martedì 9 luglio 2013

Dieci anni dopo (quasi dodici)



I dati di vendita delle testate a fumetti sono da sempre un tabù, a sottolineare la marginalità del settore e le strane dinamiche omertose che vigono tra gli operatori. Qualche timido e impreciso tentativo di far luce sulle cifre c’è stato, pur se sporadico, e la rivista Comic Art ospitò sulle sue pagine alcuni commenti a riguardo e addirittura una rubrica dedicata, attirandosi in quest’ultimo caso le critiche dei concorrenti, per cui evidentemente i fumetti sono appunto solo fumetti e non una realtà industriale.
Confrontando i dati di un intervento di Giulio Cuccolini su Comic Art 18 (gennaio 1986) e quelli forniti da Luigi Codazzi per la rubrica «Comics Economia» sul numero 146 (dicembre 1997) è inevitabile, pur tra le marcate diversità dei due scenari (nel 1997 non c’erano più le riviste d’Autore ma i supereroi), notare il declino di alcune testate. E se il trend si fosse mantenuto costante, oggi come oggi quanto venderebbero Lanciostory e Skorpio? E le riviste iCOMICS e AnimalS a quante copie di venduto avranno gettato la spugna?

5 commenti:

  1. Altri tempi davvero. 180.000 copie per lanciostory sono numeri che non si vedranno mai più. Basta pensare che quelle copie, oggi (e se non erro) le fa Tex.

    Secondo me Animals ha chiuso scendendo sotto le cinquemila copie (forse addirittura 3000). Non vorrei esagerare, ma credo di aver letto una roba del genere. Ma è un caso diverso con costi diversi. Un "bonellide" è in rosso già sotto le ventimila. Boh.

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  2. A me fa impressione la tiratura di Corto Maltese , pensavo vendesse molto meno, forse in quel periodo era in ascesa perchè pubblicava anche Graphic Novel di Super Eroi ed era il trend in ascesa

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  3. Pardòn, ho ragionato senza specificare che quelle copie sono un gran bel numero di copie, nonostante si parli di un valore mensile (4 numeri di Lanciostory al mese) e che Tex li fa con un solo numero.
    E anch'io come Salvatore sono stupito dal venduto della rivista Corto Maltese. Pensavo vendesse di più Comic Art (anche se nel secondo quadrante, leggo che aveva una percentuale di resa sul venduto spaventosa).

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  4. Attenzione: come tutte le cifre che circolano in merito a vendite, tirature e lettori (perchè all'epoca alcuni si impuntavano anche sui lettori, ma tanto se una copia la leggevano in dieci sempre una sola copia venduta rimaneva...) anche queste vanno prese con le pinze.
    Cuccolini spiega esaurientemente le ragioni delle discrepanze, a volte minime ma almeno nel caso di Totem assai consistente, e il metodo tramite cui sono arrivati a quelle cifre, da considerarsi come "fotografia" di un unico mese preciso, o almeno così ho capito io.
    Nemmeno nel secondo caso, il Comic Art più recente, c'è la certezza di quanto riportato: lo stesore sconsolato aveva chiuso il suo pezzo dicendo (anche per rispondere alle lamentele di Eura e di un altro editore) che finché gli editori non avessero dato le cifre corrette, regolarmente richieste dalla redazione, queste non si sarebbero sapute e avevano poco da lamentarsi se poi con i dati in loro possesso facevano, a detta degli editori "rapinati" di alcune copie di venduto, pessima figura.
    Avrete poi notato come la tabella presenta dei refusi (32.000x4 non fa 108.000, per dire).

    Il venduto è sempre stato un po' un mistero, e i ricordi degli addetti ai lavori nelle interviste non fanno che ingarbugliare ancora di più l'argomento. Forse ricordo male, ma mi sembra che Massimo Giacon in un'intervista, forse usando volutamente un'iperbole, ricordava come Frigidaire vendesse 40.000 copie (!), stessa cifra riportata da Paganelli in un'intervista a Scuola di Fumetto, non so quanto attendibile (metteva in parallelo Il Grifo e Corto Maltese, quando in realtà condivisero solo un paio d'anni di vita editoriale, durante i quali Corto Maltese era ovviamente in affanno).
    In un'intervista a Fumo di China Silver ricorda come durante la sua (e di Castelli) gestione di Eureka la rivista avesse toccato quota 20.000-25.000 copie, cosa che mi spinge a chiedermi perchè abbia chiuso.
    Corto Maltese, anche a fronte della diffusione capillare (da bambino me la ricordavo persino alla Coop!) e degli ingenti investimenti pubblicitari pare fosse la testata che vendeva di più, addirittura in un numero di Fumo di China citavano 50.000/60.000 copie, cifre assai poco credibili. Pare assodato però che sorpassò L'Eternauta, la testata che vendeva di più e che, dal prospetto sulla chiusura d'esercizio che all'epoca anche quelle riviste erano tenute a pubblicare, si piazzava sulle 20.000 come O. d. B. (o chi per lui) confermò a un lettore che si era messo a fare i conteggi.
    Tenete presente che nonostante gli ottimi esiti (veri o presunti) di Corto Maltese la rivista venne sempre fatta in perdita da Rizzoli, come spiegato in "Persone di Nuvole" e forse senza supereroi avrebbe toccato quota 10.000 (cifra riportata da Mollica in un Il Grifo) ancora prima.
    Curiosamente le cifre in merito a Comic Art del 1986 sono inferiori rispetto a quelle riportate da Raffaelli su un numero de L'Eternauta: il venduto si era assestato a 14.000 e Traini stava valutando l'ipotesi di passare la rivista a bimestrale, ma poi l'arrivo degli esuli di Orient Express che aveva appena chiuso diede una buona spinta alle vendite - come fece anche l'arrivo di Pazienza.

    Insomma, un bel casino a cui ho contribuito anch'io citando alla rinfusa dati non verificati e riferiti ad anni diversi.

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  5. Dimentichi quando Comic Art ospitò i personaggi della Bonelli... penso che fosse per alzare le vendite.
    Quando ho iniziato io, gli editori lamentavano la crisi nel settore, ed il venduto era molto di più che in quella tabella postata da te.
    Sono abbastanza convinto che se ora siamo ridotti male, lo dobbiamo anche alla lungimiranza di quei signori.

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