Liberatore, Mattioli, Pazienza, Scozzari, Tamburini. Questi nomi giungono ora a noi come echi di una leggenda, come gli esempi più veri (forse gli unici) di artisti italiani “on the road”, di autori maledetti che hanno creato e vissuto seguendo il principio del “live fast die young”. Come per le autentiche leggende, ognuno ha interpretato e aggiunto qualcosa al mito ed è inevitabile (e in fondo giusto) che chiunque abbia conosciuto e amato le loro opere si sia formato una sua personale idea di cosa avvenne tra Roma e Bologna sul finire degli anni ’70. Ma quando a reinventare la storia per i propri sordidi fini sono mercanti senza scrupoli (né vergogna) o mitomani necrofili le prospettive cambiano. E’ facile cedere alla tentazione di comprare alle mostre inediti di Pazienza a prezzi stracciati e di provenienza più che dubbia, o illudersi che un giorno salteranno finalmente fuori i primi due numeri di
Cannibale ma nutrire speranze del genere oltre che sbagliato può rivelarsi economicamente dannoso. Forse conoscere un po’ di storia eviterà situazioni spiacevoli.
A metà degli anni ’70 il fumetto in Italia non passava un momento esaltante. I classici
Linus,
Corriere dei Piccoli e compagnia continuavano ad uscire col loro consueto passo e una rivista come
Sgt. Kirk non poteva, con la sua scarsa diffusione e la sua bassa tiratura, imporre la sua estetica (nostalgica, ma almeno raffinata) alle altre riviste. In Francia nel 1974 usciva
Metal Hurlant, qui da noi si progettava
Lanciostory e questo parallelo la dice lunga sulla timidezza degli italiani in campo fumettistico. Eppure era fortemente avvertito il bisogno di cambiamento, se non proprio di rivoluzione, e un ampio settore editoriale (o meglio paraeditoriale: la diffusione era in molti casi quasi nulla) era occupato dalle produzioni di giovani politicizzati che si lanciavano in arditi quanto improbabili esperimenti grafici e testuali in cui l’impegno politico giustificava la mancanza di “mestiere”. Riviste e rivistine come
Polimagò,
Marxiana e soprattutto
Puzz offrivano a un pubblico selezionato (le tirature erano molto artigianali) degli strani prodotti che raramente riuscivano a mettere d’accordo i nuovi argomenti trattati con la grafica astratta o naif.
Queste spinte innovative portarono da un lato alla partenogenesi da
Linus di un suo figlio più maturo,
Alterlinus, e dall’altro a una spietata selezione naturale per cui solo i più caparbi di questi pseudo-editori privi di alcuna conoscenza tecnica o amministrativa riuscirono a rallentare la propria fine di qualche numero in più.
Il Male doveva ancora nascere (e comunque cominciò a ingranare solo dopo i primi numeri) quando su
Combinazioni, rivista ciclostilata del Movimento, pubblicava le sue prime storielle un borgataro del quartiere Talenti di nome Stefano Tamburini .
Il giovanissimo autore (neanche ventenne al tempo della prima pubblicazione) si presentava al suo pubblico composto principalmente da studenti contestatori con divertenti vignette e storie a fumetti. Il modello di riferimento principale erano i fumetti underground californiani (sullo stampo di Crumb, Irons, Corben, ecc.) mescolati agli stili più vari, ma era evidente che il pur volenteroso Strèkeno (uno dei suoi tanti pseudonimi) non avrebbe mai imparato a disegnare dignitosamente. La scarsità di questa sua vocazione apparve ancora più evidente sulla rivista che confezionò qualche tempo dopo:
Cannibale .
Pare che al suo primo apparire, nella primavera del 1977, il giornale passò quasi del tutto inosservato, distribuito nel circuito di Stampa Alternativa e perso tra le altre rivistine che, come abbiamo visto, venivano impunemente date in pasto ai giovani rivoluzionari. Il primo numero, direttamente il numero 3, non era in effetti un capolavoro ma poneva l’accento sui fumetti più che sulle affabulazioni politiche e questo fu senz’altro un gran merito. Oltre a Tamburini la rivista ospitava un incredibile Massimo Mattioli (probabilmente anche finanziatore della rivista, benchè la leggenda la voglia esser stata stampata su carta rubata), autore già affermato in Francia su
Pif e in Italia sul
Giornalino (!), che qui rivelava un lato adulto e per certi versi anch’esso underground che nessuno avrebbe sospettato avesse l’autore dei candidi
Pinky e
Vermetto Sigh. Sulla scelta del nome esistono due versioni: secondo alcuni fu la semplice assonanza tra “cannibale” e “canna” (nel senso di spinello) a far sì che la scelta cadesse proprio su questo titolo mentre la seconda e decisamente più credibile prende in considerazione la rivista omonima che i dadaisti fondarono nel 1920 e che si interruppe proprio al numero 2. Di recente è saltata fuori la pagina di un catalogo d’arte in cui Tamburini annotò ironicamente accanto ai due numeri in offerta del Cannibale dadaista «come avere i primi due numeri di Cannibale >wow<» e questo rafforza l’ipotesi dell’ispirazione al gruppo di Breton.
Nella bizzarra storia
Herpes Zooster Tamburini invita il lettore con una nota a rileggersi un fantomatico numero 2 di
Cannibale per capire meglio la situazione, ma il riferimento è ovviamente solo un’ironica presa in giro del tipico espediente dei fumetti seriali per arruffianarsi lettori.
Anche il secondo numero di
Cannibale (uscito nell’inverno dello stesso anno) viene confezionato all’insegna della provocazione e della sfida alle regole rigide dell’editoria. A livello contenutistico il parco autori è più nutrito e qualitativamente molto elevato: ai due cannibali originari si uniscono infatti le firme di Andrea Pazienza e di Filippo Scozzari. Il primo, il fumettista che più è entrato nel cuore degli italiani, arrivava da
Alterlinus dove era riuscito a farsi pubblicare una serie ormai storica,
Le straordinarie Avventure di Pentothal, in cui per i giovani lettori l’immedesimazione era immediata. Il fatto di aver raccontato con il primo episodio della serie il Marzo ’77 in tempo reale, mentre stava accadendo, fece di Andrea Pazienza, nel bene e nel male, il simbolo di una generazione. Filippo Scozzari era anch’esso un transfuga da
Alterlinus, cui però era giunto dopo un lungo iter che lo aveva visto anche vittima di editori senza scrupoli e partecipatore di esperienze underground. Filippo Scozzari era piuttosto altalenante a livello grafico, tendente inesorabilmente al basso più di Tamburini, ma era anche il più pungente e rigoroso del gruppo, una mente razionale che integrava la goliardica follia di Tamburini. Fu infatti lui a eliminare le Edizioni del Tapiro Arrapato che campeggiavano sul numero precedente per trasformarle nelle Edizioni Primo Carnera, in omaggio a un personaggio creato apposta per
Cannibale.
L’impeto provocatorio del gruppo arrivò al culmine con questa seconda uscita. La numerazione non indicava, come sarebbe stato logico aspettarsi, solo il numero 4 ma si estendeva fino al 7! L’impatto sul poco pubblico che ebbe quel
Cannibale fu dirompente ed anche a livello finanziario rappresentò un evento: fu, infatti, un flop clamoroso. Per poter contare su una distribuzione dignitosa nel mondo già caotico dell’editoria italiana una rivista non può permettersi di confondere chi deve curarne la diffusione (che peraltro è più che felice di venire confuso, intascando soldi per un mancato servizio di cui ha già la giustificazione pronta).
Cannibale 4/5/6/7 è una vera pietra miliare nella storia del fumetto italiano, un modello di provocazione a tutt’oggi insuperato.
Dopo un periodo di riflessione avviene un evidente salto di qualità non solo a livello contenutistico ma anche “imprenditoriale”, però i cannibali non rinunciano alla loro carica dissacratoria e sulla copertina del terzo numero campeggia un disgustoso bollino magmatico che non dà indicazioni sulla numerazione. Con questa terza apparizione (niversalmente conosciuta come “numero zero”)
Cannibale giunge alla sua piena maturità: ora esce come supplemento del
Male, ha un direttore responsabile, acquista una periodicità ed è distribuito da un importante distributore nazionale, Parrini & Co., cui si sarebbero affidati anche molti altri editori di fumetti italiani. Per quel che pertiene strettamente ai fumetti, abbiamo altre due novità che di lì a qualche anno avrebbero stravolto il panorama fumettistico mondiale .
L’artista chiamato ad illustrare la copertina di questo fatidico numero fu Gaetano (Tanino) Liberatore. Venuto da solidi studi accademici (Liceo Artistico a Pescara ed Architettura a Roma), alla scuola Liberatore non doveva solo gli insegnamenti che lo avrebbero reso uno tra i maestri più ammirati al mondo, ma anche la conoscenza di Andrea Pazienza con cui condivise un anno di studi a Pescara. Entrato quasi per caso, introdotto da Pazienza, nella redazione di
Cannibale, ne divenne una delle colonne portanti e la storica tempera con cui illustrò la copertina del numero zero già introduceva le sue impressionanti capacità. Su uno sfondo marrone campeggia un giovinastro capellone che, coerentemente col nome della rivista (anch’esso dipinto da Liberatore) si è mangiato fino a spolparsi e di lui rimane solo la carne dal petto in su, che l’aria di sfida e le posate ancora in mano fanno capire non tarderà a consumare. La resa quasi iperrealista di questa illustrazione è shockante e questa immagine si sarebbe impressa a fuoco nella memoria dei fan; non a caso fu ripresa per la copertina del già citato libro
Prima pagare poi ricordare. Secondo alcuni il soggetto cui si ispirò Liberatore fu Tamburini, di cui quindi questo disegno sarebbe un ritratto.
L’altra novità introdotta da questo numero (che poi avrebbe legato le sue sorti a quelle di Liberatore) fu l’unica serie a episodi ad apparire su
Cannibale:
Rank Xerox. L’unico altro esempio di personaggio a comparire più di una volta fu
Gatto Gattivo di Mattioli ma si trattava di situazioni istantanee prive di un legame seriale forte di numero in numero e comunque non apparve con la stessa frequenza di
Rank Xerox. Stefano Tamburini, privo come abbiamo visto delle doti dei suoi colleghi, si fece aiutare abbondantemente da Pazienza e dal nuovo arrivato Liberatore per la parte grafica, che denunciava comunque ancora i legami con certa faciloneria di stampo underground (di cui riprendeva anche buona parte di cattivo gusto). L’ideatore del coatto meccanico dichiarò in seguito che fu sufficiente tagliare il naso a proboscide dell’essere sulla copertina di
Cannibale 4 per ottenere la fisionomia del nuovo personaggio. Le storie vissute da questo «androide perfetto» ottenuto con i pezzi di una fotocopiatrice rubata all’Università (da qui il nome) sono cariche di una grottesca violenza che finisce per divertire e di frecciatine all’ambiente studentesco e persino underground.
Rank Xerox fu ospitato su tre numeri di Cannibale (lo zero, dove esordì, il 10 e il 12 ) e fece pure una breve apparizione di due tavole sul
Male. Questa prima versione del personaggio, in cui è dominante l’apporto organizzativo di Tamburini, è poco nota all’estero e persino in Italia solo i fan la conoscono. Infatti sarà il secondo
Ranxerox (ribattezzato così dopo la diffida della casa produttrice di usarne il nome), scritto sempre da Tamburini ma disegnato, e soprattutto colorato, dal solo Liberatore, a raggiungere la fama mondiale, ma questo è un altro discorso. Vediamo di parlarne un po’.
Dopo il numero zero
Cannibale giunge a uno standard editoriale fisso e la numerazione diventa progressiva pur cominciando dal 10. Gli ultimi due numeri (l’1 e il 2 della “nuova serie”) chiuderanno il ciclo per cominciarne un altro: quello di
Frigidaire. La nuova rivista conserva i cinque autori-cardine di
Cannibale ed esce sotto la guida di Vincenzo Sparagna (conosciuto presso
Il Male). La quadricromia e il prestigio di questa novità editoriale (che con
Totem costituì un apripista per le riviste d’autore dello scorso decennio) furono di stimolo per gli autori a sperimentare e a migliorarsi ulteriormente. Sulle pagine patinate di
Frigidaire furono ospitati lavori eccezionali e spesso più dirompenti di quelli di
Metal Hurlant (fucina francese di innovazioni fumettistiche): basti pensare, oltre a
Ranxerox, allo
Zanardi di Pazienza e al nuovo e coloratissimo
Joe Galaxy di Mattioli. I geni scatenati avevano raggiunto la loro piena maturità e questo permise l’integrazione del loro stile nella scena ufficiale tramite i molti imitatori ma determinò anche il progressivo allontanamento dalla scena fumettistica più viva dei cinque autori. Offerte sempre migliori, anche estranee al mondo della letteratura disegnata, allettarono gli ex-cannibali (eccezion fatta forse per il solo Scozzari) che a un certo punto lasciarono quasi solo Vincenzo Sparagna ad allevare una nuova generazione di autori. Tamburini pubblicò ancora qualcosa ma si dedicò principalmente alla pubblicità ed agli allestimenti di locali, prima di morire nel 1986; Liberatore trovò fortuna in Francia e vi si trasferì stabilmente; Pazienza fu conteso dalla Comic Art e dalla Rizzoli-Milano Libri e pubblicò dietro lauto (e meritatissimo) compenso i suoi ultimi lavori per questi editori, lasciando a
Frigidaire una produzione svogliata e approssimativa: la morte, sopraggiunta nel 1988, bloccò molte storie a cui stava lavorando ma molte le aveva già abbandonate lui stesso prima. Scozzari e Mattioli rimasero per quanto possibile fedeli alla rivista, ma il primo rarefece i suoi fumetti fino quasi a scomparire come disegnatore e il secondo, dopo una rottura con Sparagna, seguì l’esempio di Pazienza e fu ospitato come fumettista (le sue illustrazioni già comparivano su altre riviste) su
Corto Maltese e
Comic Art. Alla fine degli anni ’80
Frigidaire aveva ulteriormente diminuito lo spazio (già esiguo) dedicato al fumetto e quelle poche pagine venivano occupate da improbabili sperimentatori, da imitatori improvvisati e da rarissimi nuovi talenti (Francesca Ghermandi e Giuseppe Palumbo tra i pochi ).
Frigidaire subì nel corso degli anni ’90 un ulteriore declino e varie ristrutturazioni che portarono anche a una sua versione in formato quotidiano con albo arretrato allegato (ottimo sistema per completare una collezione), ma la sua parabola si concluse comunque nel 1995. Circa un anno prima della della stesura di questo articolo uscì il numero zero (a diffusione selezionatissima) di quello che dovrebbe essere il nuovo
Frigidaire, progetto che periodicamente (anche a Lucca 2010) si cerca di rilanciare.
RIASSUMENDO
Ritornando allo scopo principale di questo articolo, sarà opportuno fare un breve schema della vita editoriale di
Cannibale per sciogliere almeno alcuni dei dubbi sul materiale in cui ci si può imbattere. Una premessa da fare è che ai tempi della pubblicazione di
Cannibale non era ancora molto sviluppato il collezionismo fumettistico, soprattutto di materiale “alternativo” e poco professionistico come appunto era
Cannibale. Spesso si trovano strani ibridi ricavati da più numeri della rivista che, mancanti per cattiva conservazione di molte pagine, sono stati riuniti alla meno peggio a costituire dei numeri apocrifi di
Cannibale. Anche alcuni numeri del
Cannibale originale sono costituiti in parte da ristampe. Eventuali particolarità ulteriori verranno segnalate per ogni singolo numero.
Cannibale 3 (primavera 1977) Il valore di questa prima uscita è quasi solamente collezionistico. Le storielle di Tamburini e Mattioli sono divertenti ma non sono certo capolavori. Attualmente è tra i più difficili da trovare. Tamburini e Mattioli si firmano quasi sempre coi soli nomi di battesimo. Allestimento catastrofico con una sola spilla sul dorso che non ne facilita la conservazione. Dietro lo pseudonimo Trash si nasconde Marco D'Alessandro.
Copertina di Mattioli con interventi di Tamburini.
Seconda di copertina:
Le Avventure di Stèfano in “Toccarsi è bello?” di Tamburini, Editoriale:
Nap o Leone?
Pag. 1:
Catastrofe di Tamburini
Pag. 8:
Lo strano caso del Dottor Freakill & Mr. Laid di Tamburini
Pag. 13:
Microcefalus di Mattioli
Pagg. 14-15:
Gioco Bufo n° 1 di Mattioli (all’interno
Pascarella li Pajacci Comix di Mattioli)
Pag. 16: tavola senza titolo di Tamburini
Pag. 17:
Le avventure della boccia Ernesta di Trash (a pagina 21 la storia termina con l’inserto di una striscia
PìPì (Piccola Pubblicità) di Mattioli che firma Massimo+Bettina)
Pag. 22:
Gatto Gattivo di Mattioli
Pag. 25: vignetta senza titolo di Mattioli
Pag. 26:
Bravo, Compagno! di Mattioli che si firma Bettina+Massimo
Pag. 27:
Bravo, Compagno! (da leggere con uno specchio) di Mattioli: come suggerisce il titolo, è una storia disegnata “al contrario” che va letta tenendo la rivista davanti a uno specchio
Pag. 28:
Senza Titolo di Mattioli
Terza di copertina: “pubblicità regresso” di Tamburini
Quarta di copertina: illustrazione a colori di Mattioli
Cannibale 4/5/6/7 (inverno 1977) Con l’arrivo di Pazienza si ha un buon salto qualitativo. E’ il numero di
Cannibale più ambito e probabilmente il più raro. Ristampato nel 2003 da Stampa Alternativa con una ulteriore copertina spillata che presenta nei risvolti un’introduzione di Marcello Baraghini e «Cannibale: la cronologia definitiva». In quest’ultima viene però riportata anche una copertina inedita che potrebbe confondere ulteriormente i collezionisti.
Cannibale n°4 (Stefano Tamburini)
Copertina
Seconda di copertina: presentazione di Cannibale e dei suoi autori.
Pag. 1: fumetto di 8 tavole
La Vendetta dell’uomo in ammollo!
Cannibale n° 5 (Filippo Scozzari)
Copertina
Seconda di copertina: fumetto di 5 tavole
Morse!
Cannibale n° 6 (Massimo Mattioli)
Copertina
Seconda di copertina: fumetto di 9 tavole
Il famoso caso del ciclamino in cui ricompare il Gatto Gattivo.
Cannibale n° 7 (Andrea Pazienza)
Copertina
Seconda di copertina: fumetto di 6 tavole
Perchè Pippo sembra uno sballato?
Pag. 6: fumetto di 7 tavole
Prixicel!!
Cannibale zero (giugno 1978) Quasi tutto questo numero fu ristampato in (poche) altre sedi; si tratta comunque di un importantissimo pezzo da collezione, il numero a cui si pensa subito quando si parla di Cannibale. Nel recente passato sembra fosse il più facile da reperire.
Copertina di Liberatore
Seconda di copertina: editoriale
Cielo, mio marito! illustrato da Pazienza
Pag. 1:
Rompicoglioni! di Scozzari
Pag. 7:
E per me un AncoMarzio di Pazienza
Pag. 13:
Rank Xerox, il coatto! di Tamburini (con importanti interventi di Liberatore e Pazienza)
Pag. 24:
Klap Klap di Mattioli
Pag. 26:
Rizzati rizzati di Pazienza
Pag. 27:
Il caso del buco nella mente, con protagonista il Dottor Jack, di Scozzari
Pag. 33:
Ritorno alla campagna di Pazienza
Pag. 34:
Tiamottì! di Tamburini (testi) e Liberatore (disegni)
Pag. 41:
Bazooly Gazooly di Mattioli
Pag. 45:
I viaggi di Absolut (n° 5) – Taccuino erotico del pianeta R.E.F.E.Z.I.O.N.E. di Scozzari
Terza di copertina:
Oh! Jonny di Mattioli
Quarta di copertina: fotografia ritoccata con i volti dei futuristi italiani sostituiti dai cinque autori, illustrazione a colori di Scozzari
Cannibale 10 (fine 1978) il formato diventa più grande e dignitoso, un A4 anticipatore di quello delle future riviste di fumetti d'Autore degli anni '80. L’allestimento ricorda più modestamente quello del 4/5/6/7: prima e quarta di copertina ospitano entrambe l’intestazione
Cannibale e un disegno diverso. La rivista ha dunque due sensi di lettura e una “guest star”: Josè
Muñoz. L’espediente delle due copertine tornerà su
Frigidaire 11.
Copertina di Scozzari
Seconda di copertina:
Bzee la Cannygirl di Novembre, pin up di Liberatore
Pag. 1:
Amami, Primo! Di Scozzari
Pag. 12:
E.M.P.S. di Tamburini (testi) e Liberatore (disegni)
Pag. 19:
Space Opera di Mattioli
Pag. 20:
Space Opera di Mattioli (lo stesso identico fumetto di pagina 19!)
Pag. 21: poster a colori inserito nella foliazione realizzato da
Muñoz-Sampayo-Zarate, quest’ultimo è l’Oscar Zarate compagno di corso alla Escuela Panamericana de Arte di Josè
Muñoz che anni dopo realizzerà il fumetto
A small killing su testi di Alan Moore
Pag. 22:
Dale, Pibe di
Muñoz «et Omar». La storia si sviluppa in orizzantale e si legge ruotando la rivista di 90°, è inframmezzata ogni due tavole da:
Pagg. 24-25: foto pornagrafica d’epoca che compare in originale a pagina 24 e modificata a pagina 25
Pagg. 28-29: “foto di gruppo” parzialmente a colori della redazione (datata ’77, quindi non compare Liberatore) realizzata da Pazienza
Pagg. 32-33: illustrazioni a colori di Mattioli
Pag. 36: altro capo del poster a colori
La pagine dalla 37 alla 60 sono stampate in senso di lettura inverso e come abbiamo visto la quarta di copertina è a sua volta una seconda copertina, quindi si procede a ritroso:
Quarta di copertina: copertina di Tamburini con colori di Pazienza
Terza di copertina: editoriale
Black & White, illustrazione di Liberatore
Pag. 60:
Rank Xerox! di Tamburini
Pag. 53:
Viaggionellagalassiamagenta di Mattioli
Pag. 47:
Ma cosa succede? di Pazienza
Pag. 42: storia senza titolo di Pazienza
Pag. 37:
lulu creme, illustrazione/finta pubblicità di Mattiolim
Cannibale 11 (inizi 1979) Questo numero è caratterizzato da una breve storia di Mattioli composta da due tavole che, forse per uno slittamento delle pellicole in fase di stampa, sono state stampate sulla stessa pagina, mentre quella di fronte è desolatamente bianca! Pare che il difetto si estenda a tutti i numeri 11 di
Cannibale e quindi non costituisce in sé una “ truffa “ o una caratteristica di rarità che lo distinguerebbe da altre eventuali copie corrette.
Copertina di Liberatore
Seconda di copertina: illustrazione di Pazienza
Pag. 1:
Folly Bololy di Tamburini (testi) e Liberatore (disegni)
Pag. 8:
Alè! di Scozzari
Pag. 12:
La scuola di Pazienza
Pag. 16:
Muhà, fumetto di gusto moebiusiano realizzato da un autore non identificato, forse Aldo Di Domenico. Le ultime otto tavole sono a colori
Pag. 37:
Perquisizione di Raffini, interamente a colori
Pag. 45:
Champagne e novocaina! di Mattioli
Pag. 49:
La pillola H, racconto di Mattioli
Pag. 50: tavola senza titolo di Pazienza
Pag. 51:
Il Pasto Crudo di Nobilini (testi) e Saggini (disegni)
Pagg: 60-61: due tavole di Mattioli stampate sulla stessa pagina (una al contrario), la 61
Pag. 62:
Lucertola la lucertola di Mattioli
Pag. 63:
Uncontrollable Urge di Tamburini
Pag. 68:
Dum-Dum Boys di Scozzari
Pag. 70:
Gatto Gattivo presenta: Tempi Moderni di Mattioli
Terza di copertina:
Cannibale in concert, l’autore è lo stesso di Muhà
Quarta di copertina: illustrazione di Pazienza
Cannibale 12 (o
Cannibale Golf, aprile 1979) All’interno della rivista si trova un bellissimo inserto di otto pagine patinate con la storia
Francesco Stella di Pazienza, poi proseguita su
Frigidaire.
Copertina di Pazienza
Seconda di copertina: illustrazione di Giorgio Lavagna
Pag. 1: terzo episodio di
Rank Xerox dal titolo
Lù rapita!
Da pag. 6 a pag. 13 viene inserito il fumetto
Nip e Tuk “la via dell’oppio” di Rand Holmes
Pag. 19:
Ernesto di Scozzari
Pag. 20:
Controllo Assoluto, racconto di Luigi Abbondanza
Pag. 21: tre strisce a opera di Mattioli che occupano la parte alta, centrale e bassa delle pagine. Rispettivamente:
Teppa Comix,
Cazzo, arrivano i marziani! Comix e
Comix Comix
Pag. 33:
Francesco Stella di Pazienza
Pag. 41: recensioni musicali di Devo e Pere Ubu a opera di Tamburini
Pag. 42:
Les insectes de l’Universe! di Scozzari
Pag. 43:
Kamikaze di Aldo Di Domenico
Pag. 55: vignetta di Scozzari
Pag. 56:
Agnusdei di Pazienza
Pag. 60:
Grande incontro tra due campioni di Scozzari (fumetto che si legge orizzontalmente girando la rivista di 90°)
Pag. 70:
Ecco che va! di Sandro Raffini
Pag. 71:
Superpazienza di Pazienza
Pag. 72: pubblicità per il prossimo numero di
Cannibale special vecchia fantascienza! annunciato per maggio mentre in realtà sarebbe uscito a giugno, pubblicità per
Il Male.
Terza di copertina: sorta di elenco arretrati composto da illustrazioni e copertine, che rende ancora più confusa la cronologia della rivista: manca infatti il disegno di Pazienza per il numero 7 e compare invece la copertina già pronta (con intestazione, titolo, prezzo, ecc.) di un fantomatico numero 8
Quarta di copertina: fotografia di Primo Carnera ricolorata
Cannibale 13 (o
Cannibale bootleg, maggio 1979) In copertina si trova il disegno di Pazienza per l’inesistente
Cannibale 8, ovviamente adattato a questo numero. Probabilmente scarseggiava materiale con cui riempire lo speciale sulla fantascienza e pur di non saltare un’uscita fu preferito confezionare un numero con soluzioni improvvisate (raccontini di una tavola, un progetto tecnico, la famosa “pagina di Pazienza”), ristampe (Scozzari da
Alterlinus, Mattioli dallo stesso
Cannibale) e storie piratate (la storia di Richard Corben; inoltre Tamburini e Scozzari fecero un dissacratorio lavoro di “restyling” sulle tavole di
Yorga, vecchio tarzanide bonelliano). Di questo numero esistono due versioni diverse della terza di copertina.
Copertina di Pazienza
Seconda di copertina: illustrazione di Pazienza
Pag. 1:
Ripresa registrata di avvenimento agonistico di Scozzari
Pag. 17: tavola di Corben nella versione originale a confronto con quella censurata dalla Rizzoli-Milano Libri
Pag. 18:
Gatto Gattivo di Mattioli
Pag. 21:
Della serie “sesso in treno” di Tamburini (testi) e Pazienza (disegni)
Pag. 22:
Orkeo Swarte di Liberatore (che si firma Moebius e ne imita lo stile)
Pag. 24:
Le avventure di Fransuàs Hardì di Pazienza
Pag. 25:
I Viaggi di Absolut (1) – I motori e le fughe del pianeta R.E.F.E.Z.I.O.N.E. di Scozzari
Pag. 26:
Epilessia da televisione, articolo divulgativo
Pag. 27:
Il dottor Jack contro dio di Scozzari
Pag. 28: illustrazione di Liberatore firmata Moebius
Pag. 29:
Yorga – l’orrenda visione (il materiale originale di partenza era opera di Gianluigi Bonelli e Antonio Canale)
Pag. 31:
Yorga – La carica selmaggia (il materiale originale di partenza era opera di Gianluigi Bonelli e Antonio Canale)
Pagg. 35-36: ripresa di due tavole della storia
Il famoso caso del ciclamino di Mattioli comparsa su
Cannibale 4-5-6-7
Pag. 37:
Laser di Mattioli (testi e inchiostrazione) e Liberatore (disegni)
Pag. 38:
E’ arrivato Godot di Tamburini
Pag. 39:
Storiella di Donzella di Mattioli
Pag. 40: illustrazione di Pazienza, Mattioli e Scozzari
Pag. 41: ripresa di una tavola della storia
Il famoso caso del ciclamino di Mattioli comparsa su
Cannibale 4-5-6-7
Pag. 42:
Curatevi con le Erbe del Vs. Giardino di Pazienza
Pag. 43:
Santo è bello, illustrazione di Pazienza
Pag. 44:
Microcefalus di Mattioli (non si tratta dello stesso identico materiale presentato sul numero 3)
Pag. 45:
Conoscenza carnale di Pazienza
Pag. 46:
Squirt, pubblicità per rivista di Pazienza e Mattioli
Pag. 47:
Gli esperimenti di Mr. Fool di Mattioli
Pag. 49:
I terrestri, che imbecilli! di Mattioli
Pag. 50: progetto tecnico
Pag. 51:
Ah, il Primo Maggio! di Mattioli
Pag. 52: La pagina di Pazienza: fototessera di Andrea Pazienza
Pag. 53:
Moschi di Richard Corben
Pag. 58:
Vecchia gloria di Scozzari
Terza di copertina: illustrazione di Pazienza, in entrambe le versione del numero 13
Quarta di copertina: vignetta di Mattioli
Cannibale 1 nuova serie (o
Cannibale Science Friction, giugno 1979) E’ un numero interamente dedicato alla fantascienza ed è interessante vedere come è stata interpretata dai vari cannibali. Quattro pagine sono occupate da collages autocelebrativi.
Copertina di Liberatore con un disegno di Mattioli
Seconda di copertina: illustrazione di Pazienza
Pag. 1:
Saturno contro la Terra di Tamburini (testi) e Liberatore (disegni)
Pag. 11: illustrazione di Mattioli a mo’ di oblò che permette di vedere cosa si trova nella pagina successiva
Pag. 12: illustrazione di Mattioli a mo’ di oblò che permette di vedere cosa si trova nella pagina precedente
Pag. 13: versione muta (i balloon sono vuoti) del fumetto pubblicato a pagina 14
Pag. 14:
War di Mattioli
Pag. 15:
1979, pubblicità per rivista di Mattioli
Pagg. 16-19: collage di fotografie e illustrazioni tra cui molte pubblicità per
Cannibale
Pag. 20:
Cabaret Lunaire, illustrazione di Mattioli
Pag. 21:
Joe Galassia e: quelli del III° universo! Di Mattioli
Pag. 26: illustrazione di Pazienza
Pag. 27:
Verso l’universo! di Scozzari
Pag. 28:
Hawkins di Veitch (disegni) e Jaxon (testi), Veitch non è il più famoso Rick ma suo fratello Tom
Pag. 36:
Zambo missile pensante di Sandro Raffini
Pag. 38:
!£$()»«;?? di Pazienza
Pag. 39: vignetta di Scozzari
Pag. 40:
Overture (allegro con fuoco) di Pazienza
Pag. 47: illustrazione ritoccata
Pag. 48: fotografia a colori e breve testo a firma H. Berthold
Pag. 49:
La cosa di Mattioli
Pag. 50:
Parte davanti di Pazienza
Pag. 51:
Altair Express, racconto di Mattioli
Pag. 52:
Capitan Dulciòra (breve la vita infelice di Foster Emmett) di Scozzari (la storia termina in terza di copertina)
Quarta di copertina: illustrazione a colori/copertina di Scozzari
Cannibale 2 nuova serie (luglio 1979) Una fascetta in basso a destra delle copertina avverte “USA Only !” e in effetti su questo numero, oltre al lettering, alle traduzioni e ai disegni in seconda e terza di copertina, dei cannibali non c’è nulla. La rivista è un compendio di fumetti underground americani tra i migliori e tra i tanti ce ne sono di Clay Wilson, Greg Irons e Spain Rodriguez. Nel lapidario editoriale e in quarta di copertina si annuncia il ritorno di
Cannibale a settembre, cosa che non avvenne per i motivi già visti.