martedì 17 aprile 2018

Campo 97

C’è molta cronaca e ben poca azione, com’è giusto che sia, in questo fumetto che basandosi su fonti di prima mano ricostruisce la drammatica (e a tratti paradossale) vicenda di Corrado Perissino, internato nel campo di concentramento fascista di Renicci d’Anghiari.
Con l’avvicendarsi di Badoglio a Mussolini a capo del governo il 25 luglio del 1943, Perissino e altri reclusi politici vengono trasportati dal confino di Ventotene a questa nuova destinazione, a dispetto del fatto che i reclusi socialisti e comunisti venissero poi messi in libertà. A Renicci i “politici” vengono fatti convivere con i prigionieri di origine slava, in condizioni di vita miserevoli che però con la loro ostinata determinazione riusciranno almeno in parte a migliorare.
Come nel caso della precedente liberazione dal confino nelle isole, il fatidico 8 settembre non risolverà la loro situazione ma li farà cadere dalla padella nella brace: caduto il fascismo, adesso i prigionieri dovrebbero essere consegnati ai tedeschi che stanno invadendo il nord della penisola.
Campo 97 nasce dalle annotazioni dello stesso Perissino su un diario ricavato dal vecchio taccuino di un ferroviere tedesco. Forse anche per questo il volume ha un formato un po’ particolare, molto alto, che rispecchia proprio quello del diario. In effetti il disegnatore Fabio Santin è estremamente scrupoloso nel riprodurre i documenti su cui Paola Brolati si è basata per imbastire la sceneggiatura. Le direttive interne, i dispacci ufficiali, le comunicazioni tra uffici diversi non sono infatti stati semplicemente fotocopiati o scansionati, ma Santin li ha meticolosamente riprodotti e inseriti nelle tavole!
Il disegnatore ha uno stile robusto e ricco di grossi tratteggi, che in alcuni casi può ricordare Toppi ma che evidenzia delle maggiori affinità con lo stile “xilografico” che si può ravvisare alla base dello stile del Dottor Trip o di Charles Burns.
Le parti in cui Santin dà il meglio di sé sono i profondi primi piani basati su fotografie, e va lodato il suo sforzo nel rendere espressive a seconda delle necessità (con un labbro un po’ sollevato, gli occhi più chiusi, ecc.) le facce dei vari personaggi, di cui evidentemente esiste una cospicua documentazione fotografica che necessitava però di essere modificata a seconda della situazione. Al di là di alcuni virtuosismi, come le sagome sullo sfondo appena accennate per creare profondità, le tavole non sono dinamiche, e d’altra parte lo scopo principale del fumetto è quello di fornire una testimonianza e non una storia d’avventura.
Coerentemente con questa filosofia di base, la Brolati lascia maggior spazio alle testimonianze scritte senza romanzarle o farle “recitare” ai protagonisti, che nei dialoghi le riportano solitamente così come le hanno vissute.
Ci sono però dei bei momenti non scontati, come ad esempio quando ci viene mostrata la solidarietà degli abitanti di Anghiari ai detenuti o quando sfilano i molti “artisti” che nel campo cercarono (riuscendoci) di lasciare una testimonianza grafica delle loro condizioni di vita.
D’altra parte l’utilizzo di fatti realmente avvenuti e documentati solleva gli autori dai vincoli della narrativa di genere e degli stereotipi che fisiologicamente la accompagnano: in Campo 97 non ci sono ruoli già assegnati, a testimonianza di quanto la base sia reale: anche tra i fascisti ci sono delle anime tutto sommato umane (l’alpino Rouep), così come Perissino non risparmia strali ai “compagni” comunisti e socialisti che una volta liberi e organizzati politicamente non mossero un dito per salvare gli anarchici.
Il volume costa 15 euro e immagino che sia acquistabile solo alle presentazioni o direttamente dal sito dell’editore.

1 commento:

  1. Mi pare una recensione ben centrata e con notevoli spunti di interesse. Insomma è un consiglio di trovare il volume e di "goderlo" nella narrazione e nel tratto.

    RispondiElimina