domenica 15 dicembre 2013

Historica 14 - Vae Victis! 3: Giulio Cesare e l'invasione della Britannia



Mi sembra che la saga di Vae Victis! stia procedendo in crescendo. Dai primi, interessanti ma un po’ ridanciani episodi, siamo passati a una storia serratissima e decisamente drammatica, e inevitabilmente adesso che i protagonisti mi sono familiari è molto più appassionante seguirne le gesta e le disgrazie. Veramente belli e coinvolgenti questi quattro episodi, in particolare i primi due che mi hanno tenuto incollato al volume.
Come al solito Simon Rocca coniuga rigore storico ad azione frenetica, condendo il tutto con personaggi suggestivi delineati molto bene, anche se per comprensibili ragioni di spazio e di economia della narrazione ad alcuni come Mandubracio viene riservato poco più che un ruolo da macchietta. Messi da parte il facile erotismo e soprattutto le battutine estemporanee, restano i tormenti (anche amorosi, non meno dilanianti) degli eroi, il volto cinico del potere e della politica, il disincanto con cui viene mostrata la difficoltà delle popolazioni barbare a fare fronte comune contro l’invasore. In questi episodi mi ha colpito molto la profondità con cui è stata trattata la figura di Cesare, che da cattivo della serie è diventato un personaggio a tutto tondo, non privo (tutt’altro) di meschinità ma umanissimo.
E a dirla tutta ho apprezzato anche la continuity attenta e molto ben costruita.
Anche i disegni, forse perché sono condizionato dall’ottima resa di stampa e dai colori molto suggestivi, mi sono sembrati migliori di quanto Mitton ha fatto in precedenza, che era comunque sempre di livello almeno dignitoso.
Riallacciandosi allo scorso episodio Gaio Giulio Cesare, il conquistatore e Arulf, l’Iceno raccontano gli scontri dei Britanni coi Romani, in cui si intrecciano le vicende dei vari protagonisti, mentre con Celtillo, il Vercingetorige Ambra/Budicca torna in azione per spirito d’avventura donando nuova linfa alla storia. La mia impressione è che negli intenti degli autori la saga fosse perfettamente conclusa col suo decimo volume originale, cioè il secondo capitolo di questo Historica 14, e che l’abbiano continuata a fronte del successo che ha avuto, ma è appunto solo un’impressione.
Nell’introduzione Sergio Brancato fa delle riflessioni e dei collegamenti molto interessanti (ma Asterix sciovinista? Suvvia...) però mi chiedo che fine abbia fatto Pollicelli.
Non mi è sfuggito che in un paio di occasioni (Milone e Sligo messi ai remi della galera, Celtillo che parla ad Ambra appena eletto Vercingetorige) dei balloon sono stati invertiti, ma vale sempre il vecchio discorso: 200 pagine di grande formato a colori a 13€ sono comunque un affare.

6 commenti:

  1. Caro Lorenzon, questa intervista le potrebbe interessare. Cordiali saluti.
    http://www.fumettodautore.com/magazine/off-topic/4557-lintervista-r-giuseppe-pollicelli-parla-di-historica

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    1. Pensavo fosse un avvicendamento temporaneo come è successo un paio di volte per Barbieri sui Classici di Repubblica. Mi spiace, ma dubito fosse quella la tua fonte di sostentamento pricipale, giusto?

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  2. Ci mancherebbe altro. Se così fosse, stazionerei in modo permanente presso qualche mensa della Caritas :-)

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  3. "Chi non lavora non mangia"

    (Nikolaj Lenin/Giuseppe Pollicelli, Kamikaze n°1)

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Replico a tanta accuratezza filologica con una precisazione (che è poi un'autoprecisazione fatta a vent'anni di distanza). Il primo a formulare la frase in questione fu Paolo di Tarso nella seconda lettera ai Tessalonicesi. All'epoca non lo sapevo.

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