martedì 10 luglio 2018

Il Morto 33: Altri delitti, altre vendette

Episodio apparentemente interlocutorio ma in realtà piuttosto importante per la trama principale. Peg e la sua amica hacker rimangono un po’ sullo sfondo lasciando in primo piano un trio di personaggi che si danno la caccia: Amos Maso chiede l’aiuto di Zaxan/Zadoc per uscire dal carcere e compiere la sua vendetta ai danni di Jenny, che ha sfregiato la sua compagna Vanda due numeri fa. Lo spietato faccendiere lo libera solo per farlo ammazzare da un sicario: mangiata la foglia, Vanda lascia l’ospedale dov’è ancora ricoverata per non farsi “suicidare” a sua volta e per compiere da sola la sua vendetta. Ha luogo così un gioco a rincorrersi tra cacciatore e preda in giro per il nord-est d’Italia, che culminerà ovviamente nella sede delle Muse Aliene. Nel mentre, una giornalista locale in cerca di gloria ficcherà il naso in tutto questo marciume e con ogni probabilità la rivedremo ancora nei prossimi episodi.
Altri delitti, altre vendette è ambientato durante Halloween e nei giorni immediatamente precedenti, e questo permette a Giovacca di inventarsi un escamotage molto intelligente e beffardo per sciogliere tutti i nodi della trama senza lasciare nulla in sospeso ma senza che i protagonisti prendano quasi parte all’azione. Peg non indossa nemmeno il costume del Morto. Alla fine, però, capisce che dovrà abbandonare momentaneamente il suo rifugio per non farsi trovare da Zaxan e per continuare la sua ricerca.
Un episodio veramente riuscito, insomma, per quanto la scena della sparachiodi mi sembri calibrata un po’ male: secondo me fa un male cane farsi sparare in una mano. Il piacere della lettura è ulteriormente accresciuto dalle citazioni fumettistiche di Giovacca: un taxista si chiama Victor Arias, Vanda si rifugia in un appartamento di via Cossio, l’assessore alla cultura che ingaggia le Muse Aliene per lo spettacolo di Halloween si chiama Sergio Benelli (anche se in un’occasione diventa «Bianchi»), ecc.
Meno efficace, per quanto lodevole, è il ricorso a una continuity abbastanza stretta: tutto l’episodio nasce da eventi avvenuti nel numero 31, ma con i mesi che passano tra l’uscita di un numero e l’altro (figuriamoci due) io faccio fatica a ricordarmi anche i dettagli più importanti!
I disegni di Conforti, chinato da Codina, sono come di consueto molto buoni, anche se occasionalmente mi è sembrato un po’ più freddo del solito. La presenza della giornalista Milena Occhi mi ha fatto pensare inizialmente che Conforti si fosse ispirato a Garcia Seijas per alcuni dei personaggi, ma è solo un’impressione.
In appendice la storia breve Il Becchino, riduzione a fumetti dal racconto omonimo di Puskin realizzato da Stefano Mura: alcune immagini sono un po’ legnose ma nel complesso il lavoro è senz’altro a livello professionale o comunque vicino al professionismo.

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