Lungi da me l'idea di parodiare la famosa disfida dei biglietti da visita degli yuppies di American Psycho - by the way, è uno dei momenti in cui il film è + efficace del libro - ma posso rispondere ad un Peter Arno qualsiasi con la mia collezione degli originali del graphic novel liberamente ispirato alla vita di Peter Arnett scritto da quel tizio che oggi è responsabile di quel tascabile chiamato qualcosa come Una Volta Vivo e disegnato dal ns amichevole Mailo Manari di quartiere. Non proprio una bio quanto " un tentativo di scavare una galleria sotto le fondamenta di opere sperimentali come la riduzione a fumetti del 1941-79 di Steve Spielberg che dobbiamo ad un cartoonist difficilmente etichettabile come Roarin' Rick Veitch " ( Vinnie Mollica - i fumetti che non vedremo mai - Editori Riuniti Contro Crepascolo ). La storia inizia con il prez Johnson che recita la immortale World Distruction del dinamico duo Afrika Bambataa e John Lydon davanti al Congresso che risponde con un coretto di kaboom/kaboom quando si decide di napalmizzare il Gnam, paese che esiste solo nella zucca di Ermete e Mailo come Wakanda, Pellucidar o Gotham altrove e continua con Arnett in diretta televisiva dal New Yorker dove Basquiat ritocca tutte le covers classiche dello 'zine in una parodia del Joker di Nicholson nel Bats di Burton. Mi spiace di esser l'unico a poter godere di tanta delizia e spero che prima o poi l'asfittico mercato italiano la smetta di investire solo in cose sicure come zerocalcarigipiortolani per dare una chance a qualcosa di completamente diverso, come direbbero i Monty Python. Sperem.
Io ci ho un quadrettino di poche decine di cm. quadrati raffigurante un omino barbuto con un'ascia che sogghigna e dice "Lasciate che i pargoli vengano a me! Hi hi hi!", e sotto c'è scritto "CASTELLI". Credo (voglio credere) che l'abbia disegnato Perogatt, a una qualche Lucca di Early Seventies, perché ha il tipico naso "alla Perogatt". Ce l'ho incorniciato da qualche parte, ma ora come ora non lo trovo: casa mia è un casino...
Anche l'omino bufo di Castelli aveva il naso alla Perogatt. Invito anche te a scorrere a ritroso le mirabilie che si trovano in quel blog. Altro che Peter Arno (che manco sapevo chi fosse).
Bullarsi per gli acquisti è una cosa obbligatoria :D
RispondiEliminaLungi da me l'idea di parodiare la famosa disfida dei biglietti da visita degli yuppies di American Psycho - by the way, è uno dei momenti in cui il film è + efficace del libro - ma posso rispondere ad un Peter Arno qualsiasi con la mia collezione degli originali del graphic novel liberamente ispirato alla vita di Peter Arnett scritto da quel tizio che oggi è responsabile di quel tascabile chiamato qualcosa come Una Volta Vivo e disegnato dal ns amichevole Mailo Manari di quartiere. Non proprio una bio quanto " un tentativo di scavare una galleria sotto le fondamenta di opere sperimentali come la riduzione a fumetti del 1941-79 di Steve Spielberg che dobbiamo ad un cartoonist difficilmente etichettabile come Roarin' Rick Veitch " ( Vinnie Mollica - i fumetti che non vedremo mai - Editori Riuniti Contro Crepascolo ).
RispondiEliminaLa storia inizia con il prez Johnson che recita la immortale World Distruction del dinamico duo Afrika Bambataa e John Lydon davanti al Congresso che risponde con un coretto di kaboom/kaboom quando si decide di napalmizzare il Gnam, paese che esiste solo nella zucca di Ermete e Mailo come Wakanda, Pellucidar o Gotham altrove e continua con Arnett in diretta televisiva dal New Yorker dove Basquiat ritocca tutte le covers classiche dello 'zine in una parodia del Joker di Nicholson nel Bats di Burton.
Mi spiace di esser l'unico a poter godere di tanta delizia e spero che prima o poi l'asfittico mercato italiano la smetta di investire solo in cose sicure come zerocalcarigipiortolani per dare una chance a qualcosa di completamente diverso, come direbbero i Monty Python. Sperem.
Hai visto gli altri originali oltre Arno, Crepascolo? ;)
EliminaMimportasega di Peter Arno!
RispondiEliminaIo ci ho un quadrettino di poche decine di cm. quadrati raffigurante un omino barbuto con un'ascia che sogghigna e dice "Lasciate che i pargoli vengano a me! Hi hi hi!", e sotto c'è scritto "CASTELLI".
Credo (voglio credere) che l'abbia disegnato Perogatt, a una qualche Lucca di Early Seventies, perché ha il tipico naso "alla Perogatt".
Ce l'ho incorniciato da qualche parte, ma ora come ora non lo trovo: casa mia è un casino...
Anche l'omino bufo di Castelli aveva il naso alla Perogatt.
EliminaInvito anche te a scorrere a ritroso le mirabilie che si trovano in quel blog. Altro che Peter Arno (che manco sapevo chi fosse).
Allora è di Castelli! Oh, gaudio!
EliminaSono ricco! RICCO!
(devo solo ritrovarlo).
E fa bene si a bullarsi. Di cose ce ne sono davvero parecchie (e quanti dindini spende, il ragazzo). In realtà Arno già poteva bastare :)
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