sabato 1 febbraio 2025

Hack/Slash: Ritorno a scuola

Sulla spinta della conturbante resa grafica di Tutta sola al centro del mondo ho voluto dare una chance a quest’altro fumetto della Thorogood. Mai coperto Hack/Slash ma l’autrice sopperisce comunque con dei flashback strategici. Questo è quello che ho capito io: Cassandra Hack è una ragazzina cacciatrice di mostri che si accompagna a tal Vlad, un omone (o mostro a sua volta?) gigantesco e stupido. Senza un soldo e in fuga dopo aver ammazzato la madre posseduta da un demone incappa casualmente in Darla Ritz, ex scream queen di film dozzinali (forse anche porno) che adesso gestisce una scuola femminile per cacciatrici di mostri, che evidentemente in questo universo narrativo sono assai diffusi. Cassandra incontra così un campionario di personaggi stereotipati e consapevoli di esserlo: fa squadra con la cheerleader ochetta, la goth incazzata e competitiva, la geek informatica. Le indagini con cui si guadagnano il pane sono varie ma tutte collegate al recente caso che tiene banco sui media, ovvero quello dei bambini che massacrano i loro genitori.

Ribadisco che non conosco Hack/Slash e forse Zoe Thorogood si è rifatta a temi già trattati nella serie, però mi pare che si sia inventata delle situazioni quantomeno interessanti e soprattutto abbia imbastito dei bei dialoghi. Sa usare con maestria le possibilità intrinseche del fumetto, cosa evidente soprattutto nell’inaspettato finale esplosivo, ma è lodevole soprattutto come padroneggi la perduta arte di scrivere racconti relativamente brevi che iniziano e finiscono in un episodio, anche se sono tutti collegati da una trama comune. Non mi pare poi irrealistico credere che abbia voluto fare una satira dei comic book, con ostentato fan service e violenza esasperata a sopperire alla censura statunitense, per quanto non si faccia problemi a mostrare un paio di tette.

I suoi disegni passano quindi in secondo piano, pur essendo molto meglio delle ipertrofie supereroistiche e delle derive manga di certi autori (presenti anche nello stile della Thorogood ma con maggiore eleganza). Il punto è che ci sono state parecchie elaborazioni digitali (le protagoniste si trovano addirittura risucchiate in un videogioco e quindi pixellate) e anche i colori pop dati insieme a Sarah Mitrache hanno tolto incisività all’insieme.

Dalla data 2005 che compare in una foto-ricordo immagino che si tratti di un prequel: forse la bambina salvata dagli esperimenti è un personaggio che tornerà più avanti. Tecnicamente però credo che sia anche una retcon perché spiega delle cose del passato della protagonista e giustifica la loro mancata citazione precedente con un bell’espediente narrativo piuttosto toccante.

2 commenti:

  1. Mi fa sorridere che in quarta di copertina si citi Hack/Slash come uno dei titoli "colonna" del fumetto indipendente americano, quando penso che neanche i suoi stessi creatori sarebbero d'accordo con un'affermazione tanto roboante...

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    1. È il mio primo contatto con la serie e mi sfugge quello che vuoi dire... intendi che si ritengono mainstream e non indie? O che sono modesti e l'entusiasmo della presentazione è eccessivo?

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