sabato 23 febbraio 2013

Before Watchmen/3



Minutemen (testi e disegni di Darwyn Cooke)

Miniserie decisamente complessa e articolata, questa di Darwyn Cooke. Ma la sua complessità non è garanzia di riuscita.
La vicenda si concentra inizialmente su Hollis Mason, il primo Nite Owl, in procinto di scrivere il celebre Under the Hood, ma chiaramente questo meccanismo diventa il grimaldello con cui si penetra nel “vero” passato dei Minutemen, protagonisti sia di una lunga trama che si dipana su ogni numero sia delle occasionali storie laterali che si concludono nell’arco di un singolo episodio.
Vengono approfonditi con buoni risultati i personaggi di Silhouette e Moth-man, mentre lo stesso trattamento non è altrettanto efficace con Hooded Justice e Capitan Metropolis, che inizialmente risultano quasi delle macchiette. Oltre che a livello narrativo, anche a livello stilistico Minutemen è ricco e variegato, fornendo un mix di leggerezza, situazioni scabrose, dramma, umorismo (non sempre riuscito), aderenza pedissequa al canone mooriano e drastiche deviazioni da quello stesso canone.
Darwyn Cooke ha anche delle discrete idee ma mette troppa carne al fuoco per cuocerla a dovere.
Dal punto di vista grafico non capisco tutta questa passione per lo stile retro di Cooke. Ci siamo già passati con molti altri autori anche decisamente migliori di lui: solo per rimanere in ambito USA pensiamo a Mike Allred, e francamente dopo un po’ questo stile stufa se non sfocia in qualcosa di nuovo e personale. Tanto più che i rimandi bassi (Jack Kirby) e alti (la Pop Art statunitense) si alternano senza soluzione di continuità. L’ho trovato inoltre poco adatto in più di un’occasione: oltre alla necessità di ricorrere a tagli di capelli e vestiti diversi per personaggi che altrimenti sarebbero tutti uguali, la sequenza in ospedale col ragazzino avvelenato dalle radiazioni è francamente ridicola, e di sicuro non voleva essere questo l’intento di Cooke.
Minutemen non mi è sembrata la miniserie peggiore dei Before Watchmen, pur se confusa e poco credibile qualche buon argomento l’ha introdotto. E almeno mi è parso di cogliere la passione sincera che Cooke ha messo nel suo lavoro. Troppo poco, comunque, per gridare al miracolo.
Rimandata a settembre.

Dollar Bill (testi di Len Wein, disegni di Steve Rude)

Ce n’era proprio bisogno? Tra tutti i candidati papabili per una miniserie o uno one shot proprio l’anonimo ometto che in Watchmen faceva da tappezzeria e che serviva per sottolineare l’incompatibilità del supposto idealismo supereroistico con il mondo reale sono andati a pescare... e meno male che dignitosamente si sono tenuti lo spazio di un solo episodio.
Coerentemente con la vita e lo spessore del personaggio, Len Wein imbastisce una trama e un background scontati e già visti molte altre volte. Mi sembra che si sia ispirato alle commedie hollywoodiane dell’epoca in cui è ambientata la storia, ma c’è anche un po’ di Viale del Tramonto alla fine, cosa che un po’ eleva il tutto. Come nel caso del suo altro progetto in Before Watchmen, Ozymandias, anche qui lo sceneggiatore fa un uso smodato delle didascalie, quasi a voler realizzare più un racconto illustrato che un vero e proprio fumetto. Gli va riconosciuto però che il meccanismo funziona bene, anche perchè il contrasto tra la storia “raccontata” e “recitata” è spesso divertente.
Ecco, forse c’è un tocco un po’ troppo umoristico (forse necessario anche a causa del mezzo cross-over con Minutemen) considerata la fine indecorosa che Dollar Bill fa in Watchmen.
La ricostruzione dell’epoca mi sembra fatta molto bene, o almeno io l’ho trovata suggestiva, però è un’arma a doppio taglio: alcuni riferimenti alla cultura americana, soprattutto sportivi, mi sono sfuggiti.
Notevole a mio avviso il fatto che il “filologo” Rude si sia anche fatto il lettering da solo. Per quel che riguarda i disegni, però, mi pare che si allinei anche lui agli altri nomi eccellenti di Before Watchmen: grandi aspettative deluse. Forse con un inchiostratore un po’ più robusto e/o dettagliato avrebbe fatto una figura migliore. Non che sia male, anzi, e il suo kirbyeggiare viene stemperato dall’eleganza delle sue inquadrature e della costruzione delle vignette, ma mi sarebbe piaciuto vedere delle tavole più “piene”, tanto più che (immagino) Rude non aveva l’incombenza delle scadenze a fargli pressione visto che si tratta di un episodio a se stante.
Nel complesso questo one shot non approfondisce più di tanto la storia e la personalità del personaggio titolare, ed è anche giusto che sia così visto che Dollar Bill/William Benjamin Brady non aveva alle spalle un background interessante (tra gli squilibrati protagonisti di Watchmen ci sarà pure qualcuno che avrà diritto ad avere una vita piatta e banale, no?), ma offre uno sguardo più approfondito su Minutemen 1.
Rimandato a settembre.

mercoledì 20 febbraio 2013

Indagine sulla lettura dei fumetti

Proposta da Tunué

L'episodio perduto di Yor



Sul numero 21 di Lanciostory del 1981 venne presentato un episodio speciale fuori serie del grande successo dell’Eura che aveva lanciato a livello internazionale Juan Zanotto: Yor (che in origine si chiamava Henga ma dopo il film di Margheriti venne ribattezzato Yor in tutto il mondo).
Con ogni probabilità si tratta dell’«episodio conmemorativo» presentato sul Libro de Oro dello Skorpio argentino nel gennaio 1981, ma mi sfugge il senso della sua realizzazione.
Con la serie madre questo episodio non ha molto da spartire, e presenta una situazione completamente inedita in precedenza (pure il tono delle didascalie è cambiato); anche l’abbigliamento del protagonista è stato un po’ modificato.
Non capisco se si trattava di un reboot per una eventuale nuova serie, di un “biglietto da visita” con cui introdurre la serie in altri mercati o di un semplice episodio celebrativo che però non ne ha affatto l’aspetto visto che ha piena dignità autonoma senza, per dire, fare auguri o altri ammiccamenti ai lettori, e nemmeno limitarsi a riassumere la serie.
Forse influenzato dalla copertina (che ricicla un vecchio disegno), in alcuni casi mi è sembrato di rivedere altri disegni di Zanotto, ma non sono riuscito a risalire alle fonti originali, ammesso che Zanotto si sia effettivamente autocitato e abbia ripreso certe scene e inquadrature.
La storia è originale e molto suggestiva e mette parecchia carne al fuoco, pur ignorando del tutto il background di Yor e il contesto in cui viveva le sue avventure. 
Purtroppo, visto che si tratta di un corpo estraneo all’interno della saga, questo episodio non è stato ristampato nel prezioso inserto Yor & Hor di Skorpio nè da nessun’altra parte e l’unico modo per leggerlo è recuperare questo numero di Lanciostory in cui peraltro è colorato maldestramente.
Qualunque sia stata la sua genesi, è pur sempre un fumetto di Zanotto e tanto basta.

domenica 17 febbraio 2013

Fumettisti d'invenzione! - 54



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

STELLE STRISCE E FUMETTI
(Italia 1981, in Skorpio, © ?, western)
[sceneggiatore sconosciuto, qualsiasi informazione in merito sarà molto gradita] (T), Giuseppe Montanari e [Claudio?] Piccoli (D)

Salvatore Papaleo viaggia nel selvaggio West portando in giro il suo spettacolo itinerante. In un lampo di genio inventa i fumetti; suo nipote Salvatore Chang-Yong abbraccerà questa professione ottenendo molte soddisfazioni.
 Pseudofumetti: Papaleo realizza delle versioni a fumetti delle vite di famosi personaggi del mitico West, ma un soggetto originale su un cinese dagli occhi azzurri (ispirato a suo nipote) gli viene rifiutato.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

PRISONER OF A COMIC BOOK! (PRIGIONIERO DI UN FUMETTO!)
(Stati Uniti 2001, in Little Lit Strange Stories for Strange Kids, © RAW Junior LLC, umoristico)
Jules Feiffer

Un ragazzino petulante di 9 anni viene scaraventato dal barbuto e anonimo fumettista che sta tormentando nelle pagine di un comic book di supereroi.
La collana Little Lit è composta da lussuosi volumi indirizzati a un pubblico infantile ed è curata da Art Spiegelman e Françoise Mouly. Questo particolare volume presenta, oltre alla storia di Feiffer, anche dei risvolti che contengono delle divertenti lezioni su come fare i fumetti.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

IL MISTERIOSO STEVE
(Italia 2012, in Linus, © Ponchione, biografico)
Sergio Ponchione

Suggestiva breve biografia a fumetti dello schivo Steve Ditko, co-creatore di Spider-man e uomo dalle drastiche idee sociali e politiche. Il Misterioso Steve termina con la constatazione dell’impossibilità di penetrare il mistero della vita di questo artista.

[CINEMA] FUORI TEMA 1 –TEMATICHE LIMITROFE (pag. 108)

JUNO (IDEM)
(Stati Uniti/Canada 2007, commedia)
Regia: Jason Reitman; sceneggiatura: Diablo Cody [Brook Busey], con Ellen Page (Juno MacGuff), Jennifer Garner (Vanessa Loring), Jason Bateman (Mark Loring)

La studentessa sedicenne Juno è rimasta incinta e decide di affidare il bambino a una coppia. I benestanti coniugi Loring non sembrano poi così bene assortiti e Mark, più idealista della fredda moglie Vanessa, ha dovuto abbandonare le sue aspirazioni artistiche per una vita borghese e agiata. Mantiene ancora un lato fanciullesco, che si manifesta con la collezione di “preziosi” prodotti pop tra cui il fumetto Most Fruitful Yuki che ha per protagonista una ninja incinta.

giovedì 14 febbraio 2013

Sogno o son desto?

Sull'ultima Anteprima ho visto questo annuncio dell'Aurea:
Sì, è scritto proprio così:
Nel caso non fosse ancora chiaro:
Se fosse vero sarebbe una grande notizia. Come alla fine della Colonia Penale di Kafka, crediamo e aspettiamo.

sabato 9 febbraio 2013

Historica 4 - Vae Victis! (vol. 1?)



Mi sono avvicinato a questo numero di Historica con un bel po’ di pregiudizi. Jean-Yves Mitton è infatti un rappresentante del settore popolare del fumetto francese, nicchia oggi ormai defunta (mi pare) ma ancora vivace nei primi anni ’80. I suoi primi exploit Claudio Villa li fece proprio per questo mercato tramite la Lug. Diamine, esistevano persino delle collane di supereroi francesi!
Anche Mitton come Ciro Tota, Raphael Marcello, Yves Swolfs e altri si riciclò nel mercato degli albi cartonati a colori dopo la frequentazione delle pagine in bianco e nero dei “giornalini” in vendita presso le stazioni e i chioschi, ma a mio avviso non ha mai brillato per eccellenza e la sua matrice popolare è ancora ben visibile. La sua versione asciutta e senza fronzoli di De Silence et de Sang mi piace molto, ma è innegabile che la cura dei dettagli non è il punto forte di Mitton, così come le sue inquadrature tendono a ripetersi senza fantasia. È anche vero che questo non gli ha impedito di avere un ottimo riscontro di pubblico in Francia, i suoi Quetzalcoatl e Attila, mon Amour (di cui è anche autore dei testi) si sono visti pure in Italia, e questo Vae Victis! vanta ben 15 volumi in origine. Ma i pregiudizi son pregiudizi. E stavolta mi sa che erano giustificati.
Mitton inanella infatti delle vignette abbastanza grezze, in cui le anatomie sono un po’ tagliate con l’accetta (in particolare le acconciature e le fisionomie femminili sono il suo punto debole) e l’inchiostrazione spesso appare un po’ indecisa. Quando non sa come risolvere un’inquadratura si butta sul caricaturale e alcuni dei suoi personaggi visti di profilo sembrano passare dalla maturità all’adolescenza.
Bisogna comunque rendere merito all’impegno che Mitton ha profuso per creare delle scene di massa veramente affollatissime e per gli sfondi belli “pieni”. Questo impegno è senz’altro lodevole indipendentemente dal risultato finale.
Dal punto di vista dei testi poteva andarci molto peggio visto che la serie offre quello che penso il grande pubblico francese si aspetta da una proposta simile: una trama avventurosa, personaggi riconducibili a stereotipi ben consolidati, situazioni piccanti e boccaccesche, un bel po’ di carne femminile in esposizione (ma i pubi delle fanciulle sono autocensurati) e un insistito rimando a dettagli storici per ribadire che in fondo questa serie non è proprio una minchiata e vorrebbe avere una sua dignità.
Credo che i punti di forza di Vae Victis!, almeno di questi primi episodi, risiedano non tanto nella ricostruzione storica e nei complotti che vengono orditi (comunque interessanti), quanto nell’originalità di certe situazioni e nelle virate leggermente fantasy che prendono altre, dove effettivamente lo scrupolo documentaristico offre l’occasione per imbastire delle sequenze originali e non rimane pura ostentazione delle ricerche effettuate. Nonostante una certa verbosità la trama mi ha decisamente catturato e il fatto che il volume Mondadori termini con un «fine del primo libro» lascia ben sperare che la saga la vedremo tutta. Anche perchè la storia finisce con un cliffhanger, dannazione!
Nel complesso parliamo inoltre sempre di una proposta vantaggiosa (4 volumi originali a 13 euro!) ma questo Vae Victis! è al momento il titolo più debole della collana Historica, anche se non è affatto da buttare e a me è piaciuto. Purtroppo, forse a causa dell’età della serie, cominciata nel 1991, e della conseguente difficile reperibilità dei materiali di stampa originali, la qualità di stampa della Mondadori non è eccellente come quella che avevamo potuto ammirare nei volumi precedenti. Il che spiegherebbe anche perchè i colori sembrano sbiaditi. In particolare, il secondo episodio ne è risultato molto compromesso.

venerdì 8 febbraio 2013

Ancora sulla difficoltà di ricordarsi di disegnare i baffi - più bonus

Un altro esempio, tratto da Moon Knight 1 (Marvel Best Seller 5), di quanto non sia così banale ricordarsi di disegnare i baffi. A poche vignette di distanza, oltretutto... Ma si può sempre dare la colpa all'inchiostratore e al fatto che si trova a dover lavorare sui volti degli uomini di Finch che sono praticamente tutti uguali. Non so chi sia l'inchiostratore nello specifico, nei credit finali ne vengono indicati ben tre più uno studio!
Darko Perovic, dal canto suo, omaggia Moebius e Carlos Pacheco nell'utimo numero di Shanghai Devil:

martedì 5 febbraio 2013

Fumettisti d'invenzione! - 53



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

POWERS (IDEM)
(Stati Uniti 2000, © Bendis/Oeming, supereroi, noir)
Brian Michael Bendis (T), Michael Evon Oeming (D)
Il detective della omicidi Christian Walker e la sua partner Deena Pilgrim indagano su casi che hanno a che vedere con i “Powers”, ovvero i supereroi.

Powers 7 (2001). Brian Michael Bendis (T), Michael Evon Oeming (D)
Grazie alle sue entrature presso il corpo di Polizia lo sceneggiatore di fumetti Warren Ellis riesce a farsi affidare a Walker per assistere con lui a una chiamata d’emergenza. Si troverà invischiato in una situazione decisamente drammatica a cui non era preparato.
Peccato che il finale banalmente metanarrativo finisca per rovinare una storia originale e ben scritta.
Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

JEFF HAWKE (IDEM)
(Gran Bretagna 1954, in Daily Express, © L. E. F., striscia, fantascienza)
Sydney Jordan

Le avventure del pilota dell’Aeronautica Jeff Jawke, sin da subito caratterizzate da un piglio più fantascientifico che militare e presto diventate una delle migliori striscie della storia del fumetto, apprezzata più all’estero (in special modo in Italia) che in patria.
La serie venne scritta per un lungo periodo da Willie Patterson, il quale era solito fare introdurre le storie da un diavolo e dal suo assistente, caricature degli stessi Patterson e Jordan. Dopo l’abbandono di Patterson, Sydney Jordan riprese in mano le sceneggiature e cominciò ad autoritrarsi come anfitrione della serie.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

FINE SETTIMANA
(Italia 1993, in Schizzo Posse, ©?, intimismo)
Luca Bonanno (T), Andra Bruno (D)
Un incontro/scontro offre l’occasione di avere qualcosa da raccontare del proprio week-end.
Mentre la tensione monta qualcuno continua a leggere imperterrito il suo fumetto.
Pseudofumetto: Vandal X nella rivista in lingua inglese Micro Comics.

[CINEMA] AUTORI DI FANTASCIENZA (pag. 102)

I MARZIANI HANNO 12 MANI
(Italia 1964, commedia, fantascienza)
Regia e sceneggiatura: Castellano e Pipolo [Franco Castellano e Giuseppe Moccia] con Paolo Panelli (X1), Franco Franchi [Francesco Benenato] (assistente dello scrittore), Ciccio Ingrassia [Francesco Ingrassia] (scrittore di fantascienza)

Il 14 giugno del 1964 un disco volante atterra a Roma con propositi di conquista, ma le cose prenderanno una piega diversa da quanto preventivato dall’equipaggio.
Ciccio Ingrassia e Franco Franchi interpretano rispettivamente uno scrittore di fantascienza e il suo assistente.