martedì 26 febbraio 2013
sabato 23 febbraio 2013
Before Watchmen/3
Minutemen (testi e disegni di Darwyn Cooke)
Miniserie decisamente complessa e articolata, questa di Darwyn Cooke. Ma la
sua complessità non è garanzia di riuscita.
La vicenda si concentra inizialmente su Hollis Mason, il primo Nite Owl, in
procinto di scrivere il celebre Under the
Hood, ma chiaramente questo meccanismo diventa il grimaldello con cui si
penetra nel “vero” passato dei Minutemen, protagonisti sia di una lunga trama
che si dipana su ogni numero sia delle occasionali storie laterali che si concludono
nell’arco di un singolo episodio.
Vengono approfonditi con buoni risultati i personaggi di Silhouette e
Moth-man, mentre lo stesso trattamento non è altrettanto efficace con Hooded
Justice e Capitan Metropolis, che inizialmente risultano quasi delle
macchiette. Oltre che a livello narrativo, anche a livello stilistico Minutemen è ricco e variegato, fornendo
un mix di leggerezza, situazioni scabrose, dramma, umorismo (non sempre
riuscito), aderenza pedissequa al canone mooriano e drastiche deviazioni da
quello stesso canone.
Darwyn Cooke ha anche delle discrete idee ma mette troppa carne al fuoco
per cuocerla a dovere.
Dal punto di vista grafico non capisco tutta questa passione per lo stile
retro di Cooke. Ci siamo già passati con molti altri autori anche decisamente
migliori di lui: solo per rimanere in ambito USA pensiamo a Mike Allred, e
francamente dopo un po’ questo stile stufa se non sfocia in qualcosa di nuovo e
personale. Tanto più che i rimandi bassi (Jack Kirby) e alti (la Pop Art
statunitense) si alternano senza soluzione di continuità. L’ho trovato inoltre
poco adatto in più di un’occasione: oltre alla necessità di ricorrere a tagli
di capelli e vestiti diversi per personaggi che altrimenti sarebbero tutti
uguali, la sequenza in ospedale col ragazzino avvelenato dalle radiazioni è
francamente ridicola, e di sicuro non voleva essere questo l’intento di Cooke.
Minutemen non mi è sembrata la miniserie peggiore
dei Before Watchmen, pur se confusa e
poco credibile qualche buon argomento l’ha introdotto. E almeno mi è parso di
cogliere la passione sincera che Cooke ha messo nel suo lavoro. Troppo poco,
comunque, per gridare al miracolo.
Rimandata a settembre.
Dollar Bill (testi di Len Wein, disegni di Steve Rude)
Ce n’era proprio bisogno? Tra tutti i candidati papabili per una miniserie
o uno one shot proprio l’anonimo ometto che in Watchmen faceva da tappezzeria e che serviva per sottolineare
l’incompatibilità del supposto idealismo supereroistico con il mondo reale sono
andati a pescare... e meno male che dignitosamente si sono tenuti lo spazio di
un solo episodio.
Coerentemente con la vita e lo spessore del personaggio, Len Wein
imbastisce una trama e un background scontati e già visti molte altre volte. Mi
sembra che si sia ispirato alle commedie hollywoodiane dell’epoca in cui è
ambientata la storia, ma c’è anche un po’ di Viale del Tramonto alla fine, cosa che un po’ eleva il tutto. Come
nel caso del suo altro progetto in Before
Watchmen, Ozymandias, anche qui
lo sceneggiatore fa un uso smodato delle didascalie, quasi a voler realizzare
più un racconto illustrato che un vero e proprio fumetto. Gli va riconosciuto
però che il meccanismo funziona bene, anche perchè il contrasto tra la storia
“raccontata” e “recitata” è spesso divertente.
Ecco, forse c’è un tocco un po’ troppo umoristico (forse necessario anche a
causa del mezzo cross-over con Minutemen)
considerata la fine indecorosa che Dollar Bill fa in Watchmen.
La ricostruzione dell’epoca mi sembra fatta molto bene, o almeno io l’ho
trovata suggestiva, però è un’arma a doppio taglio: alcuni riferimenti alla
cultura americana, soprattutto sportivi, mi sono sfuggiti.
Notevole a mio avviso il fatto che il “filologo” Rude si sia anche fatto il
lettering da solo. Per quel che riguarda i disegni, però, mi pare che si allinei
anche lui agli altri nomi eccellenti di Before
Watchmen: grandi aspettative deluse. Forse con un inchiostratore un po’ più
robusto e/o dettagliato avrebbe fatto una figura migliore. Non che sia male,
anzi, e il suo kirbyeggiare viene stemperato dall’eleganza delle sue
inquadrature e della costruzione delle vignette, ma mi sarebbe piaciuto vedere
delle tavole più “piene”, tanto più che (immagino) Rude non aveva l’incombenza
delle scadenze a fargli pressione visto che si tratta di un episodio a se
stante.
Nel complesso questo one shot non approfondisce più di tanto la storia e la
personalità del personaggio titolare, ed è anche giusto che sia così visto che
Dollar Bill/William Benjamin Brady non aveva alle spalle un background
interessante (tra gli squilibrati protagonisti di Watchmen ci sarà pure qualcuno che avrà diritto ad avere una vita
piatta e banale, no?), ma offre uno sguardo più approfondito su Minutemen 1.
Rimandato a settembre.
giovedì 21 febbraio 2013
mercoledì 20 febbraio 2013
L'episodio perduto di Yor
Sul numero 21 di Lanciostory del
1981 venne presentato un episodio speciale fuori serie del grande successo
dell’Eura che aveva lanciato a livello internazionale Juan Zanotto: Yor (che in origine si chiamava Henga ma dopo il film di Margheriti
venne ribattezzato Yor in tutto il
mondo).
Con ogni probabilità si tratta dell’«episodio conmemorativo» presentato sul
Libro de Oro dello Skorpio argentino
nel gennaio 1981, ma mi sfugge il senso della sua realizzazione.
Con la serie madre questo episodio non ha molto da spartire, e presenta una
situazione completamente inedita in precedenza (pure il tono delle didascalie è
cambiato); anche l’abbigliamento del protagonista è stato un po’ modificato.
Non capisco se si trattava di un reboot per una eventuale nuova serie, di
un “biglietto da visita” con cui introdurre la serie in altri mercati o di un
semplice episodio celebrativo che però non ne ha affatto l’aspetto visto che ha
piena dignità autonoma senza, per dire, fare auguri o altri ammiccamenti ai
lettori, e nemmeno limitarsi a riassumere la serie.
Forse influenzato dalla copertina (che ricicla un vecchio disegno), in
alcuni casi mi è sembrato di rivedere altri disegni di Zanotto, ma non sono
riuscito a risalire alle fonti originali, ammesso che Zanotto si sia
effettivamente autocitato e abbia ripreso certe scene e inquadrature.
La storia è originale e molto suggestiva e mette parecchia carne al fuoco,
pur ignorando del tutto il background di Yor e il contesto in cui viveva le sue
avventure.
Purtroppo, visto che si tratta di un corpo estraneo all’interno
della saga, questo episodio non è stato ristampato nel prezioso inserto Yor & Hor di Skorpio nè da nessun’altra parte e l’unico modo per leggerlo è
recuperare questo numero di Lanciostory
in cui peraltro è colorato maldestramente.
Qualunque sia stata la sua genesi, è pur sempre un fumetto di Zanotto e tanto basta.
domenica 17 febbraio 2013
Fumettisti d'invenzione! - 54
Mi permetto di
integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con
altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le
categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento
del testo originale.
CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS
(pag. 24)
STELLE STRISCE E FUMETTI
(Italia 1981, in Skorpio, © ?, western)
[sceneggiatore sconosciuto, qualsiasi informazione in
merito sarà molto gradita] (T), Giuseppe Montanari e [Claudio?] Piccoli (D)
Salvatore Papaleo
viaggia nel selvaggio West portando in giro il suo spettacolo itinerante. In un
lampo di genio inventa i fumetti; suo nipote Salvatore Chang-Yong abbraccerà
questa professione ottenendo molte soddisfazioni.
Pseudofumetti: Papaleo realizza delle versioni a fumetti delle vite di famosi personaggi del mitico West, ma un soggetto originale su un cinese dagli occhi azzurri (ispirato a suo nipote) gli viene rifiutato.
Pseudofumetti: Papaleo realizza delle versioni a fumetti delle vite di famosi personaggi del mitico West, ma un soggetto originale su un cinese dagli occhi azzurri (ispirato a suo nipote) gli viene rifiutato.
PRISONER OF A COMIC
BOOK! (PRIGIONIERO DI UN FUMETTO!)
(Stati Uniti 2001,
in Little Lit Strange Stories for Strange
Kids, © RAW Junior LLC, umoristico)
Jules Feiffer
Un ragazzino
petulante di 9 anni viene scaraventato dal barbuto e anonimo fumettista che sta
tormentando nelle pagine di un comic book di supereroi.
La collana Little Lit è composta da lussuosi volumi
indirizzati a un pubblico infantile ed è curata da Art Spiegelman e Françoise
Mouly. Questo particolare volume presenta, oltre alla storia di Feiffer, anche
dei risvolti che contengono delle divertenti lezioni su come fare i fumetti.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)
IL MISTERIOSO STEVE
(Italia 2012, in Linus, © Ponchione, biografico)
Sergio Ponchione
Suggestiva breve
biografia a fumetti dello schivo Steve Ditko, co-creatore di Spider-man e uomo dalle drastiche idee
sociali e politiche. Il Misterioso Steve
termina con la constatazione dell’impossibilità di penetrare il mistero della
vita di questo artista.
[CINEMA] FUORI TEMA 1 –TEMATICHE LIMITROFE (pag. 108)
(Stati Uniti/Canada
2007, commedia)
Regia: Jason Reitman; sceneggiatura: Diablo Cody [Brook
Busey], con Ellen Page (Juno MacGuff), Jennifer Garner (Vanessa Loring), Jason
Bateman (Mark Loring)
La studentessa
sedicenne Juno è rimasta incinta e decide di affidare il bambino a una coppia.
I benestanti coniugi Loring non sembrano poi così bene assortiti e Mark, più
idealista della fredda moglie Vanessa, ha dovuto abbandonare le sue aspirazioni
artistiche per una vita borghese e agiata. Mantiene ancora un lato
fanciullesco, che si manifesta con la collezione di “preziosi” prodotti pop tra
cui il fumetto Most Fruitful Yuki che
ha per protagonista una ninja incinta.
giovedì 14 febbraio 2013
Sogno o son desto?
Sull'ultima Anteprima ho visto questo annuncio dell'Aurea:
Sì, è scritto proprio così:
Nel caso non fosse ancora chiaro:
Se fosse vero sarebbe una grande notizia. Come alla fine della Colonia Penale di Kafka, crediamo e aspettiamo.
martedì 12 febbraio 2013
sabato 9 febbraio 2013
Historica 4 - Vae Victis! (vol. 1?)
Mi sono avvicinato a questo numero di Historica
con un bel po’ di pregiudizi. Jean-Yves Mitton è infatti un rappresentante del
settore popolare del fumetto francese, nicchia oggi ormai defunta (mi pare) ma
ancora vivace nei primi anni ’80. I suoi primi exploit Claudio Villa li fece
proprio per questo mercato tramite la Lug. Diamine, esistevano persino delle
collane di supereroi francesi!
Anche Mitton come Ciro Tota, Raphael Marcello, Yves Swolfs
e altri si riciclò nel mercato degli albi cartonati a colori dopo la
frequentazione delle pagine in bianco e nero dei “giornalini” in vendita presso
le stazioni e i chioschi, ma a mio avviso non ha mai brillato per eccellenza e
la sua matrice popolare è ancora ben visibile. La sua versione asciutta e senza
fronzoli di De Silence et de Sang mi
piace molto, ma è innegabile che la cura dei dettagli non è il punto forte di
Mitton, così come le sue inquadrature tendono a ripetersi senza fantasia. È
anche vero che questo non gli ha impedito di avere un ottimo riscontro di
pubblico in Francia, i suoi Quetzalcoatl e
Attila, mon Amour (di cui è anche
autore dei testi) si sono visti pure in Italia, e questo Vae Victis! vanta ben 15 volumi in origine. Ma i pregiudizi son
pregiudizi. E stavolta mi sa che erano giustificati.
Mitton inanella infatti delle vignette abbastanza grezze, in cui le
anatomie sono un po’ tagliate con l’accetta (in particolare le acconciature e
le fisionomie femminili sono il suo punto debole) e l’inchiostrazione spesso
appare un po’ indecisa. Quando non sa come risolvere un’inquadratura si butta
sul caricaturale e alcuni dei suoi personaggi visti di profilo sembrano passare
dalla maturità all’adolescenza.
Bisogna comunque rendere merito all’impegno che Mitton ha profuso per
creare delle scene di massa veramente affollatissime e per gli sfondi belli “pieni”.
Questo impegno è senz’altro lodevole indipendentemente dal risultato finale.
Dal punto di vista dei testi poteva andarci molto peggio visto che la serie
offre quello che penso il grande pubblico francese si aspetta da una proposta
simile: una trama avventurosa, personaggi riconducibili a stereotipi ben
consolidati, situazioni piccanti e boccaccesche, un bel po’ di carne femminile
in esposizione (ma i pubi delle fanciulle sono autocensurati) e un insistito
rimando a dettagli storici per ribadire che in fondo questa serie non è proprio
una minchiata e vorrebbe avere una sua dignità.
Credo che i punti di forza di Vae
Victis!, almeno di questi primi episodi, risiedano non tanto nella
ricostruzione storica e nei complotti che vengono orditi (comunque
interessanti), quanto nell’originalità di certe situazioni e nelle virate
leggermente fantasy che prendono altre, dove effettivamente lo scrupolo documentaristico
offre l’occasione per imbastire delle sequenze originali e non rimane pura
ostentazione delle ricerche effettuate. Nonostante una certa verbosità la trama
mi ha decisamente catturato e il fatto che il volume Mondadori termini con un
«fine del primo libro» lascia ben sperare che la saga la vedremo tutta. Anche
perchè la storia finisce con un cliffhanger, dannazione!
Nel complesso parliamo inoltre sempre di una proposta vantaggiosa (4 volumi
originali a 13 euro!) ma questo Vae
Victis! è al momento il titolo più debole della collana Historica, anche se non è affatto da
buttare e a me è piaciuto. Purtroppo, forse a causa dell’età della serie,
cominciata nel 1991, e della conseguente difficile reperibilità dei materiali
di stampa originali, la qualità di stampa della Mondadori non è eccellente come
quella che avevamo potuto ammirare nei volumi precedenti. Il che spiegherebbe
anche perchè i colori sembrano sbiaditi. In particolare, il secondo episodio ne
è risultato molto compromesso.
venerdì 8 febbraio 2013
Ancora sulla difficoltà di ricordarsi di disegnare i baffi - più bonus
Un altro esempio, tratto da Moon Knight 1 (Marvel Best Seller 5), di quanto non sia così banale ricordarsi di disegnare i baffi. A poche vignette di distanza, oltretutto... Ma si può sempre dare la colpa all'inchiostratore e al fatto che si trova a dover lavorare sui volti degli uomini di Finch che sono praticamente tutti uguali. Non so chi sia l'inchiostratore nello specifico, nei credit finali ne vengono indicati ben tre più uno studio!
Darko Perovic, dal canto suo, omaggia Moebius e Carlos Pacheco nell'utimo numero di Shanghai Devil:
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David Finch
martedì 5 febbraio 2013
Fumettisti d'invenzione! - 53
Mi permetto di
integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con
altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le
categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento
del testo originale.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag.
61)
POWERS (IDEM)
(Stati Uniti 2000,
© Bendis/Oeming, supereroi, noir)
Brian Michael Bendis (T), Michael Evon Oeming (D)
Il detective della omicidi
Christian Walker e la sua partner Deena Pilgrim indagano su casi che hanno a
che vedere con i “Powers”, ovvero i supereroi.
Powers 7 (2001). Brian Michael Bendis (T), Michael
Evon Oeming (D)
Grazie alle sue
entrature presso il corpo di Polizia lo sceneggiatore di fumetti Warren Ellis
riesce a farsi affidare a Walker per assistere con lui a una chiamata
d’emergenza. Si troverà invischiato in una situazione decisamente drammatica a
cui non era preparato.
Peccato che il
finale banalmente metanarrativo finisca per rovinare una storia originale e ben
scritta.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag.
61)
JEFF HAWKE (IDEM)
(Gran Bretagna
1954, in Daily Express, © L. E. F.,
striscia, fantascienza)
Sydney Jordan
Le avventure del
pilota dell’Aeronautica Jeff Jawke, sin da subito caratterizzate da un piglio
più fantascientifico che militare e presto diventate una delle migliori
striscie della storia del fumetto, apprezzata più all’estero (in special modo
in Italia) che in patria.
La serie venne
scritta per un lungo periodo da Willie Patterson, il quale era solito fare
introdurre le storie da un diavolo e dal suo assistente, caricature degli
stessi Patterson e Jordan. Dopo l’abbandono di Patterson, Sydney Jordan riprese
in mano le sceneggiature e cominciò ad autoritrarsi come anfitrione della
serie.
Fuori tema:
fumettisti non
d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e
autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)
FINE SETTIMANA
(Italia 1993, in Schizzo Posse, ©?, intimismo)
Luca Bonanno (T), Andra Bruno (D)
Un incontro/scontro
offre l’occasione di avere qualcosa da raccontare del proprio week-end.
Mentre la tensione
monta qualcuno continua a leggere imperterrito il suo fumetto.
Pseudofumetto: Vandal X nella rivista in lingua
inglese Micro Comics.
[CINEMA] AUTORI DI FANTASCIENZA (pag.
102)
I MARZIANI HANNO 12 MANI
(Italia 1964,
commedia, fantascienza)
Regia e sceneggiatura: Castellano e Pipolo [Franco
Castellano e Giuseppe Moccia] con Paolo Panelli (X1), Franco Franchi [Francesco
Benenato] (assistente dello scrittore), Ciccio Ingrassia [Francesco Ingrassia]
(scrittore di fantascienza)
Il 14 giugno del
1964 un disco volante atterra a Roma con propositi di conquista, ma le cose
prenderanno una piega diversa da quanto preventivato dall’equipaggio.
Ciccio Ingrassia e
Franco Franchi interpretano rispettivamente uno scrittore di fantascienza e il
suo assistente.
sabato 2 febbraio 2013
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