mercoledì 26 aprile 2023

Damian Draque: Non avrai altro male

Il protagonista eponimo è contemporaneamente una rockstar, il figlio di Satana e un collaboratore delle forze del bene.

La prima parte di questo fumetto si occupa di presentare Damian Draque e il suo mondo illustrandone la depravazione, con scene di sesso esplicito e violenza efferata – ci sono anche lunghi siparietti con Satana/Keith Richards. Ma fortunatamente Non avrai altro male non è solo una storia introduttiva e presenta un “caso” per il protagonista, la cui carriera da musicista (se tale si può definire chi pratica l’heavy metal) è d’altra parte in bilico a causa dei suoi colpi di testa, ulteriormente incrementati dopo l’incontro con una diavolessa che voleva ucciderlo e ne è stata sottomessa. Una setta di satanisti che venerano i Grandi Antichi di lovecraftiana memoria, il Triangolo Nero, va fermata e per questo viene ingaggiato dalla “Divisione Hex” con cui capiamo che ha già avuto contatti in passato. E così, per toccare la quota di 48 pagine che permette la raccolta in un volume “alla francese” si conclude assai frettolosamente questo primo episodio con la prevedibile e sanguinosissima sconfitta della setta e un nuovo personaggio in scena che dovrebbe ricomparire nei prossimi episodi, se ce ne saranno.

Mario Uccella riesce a mettere un bel po’ di carne sul fuoco nonostante la struttura delle tavole sia organizzata al massimo su tre strisce e abbondino le splash page. Ci sono anche divagazioni su John Dee e sul passato di Damian Draque. La necessità di introdurre il protagonista e al contempo di fornire al lettore una trama conclusa viene soddisfatta, anche se come detto il finale è molto affrettato. Credo che il fumetto sia puntellato di riferimenti al rock che non sono riuscito a cogliere, tranne quelli ai Rolling Stones. Ben più appaganti e piacevoli sono i tocchi di umorismo che affiorano qua e là nei dialoghi.

I disegni purtroppo non sono molto adatti alla storia, partendo da una base realistica ma concedendosi molte semplificazioni. Una vicenda così carnale e fisica avrebbe necessitato di maggior rigore anatomico. Ovviamente si potrebbe parlare di scelta stilistica, ma la stilizzazione più o meno pesante che caratterizza il fumetto (alcune delle ultime vignette sembrano abbozzate in fretta e furia) fa pensare più all’inesperienza del disegnatore piuttosto che a una sua precisa volontà. D’altro canto 48 tavole non sono uno scherzo da disegnare, a maggior ragione a fronte delle retribuzioni non principesche che immagino possa garantire una casa editrice come EF Edizioni. Ma d’altra parte è anche vero che, come Jean-Luc Godard scelse (anche se non dichiaratamente) Gerard Depardieu per l’assonanza col nome del protagonisti di Ahimè, Uccella avrà colto l’occasione di far disegnare queste storie blasfeme a uno che all’anagrafe fa Angelo De Innocentiis. Anzi, ripensandoci mi sa che si tratta di uno pseudonimo ideato ad hoc, la combinazione è troppo felice.

Si potrà contestare che il formato A4 sia esagerato per un fumetto che avrebbe reso benissimo nel più modesto 17x24, ma tutto sommato 12 euro per un albo brossurato di queste dimensioni che presenta anche qualche spruzzata di un altro colore (il rosso, ovviamente) non sono una spesa eccesiva.

2 commenti:

  1. Che carino. Mai visti tanti luoghi comuni per definire un personaggio horror (rockstar, figlio di Satana buono ecc.). Hanno frullato proprio tutto da Daimon Hellstrom a Dampyr.
    E che sorpresona scegliere di raffigurare Satana come Keith Richards, povero vecchio. Ammetto che mi sarei aspettato Jagger.
    Pure il nome rimanda ai gloriosi 90's quando fiorivano tanti personaggi horror o polizieschi con allitterazione (qui poi si è usato Damian Draque, DD, tanto perchè 'porta bene' per un fumetto). Bene.
    Sia chiaro che questo non è un giudizio (non si giudica mai prima di leggere), ma insomma l'unica idea buona mi sembra la setta "il triangolino nero" che chissà perché, mi esalta. Dove ci si iscrive?

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    1. Il tuo commento mi fornisce lo spunto per apprezzare un po' di più Damian Draque (che non è malaccio, comunque). Forse c'è anche un deuxieme degrè in cui vengono omaggiati e parodiati affettuosamente gli elementi che citi.

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