sabato 8 febbraio 2025

Dylan Dog Color Fest 52: Non vale se non hai paura

Come riportato nell’introduzione di Barbara Baraldi questa è la prima volta nella sua quasi quarantennale storia che Dylan Dog affronta Spring-heeled Jack, che d’altra parte è un personaggio poco conosciuto della cronaca (o del folklore?) londinese.

In un’esclusiva scuola privata si verificano casi di bullismo piuttosto pesanti ma a vendicare le vittime interviene un tizio con un travestimento steampunk che omaggia l’uomo-pipistrello Jack il Saltatore di vittoriana memoria, a sua volta un giustiziere popolare secondo alcuni. Siccome la nuova fiamma dell’Indagatore dell’Incubo ha un figlio che frequenta proprio quell’istituto Dylan Dog indaga da par suo mentre genitori e istituzioni sono per una volta alleati pur di evitare scandali.

Giovanni De Feo affronta un sacco di argomenti (bullismo, fake news, social network, classismo, metodi educativi, vigilanza privata, cluttering…) e li comprime in un whodunit con troppi personaggi e troppe piste per non risultare frenetico e ubriacante racchiuso in solo un centinaio di pagine. C’è pure una retcon su un caso di Dylan Dog a Scotland Yard, riguardante proprio un atto di bullismo. I disegni, per quanto belli, non aiutano a raccapezzarcisi di più.

Arturo Lauria, con evidenti influssi pop, mi ha ricordato il Corben di Cage e di Hellblazer, anche se più realistico: le figure hanno dei contorni marcatissimi, ombreggiature pesanti e del pointillisme a tirar fuori i volumi. Espressività e dinamismo sono quindi assenti. Anche le sue scelte cromatiche, giustamente definite «audaci e ipnotiche» dalla Baraldi, richiedono al lettore di focalizzare meglio qualche tavola per distinguere scene e personaggi.

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