giovedì 28 settembre 2017
lunedì 25 settembre 2017
Fumettisti d'Invenzione! - 119
Mi permetto di integrare il
divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti
d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui
ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo
originale.
Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei;
fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)
(Stati Uniti 2016, © Paul Dini & DC Comics, biografico)
Paul Dini (T), Eduardo Risso
(D)
Lo sceneggiatore di cartoni animati televisivi Paul Dini subisce una
violenta aggressione che lo allontana dal lavoro e lo porta e riconsiderare la sua vita.
Dini scrive principalmente cartoon (si deve a lui la creazione
del personaggio di Harley Quinn, oggi onnipresente, in Batman: The Animated
Series) ma ha anche sceneggiato fumetti.
CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI
ANTOLOGICHE (pag. 56)
IL REGGITORE DEL
CIELO
(Italia 1973, in
Linus, © Eredi Buzzelli, fantastico)
Francesco Guccini (T), Guido
Buzzelli (D)
Un vecchierello vive presso il figlio e la nuora (che ormai non lo
sopporta più) con la scusa di avere il compito di impedire al cielo di cadere.
Al termine della breve vicenda compare lo sceneggiatore in prima
persona, che però non somiglia affatto al cantautore Francesco Guccini, che
commenta la storia e offre un ulteriore finale.
Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei;
fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)
THE INCREDIBLE
STONEMAN
(Italia 1985, in
Tempi Supplementari, © Visintin, umorismo)
Fabio Visintin
Il nano di un circo trasfigura le situazioni del suo fumetto preferito,
The Incredible Stoneman, e ne trae ispirazione per vendicarsi del
trapezista. Finale beffardo perfettamente inserito nella temperie culturale
degli anni ’80.
Un accorto lavoro di grafica sul titolo lascia intendere che anche il
“fumetto nel fumetto” sia opera di Fabio Visintin.
[CINEMA] AUTORI DI FOTOROMANZI (pag. 102)
(Italia 1970, musicarello)
Regia: Mario Amendola; sceneggiatura: Mario Amendola, Bruno Corbucci,
con Renato dei Profeti [Renato Brioschi] (Renato Raimondi), Paola Tedesco (Barbara)
Renato Raimondi (Renato dei
Profeti) è costretto a recitare nei fotoromanzi per sbarcare il lunario, quando
invece vorrebbe spingere la sua carriera di cantante a dispetto di quello che
gli consiglia il suo amico manager.
Anche in questo caso i
fotoromanzi vengono chiamati “fumetti”, come era uso comune all’epoca
e come già segnalato da Castelli nel suo libro.
venerdì 22 settembre 2017
Lo scrigno dei tesori di Luca Salvagno
In previsione dell’intervista che
mi ha concesso e su cui stiamo lavorando, Luca Salvagno
mi ha fatto avere una caterva di immagini. Ne propongo una piccola parte,
sufficiente a far capire quanto Salvagno non possegga solo una tecnica
mostruosa ma sia anche estremamente versatile come disegnatore:
martedì 19 settembre 2017
Historica Biografie 5: Robespierre
Il volume segue l’ascesa e la
caduta di Robespierre durante la Rivoluzione Francese e il successivo Terrore,
dal 1789 al 1794. Pur se ambientato in un lasso di tempo tutto sommato
ristretto, il susseguirsi di avvenimenti e personaggi che affollano la scena
avrebbe probabilmente meritato un ulteriore volume per sviluppare compiutamente
tutta la vicenda e non lasciare dubbi sulla sorte di alcuni coprotagonisti che
escono di scena con la frenesia che caratterizzava quel periodo storico. Più
che per gli altri volumi, qui l’approfondimento storico di Hervé Leuwers
diventa importante.
Lo stile di Gabella è quello
fluente e piacevole che già gli avevo riscontrato in Caterina de’ Medici,
ma stavolta raccapezzarsi in questo tourbillon
di eventi è più difficile, tanto più che per inserire più sequenze ed
informazioni possibili il ritmo è frammentario. Da circa metà volume, dopo un
certo entusiasmo iniziale, la lettura si è trascinata lentamente, finché a due
pagine dalla conclusione Gabella mi ha dato uno scossone grazie a un
bell’espediente narrativo con cui ha ravvivato l’attenzione e ha anche formulato
delle considerazioni sull’operato di Robespierre (condivise anche da Leuwers)
che ben si sono integrate con la parte narrativa.
Ai disegni Roberto Meli fa un
buon lavoro: alla sua base realistica impone un’inchiostrazione bella pastosa
che rende espressivi i volti e tridimensionali le figure. Questa sua scelta
stilistica comporta però anche una minore definizione dei dettagli delle figure
in secondo piano nelle scene di massa, che d’altra parte sono tantissime –
onore al merito al disegnatore che si è accollato questa corvè. Vanno segnalati
anche i meriti della colorista Chiara Zeppegno, anche lei piuttosto espressionista
ma per fortuna poco coprente, e della stessa Mondadori che ha stampato le
tavole di Meli perfettamente.
Segnalo solo che a pagina 30 un
personaggio viene erroneamente declinato al femminile: la «cittadina Camille» è
Camille Desmoulins. Ma d’altra parte il tapino avrebbe subito ben peggio da
Robespierre che la confusione sul suo sesso.
domenica 17 settembre 2017
Il Morto 29: La Metà Oscura
Visto il ritardo clamoroso
rispetto al numero precedente,
datato ufficialmente maggio 2017,
mi ero ormai rassegnato ad avere un altro buco nella mia
collezione de Il Morto, e invece ecco
che finalmente è uscito anche il numero 29!
Un dito in più |
Peg si trova coinvolto dalla sua
nuova fiamma a vestire i panni della guida turistica in Egitto, dove si
incrociano le vicende di un professore arrapato, di un ricettatore di reperti,
di una coppia di spie (già vista qui?)
e di un padre apprensivo al seguito delle due figlie.
Ovviamente la gitarella non sarà
affatto tranquilla e il gruppo verrà assalito da predoni che rapiranno le
donne. Peg, stavolta senza ricorrere all’aiuto del Morto, risolverà la
situazione insieme al padre apprensivo, che si rivelerà assai meno remissivo di
quanto visto all’inizio dell’episodio. Guarda caso, il capo dei predoni altri
non è che l’ultimo vecchio commilitone che Peg stava cercando. Non tutti i nodi
vengono sciolti, e infatti La Metà Oscura
è la prima parte di una storia che continuerà sul numero 30 (sperando che non
ci metta troppo a uscire).
I testi sono avvincenti e, pur
essendo orientati nettamente all’avventura più che alla satira sociale, sono
una piacevole lettura. L’episodio è scritto a due mani da Giovacca e Luca
Telloli e anche le tavole sono state realizzate in tandem da Marco Boselli e
Piero Conforti, inchiostrati da Ivano Codina. Mi sembra che graficamente questo
sia uno dei volumi migliori: gli sfondi sono molto curati e nonostante una
certa rigidità delle posture ci sono anche delle vignette molto dinamiche e dei
volti molto espressivi.
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venerdì 15 settembre 2017
L'orgia dei Monelli!
Dopo averne avuto un’impressione
favorevole a un primo assaggio
ho deciso di lanciarmi nell’acquisto di altri numeri e ne ho recuperati un bel
po’:
(e ancora altri mi attendono)
martedì 12 settembre 2017
Ladri, Maschere e Lune Turche
Dopo averlo conosciuto di persona e
aver approfondito il suo metodo e la sua filosofia di lavoro
ho molto rivalutato Lele Vianello. Visto che c’ero, ho caldeggiato l’ingresso
di questo volume nel club del 25% di sconto,
la candidatura è stata accettata e quindi ho messo le mani anche su Ladri, Maschere e Lune Turche.
La storia si apre nel 1778 con
una suggestiva aggressione veneziana al Conte di Cagliostro (nientemeno!) da
parte di alcuni membri mascherati di una congregazione religiosa. A salvarlo
interverrà un altro spadaccino mascherato che si rivelerà a sua volta un
personaggio eccellente: Giacomo Casanova. Questa prima parte termina sul più
bello con accenni a segreti e a ulteriori avventure dei due che però non
avranno seguito.
Per fortuna la prima parte non
era un episodio autonomo, ma l’introduzione alla storia portante che si svolge
nel 1939: un ladro si intrufola in una casa e fa materializzare involontariamente
da uno specchio che era stato nascosto tre figuri che indossano la
caratteristica bautta. Né i fascisti né i carabinieri lo hanno in simpatia e il
giorno successivo all’incontro soprannaturale, a cui è scappato per miracolo, il
ladro viene accusato di un’effrazione che in realtà hanno perpetrato i tre. È
quindi con estremo interesse (e sudando copiosamente) che li aiuta a tornare
nella loro epoca, da cui sono stati banditi tramite un incantesimo lanciato proprio
da Cagliostro.
Un dito in più non si nega a nessuno |
Come dice Laura Scarpa nella sua
ipertrofica introduzione, Venezia è senz’altro la protagonista di questo
fumetto, ma è anche vero che la trama di Ladri,
Maschere e Lune Turche è molto più articolata e affascinante di un semplice
tour per la città lagunare. Il mix di rigore storico e trovate fantastiche è
ben congegnato e non si avverte alcuno stridore nell’associazione dei due
elementi. I personaggi elaborati da Vianello sono poi molto affascinanti, anche
se (o forse proprio perché) sfoggiano un’attitudine più avventurosa ed eroica
che il sarcastico distacco che caratterizzava quelli del Maestro di Malamocco.
Il volume è un solido brossurato
di grande formato; le pagine, non numerate, sono 60. La qualità di stampa è
buona e restituisce l’incisività dei neri di Vianello, inoltre a dividere le
tre parti del fumetto e ad abbellire l’introduzione ci sono diversi acquerelli.
domenica 10 settembre 2017
I Grandi della Scienza 10: Galileo Galilei - Una storia che non sta né in cielo né in terra
Decimo e probabilmente ultimo
volume della collana: nella bandella di destra non viene riportata alcuna
copertina di un eventuale prossimo numero. Galileo
Galilei spicca tra gli altri volumi per diverse ragioni. Innanzitutto è un prodotto
di origine italiana; poi l’approccio alla materia è differente, più biografico
che divulgativo; inoltre dai dati nelle gerenze (© Kleiner Flug) si intuisce
che era stato pensato per un formato più grande, anche se non sfigura nemmeno
in questo 17x24; infine, la parte testuale in appendice è nettamente preminente
rispetto a quella a fumetti, che occupa solamente 60 pagine delle 144
complessive che conta il volume.
Come dicevo sopra, il fumetto pone
di più l’accento sulla vicenda umana di Galileo che sulle sue teorie, aiutato
in ciò dallo stile narrativo scelto da Paolo D’Antonio, dal taglio moderno e
molto “recitato”. Praticamente non ci sono didascalie, la vicenda si sviluppa
tra flashback e flashforward e i dialoghi sono arguti e taglienti, portando in
alcune sequenze i personaggi a comportarsi come se fossero in un film di
Tarantino. Inoltre D’Antonio fa ricorso a tecniche post-moderne come
l’interpellazione diretta all’autore (vedi pagina 28) o il sovrapporsi di piani
temporali differenti tramite cui scienziati di epoche diverse possono dialogare
tra loro.
Anche grazie a questi
accorgimenti il ritratto che ne risulta di Galileo è quello di un uomo
dinamico, forse opportunista e senz’altro ossessionato dalla ricerca della
verità. Le scene di vita quotidiana contribuiscono a renderlo umano e
testimoniano il lavoro di documentazione che è stato fatto. Anche graficamente
il lavoro di D’Antonio è piacevole, “nervoso” ma di matrice realistica.
Il fumetto in sé, però, occupa
meno della metà del volume (e comunque la storia di Galileo termina a pagina 51
lasciando il campo a 13 tavole di disquisizioni tra Tolomeo e Copernico) e il
resto è occupato da un lungo saggio su Galileo di Enrico Bellone. Credo che per
i curatori della collana sia un po’ la quadratura del cerchio, perché uno dei
due promotori della collana, Le Scienze,
ebbe appunto Belloni come direttore dal 1996 al 2008, ma per quanto sia
sicuramente interessante credo che lo leggerò con calma più avanti.
Nel complesso I Grandi della Scienza a Fumetti è stata
una buona iniziativa. Nessuno dei fumetti presentati entrerà nella storia della
Nona Arte, ma dato il carattere quasi esclusivamente divulgativo era una cosa
che avevo messo in preventivo sin dall’inizio. Sicuramente i curatori della
collana sono stati molto accorti nel presentare per primi i volumi più corposi
lasciando quelli brevi alla fine. Francamente se mi fossi trovato di fronte
come prima uscita lo smilzo Darwin
o T-Minus
o Cosmicomic
o anche questo stesso Galileo Galilei
è probabile che lo avrei lasciato in edicola visto il costo non proprio economico
se paragonato ad altre iniziative analoghe. Chiaramente alcuni
mi sono piaciuti più di altri
ma nel complesso il bilancio è senz’altro positivo.
venerdì 8 settembre 2017
Historica 59 - La Grande Guerra - 14-18 3: La Somme
Terzo volume dedicato
all’affresco in dieci episodi sulla Prima Guerra Mondiale che di logica
dovrebbe concludersi con un quarto volume di Historica alla fine del 2018.
Come già evidenziato in precedenza
e confermando il punto di forza di questa saga, 14-18 non è del tutto un fumetto di guerra perché si concentra
anche sulla vita dei civili rimasti a casa e sull’intrecciarsi delle loro vite
anche dopo la fine della guerra.
Nel primo episodio qui raccolto, La fotografia (agosto 1916), sul fronte
occidentale arriva un’innovazione decisiva, o che tale si vorrebbe che fosse:
l’introduzione dei primi carri armati. A caratterizzare con decisione
l’episodio ci sono anche le sequenze che ruotano attorno al recupero di un
aviatore ferito. Qualcuno troverà la Fede, qualcun altro la perderà e uno degli
otto protagonisti principali andrà incontro a un destino infausto.
Nel secondo episodio, Il diavolo rosso (aprile 1917), i
soldati francesi si apprestano ad assaltare lo Chemin des Dames, un sentiero ribattezzato “la grotta del drago”
dopo che i tedeschi vi si sono trincerati in maniera organizzatissima piazzandoci
anche un lanciafiamme. La carneficina che ne consegue è la goccia che fa traboccare
il vaso e tra le fila dei soldati comincia a soffiare con vigore il vento della
subordinazione. Torna qualche personaggio apparso in precedenza e ne vengono
introdotti di nuovi. L’elenco dei protagonisti deceduti si allunga ancora, ma
chissà che in un caso non ci sia qualche colpo di scena alla fine.
Il genere non mi fa impazzire, ma
14-18 è come ricordato sopra un
fumetto piuttosto particolare e l’elemento bellico, per quanto preponderante, sfocia
nell’affresco storico e nel drammatico tout-court.
In sostanza si legge con piacere e coinvolgimento anche se non è facile
ricordarsi le vicende dei protagonisti e delle loro compagne a un ritmo di
pubblicazione più rarefatto di quello originale.
Ai disegni Le Roux non convince
del tutto pur facendo un lavoro dignitoso nei tempi che gli sono stati
concessi: non ha un tratto molto deciso e spesso si concede derive
caricaturali. Molto meglio fanno Jérôme Brizard e Loïc Chevallier che hanno
curato gli sfondi in maniera attenta e rigorosa, anche se il primo come
colorista usa una tecnica troppo coprente.
Un paio di appunti sulla
traduzione: non mi sembra che il giovanilistico “chissene” sia molto adatto per
il contesto in cui si svolge la storia (forse è stato scelto per una semplice
questione di spazio nel balloon?); inoltre non viene spiegato perché desiderare
una birra, come accade all’inizio del secondo episodio, debba portare sfortuna.
Non ho letto il volume originale, ma immagino sia perché in francese birra e
bara si possono scrivere nello stesso modo, “bière”.
mercoledì 6 settembre 2017
Matita Magica
O forse “La” Matita Magica. Era il nome di una trasmissione (o di una
rubrica) che la RAI degli esordi, nel 1954, dedicava a disegnatori umoristici
italiani. L’ho scoperto rileggendo l’intervista a Jacovitti nel volume Sessant’anni di surrealismo a fumetti.
Pochissime le notizie in rete: sembra che esordì il 12 maggio 1954 alle
21:00 sull’unico canale televisivo esistente in Italia all’epoca, e aveva forse
cadenza quindicinale. A condurla (o almeno a condurre la puntata dedicata a
Jacovitti) c’era Marisa Borroni.
domenica 3 settembre 2017
I Grandi della Scienza a Fumetti 9: Cacciatori di Ossa - L'Età dell'Oro della Paleontologia
Il nuovo numero della collana I Grandi della Scienza a Fumetti è in
assoluto il più smilzo (solo 78 tavole di fumetto), ma è anche uno dei più
interessanti e senz’altro quello realizzato col piglio più accattivante.
A occupare la scena sono
principalmente due paleontologi rivali, Cope e Marsh, che scavano negli Stati
Uniti occidentali a fine ’800 più che altro per arricchire le proprie
collezioni (e il conto in banca) o per il prestigio che ne consegue piuttosto
che per amor di conoscenza. Ottaviani (ancora lui!) descrive infatti l’ambiente
di questi scienziati come un covo di opportunisti, approfittatori, narcisisti, invidiosi
e megalomani. Qualcuno si salva, come O’Reilly, ma è un personaggio quantomeno bizzarro.
Alla fine l’unica figura positiva è l’illustratore Charles Knight, e comunque
anche lui viene mostrato con i suoi tic e le sue stranezze.
Forse a causa di questa materia
di partenza così interessante e articolata Cacciatori
di Ossa è il volume della collana che più si ricorda di essere un fumetto,
privilegiando l’azione allo snocciolamento di dati e formule. Citando il capo
indiano Nuvola Rossa «Non è una storia che parla di scienza. È una storia che
parla di uomini.»
La rivalità tra Cope e Walsh è
resa coinvolgente da una narrazione serrata che si basa più sulle immagini che
sul testo, testo che offre comunque dei dialoghi non banalmente descrittivi. Le
didascalie sono quasi del tutto inesistenti. Alcune piccole perle di narrazione
per immagini si possono trovare ad esempio alle pagine 17 (Cope sorpreso da
Knight nasconde gli imbarazzanti documenti della “Marshiana”, senza che i testi
segnalino la cosa), 42 (la camera fissa per 5 vignette ci fa intuire lo
scorrere del tempo e l’escalation dello scontro a sassate) e 59 (il testo dei
balloon tagliato proprio ai margini delle vignette per non farci “sentire” cosa
si dicono i personaggi). Una generosa appendice fornisce un elenco delle informazioni
inventate e di quelle vere, inframmezzate a illustrazioni che sviluppano ulteriori
dettagli della vicenda.
I disegni sono opera dello studio
Big Time Attic, ovvero i due Cannon di T-Minus
coadiuvati da Shadi Petosky. Il risultato è spesso caricaturale ma, a parte
certi fastidiosi (e rari) eccessi in alcune prospettive, si fa comunque
apprezzare per la sua espressività. Purtroppo le tavole sono organizzate su
quattro strisce, più raramente addirittura su cinque, e il formato della collana non è il più
adatto per apprezzarle compiutamente.
In definitiva Cacciatori di Ossa è un buon fumetto, ma
per la cronaca le 78 tavole che ho citato sopra sono in realtà solo nominali perché
i singoli capitoli sono introdotti da una splash
page, quattro dei cinque capitoli non si concludono con una tavola intera (ma solo mezza) e le
prime quattro pagine contengono i credits,
probabilmente organizzati in origine su una doppia o tripla tavola che qui è
stata spezzettata. E la parte testuale in appendice occupa poco più di una dozzina di
pagine. Forse 9,90 euro non sono pochi per un allegato da edicola con queste
caratteristiche.
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