Ero preparato alla delusione, sia
perché questo volume conclude il ciclo di Waid, sia perché le guest appearance sbandierate in
copertina annunciavano qualcosa di bello trash. In effetti, però, non è andata
poi così male anche se questo settimo conclusivo volume non è certo tra i
migliori.
Mentre Foggy lotta contro il
cancro, Matt Murdock deve sgominare l’organizzazione dei Figli del Serpente,
che si è insediata stabilmente ai livelli più alti della politica e della
giustizia statunitensi. E che ha assoldato il ridicolo Jester per controllare i
mezzi di comunicazione e quindi fomentare disordini di natura razziale.
Per quanto strida con il tono della
serie, Daredevil si rivolge al Dottor Strange per sbrogliare la matassa e si
trova di conseguenza ad avere a che fare con la Legione dei Mostri.
Probabilmente la comparsata del gruppo di vampiri, licantropi, mummie, ecc. era
giustificata all’epoca da logiche editoriali: immagino che ci fosse una testata
dedicata alla Legione che andava spinta nelle altre serie più diffuse. Waid
risolve l’incompatibilità di atmosfera tra i personaggi con una certa eleganza,
inventandosi un’origine esoterica per i Figli del Serpente, ma comunque il
ricorso alla magia stona un po’ in questo fumetto, come in fondo sottolinea lo
stesso protagonista nel terzo capitolo.
La presenza della Legione dei
Mostri è in ogni caso limitata a due soli episodi (anzi, a uno e mezzo) e per
il resto Waid confeziona delle trame brillanti intrise di azione,
approfondimento dei personaggi e arzigogoli legali. Il finale, che porta a un
nuovo status quo da far gestire al
prossimo team creativo, è in effetti generato da una trovata un po’ bizantina
ma perfettamente coerente con il background
e il carattere del protagonista.
Più che altrove, mi è sembrato
che qui Waid abbia premuto sull’acceleratore dell’umorismo, anche con ottimi
risultati (il paese terrificante da film horror si trova nel Kentucky arretrato
e razzista), per quanto Jester sia veramente una macchietta banale e
fastidiosa. Non c’è poi troppa differenza, a ben guardare, tra le trovate
dichiaratamente magiche e le invenzioni fantascientifiche dei Vendicatori che
sortiscono effetti miracolosi che nessun techno
bubble può giustificare.
I disegni discontinui di Chris
Samnee non aggiungono granché al volume, anzi lo penalizzano. Occasionalmente
elegante nella sua sintesi, più spesso si abbandona a pupazzetti simili a
quelli che disegnava Darwyn Cooke. E come dicevo è discontinuo, e quando
ritorna sulla collana dopo due numeri di assenza (il 33 e il 34) il suo tratto diventa
molto affrettato e ancora più stilizzato, con evidenti cedimenti anatomici in
più di un’occasione. Jason Copland, che ha disegnato il 33 basandosi sui layout
molto dettagliati di Samnee, non è molto meglio e in particolare disegna
Daredevil col grugno di uno scimmione. Molto meglio fa il limpido ed elegante Javier
Rodriguez nel numero 34, anche se la sua resa del Dottor Strange è veramente
penosa. Rodriguez, che è stato inchiostrato da Alvaro Lopez, ha anche colorato
tutti gli episodi.
Per essere il culmine di una run durata ben 36 numeri mi sembra che
il risultato sia tutto sommato abbastanza buono, anche se si avverte che Waid
avrebbe necessitato di qualche episodio in più per sviluppare compiutamente
certi colpi di scena che sono stati affastellati nel capitolo conclusivo. Da
quanto scritto in quarta di copertina risulta che questo sia il «primo» ciclo
che lo sceneggiatore ha dedicato a Daredevil,
vista la sua qualità complessiva spero che la Panini ristampi anche quello/i
successivo/i.
La legione dei Mostri è un vecchissimo concept disegnato da Frank Robbins nei seventies in un unico episodio in cui un alieno dorato cerca di cambiare la vita di Morbius, The Man-Thing e Licantropus, se non ricordo male , e non ci riesce prima di spegnersi sebbene aiutato da Ghost Rider. Storia ristampata in un volume di recenti one shot con i picchiatelli horror della Marvel che io ricordo di aver letto in due puntate in coda a due vecchi Thor della Editoriale Corno. La nuova Legione è tornata con il famigerato FrankenCastle - lo zombie del Punisher - qualche anno fa. Disegni del Tony Moore di The Walking Dead ( of course ) e di Dan Brereton.
RispondiEliminaInteressante, non lo sapevo. Quel pochissimo che ho visto di Frank Robbins Marvel mi ha fatto anbbastanza schifo, comunque. E pensare che disegnava Johnny Hazard...
EliminaIl Robbins della Marvel era uno strano geppo. Ricordo un Power Man scaleno di un paio di episodi che noi bimbi - non solo il sottoscritto - non sopportavamo, ma con il senno di poi ha anticipato di 40 anni il Cage di Genndy Tartakovsky. I suoi Invaders perdevamo qualcosa quando inchiostrati da Vinnie Colletta - credo che l'unico disegnatore che l'inker sia mai riuscito a valorizzare sia il Geo Tuska di qualche Ghost Rider e di un paio di Power Man - ma la Mortale Belladonna di Robbins è un cult per il sottoscritto ed il numero 192 di Captain America & Falcon con il doctor Faustus in un jumbo pieno di delinquenti è spettacolare se non altro per l'ultima pagina con Cap che gira penso per Harlem ripiena dalla gente della notte di allora.
EliminaNessuno di quelli che citi era il fumetto che ricordo di aver letto io. Comunque "strano geppo" è una bella definizione.
EliminaJester è sempre stato un problema. Ennesima versione Marvel del Joker - dopo Green Goblin e prima del Jackal e di Halloween Jack e di Carnage - già nel suo secondo match com DD mette in scena la sua finta morte per incastrare lo Scavezzacollo. Negli anni settanta, dopo un decennio scarso di oblìo , è ripescato come manipolatore dei media - erano gli anni del Watergate - in una saga in cui riesce a far credere ai lettori dei quotidiani che l'Uomo Senza Paura abbia mitragliato dei pulotti. Ricordo una doppia splash page del Daily Bugle disegnata da Bob Brown con una parente di Stan Lee ( la figlia ? ) che prende il sole in bikini tra le altre notizie di cronaca. Erano anni così. In un episodio dello stesso periodo DD si allea a Uri Geller ( allora non ancora considerato un abilissimo ciarlatano ) per sconfiggere il telepate Onda Mentale. Geller era davvero abile nel condizionare i media e non doveva andare in giro nel costume da buffone di Jester.
RispondiEliminaChe flash! Hai estratto dalla mia memoria l'episodio di Devil col team up con Uri Geller! Era in appendice all'Uomo Ragno Corno, giusto?
EliminaGiusto. La Editoriale Corno era arrivata a ridosso delle uscite USA di DD - che in America non vendeva bene nonostante sulla cover da qualche tempo ci fosse anche il nome della Vedova Nera - e chiuse il quattordicinale del personaggio - che negli ultimi mesi divideva la testata con Ghost Rider e Iron Man - con il n. 126.
EliminaPoi passò a seconda portata e qualche volta terza del quattordicinale dello Uomo Ragno. I disegni erano del veterano Bob Brown , di Gil Kane e di Robbins che scelse quei gg per andare in pensione. Fu sostituito da un giovanissimo Frank Miller. Klaus Janson - che inchiostrava l'albo da anni e aveva rifinito le matite degli artisti sopra citati ed anche di Carmine Infantino - era il segnale di continuità della testata. Miller per qualche tempo disegnò Scavezzacollo su testi di Roger McKenzie - siamo alla fine dei seventies - e poi si propose per scrivere le storie. Pare che intendesse all'inizio usare uno stile da commedia, ma cambiò idea ed optò per un noir con ninja e ombre e taglio cinematografico. La sua prima storia come autore completo, se non consideriamo le chine ed i colori determinanti di Janson, è intitolata Elektra. Ciao ciao Uri Geller.
Ricordavo in effetti in alcuni Uomo Ragno Classic o Devil Classic un editoriale in cui il curatore raccontava di essersi incazzato perché all'epoca gli avevano chiuso la testata Corno intitolata a Devil per mancanza di materiale, trasformandolo in comprimario altro. Se non sbaglio il redattore disse che per l'incazzatura aveva venduto tutta la collezione per poi ricomprarsela a caro prezzo anni dopo.
EliminaDD disegnato da Bob Fingerman di Minimun Wage ? Temo non lo vedremo mai , ma solo l'idea migliora il mio lunedì mattina. Dal post precedente mi pare di intuire non sia il tuo cartoonist preferito e credo che così la pensino nella Casa delle Idee. Per quel che ricordo, Bob ha disegnato per la Marvel solo una storia brevissima con alcuni monelli per la divisione 2099 ( da noi in uno dei primi numeri di X-Men 2099 ndr ).
RispondiEliminaLieto di aver migliorato il tuo lunedì mattina, seppure indirettamente.
EliminaUn lunedì ancora migliore ? DD scritto da Pete Milligan e disegnato da Shaky Kane. Matt Murdock a quindici anni salva un non vedente da un camion che sta per investirlo. Cade e batte la testa e precipita in un coma, ma la sua mente lavora e lavora ed immagina di essere un vigilante bendato che espande i suoi sensi e vede il mondo come lo potrebbe immaginare un pesce abissale mesmerizzato da un unico, flebile raggio di luce. In questo universo che è la sua zucca che sta guarendo, MM discute di filosofia con Fisk la Roccia Morbida e flirta con Olive la Greca. B/n. Scusa Shaky, so che ami il colore. Miniserie di quattro numeri. Excelsior !
RispondiElimina"Shaky" Kane sarebbe Gil? E perché, poveraccio? Gli tremava la mano mentre disegnava? Non mi sembra, anche se da bambino lo riconoscevo per il suo marchio di fabbrica ovvero le narici sempre riprese dal basso.
EliminaNo, Gil Kane è scomparso. Shaky Kane è vivo e scalpitante. Immagina un Kirby iper pop e psichedelico. Gil aveva una mano sicurissima persino in tarda età anche se i lavori migliori sono quelli dei seventies.
EliminaBrrrr.... Mi hai fatto venire i brividi, spero di non vedere mai nulla di questo Shaky.
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