martedì 26 settembre 2023

Chico e Basco

Come avviene ormai da alcuni anni, l’albetto speciale in uscita a Riminicomix non è più una storia inedita o “corretta” di Martin Mystére ma un recupero d’annata della vasta produzione di Alfredo Castelli. In questo caso si tratta di una serie piuttosto sfortunata che durò su Il Giornalino il tempo dei due episodi qui ristampati, per poi essere continuata brevemente in parte o del tutto da Tiziano Sclavi su SuperGulp anche con un disegnatore rimasto anonimo.

Seguendo la moda dell’epoca (1976) il Basco del titolo è Bud Spencer, affiancato non da un emulo di Terence Hill ma di Charles Bronson – scelta un po’ strana forse dovuta al gusto o alla documentazione disponibile del disegnatore Jorge Moliterni. La prima storia di presentazione, La Via dei Diamanti, non li mette ancora del tutto a fuoco: Chico è un baro professionista (altro riferimento dichiarato: La Stangata) e il duo inizialmente sembra più che altro una coppia di delinquentelli. Ma dopo questa sequenza di presentazione di cinque tavole si trovano coinvolti in un caso avventuroso con un traffico di diamanti in mezzo, in cui però le loro caratteristiche sono ancora solo accennate (Basco violento e Chico donnaiolo).

Una Corriera per la Libertà li vede invece più definiti, gestori di un’attività in cui riparano di tutto: abilità che ha permesso a Basco di costruirsi un aereo a partire dai rottami di altri 36 velivoli. Un ometto che salvano da un’aggressione ha con sé una mappa del tesoro, e così partono per il Sud America dove però saranno coinvolti in un’azione rivoluzionaria contro il dittatore locale – e addio tesoro.

Fortemente derivativa e costretta nei limiti del fumetto per ragazzi dell’epoca, la serie è abbastanza godibile ma non è certo al livello de Gli Aristocratici o de L’Ombra. Certe gag sono desuete (la mamma apprensiva, il tormentone del nome sempre sbagliato del signor Hamburger) e alcune situazioni allegramente inverosimili.

Jorge Moliterni fa un ottimo lavoro come suo solito, qui inevitabilmente penalizzato dal formato ridotto e da una stampa che fisiologicamente non può essere ottimale partendo dalle pagine delle riviste. Ho notato che curiosamente si è corretto il motto, volutamente sgrammatico, dell’impresa dei due: l’originale si può vedere qui.

Come sempre capita con i lavori di Alfredo Castelli, i suoi commenti a latere sono anche più gustosi dei fumetti in sé: in questo caso scopriamo (beh, io lo scopro, magari era una cosa risaputa) che la sua “moglie emerita” era imparentata con Cesare Civita, di cui ci fornisce un ritratto inedito.

Splendida copertina a tema di Lucio Filippucci, molto elaborata.

In allegato c’è una cartolina dedicata allo Zio Boris realizzata da Massimo Bonfatti, propedeutica al recente volume con le nuove storie.

11 commenti:

  1. Questi me li ero completamente dimenticati. Perché uno pensa subito a Chico e Spillo, povero Basco.
    Che poi Bronson allora non era poi così strana come scelta facciale, ricordo parecchi liberi su Intrepido-Monello, e naturalmente Judas.
    Semmai è il carattere alla Terence Hill che non si adatta bene al ghigno di Bronson.
    Comunque sul post più vecchio ti ho lasciato un pezzo da karaoke. Passa tu alla SIAE, grazie.

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    1. Charles Bronson era gettonatissimo: Gli Avventurieri di Wood e Villagran, Larry Mannino, Western Family...
      Grande popolarità o facilità a trovare le "reference"?

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    2. Già, come ho fatto a dimenticarmi Zero Galvan...

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    3. Lì però si trattò di un'evoluzione grafica del personaggio, non credo che il buon Lito (o chi per lui) si basasse su fotografie.

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    4. No, lì c'era un'ispirazione dovuta anche al carattere del personaggio. Il discorso dei "fotografari" è diverso, come diceva il buon Sauro.

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    5. E c'era anche il discorso che Bronson piaceva alla moglie di Fernandez.

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  2. Diavolo di un BVZA! I rottami dei 36 velivoli sono la sua idea della nave di Teseo e la mamma di Basco si chiama Rosebud. Orson e Bud avevano più o meno lo stesso peso e chassis. Viviamo davvero nel migliore dei mondi possibili.

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    1. Ma cosa diavolo dici, Graziano?! La Nave di Teseo è un'idea di Elisabetta Sgarbi.

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    2. Ve ne prego, ditemi che non è figlia di Vittorio.

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