domenica 29 aprile 2018

No, no, no - Diablotus - Le 24 ore del Fumetto

Nuova tripletta di fascicoletti sperimentali di Lewis Trondheim a opera di ProGlo Edizioni, dopo quelli chec omprai a una Lucca di alcuni anni or sono.
No, no, no è la storia muta della vita di un omino che oppone sempre ai suoi interlocutori un netto rifiuto delle loro proposte, ma che viene regolarmente costretto a fare quello che vogliono gli altri. Molto interessante la caratterizzazione di Trondheim, che con pochi tratti riesce a diversificare i vari personaggi. A volerle attribuire un significato più profondo, forse No, no, no potrebbe essere una riflessione su come delle scelte apparentemente poco importanti in realtà condizionano tutta un’esistenza fino alla morte.
Se la ruvidità della carta è una cosa voluta e identificativa della collana, trovo che il pattern grigiastro che fa da sfondo ai disegni disturbi un po’ la lettura, e anche se comprensibili le scritte di pagina 4 avrebbero potuto essere tradotte, anche solo con una noticina a piè di pagina.
Diablotus è una scatenata Silly Symphony in cui un diavoletto si arrabatta all’inferno cacciando dannati (raffigurati come scheletri) da gettare nelle fiamme eterne, ma alcuni sono assai scaltri e ci sono poi altri diavoli più grossi e prepotenti con cui scontrarsi. Basandosi su una struttura di 12 vignettine per tavola, questo fumetto ha un ritmo frenetico e dimostra la grande perizia grafica e narrativa di Trondheim. Date le dimensioni microscopiche, forse l’autore avrebbe fatto meglio a contornare le vignette, che nei casi degli elementi non chiusi tendono a confondersi.
Pur con il suo allegro e scatenato vitalismo (mi ha ricordato Squeak the Mouse di Mattioli) forse in Diablotus si può avvertire una certa nota malinconica di fondo.
Le 24 ore del Fumetto (sottotitolo: cena + colazione + pranzo) è il risultato della celebre sfida omonima di Scott McCloud. Qui, unico fumetto “parlato” del gruppo, Trondheim non accenna a una storia ma sfoga qualche sua frustrazione (reale o presunta che sia) e spara a zero su alcuni miti del fumetto d’Oltralpe, ostentando l’aria di che stia facendo questa operazione controvoglia. Elucubrazioni sul fumetto e sul festival di Angoulême si susseguono senza una direzione chiara, fino alla sarcastica rivelazione dell’ultima vignetta (questo libricino ne ha quattro per tavola, No, no, no ne ha sei). Lodevole il lettering elaborato da ProGlo.
Pur per motivi diversi, tutti e tre questi libricini sono quantomeno interessanti e almeno nel caso di Diablotus decisamente piacevoli. A costituire un ulteriore motivo di interesse dell’edizione italiana ci sono degli approfondimenti curati rispettivamente da Andrea Fiamma, Tonio Troiani e Valerio Stivè.

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