giovedì 24 gennaio 2019

Michel Vaillant Nuova Stagione 7: Macao

Con questo settimo episodio la saga di Michel Vaillant in versione Ultimate arriva finalmente a un punto fermo, anche se probabilmente è solo un pit-stop temporaneo in attesa di riprendere la lunga, lunghissima corsa.
Lo scorso episodio si era concluso con il protagonista prossimo a visitare le patrie galere, ma già a pagina 14 la sua permanenza nelle carceri francesi si conclude, grazie a un accordo segreto tra suo figlio e il nipote che lo aveva incastrato. La rinata Vaillante può quindi tentare l’assalto al gran premio di formula 3 di Macao, in cui non mancheranno momenti emozionanti. Nel frattempo Patrick Vaillant abbandona l’industria di famiglia per seguire le sue ambizioni ingegneristiche (in realtà come parte dell’accordo col cugino), Steve Warson viene eletto senatore del Texas ricorrendo a strategie politiche che lo ripugnano e soprattutto Evelyne è esasperata da Ethan Dasz e torna dalla parte dei Vaillant anche se non proprio mossa da intenti cristallini.
Ecco, la figura di Evelyne è paradigmatica di questa Nuova Stagione di Michel Vaillant: è un personaggio chiave, ma io manco la ricordavo. Se i Graton vogliono impostare questa incarnazione  del loro eroe come una serie televisiva dai ritmi frenetici e coi finali sospesi tra un episodio e l’altro, dovrebbero intensificarne la produzione e non limitarsi a un volume all’anno. Mi rendo conto che mantenere alta la qualità sarebbe difficile, ma con tutti questi personaggi e gli avvenimenti che si susseguono io perdo il filo.
La Nuova Stagione si conferma comunque un ottimo prodotto, molto curato e appassionante. In Macao non mancano rivelazioni, sottotrame e sequenze mozzafiato, e soprattutto un finale in cui si intravede una risoluzione per la vicenda portante – e arrivati al settimo episodio era anche ora.
I testi sono sempre realizzati da Philippe Graton e Denis Lapiére, mentre stavolta ai disegni c’è il solo Benéteau (con Christian Lerolle ai colori) che in precedenza si occupava delle parti tecniche delle tavole. Nelle prime pagine deve ancora prendere un po’ di confidenza con le fisionomie dei protagonisti, e qualche rara volta le proporzioni anatomiche gli fanno difetto, ma il risultato è veramente molto buono. Ha saputo fare suo il tratto sintetico di Bourgne, riprendendone l’eleganza e soprattutto l’efficacia: Benéteau ha uno spiccato senso della regia e della costruzione della tavola, inoltre i suoi personaggi sono molto espressivi senza mai fare le boccacce.
Buona come sempre l’edizione Nona Arte, anche se la mia copia presenta qualche fuori registro.

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