Tra i meriti dell’Editoriale Cosmo (che ne L’Incal 2 ha invertito due balloon ma vabbè) c’è quello di aver
inventato o consolidato dei formati che altri editori, constatata la permanenza
delle proposte sul mercato, hanno adottato a loro volta occasionalmente
adattandoli secondo le esigenze delle tipografie.
La 001 è la seconda casa editrice, dopo la deludente scelta della Mondadori,
ad aver seguito l’esempio delle benemerite collane Cosmo Color e sta producendo
una raffica di volumi in formato 20x26 brossurati a colori. Io ne ho trovati al
momento solo 3, di cui l’ultimo era appena arrivato in fumetteria sabato scorso,
ma pare che il programma editoriale preveda delle uscite molto fitte.
Obiettivamente, a differenza degli omologhi della Cosmo i prodotti targati
NowComics (questo il nome della collana-ombrello) si segnalano per materiali di
qualità più elevata: la carta è una patinata lucida e il cartoncino della
copertina è bello rigido. Inoltre a integrare le canoniche 46 tavole di fumetto
ci sono dei redazionali con cui si tocca la classica soglia delle 64 pagine –
poiché tra questi redazionali ci sono interviste in cui si parla esplicitamente
di questa edizione e della 001 è chiaro che si tratta, almeno in parte, di
materiale prodotto apposta e non semplicemente tradotto. Le pagine sono inoltre
rilegate e cucite sul dorso, non incollate. Il tutto a un prezzo in linea con i
prodotti Cosmo, ovvero 4,90 euro a volumetto. Avendoli trovati solo in
fumetteria e non in edicola (con un percorso quindi inverso rispetto al circolo
virtuoso della Cosmo) ignoro se e come la 001 possa ricavare utili
dall’operazione, ma finché dura ne approfitto. Oltretutto, la stessa Cosmo ha
già pubblicato in formato bonellide gli stessi titoli.
Il piano editoriale prevede principalmente la pubblicazione di fumetti
inseriti nella collana francese 1800,
una scelta a mio avviso molto valida strategicamente perché le singole
mini-saghe si articolano in due soli volumi, quindi il lettore accorto delle
regole del mercato franco-belga sa che per arrivare alla fine non dovrà
aspettare anni. Inoltre l’abbondanza di numeri 1 invita ancor di più
all’acquisto, soprattutto a questo prezzo: li compro per provarli e di quelli che
mi sono piaciuti leggo anche il seguito.
Al momento unica eccezione a questa formula è l’inserimento della saga ben
più articolata di Universal War One,
anche quella piuttosto invitante.
In 1800 autori diversi si sono
cimentati con la stessa formula: ogni distico prevede l’incontro/scontro tra
due o più personaggi letterari, quindi Sherlock Holmes contro Dracula, Frankenstein
contro il Dottor Jeckyll e via di seguito. Un’idea non proprio originalissima,
ma capace di produrre buoni risultati se ben condotta. E infatti, andando ad
analizzare brevemente i primi volumi:
Sherlock Holmes e i Vampiri
di Londra 1: Il richiamo del sangue. Sherlock Holmes
viene ingaggiato col ricatto dal vampiro Selymes per dare la caccia alla
“scheggia impazzita” Chanes, vampiro brutale che si è spinto troppo oltre con i
suoi delitti attirando attenzioni indesiderate per la comunità dei vampiri.
La storia è intrigante e la figura di Sherlock Holmes resa molto bene, con
i suoi pregi e i suoi difetti. Da vecchio giocatore di ruolo mi è sembrato però
che lo sceneggiatore Sylvain Cordurié non abbia trattato col dovuto rispetto i
vampiri, qui talvolta delle mammolette a cui persino il non più giovane Mycroft
Holmes riesce a spezzare il collo (!). E nel 1891 Selymes non poteva avere nella
sua collezione l’Urlo di Munch.
I disegni di Vladimir Krstić, in arte Laci, sono molto buoni. Gli sfondi
sono particolarmente curati, forse quando mette del nero (soprattutto nei primi
piani) ce ne mette un po’ troppo.
Scotland Yard 1: Nel
cuore delle tenebre è un pastiche
con un sacco di citazioni. Il protagonista principale (ma la storia è di
impianto corale) è Tobias Gregson, personaggio minore dei romanzi di Sherlock
Holmes, che viene trasferito a una “squadra fantasma” di Scotland Yard per dare
la caccia a due maniaci omicidi scappati durante un traferimento che egli
stesso stava conducendo e che è stata l’occasione per il suo superiore di farlo
finire in disgrazia. I due pericolosi alienati sono tratti dal Dracula di Bram Stoker, ma in un corto
circuito metanarrativo compare tra le comparse lo stesso Stoker, a Londra in
cerca di ispirazione (quindi immagino che al termine delle storia si scoprirà
che si è ispirato alla figura di Renfield per il personaggio omonimo e
all’altro matto, Carfax, per il nome della proprietà di Dracula).
La storia è frenetica e appassionante e i personaggi sono ben caratterizzati.
Ha inoltre il pregio di essere perfettamente conclusa in questo primo volume,
anche se resta ancora un pazzo da recuperare, cosa che sarà ovviamente oggetto
del prossimo episodio. I disegni acquarellati di Stéphane Perger sono uno
spettacolo, mi chiedo come possano essere stati resi nella versione Cosmo.
In Scotland Yard si palesa
manifestamente la natura di universo condiviso che permea tutte le singole
collane di 1800: l’ispettore Lestrade
ha un piccolo ruolo anche nel precedente volume, così come Faustine Clerval,
uno dei componenti di questo C.S.I. ante
litteram, sarà protagonista in Mister
Hyde contro Frankenstein.
Mister Hyde contro Frankenstein 1: L’ultima
notte di Dio. Quasi anticipato da un manifesto che compare in Scotland Yard (con cui questa serie
condivide lo sceneggiatore, Dobbs al secolo Olivier Dobremel), questo fumetto è
il più esplicito a rivelare le sue ispirazioni letterarie. Che però non si
limitano ai personaggi del titolo ma abbracciano anche altre realtà non solo
fantastiche: in apertura la Clerval pone fine alle sofferenze del povero John
Merrick, l’Uomo Elefante.
La narrazione è frammentaria, vengono presentati diversi personaggi finora
non indispensabili allo sviluppo della trama e non mancano divagazioni dal
retrogusto filosofico. L’unico filo conduttore è la ricerca che Jekyll compie
per recuperare dei ritrovati farmaceutici nella più profonda e inquietante
Europa dell’Est, occasione nella quale avrà il primo contatto col mostro di
Frankenstein. Nonostante questa narrazione sincopata e gli arditi salti
temporali, Mister Hyde contro
Frankenstein è molto coinvolgente e non vedo l’ora di leggere il seguito.
A una prima scorsa i disegni di Antonio Marinetti sembrano un po’ scarni ma
una volta letto il fumetto il disegnatore rivela tutta la sua maestria nel
raccontare, e oltretutto le immagini digitali che usa per gli sfondi sono
amalgamate piuttosto bene con i suoi disegni, cosa niente affatto scontata.
Forse una colorazione più vivace (limitando le tinte più cupe ai flashback)
avrebbe valorizzato di più il lavoro di Marinetti.
Insomma, questa prima informata di titoli mi ha pienamente convinto e
sicuramente seguirò la collana, che immagino si manterrà sugli stessi livelli –
dalle interviste agli autori risulta che l’editor della collana Jean-Luc Istin
è alquanto puntiglioso. Va inoltre detto che la grafica di NowComics pur essendo
semplice è piuttosto elegante e, cosa molto più importante, che gli unici
difetti di stampa che ho riscontrato nelle mie copie sono stati dei fuori
registro, quindi un problemino di carattere meccanico e non le turpitudini
pixellate a cui ci ha abituato (SE qualcuno ci si è abituato) la stampa
digitale.
A mio avviso l’unico “difetto”, ma tra moltissime virgolette, di questa
collana è proprio quello che dovrebbe essere uno dei suoi valori aggiunti,
ovvero la presenza dei redazionali. Dimostrano senz’altro una grande cura e
competenza, e in linea di massima è anche gradevole guardare i dietro le quinte
e persino i “prossimamente”, però si tratta comunque di un corpo estraneo che
il lettore “deve” leggere e che fa assomigliare i volumi più a delle riviste
che a degli albi a fumetti.