mercoledì 11 luglio 2018

Hallelujah, niente manga!

Finalmente la storia lunga in appendice al Linus di Igort non viene dal paese del Sol Levante. La terza uscita è finora quella che mi è piaciuta di più, e non solo per questo. Il numero di luglio vorrebbe essere dedicato al rock ma in realtà è abbastanza variegato e presenta molti recuperi della Ligne Claire con tanto di supposti progenitori.
In estrema sintesi, e limitandomi ai fumetti: sempre graditissime le riproposte di Schulz e di Watterson, a cui si aggiungono i ritorni di Klaus di Short (freddino ma a tratti simpaticissimo), del Rufolo di Tonetto (a proposito di Linea Chiara) e, incredibilmente, il Barnaby di Crockett Johnson!
Joost Swaarte è presente con una delle sue storie pazzerelle e surreali, al cui fondo (sarà per l’esasperazione geometrica) mi sembra di cogliere sempre un po’ d’inquietudine pur nella ostentata leggerezza della trama. Compare anche il grande Serge Clerc, supportato ai testi da François Gorin, con due brevissime storie di Phil Perfect: entrambe sono reinterpretazioni di alcuni momenti della vita di rock star (nella prima John Lennon, nella seconda Jim Morrison). Datate tutte e due 1982, credo che la seconda risalga a qualche anno dopo vista l’evoluzione dello stile di Clerc.
I Kin-der-Kids continuano la loro travagliata avventura, piuttosto travagliata anche per il lettore che si trova a leggerli in un formato un po’ più piccolo del necessario e deve sforzarsi di capire i nessi logici e diegetici con cui lo “zio Feininger” voleva legare le singole tavole – né aiuta il fatto che i balloon seguivano una logica tutta loro, peraltro variabile, nel posizionarsi nelle tavole. Continua anche Il Cammino della Cumbia di Toffolo, e anche qui comincio ad accusare qualche difficoltà nel seguire la trama, per quanto sia in effetti semplicissima. Al netto dei bei disegni (forse pensati per una futura pubblicazione orizzontale per meglio godere delle mezze tavole), Toffolo si perde nell’accumulo di comparsate più o meno eccellenti, nell’aneddotica estemporanea, in sottotrame per ora poco chiare.
Paolo Bacilieri è presente con un fumetto di due pagine risalente al 2008 ma inedito fino a oggi, ritorna il Cheech Wizard di Vaughn Bodé (e francamente in mezza tinta mi sembra più efficace che a colori) e continua l’eccezionale Perle ai Porci di Pastis, cosa non così scontata visto che Sattouf e Trudeau stavolta non ci sono. La Marzocchi porta avanti il suo Niger con invidiabile professionalità: ogni striscia è leggibile a sé, ma sviluppa al contempo la trama generale. Inoltre mi sto quasi abituando al suo tratto veloce e approssimativo.
Le new entry sono tutte di livello almeno buono: Lorenzo Mo presenta il simpatico Merendino, cagnolino astronauta alla ricerca della sua bella, Joe Kessler con il geniale Sniff mostra quanto si possa ancora giocare coi codici grafici del fumetto e Veronica Carattello racchiude ne Il Guardiano del Faro tutta una vita in due tavole. «Piccolo haiku visivo di grazia», lo definisce Igort nell’editoriale, e come dargli torto.
La storia conclusiva di Davide Reviati, Alla fine della strada, è molto suggestiva e ben costruita. Risale al 2012 ma non avendola letta prima è stata comunque una graditissima sorpresa.
Da segnalare che in questo numero torna anche Ennio Peres con il suo cruciverba più difficile del mondo! Quasi quasi gli mando la soluzione mettendo lettere a caso nella griglia e vediamo cosa succede.

11 commenti:

  1. Sono contento che il Linus di Igort si faccia apprezzare, se avrà successo di vendite altri editori potrebbero tornare a dar vita alle tanto rimpiante (almeno da me) riviste.

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    1. Anche a me piacevano le riviste, ma non credo che le rivedremo tanto facilmente nemmeno se Linus sbancasse il botteghino!

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    2. Però intanto... Toninelli sta pensando ad una rivista con fumetti umoristici intitolata "Fritto Misto" come un suo vecchio esperimento (vedi apposita pagina Facebook); Alias del Manifesto quest'anno uscità con sei numeri anziché quattro; vere e proprie riviste in autoproduzione sono già una realtà (qualche giorno fa nel blog mi sono occupato di Amianto, ma ce ne sono altre, magari annuali, ma ci sono).
      Non pretendo che si ricrei la situazione degli '80 e '90 con dieci mensili in edicola contemporaneamente, ma se qualche altro editore prendesse esempio da Igort e facesse una rivista basata su prepubblicazioni (costo limitato) e presentazioni di autori di cui poi usciranno libri (investimento in pubblicità), potremmo già dire che le riviste sono tornate! Vista la quantità abnorme di libri che escono oggi, poter valutare una storia o un autore prima di spendere tanti soldi per un volume, non sarebbe male; lo stesso Igort anni fa uscì con dieci numeri della rivista / libro Black che svolgeva esattamente questa funzione.

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    3. Non dimentichiamo che anche la Coconino di Ratigher ha intenzione di varare una rivista. Mi sembrava che fosse prevista per il 2019.

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    4. Ammiro e invidio il vostro ottimismo. Io trovo molto distanti dalle vecchie riviste quelle che citate, come filosofia oppure come genere o livello qualitativo o ancora come posizionamente sul mercato. E poi nessuno oggi pubblicherebbe volumi francesi divisi a puntate.
      Per fortuna rimangono Lanciostory e Skorpio.

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  2. Molte di queste belle proposte sono possibili perché, come fatto notare da qualcuno, la Oblomov - l'editore di Igort - sta usando la rivista come "vetrina" per i suoi prodotti.
    Un volume (extra-large) che raccoglie l'intera produzione di Feininger è già uscito qualche giorno fa, mentre in futuro proporranno proprio questo oscuro fumetto di Toffolo sulla cumbia in un'unica soluzione (chissà, magari sarà più leggibile). Ti vedo appassionato di Clerc, quindi ti farà piacere che è in programma anche un integrale (sì, integrale-integrale!) di Phil Perfect: il primo volume, "La notte del mocambo", dovrebbe uscire a fine mese, mentre il secondo ("Le memorie dello spione") in autunno.

    Intendiamoci, non ho niente contro questa strategia, a differenza di altri criticoni del web. E, anzi, la comprendo fin troppo bene, in un'epoca difficile per l'editoria come questa.

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    1. In effetti in Linus vedo un po' i difetti di ANIMAls, ci sono delle proposte frammentarie e occasionali che in questo caso servono da trampolino di lancio (legittimamente) per le versioni in volume.
      Manca un po' un filo conduttore, che non sia "ideologico" ma semplicemente una storia forte serializzata in più numeri, ma al riguardo cfr. il commento che ho messo sopra.

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  3. Mi fa piacere che questo nuovo corso Linusiano stia facendosi apprezzare.
    Come sono gli articoli? Perché anche di quelli c'è bisogno!
    Ma... una domanda: ormai a quale ristampa di ristampa di ristampa sono con le strips dei Peanuts?? :o

    Moz-

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    1. Che io sappia dopo la morte di Schulz, nel 2000, lo UFS iniziò a distribuire le strisce e le tavole in una nuova versione a colori. Questa è ancora in corso e non sta seguendo un ordine cronologico. Fino ad aprile Linus stava proponendo quelle. Ora Igort è ripartito dal 1950 in bianco e nero (Schulz aveva "disconosciuto" i primi 15 anni e quindi per quelle a colori pescano nel periodo dal '65 in poi).

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    2. Visto che Luca ti ha risposto esaurientemente sui Peanuts (se solo Blogger notificasse i commenti...) passo agli articoli: per me sono in generale molto interessanti, sono brevi ma scritti decisamente bene. In ogni numero di Linus c'è anche un racconto di uno scrittore importante (Scerbanenco, Taibo II, Houllebecq).

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  4. C'è anche Oblò http://www.obloaps.it/2018/05/07/oblo-1/

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