lunedì 25 settembre 2023

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L’annuncio su Anteprima 385 dell’uscita del secondo volume de Gli Uomini della Settimana mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti di questo fumetto. Sono considerazioni che sicuramente chiunque avrà fatto, cionondimeno le condivido lo stesso.

LA CITAZIONE

«L’arte dice al fumetto: “ Per esistere lei deve eliminarmi ed è per questo che è stato sempre odiato; a me, invece, per esistere basta che lei rimanga alla debita distanza, questa è la differenza”. Il fumetto colto di sorpresa, risponde qualcosa e in quel momento si accorge di poter esistere anche lui autonomamente. L’arte allora...»

DICHIARAZIONE D’INTENTI

Nel primo volume compare un David di Donatello vinto da Aquila, a suffragare la teoria che i protagonisti non sono supereroi ma attori o performerE il primo premio come scopritore dell’acqua calda va a… [rullo di tamburi] Luca Lorenzon! Forza, Luca, non essere timido, vieni sul palco e dicci qualcosa. «Io… ecco… era davvero così evidente?» [risate sguaiate dal pubblico]ma con un importante dettaglio: è privo di genitali. Al di là del fatto che questo svuota di ogni significato i paragoni con Watchmen, dove il Dottor Manhattan se ne andava in giro nudo senza problemi, è evidente che si tratta di una scelta precisa degli autori.

Da una parte è come se Bilotta dicesse «Non ho le palle», cioè dichiarasse apertamente di non avere il coraggio di fare qualcosa di rivoluzionario o anche semplicemente diverso da quello a cui i lettori sono abituati, dall’altra è come se dicesse «Non ho coglioni», ovvero non ha semplicemente la voglia di fare qualcosa di rivoluzionario o anche semplicemente diverso da quello a cui i lettori sono abituati.

LA GRANDE SFIDA DA DA

 
Uno dei personaggi più caratteristici de Gli Uomini della Settimana è Da Da Da, un po’ sorella Kessler dark e un po’ Crazy Jane di Grant Morrison (non c’entra niente, è giusto per dare qualche coordinata a chi legge supereroi) ha il potere di cambiare la posizione delle lettere nei balloon dei personaggi creando nuovi significati. Esiste un paese friulano il cui nome è oggetto di frustrazione (o vanto, a seconda dei casi) da parte dei residenti per l’unico suo anagramma possibile che la vulgata gli attribuisce: Codroipo. Ma in realtà di anagrammi di “CODROIPO” se ne possono fare moltissimi, riuscite voi a trovarne alcuni senza ricorrere al vostro dialetto? Qui di seguito alcune delle soluzioni possibili: ma attenzione che la grande sfida è un’altra!

ODO PORCI (avverto la presenza di suini)

DIRÒ POCO (non mi dilungherò)

COPRO ODI (metto un telo sopra un libro di Carducci che contiene nel titolo la parola «barbare»)

DOPO CIRO (…la Persia non è stata più la stessa!)

O RIDO O PC (quando lavoro al computer sono serissimo)

RIDO POCO (sono un tipo serio)

ODIO CROP (il termine inglese per designare il raccolto mi sta sulle balle)

RODI COOP (ti piace rosicchiare le cooperative di coonsumatori)

ORCO DI PO (babau fluviale)

OP, CORI: DO! (forza, gruppi di cantanti, intonate la prima nota)

COPI D’ORO (il creatore della Donna Seduta era proprio un persona fantastica)

COPIO ROD (Steward o Steiger potrebbero citarmi per plagio)

O, PC, ODORI! (quanto puzzi, personal computer – ma anche: toh, hai imparato ad annusare)

DO PROCIO (ti consegno uno degli uomini che hanno invaso la tua Itaca, Ulisse)

DIPO ROCO (l’animale di compagnia di John Difool ha la raucedine)

Come detto nella parte nascosta dopo i due punti, la vera sfida era un’altra: scoprire che in realtà Da Da Da non modifica affatto le parole degli altri ma inventa di sana pianta nuove frasi senza che siano anagrammi di quelle originali. Ciò si ricollega quindi alla dichiarazione d’intenti delineata sopra sul non “aver coglioni”, altresì rappresentabile con la frase «Voja de lavorà sarteme addosso – e anvedi da sbajà mira.»

I COLPEVOLI

Nella recensione al primo numero, in un patetico tentativo di fare dell’umorismo (già, perché stavolta, invece…) additavo due eccellenti figure della Repubblica Italiana come colpevoli della sparizione di Aquila. In effetti i colpevoli sono proprio loro! Solo che il loro delitto non riguarda Aquila ma un altro personaggio che è uscito dal quadro al termine del secondo capitolo. Nella splash page della sua comparsa si può infatti cogliere un dettaglio: un numero di quattro cifre che evidentemente è il suo punto debole (ogni Uomo della Settimana ne ha uno). Orbene, questo numero è facilmente ricavabile moltiplicando e sommando alcuni dati che si trovano nelle biografie dei due illustri personaggi. Mi pare evidente. Ci ho messo un’ottantina di tentativi (basandomi su date di nascita, durata dei mandati, cambi lettere/numeri…) per far tornare il numero giusto ma è evidente che è così. A voi il piacere di scoprirlo a vostra volta.

IL GRANDE RIMPIANTO

Ma perché Bilotta invece di Alessandro non si chiama Oirotare? Questa la vita del blogger: una frustrazione dopo l’altra.

5 commenti:

  1. Sono in quasi-coma etilico da abbandono femminile, ma mi accosto a questo post con rispetto perché vedo che ci tieni abbastanza.
    Dunque , cosa mai posso commentare di una situazione che non conosco minimamente e di cui nulla capisco...
    Oh, beh, se lo fa Salvini...
    Mi domando cosa possa esserci di interessante in quella che sembrerebbe, così a occhio, una rimasticatura italiana del Grant Morrison di una trentina o quarantina di anni fa. Però, mai giudicare senza leggere.
    Certo che Ponchione l'avrei visto benissimissimo per la Doom Patrol di Grant. Questo sicuro.
    Ma quale sarebbe il senso di ripercorrere all'italiana strade già tracciate (meglio) dagli inglesi a suo tempo, se non ribadire il nostro irrimediabile provincialismo futurista? Mah!
    -I coglioni : Beh, è sempre usato tarpare le ali all'uccello, anche doc Manhattan in qualche tavola ha uno slippino.
    Eppoi oggi come oggi obliterando le noci puoi anche passare per "inclusivo", insomma a livello altamente simbolico oggi sbianchettando puoi passare per reazionario ma anche per progressista (il che dimostra in che casino ci siamo infilati).
    -Codroipo. Capisco che tu abbia tralasciato l'anagramma più ovvio e più autenticamente-gioiosamente blasfemo.
    Ti comunico che la tragedia non sta nell'anagramma, ma nell'inequivocabilità. Conoscevo una ragazza imbarazzatissima e molto presa in giro perché nata a Longoio (frazione di Bagni di Lucca). Dovette emigrare a Pisa.
    -Da Da Da. I don't love you you don't love me.
    Se come penso si tratta di un riferimento a un certo pop anni 80, direi che Bilotta poteva trovare di molto meglio, per esempio poteva chiamarla Cathode Mama, o direttamente Krisma, ché i Krisma facevano una new wave mica da ridere.
    -Arte. L’arte dice al fumetto: “ Per esistere lei deve eliminarmi ed è per questo che è stato sempre odiato; a me, invece, per esistere basta che lei rimanga alla debita distanza, questa è la differenza”. Bella cazzata. Effettivamente, un punto di vista tipicamente italiano.
    -Non ho le palle. Non so perché, ma giuro che leggendo mi è venuta subito in mente "Non ho l'età" della Cinquetti. Ho proprio sentito: "Non ho le palle / non ho le palle / per scrivere fumettiii / non ho le pallee..." E poi veramente basta con questi modi di dire, è discriminatorio nei confronti delle autrici.
    -Oirotare. Confesso che non ci sono arrivato.

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    1. - dispiaciutissimo per le tue vicende sentimentali
      - ci tenevo eccome al post, che giaceva nel portatile da più di due anni, ero sul punto di inventarmi un annuncio fittizio pur di togliermelo dal desktop. Ma come ben sai è una cosa che non farei mai, come recensire volumi non letti.
      - chiunque sarebbe stato meglio dei disegnatori della Doom Patrol, e non sto screditando Ponchione che è bravissimo (ma la Panini non gli fece onore a livello di stampa nel primo volume)
      - i coglioni: nel corso di una breve esperienza in una "agenzia pubblicitaria" mi venne detto che per vendere spazi pubblicitari ci volevano i coglioni. Citando Craxi risposi che ci volevano sì, ma sotto, non attorno, indicando il capo e il suo sgherri. Non ritennero più necessaria la mia collaborazione, va' a capire perché.
      - la drammatica vicenda di Lingoio è quasi bella nella sua tragedia. A proposito, mi pare che un anno prenotati proprio a Bagni di Lucca, per cui grazie ancora per il posto dentro le mura che mi trovati.
      - per quanto la metrica sia zoppa, sto canticchiando "non ho le palle" da alcuni minuti.
      - oirartnoc la ereggel a avorp

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    2. Ah, m'era sfuggito:
      - arte: per forza è un discorso all'italiana, Gino De Dominicis era italiano ;)

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  2. Aggiusto la metrica, così puoi cantarla anche sotto la doccia.

    NON HO LE PALLE
    (Di Bilotta-Ponchione-Cinquetti)

    Non ho le palle, non ho le pallee...
    Per sceneggiare, non ho le palle...
    e rifaccioo... Grant Morrisòn...

    La citazionee... da' assuefazione...
    Meno maaleee... che c'è Ponchionee...
    E la gentee... guarda i disegniii...

    Lascia che scrivaa... un fumetto brìttànicoo...
    Con gli eroii... che son performeer...
    Se vado in Maarvel... Faccio i Transfoormer...
    Ma li scrivoo... come Alan Moooore...

    E Du Du Duuu... e Da Da Daaa...
    Non ho le palleee... Che ce vòi faaa...

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    1. In realtà la metrica sta quasi in piedi: io cambierei "che sonO performer" o "che son DEI perfomer", e poi "ma IO li scrivo".

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