domenica 8 maggio 2016

Ms. Marvel 1: Fuori dalla Norma

Come ammesso da Simon Bisi nell’introduzione, la ragion d’essere di questa versione di Ms. Marvel è la copertura mediatica e la curiosità che avrebbe suscitato l’idea di base, ovvero che la protagonista è la prima supereroina musulmana (sarà poi vero?). Con una premessa del genere era lecito aspettarsi poca cosa, eppure la serie è stata addirittura premiata ad Angoulême. Quando vogliono i francesi sanno essere molto generosi. Forse troppo.
Basandosi anche sulle loro esperienze personali, l’editor Sana Amanat (di origine pakistana) e la sceneggiatrice G. Willow Wilson (convertita all’Islam) hanno optato per imbastire una storia a metà strada tra la situation comedy sul culture clash e la classica trama supereroistica, farcendo il tutto con inevitabili stereotipi.
Kamala Khan è una sedicenne pakistana nerd del New Jersey che a seguito delle conseguenze di quello che immagino fosse un crossover del 2014 (l’esposizione a una bomba terrigena) acquista dei superpoteri che le permettono di cambiare aspetto e dimensioni. Come da prassi uomoragnesca farà più disastri che altro nell’imparare a usare le sue nuove abilità e la sua vita sociale già martirizzata dal dogmatismo religioso che le viene imposto ne sarà ulteriormente danneggiata. Il cast contempla le solite figure standard viste in migliaia di altri film, fumetti, serial tv: l’amico sfigato innamorato della protagonista, i “popolari” del liceo, ecc.
Ogni tanto si sorride (il fratello fervente musulmano è una bella trovata) ma nel complesso questa Ms. Marvel non è nulla di epocale. E questo primo volume termina oltretutto proprio sul più bello, con l’apparizione del supernemico.
La parte migliore di questo fumetto sono i disegni di Adrian Alphona, e mi stupisco di scriverlo visto che il suo stile è diventato molto più caricaturale rispetto ai tempi di Runaways. Però non è un caricaturale deformed: sembra riallacciarsi di più alla lezione di certi disegnatori grotteschi inglesi, uno su tutti Ralph Steadman. Le scritte e i messaggini con cui Alphona riempie le sue tavole sono poi un buon motivo per soffermarcisi e alla fine costituiscono un elemento di interesse in più.
Ho trovato molto belle le copertine originali riprodotte nel volume, dal tratto realistico pulito e molto deciso, ma non sono riuscito a capire chi ne è l’autore.
Il volume cartonato della Panini raccoglie per 12 euro i primi cinque episodi della serie originale più una preview promozionale di 8 pagine. C’è di meglio nel mondo dei comic book ma anche di peggio.

13 commenti:

  1. La Dust di Morrison - creata durante la sua famosa run per gli X-Men - è musulmana e nata prima di questa Ms Marvel, ma Grant non è musulmano a differenza di G. Willow Wilson. Forse la prefaz si riferisce al fatto che si tratta della prima volta che un personaggio islamico è scritto da chi conosce bene e pratica quella religione.
    Noto a proposito che ti stai convertendo al movimento degli artisti che scelgono di reinterpretare la realtà piuttosto che restituirla fedelmente - concetto quest'ultimo che, in un multiverso retto dalla Teoria delle Stringhe e con il bosino di Higgs scoperto e anagrafato e con il teletrasposto dietro la prossima svolta, ha i contorni sempre + sfumati - e credo legittimamente sia colpa /merito mio.
    Entro pochi mesi ti nutrirai di roba come Mark Badger, Ted McKeever , Chris Blain, Serge Clerc, Teddy Kristiansen, Ash Wood , Ben Templesmith, Brett Weldele , Greg Tocchini, John Watkiss , Guy Davis, Nicola Mari, Luca Genovese, Humberto Ramos. E sono solo i primi nomi arrivati alle mie dieci dita. Tra un minuto avrei un elenco totalmente diverso. Non significa che non incapperai + in Hitch e Manari. Avrai solo un orizzonte + ampio. Una sera si mangia giappo e quella dopo messicano. Ogni tanto pollo lesso. Qualche volta speziato. Non ringraziarmi: è stato un piacere. Ciao ciao.

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    1. Sì, Luca Genovese e Ramos... Ma non scherziamo! Anche se Genovese nel primo Long Sei non faceva proprio ribrezzo.
      Forse volevano dire che MS. Marvel è la prima supereroina titolare di testata.

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    2. 'Long Wei' e 'prima supereroina musulmana', ovviamente.

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  2. Long Sei potrebbe essere il titolo di una miniserie sulla prima super-eroina genovese. La storia di una mutante nata da genitori contaminati dalle nebbie padane - quando la nebbia non era stata sconfitta dal cemento ed asfalto - che si trasferisce nella città dei comici tristi e dei cantautori tristi per essere simultaneamente : 1) un camallo triste e fortissimo 2) un cartoonist messicano con il potere di rileggere la realtà 3) una cantautrice con una voce come quella delle banshee ( o del Banshee mutante ) 4) un semidio melodrammatico che sogna il crepuscolo tutto il dì 5) una nerd ghiotta di pasta al pesto che dialoga con le macchine in modo empatico 6) uno street fighter triste dagli occhi pesti
    B/n. Formato Arthur King. Testi di Massimo Semerano e disegni di Riccardo Crosa. O viceversa.

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    1. "Long, Uei!" avrebbe potuto invece essere il titolo di uno spettacolo di cabaret al Derby.

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  3. Qualcosa di surreale come i gags di Cochi e Renato ne Il Poeta ed il Contadino.

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    1. giusto: "i" gags, perché il termine è maschile, come scrissi nella mia tesi di laurea (ma in fase di pubblicazione voltarono il termine al femminile perché in Italia si è abituati a declinarlo così!).
      Però "gag", non "gags": i termini stranieri in italiano rimangono invariati. A meno che siano in francese oppure in latino o greco classico e giustamente vuoi far vedere quanto sei figo a conoscere il francese/latino/greco classico.

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  4. Hai ragione e lo so da quando giravo x Brera pettinato come Pippi Calzelunghe, con anfibi e maglietta da Freddicrugher che usciva randagia da bermuda - salopette , ma è + forte di me e devo aggiungere la esse a parole come e-mails ( maschile ) e financo sports. Guarirò prima o poi. In fondo ho smesso di tingere ed inamidare le trecce e quello fu davvero un trauma.

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    1. le avessi sciolte, le trecce, i cavalli avrebbero corso. So goes life. O live se Umberto Balsamo ti canta sotto casa.

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  5. Sembra la trama di Un Giorno dopo l'Altro di Carlo Lucarelli. O almeno una perifrasi crepascolare. Umberto Balsamo condannato x crimini contro l' umanità per i suoi songs ( maschile ) al confino al numero dieci di via Pippi. Al dodici vive un giovine ingenuo Crepascolo che subisce il fascino malsano di quei versi e comincia a farsi le lentiggini con il pennarello rosso, si infligge dentoni posticci ed un toupet da Ziggy Stardust che ha messo le ditine bagnate nella presa. Anni dopo Trecce Imbalsamate è il misterioso incursore che vuola dopo il crepuscolo negozi di modernariato in cui fa a strisce i 33 giri intitolati Crepuscolo d'amore. Brr.
    Sarebbe un discreto film di Argento.

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    1. Sì, ma di uno di quelli che faceva per il mercato dell'Est Europa con Romina Mondello nuda legata a una macchina di tortura.

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  6. Non li ho visti. Quando mi capita di andare al cine, la cosa + vicina ad una macchina di tortura sono i 45 minuti abbondanti di pubblicità di ristoranti dello hinterland prima del film di Doraemon o di Shawn la Pecora durante il quale potrò assistere allo spettacolo buffo - per dirla con Paolo Conte - di tanti bimbi ipnotizzati dallo schermo mentre i loro genitori sonnecchiano beati.

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    1. Credo che in Italia non siano nemmeno usciti al cinema ma direttamente in VHS o TV.

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