Ieri mattina la fumetteria presso
cui avevo ordinato materiale della Nona Arte mi ha comunicato dopo spasmodiche
quanto vane ricerche che non era arrivato nulla (leggasi: con ogni probabilità
hanno venduto i volumi ad altri che sono passati prima di me). Desolato, mi
sono guardato in giro nell’illusione di non aver fatto un viaggio a vuoto, ed
effettivamente mi sono caduti gli occhi su un volumone maestoso tanto grosso da
stare in piedi da solo in verticale senza bisogno di alcun sostegno.
Si trattava del primo tomo
dell’integrale di Jeff Hawke edito
dalla 001. Considerato il prezzo, 45 euro, mi sono detto che sicuramente non ne
valeva la pena visto che con la qualità di stampa di oggi chissà come erano
state massacrate le strisce di Sydney Jordan. Ho voluto sincerarmene di persona
sfogliandolo e, dannazione, ho notato che a una prima occhiata non risaltavano
difetti evidenti come tratteggi smangiucchiati o pixellati, il pane quotidiano
di molti editori contemporanei. E così alla fine sono capitolato, complice
anche uno sconticino consolatorio che mi hanno fatto per riparare parzialmente
al maltolto.
Questa segnalazione valga quel
che vale, non metto nemmeno l’etichetta “recensioni”: di sicuro non mi metterò
a leggere il fumetto in sé a breve, tanto più che con le ristampe degli
almanacchi di Linus di Jeff Hawke ho già avuto modo di
rileggere un sacco di storie, ma dal semplice punto di vista cartotecnico
questa edizione (che scopro uscita nel 2017) è veramente ottima, con una
splendida carta e le dimensioni ideali per gustarsi il lavoro di Jordan. E in
questo primo volume sono raccolte oltre 500 pagine di materiale! Certo, quando
e se mi metterò a leggerlo dovrò abituarmi al lettering digitale, ma tutto
sommato anche la Milano Libri non eccelleva sempre da questo punto di vista.