lunedì 9 giugno 2014

Saria 1: Le Tre Chiavi



Un nuovo fumetto disegnato da Eleuteri Serpieri per me è un evento, e lo compro senza ingudio. Persino se ai testi c’è Jean Dufaux. Scherzi a parte, a una prima ricognizione mi sembrava che proprio la parte grafica fosse meno appetibile di quanto sperassi: invece dello stile morbido e sfumato di Creatura e Afrodisia il papà di Druuna ha qui adottato quello secco, rigido e occasionalmente abbozzato di Mandragora. Pericolo scongiurato, comunque: durante la lettura ogni perplessità svanisce anche di fronte alla consumata abilità di Eleuteri Serpieri di narrare per immagini. E le derive rigide e squadrate ben si adattano al tono della storia.
La trama e l’ambientazione sono un bel coacervo degli elementi più disparati. Dufaux ha ambientato questa distopia in una Venezia dittatoriale in cui convivono e collaborano inquisitori appestati e squadracce fasciste in orbace (nonostante non ci sia un Duce ma un Duca è forse questo il motivo della sua tardiva proposta in Italia nonostante i grandi nomi coinvolti?), di difficile collocazione temporale visto che accanto a della tecnologia sofisticata persistono elementi medievali e rinascimentali. Non finisce qui. Tra le altre cose ci sono anche un angelo pettoruto particolarmente incazzato (a cui la smania citazionista di Dufaux ha dato l’infelice, in quanto tolkieniano, nome di Galadriel), un Doge/Patriarca biomeccanico (poco bio e molto meccanico) e un martire mediorientale che dispone di grandi poteri al momento non ancora svelati.

La Saria del titolo è l’ultima discendente della famiglia Asanti e a lei viene affidato dal padre morente il peso di custodire le tre chiavi del titolo, una sola delle quali condurrà al Paradiso una volta inserita nella Porta dell’Angelo. Se sia tutta una metafora o qualcosa di concreto si scoprirà nei prossimi volumi.
La vicenda è molto interessante e come spesso capita con Dufaux non si può rimproverargli di essere stato
banale quanto piuttosto di avere ecceduto in eccessiva originalità, che però grazie al tratto molto realistico di Eleuteri Serpieri non scade mai nel ridicolo come è successo con altri suoi fumetti. Visto che non mancano nemmeno in Saria altri esempi della sua poetica, come qualche improbabile frasaccia ad effetto che qui non stona affatto, mi viene da pensare che probabilmente, con disegnatori meno “puliti” e rassicuranti (se non proprio caricaturali) dei suoi collaboratori abituali, avrei avuto tutta un’altra impressione dello sceneggiatore belga.
Saria è un bellissimo fumetto, oltre a essere disegnato divinamente è intrigante e offre delle sequenze suggestive e originali, una su tutte quella del mostro-ogiva Moloch con cui il Doge mantiene il favore della popolazione oppressa. Potrebbe anche darsi che Dufaux abbia riletto i volumi di Les Eaux de Mortelune di Cothias e Adamov, ma forse è solo una mia impressione. Il ritmo sincopato è un po’ spiazzante (perché diavolo mettere sotto i riflettori un personaggio secondario a dieci tavole dalla fine del volume? E delle mirabilanti esibizioni di potere di Ali Muslim Orfa promesse già a pagina 15 in questo primo episodio non c’è traccia...) ma con la sua scarsa linearità introduce un ulteriore livello di originalità alla vicenda.

Certo: di «Asanti» in Italia, e in particolare a Venezia, credo che ce ne siano ben pochi, mentre dubito che in tutta la storia del Belpaese qualcuno abbia mai avuto come nome di battesimo “Mozo”, ma è lo scotto che si paga quando si cercano dei nomi per personaggi che non appartengono alla propria cultura e tradizione, e come diceva Luigi Bernardi nell’introduzione alla raccolta di Arno della Glénat Italia, certamente qualche autore nostrano non fa di meglio quando immagina nomi stranieri.

Spero vivamente che la Panini non faccia attendere troppo il secondo volume, che vedrà ai disegni il bravissimo Riccardo Federici (qui autore della copertina immagino tratta da una ristampa francese per dare omogeneità alla serie), disegnatore che, mi rendo conto dell’importanza dell’affermazione, non farà assolutamente rimpiangere Eleuteri Serpieri.

2 commenti:

  1. Sembra un Bonelli d'Autore, bello!
    Quanto costa, per curiosità?

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    1. "Bonelli d'Autore"?!?!

      Il volume costa 14,90 €, è nel solito grande formato della Panini, come quelli delle Aquile di Roma, Showman Killer, ecc. (penso 24x32 o giù di lì). Sono 62 pagine di fumetto e la qualità di stampa è buona: occasionali difetti come tratti poco incisi penso siano imputabili a Eleuteri Serpieri, che potrebbe non aver premuto a sufficienza il pennello o che ha lasciato a matita certi dettagli. Gli è successo anche in passato, e su volumi francesi.

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