, gli allegati Più
servirono anche a fare le prove generali per il passaggio dal lettering a
macchina a quello computerizzato (e inizialmente era fatto a mano).
Dal 1992, cogliendo l’occasione per fare un omaggio al disegnatore Arturo
Del Castillo deceduto da poco, gli allegati Più
divennero in sostanza delle monografie dedicate a vari disegnatori. Questo
metodo serviva ufficialmente all’Eura anche per ristampare quelle opere
richieste a gran voce dal pubblico ma che per lunghezza o ragioni di “scaletta”
non potevano trovare posto nei canonici volumi Euracomix (Peter Kampf lo
sapeva, Caatinga) oppure per
offrire anche ai lettori con meno possibilità di spesa l’occasione di leggere
organicamente alcuni fumetti già celebrati con il transito sui volumi della
collana Euracomix (Dracula l’Uomo).
La foliazione era di 72 pagine spillate, il formato quello dei settimanali
e la qualità di stampa generalmente assai scarsa, oltre al fatto che i “danni”
che l’Eura aveva fatto in origine al momento della prima pubblicazione delle
storie vennero ovviamente mantenuti (tavole rimontate, tratteggi dove c’era il
colore, censure). Questi allegati, però, oltre al fatto che costituivano
realmente un omaggio gratuito, avevano il pregio di costituire col tempo una
piccola biblioteca della storia dell’Eura e chi li ha conservati può rileggersi
alcune miniserie senza doversi andare a spulciare i singoli numeri di Lanciostory e Skorpio in cui furono pubblicate. Oltre al fatto che per arrivare a
concludere il menabò non solo veniva presentato anche un inserto con le striscie
di Beep Peep (di durata variabile a
seconda della lunghezza della serie pubblicata), ma anche qualche
interessantissimo recupero d’annata.
Con l’abitudine di offrire i ben più ricchi volumetti brossurati che ho
ricordato sopra gli inserti Più conobbero
un periodo di pausa prima di ritornare in pompa magna (materiale inedito, più
pagine e addirittura il colore) alla fine degli anni ’90.
Questo l’elenco dei numeri monografici:
Lanciostory Più 24/92, dedicato ad Arturo Del Castillo: contiene In quei mari lontani di Ricardo Barreiro
e il libero Il Vecchio Henry scritto
da Alberto Ongaro. 12 pagine di Beep Peep
in inserto. La miniserie non viene divisa in capitoli ma gli episodi sono
raccordati con apposite didascalie come succedeva per i primi Euracomix. Forse In quei mari lontani in origine aveva un’altra destinazione?
Skorpio Più
27/92, dedicato alla coppia Trillo-Mandrafina: Peter Kampf lo sapeva e tre delle loro Storie Mute: Il Macchinista,
Il Mago e Il Pompiere. Inserto di 8 pagine con le strisce di Beep Peep. Il primo e il secondo episodio di Peter Kampf sono fusi in un capitolo unico. Benché la qualità di
stampa sia scadente questa è l’unica raccolta organica che esiste in Italia del
capolavoro di Trillo e Mandrafina.
Lanciostory Più
36/92: Josh Logan di Grassi e Garcia
Seijas/Oswal e il libero Negro
disegnato da Ernesto Garcia Seijas ma di cui non viene riportato il nome dello
sceneggiatore. 4 pagine di inserto Beep
Peep.
Skorpio Più 39/92,
dedicato a Enrique Breccia: Pirati di
Walter Slavich e il libero Monty non
torna a casa disegnato sempre da Breccia ma di cui non viene riportato lo
sceneggiatore. 8 pagine di inserto Beep
Peep. Pirati è una delle tante
miniserie scritte da Slavich come prove generali della sua collaborazione con
Breccia. È comunque tra le migliori.
Skorpio Più 45/92: «Supplemento dedicato a Font». Da questo
numero infatti compare sulla copertina il nome del disegnatore a cui è dedicato
il fascicolo, dotando la serie di una nuova progettualità, o per meglio dire rendendola
manifesta. Comprende Yann Polynesia (chiaramente
in bianco e nero), il celebre libero Dio
lo vuole! che causò qualche imbarazzo tra Zerboni e Traini quando l’agenzia
che trattava i diritti di Font lo vendette in contemporanea a L’Eternauta e Comic Art, e 4 episodi della serie Carmen Bond (anche questi in bianco e nero), ribattezzata Storie, leggende, sogni dall’Eura che ne
eliminò i rimanenti 6 e censurò alcuni dettagli. L’ultima tavola viene
pubblicata poco elegantemente in terza di copertina. 8 pagine di inserto Beep Peep.
Lanciostory Più
6/93: dedicato ad Altuna, presenta Charlie
Moon (con una scaletta degli episodi differente rispetto a quanto visto
nella Collezione Horacio Altuna della Planeta DeAgostini), Il Filo scritto da Carlos Trillo e Pastori di cui Altuna è autore completo. All’inserto di Beep Peep sono dedicate solo 4 pagine.
La qualità di stampa è ingenerosa soprattutto con l’ultimo fumetto.
Skorpio Più
10/93: Rifiuti di Carlos Trillo e
Juan Gimenez nella versione in bianco e nero presentata su Lanciostory, dove venne presentata comunque come apocrifo «tuttocolore» senza gli spendidi colori originali.
In appendice il celebre libero Verdetto
logico per Roy Ely scritto da Emilio Balcarce. 8 pagine di Beep Peep.
Lanciostory Più
15/93: raccolta di Ulrick il Nero,
piacevolissima miniserie di Barreiro e Alcatena che comunque non costituisce il
pezzo forte della loro collaborazione. 4 pagine di inserto Beep Peep.
Skorpio Più
18/93: supplemento dedicato a due disegnatori: Enrique Breccia e Domingo
Mandrafina, di cui viene presentato il lavoro in comune (dopo Republiqueta) Il Ritorno di Spartaco. Non viene indicato il vero autore dei
testi, Ricardo Ferrari. In appendice due liberi scritti da Trillo: Il Padrone disegnato da Mandrafina e L’Esercito di Balin disegnato da
Breccia. 4 pagine di inserto Beep Peep.
Lanciostory Più
22/93: Talhi Tyler di Trillo ed
Ernesto Garcia Seijas e il libero Eccitante
Solitudine degli stessi autori con protagonista Flopi. All’inserto di Beep Peep sono dedicate 8 pagine.
Skorpio Più
25/93: Stronwsky di Trillo e Altuna,
con alcune tavole dell’ultimo episodio rimontate rispetto alla versione presentata
su L’Eternauta e nella Collezione
Horacio Altuna della Planeta DeAgostini. Con qualche censura nei testi. Ben 12
pagine di inserto Beep Peep.
Lanciostory Più
29/93: un grande recupero, la miniserie I
Professionisti presentata su Lanciostory
nel 1978! Si tratta di una bella storia di Jorge Moliterni, autore
ingiustamente poco noto in Italia. Purtroppo la qualità di stampa (verisimilmente
fatta a partire dai vecchi numeri di Lanciostory)
è molto scadente. 8 pagine di inserto Beep
Peep.
Skorpio Più
31/93: la fantastica miniserie Incubi
di Eduardo Mazzitelli ed Enrique Alcatena, una delle prime con cui entrambi si
fecero conoscere e apprezzare dal pubblico italiano, e il libero Kongo Rikishi attribuito al solo
Alcatena. L’ultima tavola del libero viene pubblicata in terza di copertina. 8
pagine di inserto Beep Peep.
Skorpio Più
36/93: Nielsen di Walter Slavich ed
Enrique Breccia e due delle Chimere
di Saccomanno ed Enrique Breccia (L’Indiana
e Cuore). All’inserto di Beep Peep sono riservate le canoniche 8
pagine.
Lanciostory Più
39/93: altro recupero d’annata: Samoa
Kent di Angel Fernandez (testi di Roger King non accreditato). Come nel
caso de I Professionisti di Moliterni
la scarsa qualità dei materiali di partenza rende la stampa particolarmente
brutta, in una collana che comunque non ha mai presentato degli ottimi esiti di
stampa. All’inserto Beep Peep sono
dedicate 12 pagine.
Lanciostory Più
43/93: Dracula l’Uomo di Wood e
Salinas. Ahi ahi. Non solo gli splendidi colori originali di Alberto Salinas
non vennero mantenuti (e questo è comprensibile) ma la qualità di stampa è
tremenda. Viene mantenuto l’errore fatto al momento della prima pubblicazione e
della successiva ristampa su Euracomix:
l’ultimo episodio è diviso in due capitoli distinti. In appendice La Leggenda di Gunnar il Vikingo,
disegnato da uno strepitoso Alberto Salinas (su testi di Robin Wood?) e
penalizzato pesantemente dalla pessima resa di stampa. All’epoca della sua
prima pubblicazione questo libero fece sperare in una serie perchè per errore
la redazione lo chiuse con l’indicazione «fine dell’episodio». 8 pagine di
inserto Beep Peep.
Skorpio Più 45/93: ben due miniserie (di breve durata,
ovviamente, per poter essere ospitate nell’allegato: solo 3 episodi l’una)
disegnate da Arturo Del Castillo. La prima è Manco Sloane scritta da Grassi, la seconda Amazzonia di Walter (ovvero Slavich). 8 pagine di inserto Beep Peep.
Lanciostory Più 1/98:
Dietro lo Specchio, miniserie fantasy
INEDITA realizzata da Ferro e Lito Fernandez. Il fatto che venne pubblicata
direttamente in allegato permise di gustarsela senza gli interventi che
all’epoca spadroneggiavano sui settimanali, principalmente i riassuntoni
mangia-pagina che a volte portavano addirittura all’eliminazione di alcune
vignette. Non venne nemmeno rinumerata. In appendice quattro pagine di «Eura
News» con la presentazione delle proposte di gennaio 1998 dell’Eura.
Lanciostory Più
18/98: Caatinga di Hermann. Questo
allegato ha una foliazione ridotta (48 pagine) ma presenta il fumetto di
Hermann INTERAMENTE A COLORI. Ora, è vero che la stampa lascia un po’ a
desiderare, che l’intervento dell’Eura si fa sentire (balloon ingranditi,
rinumerazione...) ma considerando che era gratuito questo fascicolo costituiva
tutto sommato una buona alternativa alla versione in volume cartonato che
Alessandro Editore aveva fatto di Caatinga
poco prima.
Skorpio Più 19/98:
I Fratelli della Filibusta di Wood eSalinas. Anche questo con una foliazione un po’ ridotta rispetto al solito (64
pagine contro le 72 degli anni precedenti) e anche questo a colori, ma
inspiegabilmente ricolorato rispetto ai colori originari di Salinas. Il
risultato è assai scadente anche perchè, forse proprio a causa dell’intervento
della ricolorazione al computer, la stampa è molto scadente. Oltretutto vengono
presentati solo 6 episodi della serie, con una didascalia che cerca di dare una
conclusione a quanto appena letto.
Lanciostory Più 2/99: raccolta integrale delle due belle storie
“alla francese” (46 tavole l’uno) de L’Impermeabile
di Philip Marlowe di Carlos Trillo e Armando Da Col. Una serie molto
interessante che grazie al segno sintetico di Da Col
risente un po’ meno della stampa non ottimale. Foliazione generosissima: ben 96
pagine.
Skorpio Più 2/99:
Diario di bordo di Ferrari e
Mandrafina/Macagno. Una storia molto bella per cui ancora una volta l’Eura
concesse generosamente ben 96 pagine. Curiosamente, la qualità di stampa è
molto buona.
Ignoro quanto valgano sul mercato dell’usato questi supplementi (qui
pare che li regalino, se disponibili, con il numero di Lanciostory o Skorpio di
cui erano allegati). Considerando che per molte delle miniserie presentate non
c’è altra possibilità per una lettura organica, e nemmeno per un facile
recupero, potrebbero comunque essere interessanti. Tanto più che molto del
materiale presentato era di livello altissimo.
giovedì 13 settembre 2012
Fumettisti d'invenzione! - 47
Mi permetto di
integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con
altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le
categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento
del testo originale.
CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS
(pag. 24)
FUMETTO EROTICO
(Argentina/Italia
1992, in Lanciostory, © Eura/Aurea,
commedia)
Un disegnatore di
fumetti erotici non se la passa bene nè a livello professionale nè a livello
personale. Una svolta inaspettata nella sua vita sembra porre fine alla sua
sfortuna ma lo catapulterà dalla padella alla brace.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
FUMETTI
BIOGRAFICI (pag. 63)
GRINGOS LOCOS
(Francia 2012, ©
Dupuis/Yann/Schwartz, biografico, umoristico)
Yann [Yann Lepennetier] (T),
Olivier Schwartz (D)
Cronaca
opportunamente romanzata del viaggio negli Stati Uniti che fecero tre colossi
del fumetto belga (Hergé, Jijé e Morris) con l’obiettivo di trovare lavoro
negli studios di Walt Disney.
Oltre ai tre
protagonisti si possono riconoscere altri fumettisti della scena francobelga.
CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS
(pag. 24)
[SENZA TITOLO]
(Belgio 1978, in Pétition – A la Recherche de Oesterheld et
de tant d’autres!, © Amnesty International, satira)
Yvan Delporte (T), André Franquin (D) [la distinzione
netta tra un autore dei disegni e uno dei testi potrebbe non essere corretta
visto il tipo di collaborazione che avevano Franquin e Delporte]
Un autore di
fumetti rivendica il suo diritto a concepire solamente storie d’intrattenimento
senza lasciarsi coinvolgere da argomenti politici che in fondo non lo
riguardano. Ma la violenza della realtà coinvolgerà anche lui.
Questo fumetto è
uno dei contributi di vari autori a un volume prodotto dalla sezione belga di
Amnesty International alla fine del 1985.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)
BEFORE WATCHMEN (IDEM)
(Stati Uniti 2012,
storia divisa in varie miniserie, © DC Comics, supereroi)
autori vari
Discusso prequel
del capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons.
Pseudofumetti: Tra le altre differenze rispetto al
canone che stanno infiammando i cultori, scopriamo in Nite Owl 1 e Minutemen 3 che delle gesta dei protagonisti
esistevano anche delle versioni a fumetti, in contrasto con quanto scritto
originariamente da Moore secondo cui l’arrivo nel mondo reale dei supereroi
avrebbe determinato la morte del genere supereroistico in favore dei comic book
di pirati.
Ma nemmeno questo
cambiamento è coerente: in Silk Spectre
2 e nello stesso Minutemen 3 compare
un esemplare di Brigitte the Buccaneer,
fumetto che si inserisce nel filone della exploitation piratesca.
lunedì 10 settembre 2012
BéDé Bonelli sì/BéDé Bonelli no
A quanto pare la GP Publishing non ha solo saltato il primo episodio di Jonathan Cartland ma si è pure presa la libertà di
accorciare alcune tavole di IAN e Lo Sparviero a seconda della necessità...
Non tutte, ma ogni tanto hanno pure fatto sparire la numerazione originale.
Comunque l’iniziativa della GP Publishing
deve aver avuto veramente un buon successo visto che stanno sfornando nuove
proposte una dietro l’altra. Non a tutti questo formato è piaciuto e anzi c’è
chi lo ha snobbato a prescindere. Fatte salve le mancanze che ho sottolieato in
apertura, secondo me bisognerebbe essere oltranzisti anche nell’oltranzismo. È
vero, gli albetti GP sono piuttosto pauperistici e costringono in un formato
improprio opere che sono nate per tutt’altro respiro e dimensione ma dobbiamo
considerare che in Italia il fumetto francobelga non è mai stato nè potrà mai
essere pubblicato come viene pubblicato in origine. Semplicemente, non si può.
Gli albi GP non hanno il colore? Bene, andate a sfogliarvi le vostre
collezioni Grandi Eroi, Albi Orient Express, Collana Metal e compagnia: fuori
registro... colori sbiaditi... risultati che impallidiscono davanti alle
edizioni francesi. Per anni i lettori italiani avranno pensato che i colori di Blueberry fossero quella roba annacquata
che hanno ammirato nella collana Eldorado.
D’accordo, i difetti non erano la norma e ci sono storicamente altri esempi
di resa cromatica dignitosa, ma se ripensiamo ai vecchi Albi Ardimento o
Classici Audacia senza farci ottenebrare dalla nostalgia si rifaranno vive le
alternanze vertiginose di formati, colorazioni, gli adattamenti ai testi e
quelle maledette pagine pubblicitarie che si mangiavano intere tavole di
fumetti.
I volumetti GP sono brossurati. Bene, senza aver esaminato alcun campione
determinante penso di poter dire con una certa sicurezza che almeno l’80% dei
volumi francobelgi pubblicati in Italia erano e continuano a essere brossurati,
pur con le poche eccezioni del caso. No, dico, gli Albi di Pilot per un periodo
erano pure SPILLATI (e avevano quella grafica di copertina tremenda). Anche
sulla qualità dell’eventuale cartonatura ci sarebbe poi da discutere: Grandi
Eroi Comic Art e volumi Nuova Frontiera (più recentemente anche gli
AureaMaster) nominalmente lo erano ma la costoletta non era veramente cartonata
limitandosi a un pezzo di plastica a far da ponte tra le due copertine rigide.
Anche sulla qualità della carta ci sarebbe da discutere, ma in realtà la
patinata (lucida od opaca) è un’introduzione relativamente recente anche per il
mercato francobelga.
Sulla qualità di stampa stendiamo un velo pietoso. Le matrici in zinco non
si useranno più da chissà quanti anni ma ormai pure le pellicole sono sparite
in favore di una stampa digitale che a fronte di probabili risparmi e comodità
per l’editore offre al lettore dei risultati scadenti. O forse sono l’unico a
notare che ormai i tratteggi si sono fatti seghettati e indistinti e che le
“pellicole” (pellicole?!) del nero ogni tanto sono fuori registro lasciandosi
dietro una scia bianca dove avrebbero dovuto esserci loro?
Sì, lo so, a volerli trovare ci sono un sacco di altri esempi che vanno a
inficiare il quadro apocalittico che ho tracciato. Vallecchi e Mondadori hanno
fatto delle edizioni robuste e generose di Asterix,
Comanche, Valerian, ecc. così come la Rizzoli Milano Libri negli anni ’80 ha
prodotto dei bellissimi e costosissimi volumi che presentavano anche BèDè. Ma
ancora una volta si tratta si operazioni che tradirono, per quanto in meglio
(più episodi per volume, introduzioni e altro materiale redazionale di qualità)
il formato originale.
Una volta, rispondendo a un lettore di Comic
Art, Rinaldo Traini aveva detto che in Francia si pubblicano dei volumi
bellissimi, colorati e stampati in maniera impeccabile su carta di qualità
eccellente ma assolutamente impubblicabili in Italia per il loro scarso valore
narrativo e grafico. In Francia e in Belgio sono abituati così da quasi
cent’anni, non ce la faremo mai a raggiungere il loro livello. Le loro case
editrici possono avvalersi di decenni di esperienza nel settore e di quella
concorrenza che le ha spinte a migliorarsi ulteriormente (beh, certo, alcuni editori
partivano avvantaggiati dal fatto che in origine erano delle tipografie). I
numeri molto più bassi del mercato italiano paradossalmente dovrebbero spingere
invece verso la qualità, visto che stampare e assemblare un volume in poche
copie solitamente fa evitare i guasti di uno ad alta tiratura, così come la
stampa periodica diffusissima in rotocalco non può reggere il confronto con
quella off-set che però ha senso e convenienza solo se applicata a tirature
basse.
Eppure in Italia sono pochi a poter garantire una qualità di stampa degna
del mercato francobelga: 001, Allagalla, Alessandro, in rari casi la Panini e
la Rizzoli Lizard.
Per quanto possa sembrare un discorso disfattista, visto che tanto in
Italia non avremo mai dei volumi veramente degni delle loro controparti
francesi, tanto vale che ci gustiamo questi BD-Bonelli che almeno hanno una
qualità di stampa impeccabile. Con gli opportuni distinguo, ovviamente: Wisher senza colori non ha senso, così
come IAN e Lo Sparviero con le tavole “limate” possono legittimamente far
storcere il naso ai cultori. Ma consoliamoci almeno con il prezzo bassissimo (i
volumi corrispettivi recuperati dal mercato francobelga costerebbero almeno 10
volte tanto) e soprattutto con la possibilità praticamente inaudita per questo
tipo di prodotti di gustarci una storia dall’inizio alla fine nell’arco di
pochi mesi. Oddio, laddove l’inizio e la fine le mettano veramente. E a tal
proposito sono andato a controllare sul numero di Comic Art dove fu pubblicato l’ultimo volume di Jonathan Cartland e ho scoperto che quel
decimo e conclusivo volume aveva la strana durata di 57 tavole: scommettiamo
che la GP Publishing salterà pure questo?
domenica 9 settembre 2012
The Garfield Show 1
Il piacere di averlo trovato dopo aver girato più di un’edicola e dopo
un’attesa carica di aspettative si è stemperato quando ho visto che di Garfield non sono presentate le strisce
di Jim Davis ma una versione cartacea dei cartoni animati. Non so se si tratta
effettivamente di “fumettazioni” di episodi televisivi preesistenti (le note in
gerenza e il costo produttivo che immagino avrebbero delle produzioni ex novo
farebbero supporre di sì) e di sicuro hanno il crisma dell’ufficialità, ma mi
ricordano comunque quelle operazioni pirata che anni fa facevano alcuni editori
che prendevano dei fotogrammi di anime e ci imbastivano una storia. È un’altra
cosa, però l’impatto è stato quello. Almeno i fumetti dei Simpsons sono realmente dei fumetti.
Comunque, superato questo primo impatto, mi sono dedicato alla lettura ed
effettivamente The Garfield Show è un
buon prodotto. Dall’editoriale di presentazione e dalla scelta del testimonial
principale si evince che The Garfield
Show vuole essere un prodotto all
ages indirizzato a bambini e ragazzi ma non mancano motivi di interesse
anche per il pubblico adulto. Anzi, fumetti prettamente infantili credo che si
possano considerare solo Le Elfe e Game Over. Per contro, Nelson e La Tribù partono da situazioni di base più mature (la coprotagnista
del primo è un’impiegata adulta, nel secondo si parla degli stratagemmi per
mantenere un buon equilibrio matrimoniale e familiare).
Come anticipa il sottotitolo della rivista Garfield è solo il titolare
della testata, che ospita anche «altri amici» che costituiscono per
l’appassionato di BéDé il motivo principale di acquisto. L’impressione è quasi
quella di avere in mano un numero di Spirou
o di Lucky Luke, almeno come me li
sono sempre immaginati.
Nelson è una striscia minimal che parla di un
diavoletto.
Oceania è un racconto fantasy suggestivo e ben
colorato ambientato in un pianeta in cui dei ragazzi fanno surf su un mare di
foglie. Le 7 pagine presentate non consentono ancora di dare un giudizio. Ai
testi nientemeno che Corbeyran.
Leonardo è un classico del fumetto umoristico belga
(di cui riprende la struttura a gag di una tavola) già visto in Italia su Mondo Erre. Il protagonista è un
Leonardo Da Vinci non proprio geniale.
Merlino racconta le grottesche vicende infantili
del giovane Merlino (è una serie scritta da Sfar di cui BD ha già pubblicato qualcosa
in Italia).
La Tribù è una serie umoristica di argomento
familiare.
Artibal mi sembra una storia di “realismo magico”
estremamente suggestiva e disegnata con notevole impegno. Purtroppo queste
prime 5 tavole introducono a stento il protagonista e quindi bisognerà
aspettare i prossimi numeri per vedere che direzione prenderà la storia.
Le Elfe mi sembra l’ennesimo fumetto cute che guarda sia a prodotti come Winx che ad altre BéDé come Marilù.
Game Over lascia intendere dal titolo che sarà una
parodia dei videogiocatori più nerd come già visto in questa prima tavola (ai
testi c’è anche un Bercovici: sarà lo stesso disegnatore di lunghissimo corso
che ha collaborato con Corteggiani?).
Melusina è un’altra serie di impianto classico
(stupendi i disegni di Clarke, che più francobelgi di così non si può) con gag
di una tavola. Protagonista una streghetta.
Un menu ricchissimo e di alta qualità, in cui l’unico elemento sottotono è Le Elfe, sia per la scarsa originalità
che per l’eccessiva semplificazione del tratto (ma anche Nelson da questo punto di vista è un po’ “a rischio”).
E alla fine devo ammettere che anche le due storie di Garfield, soprattutto
la prima, sono state una lettura piacevole e divertente.
Comunque, al di là della qualità dei fumetti presentati (su cui le
aspettative non sono state deluse), quello che temevo era la consueta ed
eccessiva ingerenza dell’Eura/Aurea nell’adattamento dei fumetti. Qui invece
per fortuna non ci sono nè balloon apocrifi nè tavole rinumerate ed il formato
rende pienamente giustizia ai disegni, anzi offre persino l’occasione per delle
buone trovate grafiche.
Il tutto si spiega col fatto che The
Garfield Show non è un prodotto ideato dall’Aurea ma è la versione italiana
di una licenza francese, anche se sicuramente l’Aurea ci ha messo del suo visto
che alcuni dei fumetti presentati non sono della Dargaud e Artibal è addirittura di produzione italiana.
Con tutto questo ben di dio i consueti problemi con la qualità di stampa
passano in secondo piano, anche perchè il formato più grande rispetto a Lanciostory e Skorpio rende meno eclatante il tremolio digitale dei tratteggi,
comunque assai fastidioso in Le Elfe.
The Garfield Show è insomma
consigliatissimo (a patto di trovarlo nelle edicole) considerando anche che al
costo di 2,80€ offre non solo materiale di qualità ma un tempo di lettura che
nonostante le sue 48 pagine è più che dignitoso: trattandosi di materiale
francobelga parliamo di vignette in cui abbondano i dettagli, e le tavole di
Domestici meritano decisamente di soffermarcisi sopra per un bel po’ per
gustarne tutti i particolari.
Al momento quindicinale, immagino che l’Aurea abbia fatto ricorso a questa
periodicità per testare il gradimento del pubblico e passare a settimanale o
mensile a seconda dell’accoglienza. Incrociamo le dita (e compriamone più copie
possibili) e speriamo che i giovani spettatori dei cartoon lo comprino in massa,
chissà che l’Aurea non decida di varare anche una rivista di BéDé adulta.
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