giovedì 15 giugno 2017

Historica Biografie 2: Mao Zedong

Piuttosto deludente questo secondo numero dello spin-off di Historica. Di Mao Zedong si parla quasi incidentalmente, essendo la scena occupata dalla Grande Sorella Deng Yingchao che ricostruisce con opportuna discrezione la storia della Cina comunista davanti a un pubblico di giovani funzionari attoniti nell’apprendere le verità dietro la propaganda. L’input della vicenda viene dato dai funerali di Zhou Enlai, marito di Deng, che tanto strettamente collaborò con Mao (finendo di conseguenza nel suo mirino).
Jean-David Morvan e Frédérique Voulyzé hanno scritto una sceneggiatura frammentaria e dispersiva, con parecchi salti temporali (anche se di pochi anni) in avanti o indietro, farcendo le vignette di note a piè di pagina che rallentano la lettura, soprattutto nella prima parte.
La cosa che lascia perplessi è che molti degli episodi salienti della Lunga Marcia e della Rivoluzione Culturale avrebbero potuto fornire ottimo materiale di partenza per un fumetto impostato in maniera classica (così come effettivamente ne hanno fornito per molti romanzi), mentre vengono solo accennati e trattati sommariamente, a causa dello spazio ridotto e della necessità di comprimere le vicende nelle canoniche 46 tavole di un albo franco-belga. Certo: la materia è vastissima, l’aneddotica si mischia alla Storia e la Storia stessa non è univocamente chiara viste le censure operate dal governo cinese e la difficoltà nel reperire documenti. Ma ciò non basta a giustificare gli sceneggiatori, che oltre che caotici e insipidi si sono rivelati anche disattenti: se la vicenda è ambientata nel 1976, alcuni mesi prima della morte di Mao, come fa Deng Yingchao a citare un evento che succederà nell’84?
Si salvano la raffigurazione estremamente realistica e disincantata del luciferino Mao Zedong e l’ironia che affiora nelle reazioni dei giovani funzionari davanti alle rivelazioni di Deng. E nell’ultima tavola, vivaddio, c’è un po’ di pathos, ma è solo una pagina su 46.
Ai disegni Rafaël Ortiz non fa una figura migliore: essendosi basato massicciamente su fotografie, gli basta poco per rovinare l’insieme con una mascella spostata un po’ all’infuori, con un occhio non in linea con l’altro, con una sproporzione nelle dimensioni di un busto. Inoltre il suo tratteggio pesante e nervoso non è molto gradevole da vedere e in molti primi piani i personaggi diventano quasi mostruosi, mentre i dettagli degli sfondi sono a volte (non molte, a dire la verità) solo abbozzati.
Alla fine la parte migliore di questo volume è quella redazionale a cura di Jean-Luc Domenach, da cui però emergono discrepanze con quanto letto nel fumetto – mi è saltata subito agli occhi la differenza di età tra Mao e la sua prima moglie: quattro nel fumetto, sei nel testo.

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