martedì 19 settembre 2023

Love and Rockets Collection 10 - Palomar 4 - Luba e la sua famiglia

Continuo il recupero d’occasione delle saghe dei fratelli Hernandez, e lo faccio da par mio passando al decimo volume. Sfogliandolo mi era sembrato molto leggero e accessibile, e poi presenta un bel po’ di materiale utile per i Fumettisti d’invenzione.

Inizialmente la protagonista sembra essere Venus, figlia di Petra che è una sorellastra di Luba. Venus è una ragazzina molto sveglia, decisa e ironica con diverse passioni: il calcio, il pollo fritto, il suo amico Yoshio e i vecchi fumetti romantici. Ma presto l’obiettivo si allarga e, benché non le rubino ancora del tutto la scena, entrano in campo il gestore di una fumetteria che frequenta, il cugino Sergio e sua madre Pipo, la zia Fritz e altri personaggi della serie-madre o (immagino) creati appositamente. Questo allagamento di campo contempla una sempre più massiccia presenza di sesso. Le storie brevi che costituiscono il volume sono fondamentalmente delle gag, ma in sottofondo si percepiscono gli sviluppi di alcune vicende, come il progressivo allontanamento di Petra dal suo marito attuale e le tribolazioni di Luba per far entrare negli Stati Uniti il marito. Eh, sì, perché da circa metà volume le vicende e i personaggi di Palomar entrano di prepotenza nella narrazione riallacciando fili in sospeso o fornendo nuovi punti di vista a sequenze trattate altrove. Tra i tanti, ritorna anche lo Steve che si era visto in Love and Rockets X.

L’impressione è che questo quarto “integrale” di Palomar sia stato confezionato con materiale eterogeneo messo insieme a forza in assenza di altri cicli lunghi, ma il risultato non è affatto disprezzabile visto che così non serve arrovellarsi a ricostruire trame complesse. Non mancano situazioni divertenti e nelle sequenze più crude non si avverte la voglia di Beto di epater la bourgeoisie quanto la genuina necessità di raccontare le cose come stanno.

Lo stile di disegno di Gilbert “Beto” Hernandez è molto cartoonesco e si adatta perfettamente a queste storielle comiche e anche a quelle (non tante, ma ci sono) oniriche. Il primo impatto con la storia introduttiva datata 2011 è un po’ sconfortante, ma il materiale di fine anni ’90 è molto più curato – sempre nei limiti stilistici dell’autore. Ciò che difetta in precisione lo ha in espressività: in questo contesto va benissimo. Lodevole poi come riesca con pochi tratti a rendere perfettamente distinguibili le moltissime donne che pullulano in queste pagine senza farne delle caricature.

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