martedì 11 giugno 2024

Comics Cult (n. 1?)

Curiosa sorpresa in edicola, ennesimo tentativo di capitalizzare sugli anni ’80 ma stavolta puntando sulla nicchia delle riviste di fumetto d’Autore. Questo almeno lascia intendere il sopratitolo, mentre nei fatti mi sembra che la rivista (numero unico salvo successo di pubblico) sia un collage di materiali eterogenei uniti sotto la bandiera delle riviste anni ’80, cosa che comunque può avere una sua coerenza più o meno evidente. Nello specifico, mi pare che si tratti di un progetto celebrativo del benemerito Stefano Trentini che firma buona parte degli articoli e attinge ai suoi archivi di editore e alle sue passioni fumettistiche. Benemerito Trentini lo fu davvero, perché oltre a essere un ottimo disegnatore produsse anche, accanto e prima dei giornali per tatuatori e delle derive celtiche-leghiste, la rivista Selen e la splendida fanzine Nuvola Bianca. Se non avete accesso ai numeri di Fumo di China in cui si incensava Nuvola Bianca e dubitate di quanto fosse splendida date un’occhiata qui. I fumetti ospitati su Comics Cult provengono principalmente da quelle due testate.

Dopo le dichiarazioni d’intenti di rito a firma Trentini, l’ammiraglio della testata ci parla della sua esperienza giovanile con i fumetti e la temperie culturale degli anni ’80 in un pezzo riccamente illustrato che offre anche una cronistoria minima delle testate ritenute più rappresentative (non mi capacito che ci sia pure Frizzer ma lo stesso Trentini ammette quanto sia soggettivo e personale questo excursus). Dall’articolo traspare tutta la sua passione per il fumetto e la sua ammirazione per alcuni protagonisti in particolare.

Uno di questi è il grandissimo Tanino Liberatore (a dimostrazione della sua stima Trentini gli dedicò un bellissimo volume negli anni ’90, recuperando molte rarità extra-fumetto) che Trentini intervista da una prospettiva inedita, cioè facendosi raccontare principalmente della sua infanzia e adolescenza. Ottima intervista, a maggior ragione col ricchissimo e sfizioso materiale fotografico a corredo.

La parte redazionale continua con un articolo di Alessandro Bottero su L’Eternauta, nel senso della rivista. Purtroppo non mancano inesattezze piccole e grandi, ma immagino che non sia stato facile affastellare informazioni su una quindicina d’anni di vita editoriale in uno spazio tutto sommato limitato. Cionondimeno, da quello che scrive nel trafiletto su «Gli autori» Bottero sembra convinto che L’Eternauta pubblicato sulla rivista omonima fosse quello originale di Oesterheld e Solano Lopez!

Eddie Barbaro presenta brevemente la libreria specializzata olandese Lambiek, una delle più vecchie e attive del settore.

Stefano Trentini ci offre poi la testimonianza di un viaggio che fece nel 1985 in giro per l’Italia a caccia di Andrea Pazienza, anche questo accompagnato da un ricco comparto fotografico. È divertente ed evocativo, ma ammetto che in alcuni punti mi sono anche commosso.

Ultimo redazionale, un breve saggio su Fumo di China a firma Bottero. Lo spazio tiranno non permette di approfondire più di tanto l’argomento, lodevole comunque che se ne sia parlato senza pregiudizi nonostante qualche battibecco che mi pare ci fu tra la prozine e Bottero.

Per quel che riguarda la parte a fumetti, si comincia con una sturiaza di Trentini e Luca Tarlazzi aggiornata al 2024, probabilmente anche nei colori. Una simpatica storia col finale a sorpresa come si usava una volta; Ilaria Tassoni presenta un Primo Appuntamento in un’unica tavola che rimane un po’ sospeso; Il Bar ai Confini del Mondo di Matteo Mazzacurati è invece forse anche troppo lungo e stiracchiato, e vede un astronauta vivere diverse vicissitudini surreali. Il disegno è disomogeneo (nel trafiletto di presentazione si dice infatti come lo stile di Mazzacurati vada dal caricaturale al realistico) ma la cura che ci ha messo, soprattutto nella colorazione, è encomiabile. A chiudere la rassegna “ufficiale” c’è un fumetto di Miguel Angel Martin che, al di là della stima per l’autore, con le riviste anni ’80 c’entra come i cavoli a merenda: lo stesso Martin diceva di essere stato contestato dai lettori quando pubblicava in Spagna accanto ad autori come Corben e Maroto. Oltretutto mi pare che nella seconda tavola siano saltati i testi dei balloon, e che questo Betadina and the Epsilons sia solo la prima puntata di una serie. Ma è pur sempre Miguel Angel Martin e si legge con piacere.

Ho parlato di rassegna “ufficiale” perché Comics Cult presenta anche un inserto fuori numerazione di 32 pagine dedicato al fumetto erotico. Con l’unica eccezione dell’umoristico Piero Tonin, gli altri fumetti sono disegnati in maniera spettacolare. Sfilano Fernando Caretta, Massimiliano Frezzato, un misterioso ed eccellente «F. Masi» di cui non vengono fornite note biografiche, Roberto Baldazzini e per finire nuovamente Frezzato. Nessuno di questi lavori è poi troppo esplicito, comunque è interessante notare come vengano accennati anche argomenti oggi tabù come pedofilia e incesto, senza necessariamente metterli al centro della scena come provocazione ma usandoli solo come elementi di contorno o chiavi di volta per una storia.

Comics Cult costa 9,90 euro che avrei speso ben più volentieri se non fosse stampata su cartaccia che si rovina solo a guardarla. A testimonianza della provenienza dalle rotative per quotidiani che l’ha partorita, l’inserto Erotic Comics Cult della mia copia non è stato nemmeno rifilato, e così i margini inferiori delle pagine li ho dovuti tagliare io. Ma forse è una cosa voluta per impedire che quei fumetti “vietati” siano visti da occhi innocenti. Sì, come no.

4 commenti:

  1. Ho dato un'occhiata "qui" e sono contento che la mia emeroteca serva a qualcosa!! Dubito che questa rivista vada avanti, così come dubitai che Heavy Metal avrebbe compiuto un anno di vita ... (Sembra, invece, che l'AlterLinus di Igort stia andando bene.) Lo ordinerò in fumetteria, se non l'ho già fatto, e staremo a vedere se e quando arriverà.

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    1. Non sarà comunque una grande perdita se non dovesse andare avanti, ci risparmierà la depressione di vedere come si facevano i fumetti nei bei tempi andati, altro che graphic novel.

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  2. Bello, probabile numero unico, stavolta hai messo anche il prezzo, che siccome sei un vero signore non lo fai quasi mai...
    Domani vado in fumetteria, voglio vedere cosa si inventano per non trovarmelo (tenteranno di rifilarmi qualche manga).
    Mi ha convinto l'inyervista a Liberatore (con cui ho condiviso la fila per andare al cesso all'ultima Lucca... ragazzi, questi sono ricordi!) e soprattutto la menzione dell'inserto Frizzer, che pensavo fosse ormai perduto nell'oblio... morto, sepolto e inchiodato con un paletto di frassino. Attenzione che potrebbe essere MOLTO pericoloso riesumarlo...

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    1. Tu non sai quanto mi sento in colpa per aver costretto il Brunori a mettere nelle sue segnalazioni anche costo e casa editrice quando io non lo faccio mai. Ma d'altra parte spesso parla di cose di difficile reperibilità e un aiutino agli editori carbonari può far bene.
      Frizzer non era solo un inserto ma una testata autonoma, durata pochissimo. Che aveva a sua volta il suo bravo inserto, senza il quale è impossibile rifilarlo alle fumetterie.

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