martedì 15 aprile 2025

La Divina Congrega Canto VI: La penna e la spada

Chiaramente non si dovrebbe cominciare a leggere una serie dalla fine, ma bisogna anche accettare ciò che il destino e gli uffici stampa decidono per noi.

Anche se inizia in medias res questo sesto volume de La Divina Congrega è perfettamente accessibile anche ai nuovi lettori. Dante e i suoi compagni di sventura presi dalla Storia e dalla letteratura italiane (e non solo) sono prigionieri a Certaldo del demone Caer che si nutre di storie e li costringe, in una perversione dell’opera più famosa del Boccaccio, a saziarlo di storie pena la diffusione nel mondo di un morbo venefico zombificante.

Ma Dante ha scoperto un modo per fermare il demone: ha trovato un passaggio per il cimitero di famiglia dei Boccaccio dove prendere dal sepolcro di Giovanni la copia originale del Decameron con cui era stato sepolto. Per farlo però avrà bisogno degli altri componenti della Divina Congrega, visto che tra elaborare le storie per il demone e poi declamarle gli resta ben poco tempo per liberare del tutto il passaggio e recuperare l’arma risolutiva (anche se poi non sarà quella che li salverà).

Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri imbastiscono un pastiche pulp che è anche un gioco letterario che non si prende troppo sul serio. Il piglio moderno delle battute unito al tentativo di ricostruire una parlata “storica” crea un effetto un po’ straniante ma non spiacevole.

Le tavole di Francesco Biagini fanno dimenticare con la loro struttura elaborata e la cura per i dettagli (a volte veri voli pindarici grafici) che in fondo si tratta delle consuete sei vignette per pagina di casa Bonelli. Il suo tratto pastoso mi ha ricordato lo stile di certi fumetti dell’orrore della EC Comics, adattissimo per il contesto. Ciò purtroppo non vale per le “storie nella storia” narrate da Otello, Circe e Cristoforo Colombo, disegnate da Paolo Gallina con uno stile tanto sintetico e caricaturale da risultare sgraziato, e comunque inadatto per il grande formato.

Interessante l’interpretazione della vita di Giovanni Boccaccio, ma resto dell’idea che il cittadino più illustre di Certaldo sia un altro.

Copertina di Matteo Spirito e colori di Claudia Giuliani.

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