venerdì 5 agosto 2016

Historica 46 - La Compagnia del Crepuscolo 1: Il bosco delle nebbie

E finalmente su Historica è comparso La Compagnia del Crepuscolo, annunciato varie volte su Anteprima ma concretizzato solo adesso – confesso che non ci speravo più. Dato il tenore della saga di storico c’è ben poco, giusto un accenno di contestualizzazione della vicenda e un richiamo a epoche passate, e difatti Sergio Brancato nell’introduzione fa i salti mortali per giustificare la sua presenza nella collana (citando velatamente, oltre a Roland Barthes, pure Storia e Discorso di Seymour Chatman); questo fumetto è più un fantasy, o per meglio dire una storia fantastica in cui elementi folkloristici e leggende convivono apparentemente con la “realtà”, come in alcuni fumetti di Servais. Mille volte meglio i folletti che le ennesime trincee della prima guerra mondiale, dico io.
Ne Il sortilegio del bosco delle nebbie, primo dei due episodi raccolti, un cavaliere spiantato e sfigurato raccoglie due derelitti sopravvissuti allo sterminio di un villaggio, il giovane Aniceto e la selvaggia Mariotta accusata di stregoneria, e li conduce con sé nel Bosco delle Nebbie dove dovrebbe trovare una sorta di espiazione affrontando la Forza Nera. A metà volume la storia prende una piega inaspettata e il gruppetto è assalito da una torma di folletti decisamente incazzati visto che dall’alto della loro statura gli umani non si sono accorti di aver distrutto alcune case del loro minuscolo villaggio ammazzando alcuni abitanti. I tre avranno salva la vita a patto che liberino i folletti di un mostro che li tormenta. La storia si sviluppa tra veglia e sogno e il finale non è affatto scontato.
Gli occhi di stagno della Città Glauca è una vicenda ancora più complessa, in cui si rincorrono e si intrecciano tre piani temporali diversi. Il terzetto si trova coinvolto insieme agli amici folletti e a qualche new entry nella ricerca della Città Glauca e nella conseguente eliminazione dei mostruosi Dhuard. Anche questa storia è perfettamente conclusa in sé e si può leggere da sola (beninteso, a raccapezzarsi tra i simbolismi e i bruschi cambi di prospettiva), cosa che avalla la mia ipotesi secondo cui in origine Bourgeon voleva fare solo uno one shot con Il sortilegio del bosco delle nebbia e poi si è fatto prendere la mano.
Sarà stato il piacere di vedere finalmente concretizzata la pubblicazione di un fumetto “maledetto” a lungo rimandato, o forse il ricordo del volume della Nuova Frontiera piuttosto penalizzato dai fuori registro, ma i disegni di Bourgeon mi sono sembrati molto più convincenti qui che nella saga di Isa. È vero che tende a prendersi qualche licenza anatomica soprattutto nei campi medi, ma non abbondando in puntini e tratteggi come spesso ha fatto le tavole ne guadagnano in leggibilità. I colori, vero pezzo forte di Bourgeon, sono ottimi come sempre.
La storia è molto originale, i personaggi sono splendidamente caratterizzati e Bourgeon riesce a trattare situazioni tragiche con un piglio ironico molto riuscito: spettacolari i dialoghi del cavaliere, il cui effetto è tanto più riuscito se immaginiamo la compostezza con cui inanella le sue massime. Ma anche il rapporto tra i tre è molto ben costruito e gustoso.
Data la struttura della saga originale, due volumi della durata standard di 46 tavole più un volumone conclusivo extralarge, questo numero di Historica comprende solo i due terzi della serie e in appendice ci sono dei ghiotti extra tra cui articoli di approfondimento sulle creature reinterpretate da Bourgeon (non scevri da errori: l’arresto di Rubinstein avvenne ovviamente nel 1945 e non nel 1937) e degli splendidi studi e acquerelli dell’autore. È incredibile come questi ultimi siano molto più “vivi” ed espressivi del prodotto finito ma è un fenomeno che riguarda tantissimi disegnatori.
A mio avviso uno dei volumi migliori della collana, per quanto sia un po’ un corpo estraneo a causa delle sue massicce derive fantastiche. Anche il ridicolo lettering che cerca di imitare quello originale fatto a mano da Bourgeon mi è sembrato meno artefatto che in precedenza.

PS: in allegato al volume c’è un flyer in cui si annuncia un volume speciale per settembre, Steve McCurry: New York 11 settembre 2001. Qui a Staranzano fa un caldo infernale ma quando ho letto che si tratta di «un’opera eccezionale che unisce fumetto e fotografia» sono rabbrividito.

8 commenti:

  1. Glauco Staranzano detestava il suo nome terrone al punto da sudare come facesse un caldo infernale anche nel gelo del bosco del crepuscolo nel crepuscolo dei suoi anni. Aveva il cavallo basso dei suoi avi che non avevano mai osato nemmeno alzare il braccio per rubare i frutti sui rami + alti del latifondo del padrone nei secoli dei secoli ed il muso incarognito di chi non si rassegna al fatto di non essere alto, bello e biondo come gli eroi dei fumetti magari perfetti in primo piano e meno in campo lungo, ma sempre + di un terrone rasoterra e che si deve radere due volte al giorno per non parere un lupo mannaro in libera uscita prima del crepuscolo.
    Era stufo della guerra e così si era scavato la sua nicchia fantasy e parlava con gli gnomi e gli elfi guardandogli negli occhi senza curvare la schiena. Del bosco gli piacevano soprattutto i colori , il pezzo forte di Dio secondo Glauco, ed il fatto che pareva non finire mai , non essere mai stato completato.
    La pallottola lo colpì nella schiena e non gli lasciò nemmeno il tempo di salutare i suoi amici magici.

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    1. Automatisme psychique pur par lequel on se propose d’exprimer, soit verbalement, soit par écrit, soit de toute autre manière, le fonctionnement réel de la pensée en l'absence de tout contrôle exercé par la raison, en dehors de toute préoccupation esthétique ou morale

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  2. Davvero pensi sia surreale ? Dovresti vivere nel mio quartiere. Ieri sera al crepuscolo, ho visto il cuoco cinese del nuovo ristorante spagnolo spiegare al suo furetto a quale distanza dalle ali del suo aliante di balsa occorre incollare i piombini perchè il modellino sia equilibrato. Ha tenuto la sua conferenza in francese. Lo stesso francese vivace di Dard. Io non parlo la lingua dei mangiarane, ma il furetto sì e mi ha tradotto la lezione.

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    1. È indubbio che la poesia di Král, da quanto risulta dalla traduzione del bravo Antonio Parente, suoni un po’ ostica all’orecchio della tradizione poetica italiana così incardinata nel discorso diretto e nella sua fedeltà al referente, inteso come qualcosa di oggettivo e di insindacabile e non come una icona che deve essere aggirata, incontrata in tralice, evitata semmai o circumnavigata. Insomma, ciò che dal punto di vista della tradizione italiana è frontale o troppo detto, nella poesia di Král, invece, risulta incomprensibile; nella poesia dell’autore ceco invece è proprio l’angolo visuale dal quale si osservano le cose che è “spostato” rispetto all’angolo visuale della tradizione italiana, spostato in quanto ogni tradizione elegge un proprio punto di vista piuttosto che un altro. Si tratta di un fatto quasi inconsapevole per chi fa e legge poesia in italiano che lo lega e lo determina ad un modo di fare poesia all’interno della tradizione italiana. La poesia di un Montale e di un Sanguineti da questo punto di vista non differiscono affatto, entrambe stanno davanti all’autore e al lettore in modo frontale, diretto; ne consegue che lo sviluppo metrico sintattico non può non seguire questa impostazione di fondo. Non c’è una indirezione sintattica, non c’è uno sviluppo prospettico o scopico del punto di vista dell’agente poetico. Direi invece che nel poeta ceco questo “spostamento” del punto di osservazione determina anche uno spostamento-slogamento sia dell’ordine logico-sintattico che dell’ordine musicale, ovvero, del pentagramma tonale e fonosimbolico. Da questo nucleo problematico ne deriva un nodo che non può essere sciolto dal traduttore (comunque sempre attento a trasportare nell’ordine logico-sintattico dell’italiano quanto vi può essere traslocato). Direi che l’utilità della lettura di questo poeta ceco stia proprio qui, nella sua capacità di mostrare al lettore italiano un diverso modo di considerare gli oggetti e le relazioni che ci legano al mondo degli oggetti, giacché sono gli oggetti ad essere determinati dal mondo e non viceversa, come crede il senso comune.

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  3. -Krall è il cattivo dell'ultimo Star Trek - mi disse all'orecchio con il suo vocione perfettamente udibile a cento metri di distanza quel furetto di Dardo, mentre cercavo di concentrarmi sul concerto di una tribute band di Diana Krall.
    In sala erano solo Dardo, una posse di amanti del jazz scandalizzati per quello strano animaletto molesto al mio fianco ed il sottoscritto.
    Dardo non era un cattivo figliolo, ma era convinto che Louis Armstrong fosse allunato tanti anni fa ed era lì solo perchè uno dei ns informatori che chiamiamo in codice Agente Poetico era sicuro che Il Ceco avrebbe fatto capolino prima o poi e noi volevamo mettere le ns zampette sul Ceco prima che lo facesse il nemico che il Ceco aveva gabbato, come fa con tutti prima o poi. Il Ceco è uno di quegli oggetti che determinano il nostro mondo. Compra e vende, di qua e di là del Muro. L'idea era di portarlo dalla ns parte della parete e coprirlo d'oro perchè parlasse e soprattutto " non " parlasse. Nessuno sapeva esattamente come fosse fatto.
    Il concerto finì e non vidi nessuno che poteva essere il nostro uomo. Il Diane Krall Kaos Klub salutò e vidi " Diane " passarsi una zampetta sotto lo zigomo come chi pensa sarebbe il caso di lavorare di rasoio. Un tic che condivido. Stavo per raggiungerla quando una groupie le piantò una pallottola nella schiena. Peccato perchè aveva una bella voce, dopo tutto.

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    1. I like a boy in uniform (school uniform)
      I like a boy in uniform (school uniform)
      I like a boy in uniform (school uniform)
      I like a boy in (school uniform)

      Well I walked past him and I give him a wink
      He must think I am sexually impertinent
      And we're always colliding like the elements
      But does he really know me, do I really know him?

      I should have noticed it before
      (we also noticed it before)
      My girlfriends said they saw before
      Him looking at the boys, looking at the boys

      He likes a boy in uniform (school uniform)
      He likes a boy in uniform (school uniform)
      He likes a boy in uniform (school uniform)
      He likes a boy in (school uniform)

      Well I'm so sad cos I loved him so
      But I think it's better that we go with the flow
      And now I find my outlook isn't so narrow
      In lessons I am dreaming about the girls that I know

      I like a girl in uniform (school uniform)
      I like a girl in uniform (school uniform)
      I like a girl in uniform (school uniform)
      I like a girl in (school uniform)

      And now I know about all of this
      There's plenty more that I can kiss
      And when I think about the bliss
      Of looking at the girls, looking at the girls, looking at the girls

      I like a girl in uniform (school uniform)
      I like a boy in uniform (school uniform)
      Cos not everything is uniform (school uniform)
      I wanna kiss everyone in uniform

      I like a girl in uniform (school uniform)
      I like a boy in uniform (school uniform)
      Cos not everything is uniform (school uniform)
      I wanna kiss everyone in uniform

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  4. Zeppo Zervillo legge e rilegge il suo copione. L'idea è di fare un remake dell'episodio Il marito di Roberta di un vecchio film ad episodi in cui Sordi sposa una donna che si opera e si arruola come soldato professionista. Roba di cinquant'anni fa. L'idea è di farne un cyberpunk nostrano ambientato nelle colonie extramondo con un minatore su di una roccia sul satellite Europa che si innamora di una aliena che alla fines si rivela un terrestre mutante. Quel poeta dell'agente di Zeppo dice che sarà un trampolino di lancio formidabile x la carriera del suo cliente, ma Zeppo si sente come The Fonz che sta x saltare con la moto sopra gli squali. Deve però trovare un modo di pagare il fitto ed il suo agente poetico. Esterni nella Repubblica Ceca. Praticamente un altro pianeta x Zeppo che non si è mai allontanato molto da Roma dove è arrivato dalla natìa Staranzano. Ci pensa e ci ripensa. E se il regista capisse che è nato sulla Terra da genitori alieni ? come potrà nascondere i piedi palmati mutanti ? Sarà sempre in uniforme sul set ?

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    1. Ingredienti per 2 persone:

      4 tuorli
      4 cucchiai di zucchero
      4 mezzi gusci di marsala o moscato (se lo si vuole meno alcolico mettete 2 mezzi gusci o sostituite il marsala col caffè)

      Preparazione:

      In un pentolino mettere i tuorli d’uovo e lo zucchero, amalgamare bene con la frusta finchè il composto diventa bianco e spumoso, poi aggiungere marsala (oppure il caffè) sempre sbattendo con la frusta, per circa un minuto.

      Immergere il pentolino a bagnomaria in un’altra pentola più grande, riempita per 1/3 di acqua bollente.
      L’acqua non deve mai bollire, mescolare con la frusta per 5-10 minuti, finchè la crema comincerà a gonfiarsi, addensarsi e diventare vellutata.

      Togliere lo zabaione dal fuoco e servirlo immediatamente in coppette di vetro.

      Lo zabaione puo’ essere gustato anche freddo ma prima di servire va mescolato per evitare che il vino si separi dalla crema.

      Note: se si vuole usare la crema per farcire dolci o frittelle, aggiungere ai tuorli e allo zucchero 7 gr di fecola di patate per ogni tuorlo, così si otterà una crema densa, perfetta per le farciture.

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