lunedì 30 maggio 2016

Wolverine: il migliore in quello che fa 2

Preso per i disegni di Juan José Ryp e perché nella fumetteria dove l’ho comprato lo vendevano col 25% di sconto per liberare il magazzino, nonostante fosse praticamente nuovo.
Sono salito sul carrozzone in corsa e non ho letto il primo volume ma posso dire che al netto dei disegni di Ryp il fumetto non è questa gran cosa. Il soggetto di partenza (una mega-infezione a Wolverine che tanto rigenera) è buono ma Charlie Huston è veramente troppo verboso e spesso le sue battute sono infelici, a volte troppo cervellotiche, a volte fuori luogo, a volte con un ritmo soporifero e a volte semplicemente non divertenti. I comprimari alieni del protagonista sono piuttosto ridicoli e lo stesso si potrebbe dire delle varie vittime del villain Contagio, che oltretutto portano con la loro presenza splatter alla solita considerazione sull’arretratezza del mercato mainstream USA: squartamenti, bubboni, deformità e quant’altro sono accettabili mentre un bel paio di tette (e pure il culo di Wolverine) bisogna industriarsi a coprirlo con mezzucci grafici degni del marchio di Garanzia Morale GM dell’Italia degli anni ’50 – e stiamo pure parlando di un prodotto che sin dalla copertina si fregia di essere destinato agli adulti!
Mi rendo conto che l’ipertrofico Ryp ha i suoi difetti: il mento dei personaggi è spesso esagerato e i loro occhi sono un po’ troppo piccoli e ravvicinati, ma è un vero toccasana rispetto alla stragrande maggioranza delle porcherie artsy e no che si vedono sui comic book. Purtroppo i colori di Andres Mossa non gli hanno reso pienamente giustizia e benché non si possano definire brutti sono troppo pesanti e coprenti soprattutto per quel che riguarda il panneggio dei vestiti, alcuni volti e il pancino di Emma Frost. Secondo me Ryp si apprezza di più in bianco e nero, e magari non in un volume brossurato come questo che per la sua struttura impedisce di godere dei particolari più vicini alla rilegatura.

7 commenti:

  1. Huston ha un problema con Logan quindi. Mi era piaciuto nella sua run su Moon Knight per le matite eccessive di Dave Finch e quelle meno dense di Texeira. Forse Marc Spector il picchiatello è + vicino alla sua anima dell'equilibratissimo Mr Snikt.
    Ricordo invece Juan José Ryp sul Robocop che Steven Grant ha tratto da una sceneggiatura mai realizzata di Frank Miller. Curioso come Steven Grant sia uno dei nomi degli alias di Moon Knight ovvero la sua identità di ricco giocatore di borsa. Spector era il mercenario e Lockley il taxi driver, a dire il vero molto + equilibrato del collega Travis De Niro nel film di Scorsese.
    Juan José Ryp è troppo dettagliato. Siamo davvero dalle parti del Quesito con la Susi.
    Ne parlavo ieri sera con Steven Grant al telefono e quella sagomaccia ha proposto di fargli uno scherzo e caricarlo su di un taxi quando ha una scadenza impellente e vedere quante linee tratteggia e quanti particolari riesce a definire mentre Bob De Niro schizza come un pipistrello in fuga dall'inferno, tagliando le curve come non ci fosse redenzione e domani. Una cura così farebbe di un Jose Ladronn un clone del Tony Salmons degli esordi e tramuterebbe un Bryan Hitch in un discreto Kyle Baker.
    Sto pensando di schiaffare Mailo Manari sul sidecar della mia motoretta alanfordica e fargli attraversare il ponte della Ghisolfa contromano nelle ore di punta x vedere se ne cavo l'Ivo Milazzo di Nick Raider...

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    1. "Huston ha un problema con Logan quindi"

      corre voce che Wolverine un giorno lo abbia apostrofato così: "Huston, abbiamo un problema..."

      So goes life.

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  2. Il personaggio di Logan è in fuga - da qui il concetto de La Fuga di Logan - su di una navicella che si schianterà sulla Terra se i piloti non troveranno qualcosa x atterrare lontano dalla dicotomia samurai/berserker e mi pare di vederli affannarsi e tentare nuove strade che riportano sempre al fatto che Logan è il migliore in quello che fa e quello che fa non è più piacevole xchè esiste un limite alle rasoiate che un tizio può infliggere prima di cadere nella routine e sarebbe forse il caso di pettinarlo come un travet e tagliargli le unghiette e raccontare di quando era nella metro ed annusava l'aria umida pressaro da una umanità china su dispositivi elettronici e tabloid con notizie haiku e riprendere il suo ringhio appena accennato di animale in gabbia, in trappola senza possibilità di fuga e rendenzione e premi produzione. Brr.

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    1. Io francamente alla Fuga di Logan preferisco la Figa di Logan. Poi fai tu.

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  3. Jenny Agutter. Era anche nel Lupo Mannaro di Landis. Ricordo.

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    1. Quindi Brian Michael "John" Landis ha dentro di sè un Lupo Mannaro che a sua volta ha dentro di sè Jenny Agutter. Brrr

      (scopro oggi l'esistenza di Jenny Agutter, che da quanto vedo grazie a Google era una bella figliola).

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  4. Una bellezza anni settanta. Landis Bendis le confeziona una parte di infermiera inglese alle prese con un mannaro americano. Oggi Jenny sarebbe stata la Lupa ed il tizio - fece poco altro, compresa una fiction x Canale Cinque - un paramedico. Nella era Landis Bendis, la Casa delle Idee , se non ricordo male, ha prodotto almeno una storia per le ineffabili foto ritoccare di Greg Land con il Werewolf by Night ( da noi Licantropus ndr ) che aiuta una lupetta mannara ad accettarsi.

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